La stele di Axum porta fortuna. Teniamocela

di Luciano Sampietro
Di quando in quando appaiono sulle pagine dei giornali notizie che danno per imminente la restituzione all’Etiopia della stele di Axum. Si tratta dell’obelisco alto 24 metri che venne trasportato dall’Etiopia a Roma nel 1937 per celebrare i 15 anni della marcia su Roma e che si può ammirare ancor oggi proprio dinanzi al palazzo della Fao.
Il Governo Italiano già nel 2002 aveva deciso di restituirlo a quello etiopico, ma erano emersi non pochi problemi legati al trasporto, atteso che l’obelisco pesa ben 160 tonnellate e dovrebbe essere smontato in varie sezioni per essere portato in Africa.
A seguire Nosradamus, tuttavia, meglio sarebbe se la stele di Axum restasse al suo posto, con buona pace del Governo Etiopico che già per quella stele ha ricevuto a suo tempo un ospedale costruito dall’Italia a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, sulla base di un accordo sottoscritto con l’allora Negus Ailè Selassiè.
Scrivo questo perché ritengo che alla stele faccia riferimento la quartina X, 64:
“Piango, Milàn, piango Lucca e Florenza, chè il tuo granduca sul carro s’andrà: sarà il seggio per Venezia in partenza, quando a Roma colonna cambierà”. La quartina necessita di alcune spiegazioni. Il Veggente piange per la sorte che dovrebbero avere Milano, Lucca e Firenze in u e poca successiva alla fine del Granducato di Toscana.
Il terzo verso indica apparentemente un cambio di seggio a Venezia, ma in realtà quando il veggente parla di Venezia allude agli Stati Uniti, questo non perché questa sia una mia apodittica ipotesi, ma per quanto segue: nella grafia rinascimentale francese la U maiuscola si scriveva alla moda latina “V” ( Senatus popolusque romanus), pertanto Venise diventa in realtà Uenise; a questo punto il nome va anagrammato e diventa E. Unies, come vengono denominati gli U.S.A. in francese moderno, dove sono siglati E.U.
In secondo luogo va osservato che il Veggente, quando parla di seggio, esclusivamente allude al Seggio Pontificio. Che in un non lontano futuro il Papa, secondo Nostradamus, dovrebbe trasferirsi negli Stati Uniti, viene confermato dalla quartina VIII, 93 che a mio giudizio si riferisce al successore del prossimo Papa, il Petrus Romanus della Prophetia di Malachia:

Sol sette mesi terrà la prelatura,
alla morte gran scisma farà nascere,
sette mesi altro terrà la pretura,
presso Venezia pace e union rinascere”.

Secondo il Veggente, il terribile sconvolgimento, legato a una guerra più religiosa che economica- evenienza impensabile fin o a pochi anni fa – che vedrebbe l’Islam e il suo alleato russo portare in Occidente rovina e distruzione, dovrebbe intervenire immediatamente dopo che una colonna a Roma cambierà di sede. Non sarebbe forse allora il caso di tenerci ben stretta la stele di Axum? 

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