Chilbolton: E.T. risponde?

di Mauro Paoletti
Il 14 agosto 2001 è comparso, davanti all’osservatorio, un Crop (cerchio nel grano) riproducente un volto, il 20 agosto, un altro Crop rettangolare con uno strano disegno. I due Crop sono considerati la risposta al messaggio di Arecibo del 1974.
LA RICERCA DI E.T.
Occorre risalire al 1959, quando Giuseppe Bocconi e Philip Morrison pubblicarono su “Nature” un articolo nel quale prospettavano l’uso di onde radio come mezzo migliore per comunicare fra le galassie. I due erano certi dell’esistenza di qualche altra forma di vita intelligente, quindi bastava orientare il nostro orecchio verso l’oscurità dello spazio per captarne la presenza. Nel 1960 un radio astronomo, Frank Drake, giunto alla stessa conclusione, puntò i 42 metri dell’antenna dell’osservatorio di Green Bank, in Virginia, verso “Tau Ceti” e “Epsilon Eridani”, distanti undici anni luce. Nasceva il “Progetto Ozma”. Un progetto di breve vita, sospeso senza esaurienti spiegazioni nel momento in cui arrivarono i primi e numerosi segnali dallo spazio. Ma la ricerca extraterrestre era avviata. I russi mostrarono interesse per il “Progetto Ozma” e proprio nel 1960 iniziarono a cercare segnali, puntando le antenne in ogni direzione, convinti che pochissime civiltà erano in grado di inviare segnali radio; la loro ricerca era orientata all’interno del nostro sistema solare e al di fuori della nostra atmosfera. Non ci dilungheremo riguardo alle implicazioni che derivarono da questi fatti – di cui potremo parlare a parte – ma meritano comunque un breve cenno. Il 15 ottobre del 1966 la NASA rivelò che tre oggetti sconosciuti erano in orbita intorno al nostro pianeta. Fu stilato un inventario degli oggetti in orbita e pubblicato nel 1971 dal Centro di Goddard. Un totale di 2048: 1540 assegnati agli USA, 456 alla Russia, 32 alla Francia, tre erano stati messi in orbita dal Canada, tre dall’Inghilterra, sei dalla Germania, due dall’ESRO per conto dell’Europa, tre dalla Cina, quattro dall’Australia, uno dalla NATO e 1 dal Giappone. Tre risultarono non identificati. Furono proprio i Russi, nel 1979, attraverso Serghiei Petrovic Bozhic, fisico e matematico dell’Istituto di Radiotecnica di Yauza, Mosca, a dichiarare che in orbita attorno alla terra vi erano i pezzi del relitto di un’astronave aliena esplosa dopo un’avaria e sospesa in uno dei punti in cui le forze di attrazione dei pianeti si annullano a vicenda, noti come “punti di librazione”. I tronconi principali erano due, di circa 30 metri di diametro ciascuno; intorno altri pezzi sparsi fra cui otto di considerevole grandezza. Dichiararono che già nel 1956 era stata notata la presenza di tali rottami che si pensavano asteroidi. A causa della loro presenza le orbite dei satelliti artificiali dovevano essere corrette per evitare la collisione. Utilizzando proprio i satelliti fu calcolato che la presenza dei rottami risaliva al dicembre del 1955, e in tale periodo nessun oggetto terrestre erano stato messo in orbita. I sovietici fecero anche sapere che avevano proposto una spedizione russo americana per il recupero e che un’organizzazione specializzata nel settore, la Hughes, aveva esaminato la possibilità di tentare l’impresa. La società aveva recuperato nel 1968 un sommergibile atomico sovietico a cinquemila metri di profondità con successo. Di questa storia non abbiamo saputo più niente. I russi attraverso i loro ascolti si convinsero che da Giove proveniva un segnale radio in una banda stretta. Furono esaminati alcuni strani effetti verificatesi fra il 1924 e il 1928. Gli echi radio in uscita risultavano ritardati, un fatto inspiegabile in termini naturali, era chiaro quindi che i segnali venivano riflessi. Balthasar Van der Pol, studioso olandese e Carl Stoermer, esperto norvegese, inviarono, nell’ottobre del 1928, nuovi segnali consistenti nella trasmissione della lettera “S” dell’alfabeto Morse: tre punti. La radio registrò una sequenza di echi sulla stessa frequenza con ritardi che in secondi espressero le seguenti cifre: 8,11,15,8,13,3,8,8,8,12,15,13,8,8. Nessuno fu capace di decifrare l’eventuale messaggio, ma furono convinti venisse da una sonda situata nel nostro sistema, probabilmente nei pressi della Luna. Duncan Lunan, astronomo e ricercatore scozzese, sospettando che gli echi venissero ritardati intenzionalmente, ne tracciò un diagramma e fornì, nel 1973, una decifrazione del messaggio. “La nostra provenienza è Epsilon Boote, una stella doppia. Noi viviamo sul pianeta sesto di sette cominciando a contare dall’esterno del sole che è la maggiore delle due stelle. Il sesto pianeta ha una luna, il quarto ne ha tre, il