L'antica dama e il suo cane

Di F.R.
Leggendo il contenuto di questa lettera che sto per esporvi, sono rimasto perplesso e allo stesso tempo commosso ed è normale che al lettore potrà apparire incredibile. Ma conoscendo e credendo al mondo dell’occulto e dei suoi misteri, che lo rendono penetrabile solo in parte, è assai possibile che ciò sia accaduto realmente.
La storia è legata ad una leggenda, però chi la scrive, è una persona viva dei giorni nostri.
” Caro Maestro ” ho letto tempo fa un articolo dove si raccontava la storia di una povera ragazza morta assieme al suo fidanzato e del piccolo cane che sentiva la presenza del suo spirito nella casa. Era una storia bella e commovente e me ne fece venire alla mente un’altra incredibile, o pazzesca, vissuta personalmente e di tutt’altro genere, ma sempre con la presenza di un cane, e che ora vorrei rendere nota.
Le premetto che non sono una donnina paurosa, ma energica e razionale perché il mio mestiere mi porta ad esserlo faccio la strumentista di sala operatoria. Pero’ quanto mi è accaduto ha lasciato molti dubbi sulla nostra esistenza terrena.
Sono stata allevata con una educazione quasi spartana e di certe “cose” non ne sapevo nulla e per verità ancora non so spiegarmi la loro natura in quanto a me è stata sempre insegnata una scienza razionale , e che con la morte terrena finisce ogni esistenza di vita.
Anni fa fui ospite per diverso tempo di alcuni amici carissimi che vivono in Val d’Aosta, proprietari di un bellissimo castello in gran parte restaurato.
Li ho vissuto l’esperienza piu’ fantastica della mia vita.
Dopo alcuni giorni che ero arrivata, ebbi per la prima volta uno strano incontro.
I miei amici erano un po’ pigri e cosi mi lasciavano andare da sola ad ammirare le bellezze del luogo e proprio quel pomeriggio mi recai a visitare la parte non restaurata del castello.
Ammiravo con una certa emozione i grandi saloni rovinati dal tempo dai cui soffitti in legno scolpito scendevano copiose ragnatele. Ciò non intaccava la loro bellezza e pensavo tra me al fasto in cui vivevano i signori di una volta e ai tanti segreti che forse quelle mura racchiudevano.

LA STANZA MISTERIOSA
Presa cosi da questi sentieri non mi accorsi di essere arrivata davanti a una piccola e massiccia porta . Incuriosita la spinsi ma non si aprì ; poi scorsi ai miei piedi una chiave che raccolsi e la infilai nella grossa toppa e con un po’ di fatica la feci girare e l’aprii.
Apparve davanti a me una piccola stanza con al centro un grande camino come ne avevo visti in altre camere, mi colpirono le pareti interamente dipinte con scene di vita ma parecchie di esse erano sbiadite e notai che in tutte compariva una giovane donna vestita di blu con un grande cane bianco al guinzaglio.
Dalla finestra dai vetri colorati traspariva una luce calda che dava alle pareti un rilievo impressionante.
Rimasi per un po’ ad osservarla estasiata, poi mi affacciai per ammirare il paesaggio sottostante. Improvvisamente sentii un gran gelo alle mie spalle e mi girai di colpo. Davanti alla porta aperta stava seduto un grosso cane bianco che sembrava fissarmi.
Rimasi un po’ sorpresa e cercai di avvicinarmi a lui ma esso si allontanò subito. Gli corsi dietro ma ormai era sparito. Dopo un breve sbigottimento pensai che forse era entrato dal parco circostante; richiusi la pesante porta, posi la chiave in terra dove l’avevo trovata e mi accinsi a scendere, ma una volta giunta nello spiazzo del parco trovai solo tre splendidi cani lupo che giocavano spensieratamente tra loro, e del cane bianco nessuna traccia. Dopo pochi giorni l’incontrai di nuovo; anzi, fu lui a venirmi a trovare. Ero seduta su una comoda poltrona posta davanti alla vetrata di una grande finestra: la sala era immersa nella penombra spezzata soltanto da qualche luce accesa che la illuminava qua e la ed io stavo sfogliando un vecchio libro quando sentii un leggero scalpiccio. Credendo che fosse qualcuno della casa girai la testa ma vidi di nuovo il cane bianco che, come la prima volta, mi stava osservando seduto.
Ebbi un sobbalzo: poi senza muovermi cercai di chiamarlo dolcemente e a quel sollecito esso si alzò e mi si avvicinò piano piano: stavo per toccarlo, ma proprio in quell’istante udii dei passi echeggiare dal salone e distolsi per un attimo lo sguardo da lui per vedere chi stesse entrando. Era la mia amica, e con grande sorpresa ed incredulità mi accorsi che nel frattempo il cane era scomparso e per non passare per una visionaria non le dissi nulla.
Non nascondo che l’accaduto mi lasciò turbata e credetti di essere in preda a delle allucinazioni. Nei giorni seguenti non pensai più al fatto perché ero stata coinvolta dai miei amici per organizzare una festa mascherata in onore all’estate, cosa questa che si ripeteva almeno da qualche secolo con balli e fuochi pirotecnici.

