È il turco Erdogan il bianco turbante

di Luciano Sampietro
Il crollo del regime di Saddam ha messo a nudo la spinosa questione dei Curdi, un popolo senza patria, sparso su un territorio diviso tra Turchia, Iraq e Iran e fin qui oppresso da tutti e tre gli Stati. I curdi sono in massima parte musulmani sanniti, ma di ceppo indoeuropeo, come la lingua che parlanio, vicina al persiano. Si auspicava che con la nomina, in Turchia, a primo ministro di Recep Tayyip Erdogan, il capo del partito islamico “Giustizia e Sviluppo”, la questione curda potesse trovare una soluzione, magari con la creazione in Iraq di una regione largamente autonoma. Ma così non è stato: il governo turco sta ammassando al confine iracheno decine di migliaia di uomini per impedire il sorgere di uno stato autonomo curdo, visto peraltro con preoccupazione anche dall’Iran, di confessione sciita, il cui regime, come quello turco, ha usato nei confronti di quella minoranza estrema durezza, fino alla persecuzione.
Nel novembre 2002 avevo pubblicato altrove un articolo sulla vittoria di Erdogan alle elezioni politiche turche, segnalando il paradosso di un leader di un partito impossibilitato a divenire deputato e capo del governo a causa di una legge che in Turchia inibiva di assumere cariche politiche a chi fosse stato condannato per certi reati con sentenza passata in giudicato.
Erdogan, quale sindaco di Istanbul, in un discorso pubblicato aveva citato i versi di un’antica poesia( “I minareti sono le nostre baionette, le moschee i nostri accampamenti, i fedeli i nostri soldati” ). In Turchia una legge vietava i partiti confessionali e ogni manifestazione volta a confondere politica e religione, per cui Erdogan era stato processato e condannato a dieci mesi di carcere e alla pena accessoria dell’interdizione dalle cariche politiche. In quell’ articolo prevedevo tuttavia che Erdogan sarebbe diventato capo del governo, in quanto il suo partito, che aveva vinto le elezioni e conquistato la maggioranza assoluta, avrebbe cambiato quella legge. E così puntualmente è avvenuto ed Erdogan, dall’11 marzo, è primo ministro. La previsione si fondava su una quartina di Nostradamus:

I,40
La falsa tromba celante follia
farà a Bisanzio le leggi cambiare
verrà d’Egitto chi slegarlo desia
leghe e monete in editto mutare.

Secondo la quartina sarebbe venuto un uomo in Turchia (Bisanzio) che avrebbe parlato in modo acceso e coinvolgente ( tromba), ma quei suoi discorsi sarebbero stati falsi e avrebbero celato, invece, la follia (del fanatismo religioso).Quell’uomo sarebbe riuscito a cambiare una legge che gli impediva di assumere il potere, tenendone legate le ambizioni e le maggiori pressioni per consentirgli l’ascesa politica.Tutto ciò, secondo il Veggente, sarebbe successo quando un editto avesse cambiato il denaro e la lega delle monete. La parola editto porta all’antica Roma, quando gli imperatori governavano con provvedimenti legislativi di portata generale chiamati edita ( in contrapposizione ai provvedimenti ad personam, detti rescripta). Oggi gli edita possono identificarsi con le leggi comunitarie (regolamenti) che hanno efficacia su un territorio vasto quasi quanto l’Impero Romano.
Nel 2002 è entrato in vigore l’Euro, e quindi effettivamente un editto ha cambiato leghe e monete ed Erdogan ha vinto le elezioni in quello stesso anno ( novembre). Poi, forte della maggioranza assoluta conquistata dal suo partito, ha fatto abrogare dal parlamento la legge che gli impediva di rivestire cariche politiche, consentendogli di divenire primo ministro. In tutto ciò grande aiuto ha avuto dalla spinta dell’Islam sannita dominante in Turchia, il cui centro di massima importanza politico-religiosa si trova nella moschea-università di Al-Azhar del Cairo e, quindi, in Egitto. Non vi è dunque da stupirsi se la Turchia ammassa truppe al confine iracheno, né sarà da stupirsi di ben altro in un prossimo futuro, che dovrebbe riservare alla Turchia, contrariamente a quanto oggi ritenuto, un ruolo antagonista rispetto al modo occidentale e ad Erdogan, in particolare, il bianco turbante di capo temuto e potente, così almeno secondo Nostradamus. 

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