Sedute spiritiche pericolose

di F.R.
Ancora una volta ho ricevuto una lettera che merita di essere pubblicata. A scrivermi è una signorina di un paese delle Marche la quale mi chiede un aiuto per un caso che sta coinvolgendo tutta la sua famiglia, gatto compreso.
“Caro Maestro, finalmente ho potuto scriverle in quanto alcuni conoscenti, mi hanno dato il suo indirizzo.
Ho bisogno di Lei; un suo aiuto potrebbe risolvere la mia storia che ha coinvolto un po’ tutta la famiglia e persino il nostro bel gattone, la cui perdita mi ha provocato un immenso dolore.
Ho 29 anni e vivo con mia madre e mio fratello che non c’è quasi mai in quanto lavora in una ditta di esportazioni e per questo è quasi sempre in viaggio. Un anno fa ho perduto mio padre per un brutto male. La sua morte ha lasciato un gran vuoto attorno a noi, e specialmente in me che gli ero particolarmente legata.

Una voce dall’aldilà
Circa un mese dopo la sua scomparsa mi accadde un fatto veramente impressionante che, nonostante tutte le cose successe negli ultimi periodi, stento ancora a credere.
Era nel mese di agosto e quel pomeriggio ero sola in casa; mia madre era andata per alcuni giorni al mare da una sua amica.
Mi ero sdraiata sul letto un momento in attesa di uscire, ma stranamente fui assalita da un profondo torpore. A svegliarmi fu il trillo del telefono che avevo sul comodino, così mi accinsi a rispondere: dall’altra parte del filo udii distintamente la voce allegra e squillante di mio padre che diceva: “Pronto Rosa!” Rimasi raggelata e balbettando risposi: “Ma papà tu… tu… sei morto!”. Un breve silenzio seguì dall’altra parte poi udii un sospiro e subito dopo che il clic della cornetta riattaccata.
Rimasi per lungo tempo seduta in silenzio e non riuscivo a capire cosa era successo, poi riattaccai con un senso di commozione nel cuore.
Non dissi nulla alla mamma dell’accaduto: ma lo riferii ad una mia amica la quale sembrò non prendermi sul serio e mi disse che forse avevo sognato.
A prendere la cosa seriamente fu invece mio fratello che si propose, anche se non ne aveva mai fatte, di partecipare ad una seduta spiritica presso degli amici a Milano dove conosceva delle persone che praticavano lo spiritismo.
Nonostante la mia curiosità sempre viva in questo campo così misterioso e soprattutto nonostante il desiderio di sapere di nostro padre e di cosa esisteva nell’aldilà, non so perché sentii la spinta a sconsigliarlo a partecipare alla seduta, ma lui ormai era deciso.
La stessa sera che mio fratello partì successe un altro strano fatto.
Io e mia madre eravamo a vedere la televisione quando il telefono squillò: corsi a rispondere sicura che fosse qualche amica, ma dall’altro capo del filo non ebbi alcuna risposta, solo un momento prima che la linea venisse interrotta udii un breve sospiro e un soffocato singhiozzo, poi più nulla.
Provai un’angoscia indescrivibile mentre silenziosa rigiravo la cornetta tra le mani incapace di pensare; poi la voce di mia madre che mi chiamava mi scosse da quella specie di torpore angosciante.
Al rientro da Milano domandai a mio fratello se aveva fatto la seduta e se aveva avuto contatto con nostro padre ed egli mi rispose di no. A me parve che il suo atteggiamento fosse molto evasivo e quindi pensando che non ne volesse parlare per il momento, non approfondii il discorso.

