Le insidie europee del cavaliere

di Luciano Sampietro
Si è ormai placata la querelle tra Germania e Italia, originata dallo scontro nel parlamento europeo tra il premier Berlusconi e il parlamentare della sinistra tedesca Schulz.
Come si ricorderà, il discorso del nostro capo di governo e presidente europeo per l’attuale semestre, venne interrotto da attacchi da parte di alcuni parlamentari della sinistra, che evidentemente si erano adeguatamente preparati e consultati con i loro colleghi italiani. Non si era mai dato in Europa che le vicende interne ad uno Stato trovassero risonanza nell’assemblea parlamentare fino a giungere all’insinuazione e all’insulto. Dubito fortemente che Schulz sia profondo conoscitore della giustizia italiana e di come spesso in Italia il processo penale diventi strumento di persecuzione in danno di una persona.
Nella mia ormai lunga professione di avvocato più di qualche volta mi è capitato di dover assistere questi imputati-bersaglio.
L’ho fato in questi ultimi anni anche a Palermo, dove nei confronti di un professionista e docente universitario, esemplare per capacità e correttezza, furono imbastiti diciassette processi della più varia natura , dalla corruzione al falso, dall’evasione fiscale all’omicidio colposo, con tanta risonanza sui giornali del capoluogo siciliano e perfino tra pagine di un libro a lui dedicate da un sedicente esperto di cose di mafia. Fu solo grazie a una provvidenziale sentenza della Cassazione, che fortunatamente riesce tuttora a mantenere un livello di autorevolezza giuridica, che alla fine quell’uomo ebbe giustizia e preservò il suo onore. Ma il danno all’immagine fu enorme e quello non fu certo risarcito, né coloro che ebbero a imbastire quei procedimenti ebbero una qualche conseguenza dal loro operato.
E così il nostro Premier, da anni bersaglio preferito della procura milanese, si è trovato in Parlamento europeo un’altra volta bersaglio, vittima di una macchinazione che all’evidenza era stata preparata da tempo.

A tale episodio ritengo riferibile la quartina IV, 6
L’abito nuovo appena trovato,
la malizia trama macchinata:
colpito il Premier quando avrà
provato del color di Venezia l’imboscata.

Il nostro capo del Governo aveva appena vestito i panni di presidente del Consiglio d’Europa, essendo iniziato il semestre italiano, che in suo danno si andava a concentrare una macchinazione politica, volta a screditarne l’immagine. E cosi in occasione della sua prima comparsa nella nuova veste presidenziale, il Premier è stato fatto oggetto di un’aggressione pubblica.
L’ultimo verso ci indica da quale parte la macchinazione è avvenuta: infatti già nel 1500, quando si voleva indicare una particolare tonalità di rosso, acceso ma non troppo, più chiaro del bordo ma più scuro ed intenso del mattone, si voleva denominarla “rosso Venezia”, che è poi quel colore sul quale campeggia il leone di San Marco nei labari della gloriosa repubblica e che caratterizzava il suo gonfalone che recava la scritta “Ti con nu e nu con tì”, ammainato e sepolto nel 1797 quando lo stato veneziano ebbe fine per opera di Napoleone.
I turbolenti tempi contemporanei sono argomento di varie quartine delle Centurie, perché essi costituiscono il prodromo di quanto dovrebbe avvenire tra circa tre anni, se la mia cronologia è corretta: infiniti rivoli di vicende episodiche destinati a confluire nel tumultuoso fiume della Storia di questa nostra malata eppur cosi vitale umanità. 

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