Il Guardiano della Soglia – Parte prima

Un’ombra inquietante, un fantasma si materializza alla sua vista…
Di Pierluca Pierini R.
Capita sovente ad ogni serio aspirante “mago” o “ermetista” che intenda addentrarsi negli oscuri e ancora in gran parte inesplorati meandri della pratica esoterica, di imbattersi in uno scoglio imprevedibile e multiforme, difficilmente traducibile in termini comprensibili, forse beffardo come le chimere di Notre Dame, forse luminoso e austero come il Michael che ricaccia negli abissi il demone dell’orgoglio; sicuramente implacabile e giusto, eterno custode del Sacro: il Guardiano della Soglia.
E’ passato quasi un secolo da quando nel lontano 1897, sulla rivista “Il Mondo Segreto” di G. Kremmerz fu pubblicato un lungo articolo di Pietro Bornia, destinato di lì a breve a divenire celebre in un volume a sé dal titolo “Il Guardiano della Soglia”. Questo sagace occultista forse non immaginava in quell’ultimo scorcio d’ottocento che la sua opera avrebbe contributo notevolmente a rendere popolare e famoso un altro importante testo esoterico, ormai considerato un classico: il noto romanzo “Zanoni” dell’iniziato Sir E.B. Lytton, autentico protagonista al centro delle complesse vicende che hanno caratterizzato il mondo ermetico del secolo scorso, dalla Gran Bretagna, alla Francia, all’Italia.
In questo “romanzo che non è romanzo” viene descritta una sorta di prova iniziatica, con la quale il maestro sottopone il discepolo ad una fatale verifica che significherà per quest’ultimo l’incontro diretto con il terribile “guardiano della soglia”.
Dopo un iniziale quanto proficuo periodo di “apprendistato” svoltosi regolarmente, l’aspirante mago viene lasciato solo dal maestro, con la chiave del “laboratorio” riservato e la raccomandazione di non farne uso. Ma il neofita, rivelando la propria natura di immaturo “apprendista stregone” non resiste alla tentazione di anticipare la conquista del “Potere” e penetra il sacrario per violare i libri segreti del maestro e iniziare la Grande Operazione. Gli occhi gli cadono su un volume lasciato aperto in un punto preciso:
“Bere a lunghi sorsi la vita interna è vedere la vita superiore: vivere a dispetto del Tempo è vivere la vita universale, Colui il quale scopre l’elixir, scopre ciò che è nello spazio, poiché lo spirito che vivifica il corpo fortifica i sensi. Nel principio elementare della luce v’è attrazione. Nella lampada del Rosa + Croce il fuoco è il principio puro ed elementare. Accendi le nuove lampade mentre apri il vaso che contiene l’elixir e la luce attirerà verso di te quegli esseri per i quali essa è vita. Diffida della Paura. La paura è nemica della Scienza”.
Pagina dopo pagina il discepolo scorre avidamente il libro proibito, finché decide di compiere il grande passo ed eseguire le istruzioni cerimoniali. Ma dopo poco inizia a verificarsi una serie di fenomeni impressionanti: strani vapori irrompono nell’ambiente assumendo la densità di forme vaganti nella stanza.
“Esse sembravano esangui, i loro corpi erano trasparenti e s’allungavano o si ripiegavano come gli anelli di un serpente “. E si materializza infine alla sua vista un’ombra inquietante, un fantasma tenebroso che lentamente si trasforma in un essere mostruoso, un demone dallo sguardo “carico d’odio e d’ironia” che lo affronta con parole glaciali: “Tu sei entrato nella regione illimitata. Io sono il guardiano della soglia. Che vuoi da me? Non rispondi? Hai forse paura di me? Non sono io l’amor tuo? Non è per me che hai rinunciato ai piaceri della tua specie? Vorresti forse la sapienza? Io possiedo la sapienza d’innumerevoli secoli! Baciami mio mortale amante…”.
E dicendo questo l’orribile spettro si trascinò fin presso di lui, strisciò al suo fianco e col proprio alito gli sfiorò la guancia! Il discepolo lanciò un grido acuto, cadde a terra stordito e perse conoscenza. L’indomani a giorno inoltrato aprì gli occhi e si trovò nel proprio letto. Fallita la prova alla quale l’aveva sottoposto, il maestro non credette prudente condurlo oltre e senza farsi rivedere gli scrisse una lettera di rimprovero e l’abbandonò a se stesso.
E’ interessante a questo punto riflettere sul commento di Stanislao de Guaita: “Zanoni è un libro gravido di rivelazioni e di arcani. Sotto il velo d’abbaglianti fantasie, l’autore ha mascherato le tradizioni della Rosa + Croce…
Il discepolo è l’aspirante escluso dalla via spirituale, non per vizio d’incapacità mentale o per debolezza d’animo; ma al contrario l’orgoglio e la temerità l’hanno perduto; spingendolo a infrangere gli ordini perentori del maestro. Il neofita dei misteri ha preteso la corona di elezione come frutto della propria audacia. Nell’assenza del gerofante ha tentato di conquistare d’assalto le prerogative del “Sanctum Regnum” ed ha dovuto affrontare il Guardiano della Soglia. Il maestro lo punisce chiudendogli per sempre la porta del santuario, poiché la sconfitta è decisiva e la prova suprema non si può tentare due volte.
Ma non è men certo che una comunicazione si sia stabilita tra il visibile e l’invisibile, poiché il velo che lo separava dal mondo strale è ormai squarciato. Rientrato nella vita comune, il discepolo sconfitto si dibatte tra le due influenze avverse, fauste e nefaste che si disputano la sua esistenza, cioè la virtù vivificante dell’elisir e l’ossessione del fantasma. Liberato infine da Zanoni che lo restituisce alla vita attiva e serena precedente la prova, il suo lungo martirio non gli apparirà che come reminiscenza d’un cattivo sogno e l’insegnamento ricevuto, unico tesoro salvato dal naufragio di tutte le illusioni, lo renderà invecchiando un iniziato speculativo, un amatore appassionato delle scienze occulte…”.
Da quanto necessariamente sintetizzato crediamo in risultati chiaramente che Bulwer Lytton nel suo libro intenda descrivere in maniera romanzata l’esperienza negativa del discepolo che non riesce a vincere la tentazione di anticipare il proprio ascenso servendosi dell’inganno senza rendersi conto di essere stato sottoposto dal maestro ad una prova decisiva. L’oggettivazione degli aspetti più oscuri della sua psiche e della sua reale natura, sfruttati anche dalle forze demoniache, prende la forma di un mostro minaccioso, come cioè se queste tentazioni oggettivate e in cui intervengono potenze inferiori, fossero i “guardiani” del Sacro e intervenissero per impedirne l’accesso ai discepoli non degni di questo regno e li allontanassero più o meno definitivamente a seconda del modo con il quale assimileranno la lezione, o anche come se queste forze di natura inferiore tentassero ad ogni costo di deviare la vocazione propriamente spirituale dell’uomo per tenerlo prigioniero della materia ed impedirgli di ascendere e raggiungere la liberazione. In tal caso il “guardiano della Soglia” è l’anima della Terra.

