I poteri della mente

Da Faraday in poi molti scienziati hanno cercato di verificare le affermazioni di soggetti che dichiarano di poter spostare o alterare oggetti con la sola forza della mente.
Grande notorietà ha raggiunto negli ultimi anni, tanto che di recente è stato anche oggetto di un film, un personaggio come Uri Geller, che sostiene di essere in grado di spostare e di piegare oggetti metallici a distanza o anche di costringere un computer a funzionare in maniera irregolare.
Di queste sue doti ha dato numerose dimostrazioni, ma, come di solito accade, non è riuscito a fugare il dubbio che non si tratti di un ben architetto inganno.
La capacità di muovere o alterare un oggetto con la sola forza della mente viene chiamata psicocinesi e, sebbene se ne parli fin dall’antichità, soltanto dalla metà del Settecento è stata avvicinata con interesse scientifico. Uno dei primi esperimenti documentati è stato condotto nel 1853 da Michael Faraday (1791 – 1867), il chimico e fisico inglese noto per aver studiato le proprietà dei campi elettrici e magnetici, da quali ha certamente dedotto la possibilità di verificare se queste fossero applicabili alla mente umana. Lo spunto fu fornito da un gruppo di medium americani, che stava all’epoca lavorando in Inghilterra, dando dimostrazioni di essere in grado di far ruotare dei tavoli.
Faraday era estremamente sospettoso dei loro risultati spesso adatti per incantare le platee ed ebbe ragione: scopri infatti che sebbene loro tutti fossero ampiamente disponibili a prestarsi ai suoi esperimenti, in realtà stavano esercitando una pressione fisica sui tavoli in movimento. Alcuni anni più tardi Marie Curie ( 1867-1934 ), che con suo marito Pierre Curie scopri il radio, sottopose a esame Eusapia Palladino, una famosa medium italiana, che sosteneva che il suo spirito guida John King era in grado di muovere gli oggetti di un tavolo, ma mister King non superò il test. Ci fu quindi un intervallo di alcuni anni finchè l’americano Joseph B. Rhine, direttore del laboratorio parapsicologico dell’Università di Durham (Carolina del Nord ) decise nel 1934 di scoprire se la caduta di un dado potesse essere influenzata dal fatto che il lanciatore concentrasse la sua mente su un numero particolare. Egli non pubblicò i risultati, ma molto più tardi nel suo Reach of The Mind ( il campo d’azione della mente, 1994) evidenziò alcune situazioni piuttosto strane, come il fatto che si riuscisse meglio nell’influenzare più dadi nello stesso tempo, o che dadi di metallo erano più facilmente guidabili di quello di legno, o ancora che i dadi di piombo erano meglio controllabili di quelli in alluminio. Certo le conclusioni raggiunte non potevano dirsi spettacolari, ma indicavano in qualche modo che dal punto di vista statistico vi erano delle possibilità significative. Altri ricercatori hanno usato monete o mazzi di carte figurate, ma i loro risultati non sono stati più convincenti.
Tra gli effetti psicocinetici, o effetti PK per usare l’espressione inglese, il più suggestivo rimane comunque quello di tentare di far spostare oggetti con la forza del pensiero. Sir William Crookers (1832-1919), lo scienziato, premio Nobel nel 1907, scopritore del tallio e inventore del radiometro e dello spintariscopio, attratto dai fenomeni psichici, pensò al potere del pensiero per modificare un delicato equilibrio chimico, ma falli. H. Forwald dell’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia a Zurigo, mezzo secolo più tardi affermò che i suoi soggetti potevano indurre gli oggetti a muoversi lateralmente, sebbene i suoi risultati siano stati messi in discussione. Altri esperimenti hanno dato buoni risultati, ma sono aperti alla critica perché non sono stati controllati in maniera appropriata. In Russia, dove, secondo quanto si dice, negli anni Settanta venivano spesi 40 milioni di rubli all’anno per ricerche sulla parapsicologia, fu dedicato molto tempo a controllare le affermazioni della casalinga Nina Kulagina, che sosteneva di poter muovere piccoli oggetti come fiammiferi, e penne senza toccarli. Nessuno potè dimostrare che stava imbrogliando. Un’americana di New York, dopo aver visto un filmato della Kulagina, riusci a muovere pure lei piccoli oggetti in esperimenti svolti al Centro Maimonides.
Il famoso Uri Geller ha ripetutamente dimostrato il suo potere di piegare i metalli e di fermare il tempo degli orologi semplicemente concentrandosi su di essi e ha dato più volte dimostrazioni sotto condizioni controllate all’università di Stanford e altrove. Ci sono stati molti tentativi per provare che è un mistificatore. Il suo principale antagonista è un mago, James Randi, un’importante membro della Società americana per le indagini sul paranormale, il cui giornale, The Skeptical Inquirer, è specializzato nell’esaminare le affermazioni dei ricercatori psichici. Randi ha duplicato alcuni degli esperimenti di Geller, ma né lui né la sua società sembrano aver compreso che se Randi è un provetto prestigiatore, non necessariamente Geller deve essere un bugiardo.
La natura della psicocinesi, se è un reale potere, è chiaramente misteriosa e pena di stranezze.
Sembra dipendere molto dallo stato mentale del soggetto: questo non deve essere affaticato, perché il suo potere diminuisce in relazione alle ripetizioni dell’esercizio.
La tranquillità della mente non sembra necessaria: la prima volta che la medium Felicia Parise riusci a muovere un piccolo oggetto fu dopo lo shock della morte di un familiare. È chiaramente difficile controllare queste facoltà: studenti seguiti dal dott. Helmut Schmidt presso il laboratorio di Durham, fecero muovere un contatore della luce in senso antiorario, anche se in realtà si stavano sforzando di farlo in senso orario!
L’approccio degli scienziati al fenomeno non si è finora rivelato adeguato, in quanto essi hanno cercato di dimostrare l’eventuale inganno da parte dei soggetti, ma questo di per sé non vuol dire che il fenomeno stesso non possa esistere. 

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