La maledizione di Tutankhamon: leggenda o realtà?

a cura di Stefania Sofra.
Decine di film, romanzi, libri e racconti aleggiano intorno alla figura del faraone Tutankhamon. Era ancora un bambino quando venne incoronato e il suo regno fu molto breve, appena 10 anni durante la mitica XVIII dinastia, precisamente dal 1328 al 1318 a.C. ma il ricordo e la fama sono vivi ancora oggi per la scoperta della splendida tomba trovata intatta nella Valle dei Re, a Tebe ovest, nel 1822 dal professor Howard Carter e dal suo finanziere Lord Carnavon.
Dallo scavo emerse la bellissima tomba ad ipogeo, tipica del Nuovo Regno, così come l’avevano lasciata gli egiziani migliaia di anni prima, quando posero il corpo mummificato del loro faraone. Ma gli scopritori non avevano dato importanza all’iscrizione minacciosa trovata su una tavoletta all’entrata della tomba che diceva: “la morte toccherà con le sue ali colui che oserà disturbare il faraone”, né alle dicerie degli operai egiziani del posto che dicevano :”hanno trovato l’oro, troveranno la morte”.
Anche i predatori di tombe, che da sempre saccheggiavano le sepolture nella Valle dei Re, avevano diffuso la voce che Tutankhamon fosse un faraone magico che si sarebbe vendicato in modo terribile se fosse stato disturbato nel suo riposo eterno: questo ovviamente per scoraggiare i ricercatori ufficiali e continuare così il loro lavoro di predatori.
Ma Lord Carnavon e Carter erano degli scienziati, uomini di cultura che non credettero a tali dicerie; eppure molti di coloro che parteciparono alla scoperta della tomba di Tutankhamon scomparvero in circostanze misteriose a cominciare proprio da Lord Carnavon. Egli morì nel 1923 a 57 anni, prima di scoprire l’ultimo sarcofago che conteneva la mummia di Tutankhamon, per la puntura, si dice, di una zanzara ma gli egiziani sparsero la notizia che fosse rimasto vittima del maleficio degli spiriti della tomba.
Sulla morte di Carnavon si racconta che al Cairo, nel preciso istante in cui Lord Carnavon spirò, il 5 aprile 1923 all’1,55 del mattino, un guasto all’impianto elettrico, rimasto successivamente inspiegato, fece piombare tutta la città del Cairo nel buio e a grandissima distanza, nel suo castello inglese, il fedele cane ululava prima di morire nel medesimo istante del suo padrone.
Poco tempo dopo morì Georges Benedite, capo conservatore delle Antichità Egizie al Museo del Louvre, a causa di una congestione mentre soggiornava nella Valle dei Re; poi fu la volta del segretario di Carter e a breve distanza del padre. Anche alcuni amici di Carter dopo aver partecipato agli scavi nella tomba morirono in circostanze misteriose.
Il dottor Evelyn White, che era stato uno dei primi a penetrare nella tomba, cadde invece in una profonda depressione che lo portò al suicidio; prima di impiccarsi scrisse alla sua famiglia: “soccombo ad una maledizione che mi obbliga a sparire!” Un anno dopo, nel 1924, A.Douglas Reed, incaricato di radiografare la mummia, fu colto da malore e morì pochi giorni dopo aver svolto il suo lavoro e la stessa sorte toccò al prof. D.Derry che aveva compiuto molte ricerche anatomiche sulla mummia. Tra parenti, amici e collaboratori ben 22 persone morirono in circostanze poco chiare e spesso sui luoghi stessi delle loro ricerche.
Ma ci sono anche altri fatti da considerare per avere un quadro completo della situazione: ad es. che Howard Carter visse fino al 1939 nonostante fosse stato lui il primo “violatore” della tomba, e come lui anche tanti altri scienziati che studiarono e fotografarono gli oggetti della tomba, oltre a tutta l’equipe di archeologi che lavorarono sul posto, come sir Alan Gardiner che prese parte all’apertura della tomba.
Dunque come spiegare queste morti misteriose?
Sono state formulate varie ipotesi a riguardo: nel 1962 un biologo egiziano identificò sulle pareti della tomba un fungo tossico chiamato “Aspergillus Niger”, presente tra le bende della mummia; in seguito un patologo sudafricano disse che tale fungo, portatore di sostanze tossiche per l’uomo, poteva essere diffuso dai pipistrelli e provocherebbe l’istoplasmosi, un morbo con sintomi affini a quelli manifestati da alcune vittime.
Le controversie sono date dal fatto che stranamente queste sostanze tossiche si sono prolungate per 3000 anni e ci si chiede inoltre perché solo alcuni individui ne siano stati colpiti e mai nessuno degli operai egiziani che lavoravano nello scavo della tomba?
Altri scienziati hanno addirittura pensato che gli Egiziani avessero scoperto i pericoli della radioattività e quindi sotterrato sostanze le cui radiazioni mortali avrebbero mantenuto la loro efficacia per 3000 anni e oltre, ma sorgono le stesse domande di prima, cioè perché la morte ha colpito solo alcune persone?
Finora né la scienza, né la ragione, né l’immaginazione ha svelato questo mistero noto come “la maledizione di Tutankhamon”, di colui che fu re a 9 anni, morì a 19 e la cui gloria doveva risplendere sul mondo migliaia di anni più tardi! 

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