Il fratello cambiato
Nei giorni seguenti lo vedevo taciturno e si comportava molto stranamente. Di solito quando era in casa raccontava di tutto, del lavoro, dei suoi incontri o della città in cui era andato, insomma comunicava moltissimo con noi. Pensai che forse era stanco oppure aveva dei problemi d’amore (questo era l’unico argomento del quale non parlava mai a noi). In quel periodo mio fratello aveva quasi un mese di ferie ma non si mosse da casa come di solito faceva tutti gli anni, dolo qualche breve uscita con alcuni amici.
Una notte mi ero alzata per andare a bere e mentre mi avviavo in cucina passando dal corridoio illuminato soltanto da una piccola spia luminosa, udii provenire dalla camera di mio fratello dei lamenti; mi fermai davanti alla porta che era semi accostata per ascoltare meglio e udii di nuovo gli stessi lamenti che mi dettero la sensazione di una sua sofferenza e l’impressione che un forte peso lo schiacciasse.
Lentamente entrai nella stanza e subito percepii alle narici un odore stomachevole e dolciastro come di qualcosa di decomposto.
Accesi la piccola luce posta sul comò e vidi mio fratello che dormiva tutto contorto al centro del letto.
Rimasi per alcuni secondi a guardarlo mentre il cuore mi batteva forte: non avvertivo più quel cattivo odore, ma sentivo qualcosa di strano nella stanza. Lo scossi per svegliarlo; aprì gli occhi ma mi disse bruscamente che voleva dormire.
Così mi ritirai nella mia stanza.
Strani pensieri affollavano la mia mente, a distrarmi fu il mio gatto che con un balzo salì sul letto e mi si accucciò vicino ronfando di piacere, e poco dopo mi addormentai.
Dopo quella notte notai che ogni volta che mio fratello si avvicinava al gatto per accarezzarlo, questo schizzava via soffiando con il pelo irto. Non riuscivo a capire cosa gli fosse successo. Una volta ero seduta e leggevo, avevo il gatto accovacciato sulle ginocchia, non appena mio fratello si avvicinò e fece l’atto di accarezzarlo, inviperito e soffiante lo graffiò su una mano e scappò via.
Questa era una cosa strana per me perché il gatto era affezionato anche a lui.
Certamente non potevo immaginare quanto sarebbe accaduto dopo.

Una ragnatela sul volto
Un sabato – era verso l’imbrunire – pioveva a dirotto ed io dovevo uscire; contrariata e in attesa che spiovesse mi ero messa a sfogliare una vecchia rivista. In casa ero sola perché mia madre era ospite di un’amica e mio fratello era partito per un fine settimana. Improvvisamente avvertii una voce che mi chiamava per nome, tanto fu vera che risposi d’impeto ma non ottenni risposta. Rimasi un po’ in ascolto: ma nel silenzio si udiva solo il picchiettio della pioggia che batteva ai vetri delle finestre.
Smisi di leggere.
Ormai si era fatto completamente buio.
Mi sedetti davanti alla televisione sbocconcellando dei biscotti che richiamarono l’attenzione di “Camillo” il nostro gatto che era appisolato su una poltrona poco distante.
Ad un tratto Camillo si allontanò da me soffiando e lamentandosi, ed in quel preciso istante mi sfiorò il viso qualcosa di gelido. Ebbi la sensazione che vi si fosse posata sopra una fitta ragnatela; senza esitare, con le mani cercai di togliere quella strana cosa che infastidiva il mio viso opprimendolo, ma nonostante i miei sforzi non vi riuscii. Un po’ impressionata corsi subito allo specchio per verificare in realtà che cosa fosse successo, ma una volta accesa la luce quella strana sensazione sparì completamente. Poco dopo cercai di dare una spiegazione valida alla cosa ma non ne fui capace; forse ero un po’ esaurita, ma anche quella soluzione non reggeva perché ero abbastanza forte nel fisico e nella mente.
Passò del tempo e a mio fratello cominciarono ad apparire strani lividi neri e bluastri su tutto il corpo, sembravano croci rivoltate sottosopra che poi scomparivano in breve tempo, e quando aveva tali segni diveniva nervoso e violento al punto che non gli si poteva rivolgere la parola.

La sparizione del gatto
Fece un cambiamento tale che nostra madre non lo riconosceva più una volta lo sorprese mentre stava picchiando il gatto, cosa che non aveva mai fatto.
Non potevamo credere a quanto avveniva: egli amava tutte le bestiole ed era sempre pronto a prenderle sotto la sua protezione.
Nostra madre, da quando era morto papà, anche se aveva provato un dolore enorme, era rimasta una donna dolce e operosa e cercava di vivere più serenamente la vita perché spiegava che nostro padre era così che l’avrebbe vissuta.
Ma di fronte a tali fatti era veramente dispiaciuta e turbata.
Cercammo di spingerlo ad andare dal medico ma non ci riuscimmo: poi con un piccolo stratagemma lo facemmo visitare a casa. Ma fu diagnosticato il solito esaurimento nervoso! La notte spesso lo sentivo passeggiare nella sua stanza e a volte sembrava che parlasse con qualcuno.
Una notte io e mia madre ci avvicinammo piano alla sua porta chiusa per origliare cosa stesse dicendo e lo sentimmo ridere: ma quella risata non aveva nulla di umano e ci fece accapponare la pelle e ci ritirammo spaventate.
Un triste giorno Camillo inspiegabilmente sparì e non si seppe più nulla di lui, cosa questa che procurò un enorme dolore a me e a mia madre mio fratello sembrava non essersi nemmeno accorto della sua assenza.
Egli poi aveva preso l’abitudine di uscire la notte e rientrare solo alle prime luci dell’alba. A volte cercavo di seguirlo senza farmi scorgere, ma non so come, lo perdevo sempre di vista e per la paura che mi vedesse rientravo in casa.
Pensammo anche alla droga, ma per varie ragioni escludemmo la cosa.

