Alchimia tantrica

La magia o alchimia tantrica induista e buddista e le sue relazioni con l’esoterismo occidentale.
La magia vitale consente di vincere la morte e assicurarsi l’immortalità, in quanto costruisce il “Corpo di luce” che prenderà il posto del corpo fisico al momento della morte..
Massimo Introvigne-direttore CESNUR (Centro studi sulla Nuove Religioni)”Nel 1990, nel mio Il cappello del mago. I nuovi movimenti magici dallo spiritismo al satanismo (SugarCo, Milano), avanzavo tra l’altro l’ipotesi che il “segreto” soggiacente a molti (non tutti) gli ordini iniziatici che si occupano di “alchimia interna” consistesse nell’idea secondo cui non tutti gli uomini hanno un’anima immortale: solo pochi iniziati sono in grado di “costruirsi” un’anima attraverso determinate tecniche. Per generare questo “corpo di luce” o “bambino interiore” si utilizza come “materia prima” la stessa necessaria per la generazione di un figlio: il seme maschile, che non è in questo caso “disperso” all’esterno, ma (si dice) fatto “rifluire” all’interno: o attraverso tecniche che fermano l’orgasmo prima dell’eiaculazione, ovvero attraverso la successiva ingestione del seme. L’ipotesi lasciava aperti due problemi, appena accennati nel testo: uno storico e uno metodologico. Dal punto di vista storico, era ovvio che le tecniche ritrovate in ordini iniziatici occidentali dei nostri giorni fossero estremamente simili ad altre usate in Oriente, dalla Cina all’India, fino almeno dal Medioevo. Il testo citava, al proposito, la classica opera di Mircea Eliade (1907-1986) Occultismo, stregoneria e mode culturali. Saggi di religioni comparate (trad. it., Sansoni, Firenze 1982), un capitolo della quale era dedicato all’equivalenza simbolica, in correnti dello gnosticismo e del tantrismo, fra la luce e il seme maschile e a un’analisi delle tecniche di ingestione. Tuttavia, rimaneva aperto – con altri – il quesito se e in che misura fossero tuttora attivi in Asia ordini iniziatici che si sarebbero potuti utilmente paragonare a quelli studiati in Occidente.
Negli ultimi anni è emersa una nuova generazione di studiosi del tantrismo – categoria peraltro contestata da alcuni come mera etichetta creata da orientalisti occidentali per unificare in un’unica categoria fenomeni disparati e contraddittori -, i quali criticano autori come Eliade o come Sir John Woodroffe (che scriveva sotto lo pseudonimo di Arthur Avalon, 1865-1936) accusandoli di avere ricostruito il tantrismo sulla base o semplicemente di testi antichi ovvero di contatti con maestri che rappresentano una tradizione “colta” tipica delle classi (e caste) alte in India e in altri paesi, trascurando la ricca esperienza del tantrismo popolare. Un’opera in tal senso esemplare è quella del 1996 di David Gordon White, The Alchemical Body. Siddha Traditions in Medieval India (University of Chicago Press, Chicago), che – nonostante il titolo – non si limita a rintracciare le radici medievali di certe tecniche, ma ne esamina la perdurante presenza nell’India contemporanea. White fa cenno sia a un fine (l’immortalità), sia a tecniche (la ritenzione ovvero l’assimilazione del seme) assai simili a quelle praticate in ordini iniziatici occidentali, benché – per quanto riguarda, in particolare, l’assimilazione – descriva pure una tecnica in uso in India (non, invece, in Occidente) che (riprendendo un’espressione di Wendy Doniger O’Flaherty, che ne aveva accennato nel suo Women, Androgines, and Other Mythical Beasts, University of Chicago Press, Chicago 1980, p. 38) paragona alla “ricarica di una penna stilografica” e che consiste nell’imparare a “riaspirare” il seme emesso tramite lo stesso organo genitale maschile, il che richiede anni di faticoso addestramento.”

Contatta Ismaell
 
Per ogni problema la giusta soluzione. Contatta Ismaell per richiedere la consulenza necessaria a risolvere ogni tuo problema.