Il coinvolgimento neuro-psico-organico nell'emergenza della informazione psi

Dr. Enrico Marabini
Con questo incontro desidero focalizzare l’argomento del vissuto paranormale umano, considerato secondo una concettualità fenomenologica psicosomatica.
Perciò, nel suo implicito, questo discorso vuole essere una dimostrazione dell’utilità di quel modello neuropsicologico, che da tempo sto illustrando, fondato sul presupposto di una visione olistica del sistema-uomo, cioè dell’essere umano inteso come Totus Homo.
Tenterò di esaminare il comportamento psicosomatico di un soggetto quando vive manifestazioni paranormali di tipo spontaneo Cioè di quel tipo di fenomenologia che la disciplina parapsicologica inquadra nel capitolo della casistica spontanea.
Non affronterò, pertanto, in questa occasione, l’analisi di quella fenomenologia comportamentale paranormale ottenuta mediante la sperimentazione. Argomento questo che dai parapsicologi è giustamente considerato di grande importanza scientifica dato che mediante un simile tipo di osservazione, in diverse occasioni, si è ottenuta una conferma empirica della realtà dell’evento paranormale.
Ogni parapsicologo, infatti, sa molto bene che tramite l’indagine sperimentale – la cosiddetta osservazione controllata – ha l’opportunità – anche se non di frequente – di realizzare il controllo dell’ipotesi psi e nel contempo, durante le prove con tests parapsicologici, può rilevare le manifestazioni comportamentali del soggetto e la reattività del suo stesso organismo tramite lo studio dei correlati neurofisiologici.
Però il parapsicologo sa altrettanto bene che da una meticolosa e ben documentata raccolta dei fatti e da una attenta analisi dei racconti inerenti alla fenomenologia spontanea egli può acquisire egualmente una grande quantità di informazioni riguardanti il soggetto che vive una esperienza di tipo paranormale.
Informazioni preziose per una sempre maggiore puntualizzazione della implicazione psicologica che è coinvolta nei fenomeni paranormali e per il riscontro delle reazioni psicosomatiche presentate dai soggetti quando vivono inopinatamente simili eventi, cioè quando sono coinvolti, loro malgrado, in quel tipo di accadimento che ho definito “Sistema Fenomenico Paranormale”(SFP).
L’osservazione medica, sia clinica che laboratoristica, costantemente evidenzia come certi comportamenti umani si oggettivano tramite reazioni istintuali somaticomotorie, a cui si associano, ovviamente, situazioni psico-emotivo-cenestesiche la cui espressività varia nei differenti soggetti. Variabilità espressiva che in realtà dimostra l’influenza psicodinamica che particolari e personali vissuti culturali hanno sul comportamento.
A titolo di esempio basti pensare quando un soggetto, posto di fronte ad un pericolo, vive uno stato di paura. Una simile evenienza generalmente attiva nell’individuo una modalità di risposta che risente delle sue caratteristiche neurofisiologiche, psicolo-gico-culturali ed è in funzione della sua condizione somatopsichica del momento. In altri termini il suo organismo viene coinvolto nella sua totalità psicosomatica e presenta manifestazioni reattive psicoemotive, neuroendocrine e neurovegetative specifiche, in buona parte misurabili strumentalmente.
I medici che ben conoscono la “sindrome di Selye”, ovvero la cosiddetta sindrome generale di adattamento, sanno quali imponenti fenomeni reattivi neuroendocrini e neurovegetativi si instaurano nell’organismo del soggetto investito da uno stress, sia esso di tipo fisico che psicologico.
In ogni comportamento, inteso come espressione fattuale e tangibile di particolari processi neuropsichici, generalmente è evidente una dominanza espressiva o del corpo o della sfera psichica e ciò indipendentemente da una volontà consapevole del soggetto. Modalità comportamentali, queste, frequentemente scatenate dalla dinamica di processi psicologici inconsci. Modalità reattive che da livelli di bassa intensità espressiva possono sfociare addirittura in stati di vera malattia, così come la medicina psicosomatica ci insegna.
Ecco perché da tempo noi parapsicologi sosteniamo che le conoscenze mediche e psicologiche non possono essere ignorate perché si sono dimostrate fondamentali per realizzare un giusto inquadramento delle dominanti modalità di risposta di un organismo quando vive anche un fenomeno di tipo paranormale.
I comportamenti psi, come ogni tipo di comportamento, corrispondono sempre ad una complessa situazione psicosomatica, per cui, si possono configurare come vissuti soggettivi o come manifestazioni oggettive.
I vissuti soggettivi presentano dei contenuti di dominanza cognitiva per cui assistiamo alla realizzazione dei fenomeni psi-cognitivi (telepatia, chiaroveggenza, premonizione, ecc), dunque, si può dire tramite l’emergenza di fenomeni ESP.
Altre volte, invece, si realizzano tramite una trasduzione organica somatica, cioè mediante una modalità oggettiva.
In tal caso il messaggio psi si realizza a livello non verbale. Cioè usa il corpo come mezzo espressivo comunicativo. In altri termini adopera una specie di “linguaggio simbolico somatico”, così come accade in campo medico, nel caso di certe “psicosomatosi”.
Inoltre, le manifestazioni paranormali si evidenziano non solo sul corpo del soggetto come emergenza spontanea della psi (cioè, mediante stigmate più o meno permanenti), ma anche come effetti energetici proiettivi operanti sul circondario, vicino o lontano.
Eventi che per queste loro caratteristiche sono riconducibili alla categoria dei “fenomeni parafisici” (o PK).
Quale può essere il motivo della varietà di tali manifestazioni?
Ogni soggetto, allorché vive una situazione di tipo paranormale, manifesta l’effetto psi mediante un comportamento che nella sua connotazione psicoorganica implica una sua personale e particolare tendenza preferenziale. Manifesta, cioè, una reattività che dipende dall’influenza di certe sue personali caratteristiche somatopsichiche sia costituzionali che acquisite.
D’altra parte anche la medicina psicosomatica ci offre numerose dimostrazioni sul come i processi psicologici inconsci – specie se fondati sull’attività psicoenergetica di “complessi” – possono agire, o interferire sulle modalità processuali fisiologiche dei vari sistemi ed apparati organici, scegliendo l’espressi-vità funzionale di questo o quell’organo. In termini metaforici, scegliendo il particolare linguaggio di questo o quell’organo.
Per cui è ovvio che le modalità di emergenza delle somatizzazioni paranormali, risentono non solo delle caratteristiche somatopsichiche dell’individuo, ma anche delle sue condizioni fisiopatologiche del momento, e non meno del “significato” che il suo incon­scio nasconde tra le righe di quel linguaggio. Perciò, gli effetti paranormali di tale dinamica psicosomatica, vengono modulati secondo schemi e processi inconsci specifici per quel soggetto.
Credo sia comunque utile chiarire che nonostante una tendenza da parte dei soggetti a manifestare la psi secondo dei canali e modalità preferenziali (sino a configurare nei paragnosti delle vere e proprie specializzazioni personali), non è infrequente vedere nel medesimo soggetto – vuoi durante diversi periodi della sua vita, vuoi anche durante stati “altri” di coscienza (come accade durante una trance medianica), un alternarsi, o un sostituirsi, o un complementarsi di differenti tipi di manifestazioni paranormali. 

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