IL FANTASMA DELLA FESTA
La sera in cui si svolse ebbi un’esperienza che ancora oggi non so come descrivere: ma forse era un’allucinazione? La ricordo come se fosse successa ieri!
Erano circa le undici e si era nel pieno dell’allegria: io mascherata da Colombina
E mi aggiravo divertita tra damine dell’Ottocento, antichi romani, egizi e tante e cambiavo cavaliere ad ogni ballo senza mai stancarmi.
Mancava poco alla mezzanotte e mi sentivo abbastanza accaldata, così uscii fuori nel parco per prendere un po’ d’aria. La luna era alta e tonda nel cielo e i suoi raggi catturavano gran parte del castello. Seduta su una panchina guardavo l’entrata del grande salone dove si svolgeva la festa:
tante tremolanti fiammelle illuminavano le mura del castello ed io estasiata guardavo il fantasmagorico scenario mentre alle orecchie mi giungevano le languide note di un lento valzer.
Chiusi gli occhi per un attimo poi decisi di entrare. Stavo per rialzarmi quando a pochi metri da me scorsi una figura di donna: mi apparve eterea e trasparente attraverso i raggi lunari. I suoi abiti dall’antica foggia mi fecero subito pensare ad una invitata alla festa in cerca anche lei di un po’ di aria fresca. Ella camminava lentamente dirigendosi verso l’entrata e mi accinsi a seguirla quando notai un grosso cane dal candido pelo che le camminava a fianco. Il cuore cominciò a battermi ed una inspiegabile emozione si impadronì di me. Affrettai il passo per raggiungerla ma la persi di vista, anzi sembrava essere svanita nel nulla. Il resto della serata si svolse allegramente come era iniziata ed infine i colorati fuochi di artificio dettero il colpo finale.
Mancavano più di due settimane al mio rientro e francamente avrei voluto allungare quella vacanza; ma purtroppo non era possibile. Decisi di non pensarci e di godermi a fondo i giorni che rimanevano.
Facevo lunghe passeggiate nel parco che nella sua vastità andava a confinare con un folto e bellissimo bosco e proprio durante una di quelle passeggiate mi accadde un altro fatto.
Nelle prime ore di un pomeriggio decisi di spingermi oltre la mia abituale passeggiata. Dopo parecchio cammino giunsi in una radura e per andare oltre si doveva attraversare un piccolo ponticello di legno semidistrutto dal tempo dove sotto scorrevano le placide acque di un limpido ruscello.
Con un po’ di spirito di avventura mi accinsi a guardarlo nel punto meno profondo e saltellando da un ciottolo all’altro raggiunsi la sponda opposta; divertita e ansante sedetti su un tronco d’albero poco distante caduto chissà come. Ciò che mi circondava era uno spettacolo selvaggio e bello.
I raggi del sole filtravano attraverso i rami degli alberi per andare a toccare l’acqua del ruscello e sentivo l’intenso cinguettio degli uccelli: ero veramente estasiata! Pensavo che se fosse sbucato fuori un antico cavaliere non mi sarei certamente stupita!

IL CANE NEL BOSCO
Immersa in quella contemplazione non mi accorsi che poco distante mi osservava un grosso cane bianco ma avvertii ugualmente la sua presenza: girai la testa e lo guardai attentamente. Non c’erano dubbi: era proprio il cane che avevo visto altre volte. Lo incitai ad avvicinarsi porgendogli la mano: e piano piano mi venne vicino e io finalmente potei sfiorare con una carezza la sua enorme testa pelosa.
Quel contatto mi dette la sensazione di toccare un qualcosa di impalpabile come se la mia mano vi sprofondasse dentro tanto che la ritrassi subito un po’ impressionata. Inoltre rimasi colpita dall’espressione dei suoi grandi occhi marroni.
Essi erano dolci, umani ed intelligenti.
Non mi ero accorta che nel frattempo stava incominciando a calare la luce e così decisi di far ritorno al castello: mi sentivo stordita e stranamente attorno a me si era fatto un gran silenzio. Non riuscivo nemmeno più a sentire il festoso scorrere dell’acqua e sembrava che tutto si fosse fermato.
Camminavo con il cane al fianco, pervasa da una sensazione di benessere e contenta della sua presenza. Quando arrivai sul viale, che finiva poi sul piazzale dov’era l’ingresso del castello, esso mi superò correndo e lo vidi sparire dietro la curva. Gli corsi dietro per raggiungerlo ma con grande rammarico era di nuovo scomparso. Ci rimasi molto male e pensai che forse era stata un’allucinazione scaturita dalla voglia di posseder un cane.
Lo avevo sempre desiderato ma per pigrizia o a causa del mio lavoro non ho avuto mai il coraggio di tenerlo. Era quella l’unica spiegazione valida e razionale.
Qualche giorno prima del mio rientro a casa accadde un altro avvenimento straordinario che annullò tutti i miei principi razionali.
Le giornate ormai si erano accorciate e faceva buio abbastanza presto.
Quel pomeriggio sentii forte la spinta di tornare nella parte vecchia del castello perché inspiegabilmente mi assalì la voglia di rivedere la stanza con gli affreschi.
Quando giunsi davanti alla porta della stanza, con stupore la trovai completamente aperta mentre ricordavo perfettamente di averla richiusa quando quel giorno la visitai. Fui assalita da una sottile emozione mentre il cuore cominciò a battermi forte. Entrai e mi fermai stupefatta: i raggi del sole che filtravano dai vetri colorati della finestra davano una luminosità agli affreschi da renderli quasi vivi…