Nei “bestiari” delle varie mitologie è spesso associato all’immagine del dragone. Lo troviamo a sorvegliare i pomi aurei del Giardino delle Esperidi con il nome di Ladone, e a custodia del “Vello d’Oro”. Non a caso proprio ad esso s’ispira una delle scritte più significative incise sulla misteriosa “Porta Magica” di Roma: ” Il drago custodisce l’ingresso del magico Giardino delle Esperidi e senza Alcide (Ercole) Giasone non avrebbe gustato le delizie della Colchide”. Nelle vicende di Cadmo è posto a guardia di una fonte, mentre con Ercole assume l’aspetto di un gigante, o di un Minotauro per Teseo (unito al labirinto). Appare ancora nelle sembianze di Medusa con Perseo (di cui parla anche Gustav Meyrink) e della Chimera con Bellerofonte.
Al cane Cerbero è affidata la protezione degli Inferi e a questo ruolo di fondamentale importanza si riferiscono le drammatiche prove iniziatiche alle quali sono necessariamente sottoposta Enea, Ercole, Osiride, lo stesso Cristo (discesa agli inferi). Nella più antica tradizione magica è rappresentato dal serpente, dal lupo, dall’uomo-lupo e dal vampiro, che il vero iniziato deve inevitabilmente affrontare e vincere. Ritroviamo nelle prove degli “eroi” e nei miti cavallereschi il drago da sconfiggere per raggiungere l’immortalità, come nella leggenda di Sigfredo, guardiano dei tesori nascosti, o della perla in Cina. I racconti medioevali pullulano di draghi e serpenti posti a sorvegliare la “Dama” che deve essere conquistata dal Cavaliere, la cui missione consiste nel liberarla dal mostro che la tiene prigioniera.
Nel Cristianesimo la vittoria sul male è rappresentata dal serpente o demonio abbattuto, alla “Immacolata concezione” che ne schiaccia la testa con un piede, sopra una falce lunare, o dall’emblematico San Giorgio che trafigge il dragone con la propria lancia.
Nei dizionari ermetici troviamo sotto questa voce una serie di definizioni più o meno riduttive rispetto alla reale identità di un “essere” dai contorni talmente sfumati e sfuggenti da apparire talvolta di natura collettiva e superindividuale — sostanzialmente comune ad ogni uomo – e al tempo stesso dotato di tratti e caratteristiche estremamente soggettivi, peculiari e specifici, radicati nell’essenza più intima e nascosta della psiche di ognuno.
Soltanto una conoscenza diretta di questa entità può consentirne la comprensione totale, tangibile e – anche se il postulato può apparire sconcertante – “oggettiva”.
Cerchiamo pertanto nella prossima puntata di renderne meno astratta l’immagine, ricorrendo anche e soprattutto ai preziosi insegnamenti che i maggiori maestri ci hanno lasciato in proposito. 

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