Vocabolario della Magia e della Parapsicologia: Q

Qabbalah: parola ebraica che vuol dire ricezione e che indica il ricevimento di tradizioni da parte della precedente generazione. Per antonomasia indica il complesso delle dottrine mistiche ed esoteriche ebraiche, relative a Dio e all’Universo, tramandate di generazione in generazione nei gruppi iniziatici. Di questi circoli mistici si trovano notizie sulla letteratura deuterocanonica e apocrifa e nelle interpretazioni allegoriche della scuola giudaica alessandrina, facente capo a Filone. Alla formazione della Qabbalah contribuirono anche le dottrine gnostiche e neoplatoniche, diffuse tra gli ebrei nei primi secoli dell’era volgare. Le ricerche cosmogoniche e mistiche, in quei primi secoli, potevano essere rivelate, secondo i maestri dell’età talmudica, quali dottrine segrete, solamente a pochi eletti. Nei periodi successivi nei quali il misticismo ebraico si avvalse anche dell’apporto cristiano, islamico e neopitagorico, compaiono i tratti composti in Palestina e in Babilonia che comprendono i diversi rami delle dottrine cabalistiche: mistica, cosmogonica, teurgica. È di questo periodo il ” Sefer Yesirah”, redatto probabilmente tra il III e il IV secolo d.C., nel quale viene esposta una teoria mistica cosmogonica monoteistica. A questo fece seguito il “Sefer Hahasidim” nel XIII secolo. Fra i vari autori, Yshaq ibn Latif tentò un sitema di adattamento tra Qabbalah e filosofia, fino a che, sempre intorno al XIII secolo, fu compiuta lìopera classica fondamentale della Quabbalah e cioè il Sefer hahaaohar, attribuito al tannaita Shimon ben Yohay, che si propone di svelare il senso recondito del pentateuxo esponendo le dottrine cabalistiche più importanti intorno alle forze primordiali e alla sorte e alle funzioni dell’uomo.
La Qabbalah è un insieme di dottrine mistiche cosmologiche angelologiche e magiche. Considererà la divinità per se stessa con un completo agnosticismo, affermando che essa è inaccessibile allo spirito umano, mentre accessibile è il manifestazione della divinità nel creato. Il mondo viene considerato come creato dal nulla, dipendente sempre però da Dio creatore, di cui è la prima è la prima estrinsecazione, per mezzo delle “Sefirot”. A tali Sefirot, che sono dieci, corrisponde un nome ed un attributo divino. Per quanto riguarda il problema del male, questo, secondo alcune teorie cabalistiche, non ha una realtà oggettiva, secondo altre, invece, sarebbe dovuto ad un eccesso della forza giudicatrice e punitrice.
Dio è incomprensibile, perché infinito, ma l’uomo è la più perfetta dalle sue creature, un piccolo mondo, un microcosmo che domina il creato, come Dio domina l’universo, determinando con le sue azioni l’armonia o il disordine del tutto. L’anima ha tre gradi: nefesh, la forza vitale, anima vegetativa e animale; ruah, il principio spirituale, sede delle capacità di distinguere il bene dal male; neshamah, la sostanza immortale, capace solo del bene. L’uomo attraverso continue incarnazioni espia le sue colpe, ma solo con la venuta di un Messia, che libererà gli uomini dagli effetti del peccato di Adamo, i singoli individui potranno raggiungere una completa purificazione. Uno dei principi fondamentali della Qabbalah è quello di considerare le lettere ebraiche con le quali sono stati scritti i testi sacri, non semplici segni, ma vere fonti di forza divina. E, poiché in ebraico i numeri sono espressi con lettere e ad ogni lettera corrisponde un numero, il calcolo deve unirsi all’interpretazione delle parole. Per esempio, parole diverse, in cui la somma di valore numerico delle lettere è uguale, possono essere sostituite l’una con l’altra. Con questo sistema è possibile la vera interpretazione degli scritti sacri come è possibile la previsione del futuro. Da un punto di vista parapsicologico, la divinazione del futuro operata con il metodo cabalistico presenta molte affinità con le altre pratiche mantiche come, per esempio, la cartomanzia effettuata con i tarocchi, che sono strumenti ricchi di simbolismo.

QD: vedi distribuzione quartistica

Qualitativo (metodo): metodo di indagine parapsicologica che considera i fenomeni in funzione della loro manifestazione spontanea ed anche in rapporto alla possibilità evocativa di essi. Esso studia i fenomeni paranormali in se stessi, nelle loro manifestazioni spontanee. Cerca di ottenerli in seduta di laboratorio, nel modo più completo creando le condizioni più adatte, col sussidio se necessario, di qualificati e riconosciuti sensitivi. Prescindendo dalla quantità dei risultati ottenuti, tiene in considerazione la qualità e soprattutto la constatazione del risultato. In sostanza l’indagine eseguita è in funzione del fenomeno.

Quali – quantitativo: con il procedere dell’indagine parapsicologica si è manifestata l’esigenza di assumere un orientamento di ricerca più vasto che integrasse le modalità del metodo qualitativo e di quello quantitativo. Esso, come dice Marabini, è strettamente legato a condizioni sperimentali e pur procedendo con criteri propri del metodo quantitativo, amplia le modalità di studio dei soggetti coinvolti nei fenomeni, sia a livello d’indagine clinica e parapsicologica che neurofisiologica. Considera i dati fenomenologici da un punto di vista dei contenuti e li valuta con l’ausilio di procedimenti propri della scienza casistica applicata. Infine, tramite esso, si può realizzare lo studio sistematico del materiale spontaneo, nel senso di fenomenologia attesa e/o evocabile. Nel metodo quali – quantitativo l’indagine si sviluppa in funzione del fenomeno e in funzione delle ipotesi da controllare.

Quantitativo (metodo): questo metodo è fondato sulla ricerca statistica e sul calcolo delle probabilità. Si basa su condizioni sperimentali strutturate in modo da poter effettuare un’analisi matematico – statistico dei dati ottenuti, atta a dimostrare che i risultati conseguiti non possono essere casuali. Lo sperimentatore, invece di studiare singoli e notevoli fenomeni manifestati in maniera spontaneo od ottenuti in particolari condizioni, sollecitati dal soggetto, con l’ausilio di sensitivi, stabilisce egli stesso, precedentemente, le condizioni in cui deve avvenire il fenomeno, sempre elementare, che intende osservare. Si serve di soggetti scelti a caso nella convinzione che tutti posseggano possibilità paranormali e sperimenta il fenomeno numerosissime volte confrontando il numero dei risultati ottenuti con quello dei risultati che si possono ottenere casualmente. L’indagine di conseguenza, viene condotta in funzione dell’ipotesi che si sottopone al controllo.

Quarta dimensione: alcuni studiosi hanno proposto come spiegazione al manifestarsi di fenomeni paranormali, sia fisici che psichici, l’intervento di una quarta dimensione spaziale, nell’ambito della quale, appunto, si muoverebbe la dinamica dei fenomeni.

Quartistica: vedi distribuzione quartistica. 
 

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