UN’APPARIZIONE SCONVOLGENTE
Mi posi al centro della stanza per osservare meglio tutto quello splendore mentre mentalmente mi domandavo perché quella stanza fosse tenuta chiusa.
Accentrai poi la mia attenzione sull’enorme cane bianco dipinto: mi parve uguale a quello che avevo incontrato varie volte ed aveva persino la stessa espressione negli occhi! Impressionante fu il fatto che la donna che lo accompagnava al guinzaglio mi ricordava tanto quella che vidi, seppur da lontano, la sera della festa.
Rimasi incredula, incapace di realizzare cosa stesse succedendomi. Mi distolse un improvviso fruscio alle spalle: mi voltai di scatto e rimasi sbalordita, barcollai leggermente mentre sentivo il mio corpo attraversato da piccole fitte somigliante a leggere scariche elettriche. Tutto ciò durò una frazione di secondo perché mi ripresi subito. Ferma ed immobile c’era la stessa donna dipinta sul muro, il suo corpo sembrava trasparente e allo stesso tempo emanava una luce azzurrognola. Si mosse verso la mia direzione, non sentivo però l’eco dei suoi passi ma solamente il leggerissimo fruscio del suo lungo e ricco abito seicentesco. Mi superò ma senza nemmeno accorgersi della mia presenza, si fermò davanti alla finestra che si aprì da sola come d’incanto e si sporse per guardare fuori nel parco per cercare qualcuno o qualcosa.
Davanti a questo spettacolo rimasi inebetita e impietrita lì, in mezzo alla stanza.
Poi la donna iniziò a piangere sommessamente ma ben presto si tramutò in un pianto dirotto: provai per lei una pena infinita e quando la vidi scivolare in ginocchio disperata, istintivamente mi mossi per confortarla ma il mio slancio si bloccò: improvvisamente la vidi dissolvere rapidamente nell’aria.
Non so per quanto tempo rimasi ferma e incapace di pensare, so solo che mi richiamarono alla realtà l’eco dei passi e le voci familiari dei miei amici. Ormai si era fatto buio, e loro, armati di grosse torce mi erano venuti a cercare preoccupati della mia lunga assenza.

L’ANTICA LEGGENDA
Naturalmente una volta ripresami totalmente raccontai loro quanto mi era accaduto ed essi imbarazzati non seppero darmi grandi spiegazioni, perché il castello era stato prenotato in epoca recente e quindi stavano facendo studi e approfondite ricerche sulla storia degli antichi proprietari. Erano solo a conoscenza di una leggendaria antenata morta suicida per amore, che si sarebbe manifestata nel castello dopo essersi gettata dalla finestra della sua stanza; la leggenda dice che anche il suo fido cane per il forte dolore si lasciò morire per seguirla nell’aldilà.
Il giorno della mia partenza fu accolto dai miei amici con dispiacere ma purtroppo il dovere mi chiamava.
Partii il pomeriggio per avere l’illusione di prolungare la mia partenza.
Avevo già caricato i bagagli e salutato i miei amici e stavo per salire in macchina, quando lo sguardo si posò nel lato più in ombra dello spiazzo da dove mi trovavo; rimasi immobile ed ebbi quasi una stretta al cuore, perché laggiù, ferma con la sua eterea figura, c’era la donna con accanto il suo grosso cane che mi osservavano. Fu un attimo poi tutto si dissolse nel nulla ma prima di scomparire mi parve di scorgere un sorriso sulle labbra della donna e un cenno di saluto con la mano.
Rimasi per pochi minuti assorta poi partii con le lacrime agli occhi pensando che quell’antica e infelice dama mi aveva dato un estremo saluto dal suo impalpabile mondo di leggenda che aveva trasformato in una concreta realtà.”

Ritengo che a questa lettera non sia necessario alcun commento: chi vuol credere creda, chi invece non, lo lasciamo al suo scetticismo.
Però io, che nella mia vita ho effettuato in qualità di medium tante sedute spiritiche, posso con certezza dire che lo spirito può tornare sulla terra specialmente quando la sua vita terrena è stata infranta tragicamente; e che anche gli animali hanno un’anima e che spesso nelle mie sedute spiritiche ho ottenuto presenze anche di spiriti di cani e di gatti i quali si sono manifestati con una serie di fenomeni straordinari.
Ricordo che una volta la mia mano fu ripetutamente lambita affettuosamente dallo spirito di un mio caro cagnolino morto da poco tempo. Un’altra volta sul tavolo spiritico furono lasciati i segni dei graffi di un mio carissimo micio che m aveva lasciato l’amore che li tiene uniti sempre a noi, anche dopo che sono andati all’aldilà. 

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