Sedute spiritiche

Fare una seduta spiritica per gioco o per provare e senza preparazione e conoscenza alcuna è una vera follia che può costare molto cara. Diciamo subito che una seduta spiritica deve essere composta da un certo numero di persone equilibrate e consapevoli, non impressionabili, tra le quali ci DEVE essere almeno un medium valido e in grado di gestire alcune fenomenologie.
Il tabellone (OuiJa) con il bicchierino o la planchette, generalmente possono far parte dei materiali necessari per la seduta, ma teniamo presente che questa può essere fatta anche a catena, o in altri modi.
I fenomeni spiritici si possono dividere in due categorie: i fenomeni che si realizzano nella persona stessa del Medium o al suo contatto; i fenomeni che si realizzano al di fuori del Medium e senza contatti con la sua persona. I due ordini di fenomeni, in ogni caso, sono legati intimamente nella loro produzione e danno origine a comunicazioni identiche, per ciò che concerne la loro supposta origine.
La prima serie comprende : i movimenti di oggetti ( pendolo, bacchetta tavolo soprattutto), prodotti al contatto con le mani senza impulsi coscienti degli astanti. Ed è questo il fenomeno più facile da ottenere E’ sufficiente che un gruppo di 4 persone si riunisca attorno ad un tavolo leggero, le mani nude in cerchio su di un piano e rapidamente spesso alla prima seduta, il tavolo si anima, produce scricchiolii, ruota, si solleva con uno o più dei suoi piedi, esegue i movimenti che sono compatibili con la sua struttura, obbedisce agli ordini che gli si danno ecc .ecc.
Esiste poi la medianità vocale, l’incorporazione e la trasfigurazione. Nella medianità vocale la comunicazione avviene attraverso la voce del medium,: timbro vocale, espressioni, idiomi conoscenze ecc. non appartengono al medium e sono invece quelli dell’entità che vuol parlare attraverso gli organi del medium stesso.
Durante lo svolgimento dell’esperienza, il medium è in trance e l’incorporazione e la presa di possesso, da parte dello spirito, del corpo del medium avviene senza che quest’ultimo se ne renda conto. Il termine ” trance” che ha le sue radici nel latino significa ” transire” ciò passare, viene dalla lingua inglese ed è traducibile con il concetto di ”estasi” ed indica quello stato particolare in cui si trovano i soggetti dotati di capacità a realizzare le manifestazioni paranormali.
L’entrare in trance per un medium non è semplice: è un rapporto o contatto con una dimensione differente o, comunque, con una diversa visione della realtà. Nello stato di trance interviene nel soggetto una modificazione, talvolta parziale, ma il più delle volte completa, della personalità che risulta differente da quella originaria, personalità che può alternarsi e modificarsi nel corso di ulteriori esperienze.
Nello stato di trance la mente del medium può essere paragonata – se mi si permette il paragone- ad una stazione radio di ascolto. Talvolta questo stato lo si raggiunge attraverso una predisposizione naturale, talvolta in seguito ad una tecnica di autoipnosi, ma certamente la forma più completa è quella della concentrazione.
Che cosa avvenga nella psiche del medium non è facile comprenderlo anche perché tutto ciò che compie durante ” la trance” viene da lui dimenticato al suo risveglio; si ritiene comunque che sfuggendo ai legami della materia fisica, riaffiorino le capacità o le facoltà dello spirito e che queste ultime riprendano le loro possibilità di uso.
Nel caso delle tavolette parlanti, o della scrittura automatica, non interviene l’esclusione dell’ Io, ma soltanto una esclusione della coscienza, consentendo alla mente di ricevere quelle ispirazioni provenienti da fonti ” Superiori”.
Che cosa avviene nello stato di ” trance”, quando si determina un processo di incorporazione? Questa domanda richiama l’attenzione su una fase importantissima del rapporto spiritico; infatti, l’interrogativo è se, durante lo stato di trance, il medium incorpori effettivamente l’entità dello spirito, o quest’ultimo agisca sul medium attraverso un’azione di tipo telepatico, come nel caso della trasmissione di pensiero.
Molti studiosi della materia hanno esaminato i fatti e sono addivenuti a due interpretazioni: in alcuni casi l’incorporazione del medium è effettiva e reale mentre vi sono altri casi in cui l’Entità non è presente nel medium, come succede per Coloro che non hanno ancora coscienza di non appartenere più al regno dei viventi.
Non è certo facile convincere un’Entità che la sua condizione non è più quella di vivente, per loro il pensiero della morte ha rappresentato uno scoglio da superare, durante a loro vita, e pertanto rimangono ancorati al ricordo di quanto è stato in precedenza.
Lo stato di trance, dunque si può considerare un’apertura nel tempo e nello spazio, il veicolo che collega due mondi, la soppressione temporanea di leggi che fermano i tentativi di far luce sul destino di questo essere chiamato uomo, oltre la porta del tempo, al di là delle dimensioni dello spazio.

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Ultimo aggiornamento
11 aprile 2024
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