Il SABBA secondo la tradizione popolare

I raduni delle streghe erano chiamati SABBA, e dalla totalità dei resoconti si deduce che tali riunioni erano una via di mezzo tra un convegno ed un’ orgia. Si trattava di occasioni per incontrarsi scambiarsi segreti “professionali” e soddisfare i propri desideri carnali.
Di solito il luogo prescelto per l’incontro era un campo o una foresta .. in realtà non serviva altro che uno spazio aperto, lontano da occhi indiscreti. Le fattucchiere raggiungevano facilmente il luogo dell’incontro grazie al loro potere di volare e così in groppa alle loro scope ed in compagnia dei loro famigli, oppure invisibili tramite l’intervento del diavolo stesso arrivavano tranquillamente ovunque. L’unico problema che potevano incontrare sul loro tragitto erano le campane delle chiese, se casualmente suonavano mentre una strega volava li vicino quest’ultima cadeva rovinosamente.
La prima voce dell’ordine del giorno era sempre rendere omaggio al diavolo, che generalmente prendeva parte al sabba nella sua manifestazione classica: ovvero sotto le spoglie di una capra mostruosa. Tra le corna ostentava una candela accesa, da cui ogni strega accendeva la propria. Le adepte dovevano avvicinarlo con umiltà e porgere quello che era noto come l’ osculum infame. Per dirla con le parole di Agnes Sampson al suo processo di stregoneria: ” il diavolo faceva in modo che tutta la compagnia andasse a baciargli il culo, che si diceva freddo come il ghiaccio.”
A quel punto ogni strega presente doveva descrivere gli atti di magia e le perfide azioni che aveva effettuato dall’ultimo sabba.
A questo punto aveva inizio la baldoria vera e propria. Venivano preparate le tavole per il banchetto, e tutti si sedevano a mangiare: naturalmente il diavolo si sedeva a capo tavola con la sua strega preferita. Il menu variava enormemente a seconda di dove si celebrava il sabba. Una cosa sola non si poteva trovare sulla tavola: il sale, in quanto essendo un conservante non era indicato per un banchetto di dissoluti.
Finito il banchetto avevano luogo le danze, schiena contro schiena, posizione che all’epoca era considerata indecente, e muovendosi sempre verso sinistra contrariamente al verso del sole. I balli, guidati dal diavolo stesso, si facevano gradualmente più frenetici, finché in uno stato di selvaggio abbandono, tutti i presenti si gettavano in una delirante orgia di perversione. Non erano osservate leggi di decenza andava bene qualsiasi cosa.
Il diavolo, con il suo freddo organo sessuale, aveva rapporti con tante streghe quanto gliene permetteva il tempo a sua disposizione. Ma nonostante ciò, dava mostra di una certa discriminazione: una giovane strega, nella usa confessione, ricordò che lui prendeva le donne graziose dal davanti, quelle brutte da dietro. L’orgia proseguiva finché si poteva udire il canto del gallo, momento in cui i convenuti, soddisfatti, si congedavano andando ognuno per la propria strada fino a quando non sarebbe stato indetto il prossimo Sabba. 

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