L’esorcismo
D’accordo con mia madre facemmo benedire la casa da un vecchio prete che conoscevamo da anni il quale aveva la fama di essere una specie di esorcista perché aveva già aiutato parecchie persone colpite da fatti inspiegabili.
La mattina che egli mise piede in casa ci prendemmo un grande spavento quando fu colto da malore, ma poi si riprese subito ed iniziò a benedire la casa.
Quando poi passò a benedire la stanza di mio fratello subito dopo si sprigionò un odore nauseante che mi fece riaffiorare alla mente il ricordo di averlo già sentito la notte in cui mi alzai per andare a bere. Ci impressionammo un po’ tutti e sentimmo inoltre la netta presenza di qualcosa di oscuro che aleggiava nella camera ma poi, come tutto era venuto, in pochi attimi sparì.
Prima di andarsene il vecchio prete ci disse che qualcosa di fortemente malefico si stava insediando nella casa e che andava al più presto debellata, ma che lui non poteva fare altro che benedirla, perché oramai era divenuto troppo vecchio per poter affrontare una cosa così impegnativa. Ci consigliò quindi di rivolgerci ad un bravo esorcista, il quale forse poteva risolvere la questione.
Rimanemmo confuse e preoccupate da quanto ci disse poi ripensammo a tutti i fatti accaduti negli ultimi tempi e decidemmo così di darci da fare per trovare una seria persona che potesse aiutarci.
Nei giorni che seguirono mio fratello per un breve periodo di tempo ridivenne allegro e normale come era sempre stato ma poi le cose sono peggiorate tanto che attualmente non lavora più e se ne sta quasi tutto il giorno chiuso nella sua stanza.
Io, la notte, a volte ho degli incubi spaventosi che mi fanno svegliare sudata e impaurita.
Anche mia madre non sta bene, dice che spesso si sente soffocare, specialmente la notte, da qualcosa che si poggia sulla sua gola stringendola; insomma credo proprio che qualcosa di oscuro si sia abbattuto sulla nostra famiglia.
Ora, Maestro, le ho spiegato grosso modo la situazione; la prego di trovare lei una soluzione a quanto ci sta succedendo…”:

Infestazione malefica
E’ chiaro che siamo di fronte ad un classico caso di infestazione malefica che di solito attira entità larvali che possono contagiare tutta la famiglia.
Probabilmente il fratello della ragazza (anzi senza dubbio) è stata contaminato dalla seduta spiritica effettuata per evocare il padre e ciò può succedere nei casi in cui le sedute sono condotte da persone, che le effettuano senza le dovute cautele.
Come risulta dalla lettera, lo stadio della possessione è abbastanza avanzato e dovrò operare direttamente sul ragazzo affrontando non poche difficoltà per liberarlo. Perché è giusto quello che ha detto il vecchio prete, ma in verità non è nella casa che si sono instaurate le entità malefiche e larvali ma esse esistono perché il figlio ne è preda e le diffonde anche sui familiari. Riguardo al gatto, poi, è noto che questo felino è una creatura molto sensitiva e per questo spesso è legato a fatti occulti.
Se sfuggiva alle carezze era perché percepiva le forze malefiche, le stesse che lo hanno fatto allontanare definitivamente dalla casa. Una volta eliminata tale forza sono sicuro che egli ritornerà.
Il fatto infine che la ragazza abbia udito la voce del padre al telefono è una cosa possibilissima, perché, a volte, le anime dei trapassati rimangono attaccate ai loro familiari, anche se non fanno più parte della vita terrena, e spesso riescono a mettersi in contatto con i vivi usando ogni mezzo (anche tecnologico quali il telefono, la radio, etc.) come in questo caso. Solo dopo molto tempo possono finalmente staccarsi definitivamente dalla Terra ed immergersi nell’Universo. 

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