Psicofonia – Una ipotesi sul supporto fisico delle "voci"

ONDE GRAVITAZIONALI E VOCI PARANORMALI
di Carlo M. Trajna

Qualche tempo fa, un certo signor Daniele di Bologna, mi informava di una sua personale teoria riguardo al “denominatore comune che caratterizza tutte le fenomenologie paranormali”: i quali sarebbero, secondo lui, “dei ‘subprodotti’ di un tipo di energia ‘primaria’ in grado di integrare con tutte le altre forze conosciute”.
“Secondo il mio parere” – affermava – “solo una soluzione di campo unitario, e/o comunque di interazioni di campi gravitazioni con altri tipi di energie conosciute, può spiegare le varie fenomenologie paranormali, comprese certe dilatazioni spazio-temporali che sembrano accompagnare certi casi di apparizioni, di retrocognizione, ecc.
…L’unico tipo di energia conosciuta che può spiegare questi fenomeni, comprese le codissette voci psicofoniche, è l’energia gravitazionale o meglio i suoi ‘quanti’, i supposti ‘gravitoni’… Sarebbe interessante scoprire se negli esseri umani si possono evidenziare delle sorgenti biogravitazionali collegate ad attività psichiche e/o forme pensiero”.
In sostanza, di quei segnali psichici dei quali ho formulato la cinematica, il Sig. Gullà ricerca nel campo subatomico i supporti fisici: con esperimenti che – osservava – “ritengo interessanti anche per Lei dopo l’enunciazione, a mio parere estremamente importante, della sua teoria dell’onda psicotemporale”.
Sono d’accordo. Affrontando, come io ho fatto, il problema dell’interazione psiche/materia esclusivamente dal punto di vista psichico, sono pervenuto a ritenere che essa sia caratterizzata dall’affrancamento della successione temporale e dalla causalità. Perciò sono convinto che studiando lo stesso problema dal punto di vista fisico, il campo subatomico sia da privilegiarsi perché manifesta le stesse caratteristiche. I due tipi di ricerca si stanno venendo incontro e forse il diaframma che le separa è ormai abbastanza sottile.
“Da circa un anno a questa parte” – affermava Daniele – “insieme ad un amico espertissimo in elettronica e dottore in geofisica, che per motivi professionali (è occupato in ricerche nel settore militare) desidera al momento rimanere ‘nell’ombra’, abbiano messo in funzione, con risultati per noi molto apprezzabili, un tipo di ricevitore in grado di registrare deformazioni del campo gravitazionale e sorgenti gravitazionali, di origine principalmente cosmica. Dopo alcuni mesi di collaudo, mi balenava alla mente l’idea di poterlo utilizzare durante certi esperimenti che puntualmente eseguo con un gruppo ristretto di amici (psicofonia, sedute medianiche, ecc.), esperimenti che coinvolgono sicuramente stati psicologici e psicofisici particolari tra i partecipanti, con accentuazione di cariche emotive di particolare intensità. Durante i suddetti esperimenti in diversi luoghi, e nelle più svariate occasioni, ho potuto rilevare una particolare attività del ‘detector’ gravitazionale, che è sembrata determinante per l’innesco di fenomeni paranormali, specialmente nei processi di generazioni delle voci paranormali”.

Verifiche sulle voci di Grosseto
“Per queste ultime sono, a mio parere, risultate interessanti le rilevazioni eseguite a Grosseto con il gruppo di Marcello Bacci, dove nelle ultime visite abbiamo affiancato il ‘detector’, il quale ha registrato una attività manifestatasi sotto forma di fiotti di energia gravitazionale più intensi e di particolari picchi in frequenza, evidenziatisi dopo una visionatura oscillografia dei tracciati. Questi ultimi sembrano seguire, anche se non milimetricamente (gli impulsi sono a volte uguali, a volte più brevi rispetto alla durata delle voci) i tracciati elettromagnetici delle voci paranormali. Sembra quasi che le presunte entità usufruiscano di treni d’onda provenienti dallo spazio esterno come trasportatori di informazioni. Ho altresì rilevato una particolare attività gravitazionale nei momenti di attesa che precedono l’esperimento, che mi hanno fatto pensare alla possibile esistenza di ‘un’onda di disponibilità’ o ‘onda di sintonia’ che potrebbe essere collegata ad una particolare attività psichica”.
Ho avuto il piacere di incontrare Daniele ad un congresso. Mi ha fatto dono di una videocassetta e di alcune foto che documentano le verifiche compiute sulle “voci” di Grosseto, in relazione al Suo assunto teorico circa il loro rapporto con le onde gravitazionali.
Successivamente Daniele mi ha scritto in proposito:
“Un fatto importante nelle misurazioni gravitazionali di Grosseto riguarda la apparente distribuzione spaziale registrata sincronicamente alle voci paranormali. Come avrà notato dal grafico illustrato, si vede un lievissimo calo del segnale gravitazionale allontanandosi dalla radio del Sig. Bacci nei primi otto metri, che però subisce una brusca deflessione fino a scomparire dagli 8 ai 10 metri. Sembra quindi che esista una vera e propria bolla di emissione anomala e/o comunque di particolare curvatura spazio-temporale,anche se probabilmente il punto di interazione è da ricercarsi come sorgente puntiforme nel radioricevitore”:

