Gli ampi spazi della conoscenza

di Antonio Bruno
È chiaro ed evidente da tempo, ormai, che il rifiorire inarrestabile di interesse del grande pubblico verso la magia ed il mistero, per quanto spesso genericamente e confusamente intesi, sono il prodotto di due fattori essenziali.
1 – La delusione dell’uomo di fronte alle promesse mancate di felicità ed alle tante mistificazioni di una tecnologia ed una scienza che ci hanno fatto pagare a caro prezzo le tante pur preziose conquiste che sono state conseguite. Si è costruita una casa ben verniciata e dalle linee rassicuranti, ma piena di spifferi, con il tetto bucato ed i solai instabili… La casa crolla ad ogni sussulto. L’abbiamo pagata una fortuna ma vale giusto per non stare all’addiaccio. Alla fin fine, il senso di insicurezza e di precarietà che una simile abitazione ci causa è anche peggio di un più disagiato ma “spontaneo” stile di vita.
2 – L’incontrastabile ribellione della parte più profonda del nostro spirito, quella che, per sua natura, è da sempre connessa con il Tutto e le sue meravigliose Armonie, verso un sistema epistemologico di concepire il benessere ed un concetto asettico di progresso che la scienza positivista-cartesiana pretende, anche con inaccettabile prepotenza, di imporci come sostituto.
Per questi arroganti boriosi, le delusioni non si contano: la realtà dei fatti è un continuo smacco alla loro pretesa di voler “inscatolare” lo spirito umano e lo stesso Universo… Cosicché non resta loro che trincerarsi dietro un sapere da “élite”, di casta, innalzandosi da sé medesimi su piedistalli di cartone dai quali pensano di essere autorizzati a sputare su tutti coloro che non ci sono saliti o che si rifiutano di farlo.

Ma la Magia c’è, cammina con noi da sempre, ed è parte stessa dell’Universo. Non si tratta solo di fuga dalle realtà contingenti, il nostro cercarla, la nostra aspirazione a confonderci nelle spire di antiche ed eterne “assonanze universali”. Scoprirci parte di un Tutto in eterno divenire con cui si può interagire al di là dei limiti fittizi di un sapere orbato di presunzione, è “di più” di semplice moda. Quella, la moda, è scivolata sopra tutto ciò. È “la moda” che produce e porta con sé i fenomeni deleteri di follia, speculazione e traviamento dell’autentico Sapere Iniziatico. Ma le mode passano e, quando si “incrostano di marciume”, devono essere rimosse con fermezza.
La Magia c’è, c’è sempre stata…
Le religioni organizzate collezionano un fallimento dopo l’altro, con la loro cronica incapacità di dare “risposte ultime”, le gonfiaggini di ricchezze materiali e di poteri terreni; i detentori del potere scientifico ufficiale, come abbiamo visto, sanno solo disprezzare o, al meglio, alzar spallucce… Ma l’umanità prosegue indifferente il suo “viaggio verso l’ignoto”.

Riflettiamo su queste parole di Jean de Blanchefort:
“La magia è una chiave per librarsi svincolati dalle catene dell’esistenza materiale su quel mirabile universo da cui hanno avuto origine tutte le cose. Ecco allora che anche la magia diviene Tradizione, ritorno al vero. Questo è il ripercorrere il grande solco della tradizione al di fuori di tutte le varie strumentalizzazioni e le volgarizzazioni avanzate a più riprese dai denigratori di tutto ciò che non rientra nei canoni precostituiti ed abilmente presentati all’uomo odierno dagli abili burattinai che guidano le sorti del mondo – siano essi governi, chiese, oligarchie o imperi economici – che vorrebbero programmare le vite altrui dalla culla alla bara. Ma un individuo è un microcosmo non un numero o un destino programmato. Un individuo – e qui non importa minimamente la sua levatura culturale, la sua razza, il suo credo e la sua classe sociale – sia pure microscopico di fronte alla potenza racchiusa nell’universo e nei suoi misteri, ha il sacrosanto dovere e il diritto legittimo di chiedersi quale è il suo compito e quale il suo fine in questa esperienza che si chiama vita.
C’è una profonda consapevolezza di sé nell’universo che è disponibile a tutti noi solo che lo si voglia veramente. L’Arte Magica, se praticata in piena consapevolezza, riunisce la triade microcosmica – mente, corpo e anima – e permette a chiunque di accedere alle vette più alte, così da raggiungere uno stato di armonia permanente: una estatica obiettività che conduce al Nirvana-Paradiso.”
Ma, prima di giungere a questo “Nirvana-Paradiso”, dobbiamo camminare lentamente, consapevolmente; ed ecco, allora, il valore della vera Tradizione. La nostra epoca, almeno in Occidente, segna la pretesa del sapere ufficiale di superare “la tradizione”, di essere proiettati verso il futuro sganciandosi senza troppi riguardi da tutto ciò che ci ha accompagnato fin qui nel corso dei millenni. Ma non è così facile. C’è un limite naturale, a questa pretesa, oltre il quale lo spirito si ribella naturalmente e pretende, a sua volta, di recuperare “l’anima tradizionale”, altrimenti c’è la frattura. Sto cercando di far capire, a chi lo vuole, il valore immenso di quello che i sapienti del passato hanno chiamato “La Grande Opera”, ma so che non è facile. Le nostre parole, per quanto suggestive ed accattivanti, per coloro che non sanno “andare oltre il proprio naso”, saranno solo e sempre…”parole”… Essi sono là, nei gotha dell’ufficialità, decorati da titoli incorniciati appesi alle pareti, a difendere l’unico tipo di conoscenza che conoscono e riconoscono: quello del quotidiano, dell’afferrabile fisicamente, insomma… dell’illusorio! Che enorme differenza di vedute e che buffo paradosso…! Proprio noi, accusati da questi accademici e tronfi detentori della “sapienza”, di vivere di illusioni, siamo qui ad accusarli, di contro, di essere preda di quell’enorme illusione che i “veri saggi” hanno chiamato “Maya”…! Che differenza di linguaggi, che profondo contrasto epistemologico dell’essere…! Eppure, proprio quando non ci identificheremo più con l’illusoria importanza della quotidianità, con i suoi apparentemente prioritari impegni, quando saremo in grado di svincolarci dall’ordinarietà di “scenografie di vita” – che registi privi di fantasia e di “memoria” vorrebbero imporci – scopriremo di non essere affatto burattini manovrati bensì individui pronti e consapevoli pronti a spiccare il volo negli spazi ampi della vera Conoscenza.

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