“Biosegnali” modulanti?
Nella stessa lettera Daniele mi informa:
“… del ricevitore gravitazionale… ho verificato anche ultimamente l’insensibilità ai campi elettromagnetici esterni. Le scrissi in passato, come il detector gravitazionale sembrava sensibile anche alle sollecitazioni emotive del pensiero umano; orbene, questi dati che mi sono preoccupato di annotare nei miei esperimenti recenti, cominciano effettivamente ad assumere una configurazione di notevole interesse. Dalle prove eseguite ho potuto notare come il pensiero umano di tipo emotivo, e non quello di tipo razionalistico, riesca in alcuni soggetti a trasformarsi in un vero e proprio “biosegnale” capace di interagire con l’onda gravitazionale modulandola.
Si nota come un soggetto che ha avuto una emozione intensa, richiamando alla mente l’immagine di una persona cara defunta, abbia alterato i parametri elettronici del dispositivo di misurazione gravitazionale, forse distorcendo anche il tessuto spazio-tempo a livello locale. Risulta ben evidente come il pensiero emotivo di questo soggetto si scosti dal rumore gravitazionale di fondo, immediatamente prima e dopo il segnale centrato nella fotografia. Il tracciato è stato eseguito ad una velocità di 0,5 cm/s e a 1 volt/em.
Il soggetto ha potuto vedere in tempo reale l’onda gravitazionale associata al suo pensiero nel monitor di un oscilloscopio. Questo che rappresenta solo uno dei numerosi esempi che sono riuscito a registrare, mi dimostra quanto sia importante la relazione uomo-macchina e spazio-tempo”.

Le apparizioni
“Secondo il mio parere” – prosegue la lettera – “queste interazioni possono avvenire in diverse forme e su diverse bande spettrali con diversi accoppiamenti di sub-particelle, e qui vorrei parlarLe delle possibili interazioni gravifotoniche”.
E riferendosi al suo “fototubo” (un particolare tipo di scanner ottico) Daniele ritiene necessario aggiungere che “con questo sistema si possono rilevare tutte quelle radiazioni come ioni, raggi X, ultravioletti, infrarossi, ecc. (gravifotoni?), capaci di generare dei microcanali e quindi risultare spazialmente distribuiti e visualizzabili sulla superficie fosforescente posteriore che rappresenta l’anodo del sistema elettronico.
Questi tipi di intersificatori possono amplificare fino a 50.000 volte e quindi risultare particolarmente sensibili.
Con questo sistema ho già avuto dei notevoli miglioramenti anche se a questo punto mi chiedo quanto sia attendibile, visto che l’immagine visualizzata sullo schermo farebbe (nel caso di una vera apparizione che osservai in passato) essersi formata per interazione gravifotonica non esistere nello spazio esterno allo strumento.
Invece, ho potuto verificare l’esistenza di una radiazione che io definisco “biofluorescenza ultradebole”, che si è manifestata in un soggetto sensitivo con apparenti doti medianiche. Il soggetto in stato di trance emette “biofotoni” dal viso, ed in particolare in alcune zone risultano più intensi, come per esempio all’altezza del cosiddetto “terzo occhio” o “chakra”, per poi attenuarsi a trance ultimata.
Come forse sarà a conoscenza, vi sono già stati in passato dei medium che emanavano una certa luminosità al buio, e persino qualche caso clinico come la “donna di Pirano”, che nell’oscurità di un letto ospedaliero, in curiosi i medici per una leggera fosforescenza emessa dal corpo.
Non è da scartare quindi l’ipotesi delle apparizioni di fantasmi, come una medianità di alcuni soggetti in grado di produrre delle interazioni gravitazionali coi fotoni presenti nello spazio, o con una sorta di eccitazione subatomica che potrebbe produrre una luminescenza simile a quella emessa dalla radiazione di sincrotrone, e quindi spiegare anche il problema delle apparizioni aultraviolette del Sig. Andrea Bruni. Infatti gli ultravioletti per il loro alto livello energico potrebbero essere i più idonei per questo tipo di fenomenologia”.

Un appello ai lettori
La lettera di Daniele si conclude con un appello che dovrebbe essere ascoltato da chi comprende che certe ricerche, come la sua in campo fisico e come la mia in campo psichico, utilizzando le acquisizioni della nostra attuale cultura per trascenderla, per approdare a quell'”oltre” di cui il paranormale testimoni all’esistenza:
“Concludo salutandoLa cordialmente, sperando che oltre al Suo interesse, vi siano lettori che vogliano collaborare a queste tematiche, visto che per il momento trovandomi isolato, sono costretto ad affrontare uno sforzo anche finanziario non indifferente, che purtroppo condiziona in parte l’evoluzione della ricerca e l’attendibilità della stessa. Se poi vi sono altri studiosi che ritengono di avere già avuto dei risultati concreti in questo settore di ricerca del quale io mi occupo, sarei grato di venirne a conoscenza.” 

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