primo ed il terzo ne hanno una ognuno. La nostra sonda è in orbita alla vostra luna e indica la posizione di Arturo nelle nostre mappe.” Duncan scoprì che Arturo era la stella più luminosa del sistema e che era nel punto indicato tredicimila anni fa. Il tracciato del grafico, con i tempi di ritardo sull’asse orizzontale e la sequenza dei segnali su quella verticale, evidenziò a sinistra un punto con un ritardo di tre secondi e a destra la costellazione di Boote. Ruotando sull’asse verticale il punto relativo al ritardo di tre secondi si ottiene la posizione di Epsilon Bootis mancante nel messaggio. Quindi la comunicazione invitava a effettuare la correzione e rimandarlo al mittente corretto per ricevere la seconda parte. Duncan dedusse che la sonda sostava nel nostro sistema solare, in attesa di una risposta per continuare il contatto, dall’11.000 a.C. Dal 1973 può darsi che qualcuno abbia provveduto in merito e stabilito un contatto. Fatto è che da quel momento anche i russi dichiararono di aver scoperto segnali del tipo “S”. Nel 1970 scienziati e ingegneri della NASA Ames Research Center del Montana iniziarono a considerare la tecnologia richiesta per intraprendere una ricerca sistematica della vita extraterrestre. Nacque il “Progetto Ciclope” che stabiliva l’utilizzo delle onde radio come miglior mezzo per ottenere questo contatto. Nel 1972 l’invio del Pioner 10 verso Giove, con la lastra in alluminio con la descrizione del nostro pianeta e dei suoi abitanti. Nel 1974 Frank Drake coronò il suo sogno, trasmettendo un messaggio dall’Osservatorio di Arecibo verso un ammasso globulare di stelle conosciuto come M13, distante dalla terra circa 23.000 anni. Il fatto che per ottenere l’eventuale risposta dovessero trascorrere 46.000 anni denota l’intenzione di informare l’universo della nostra esistenza il più tardi possibile; siamo sempre stati più interessati a origliare, piuttosto che a divenire un possibile bersaglio di altre forme di vita. Il messaggio fu inviato una sola volta, mentre per avere la probabilità di essere sentito doveva essere inviato ripetutamente. La mossa era squisitamente “politica”. In realtà non è stata la prima e unica trasmissione inviata nello spazio. Il SETI ascolta per captare la presenza di altre intelligenze, i cui prodotti sonori sono sicuramente già stati intercettati, ma noi dalla metà del XX° secolo, stiamo annunciando all’universo la nostra presenza attraverso il suono, o “frastuono”, emesso da radio, televisione, dischi, clacson, auto, radar e quant’altro, che dal nostro pianeta si diffonde nello spazio, in ogni direzione. Il fatto è che dovranno passare molti anni prima che qualcuno si renda conto della nostra presenza, le stelle sono molto lontane. Il programma SETI è stato consolidato dall’Ames Research Center NASA e dal Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, chi vuole avere altre notizie sul programma e le sue trasformazioni, le troverà facilmente nel Web.

IL MESSAGGIO DI ARECIBO
Come già ricordato, nel novembre del 1974 Drake inviò il messaggio. L’evento ebbe luogo per inaugurare l’aggiornamento realizzato all’Osservatorio. Arecibo è situato a nord di Portorico, in un foro naturale della roccia dalla forma discoidale, all’interno del quale è stato realizzato il più grande radio telescopio del mondo, con circa 310 metri di diametro. Nel 1974 furono effettuate alcune modifiche per permettere trasmissioni alimentate da venti trilioni di watt e come prova inaugurale fu inviato il messaggio di Drake verso le 300.000 stelle della costellazione di Ercole. Nello spazio di circa tre minuti sulla frequenza di 2380 MHz, corrispondente ad una lunghezza di 12,6 centimetri, 1679 bit s’involarono verso lo spazio. La trasmissione fu modulata in due frequenze diverse, come si usa fare con i modem telefonici a bassa velocità, trasmettendo 10 bit al secondo. La cosa che a questo punto ci interessa è il tipo di messaggio trasmesso da Arecibo. Drake adottò da subito un codice binario e Bernard Oliver, allargando la comunicazione, riuscì a formare delle immagini che dovevano sintetizzare le informazioni da trasmettere. Essendo il destinatario ignoto e ignote le sue conoscenze, fu adottata, come linguaggio universale, la matematica. Qualunque intelligenza cercherebbe i numeri principali, le frequenze chimiche degli elementi, le cifre binarie. Per questo inviando un messaggio di 1679 bit sarà facile comprendere che è il risultato di due numeri principali, il 23 e il 73. Di conseguenza organizzare i bit allineandoli in un rettangolo che abbia quelle dimensioni. Una volta ordinato in 23 colonne di 73 file saranno evidenti l’immagine trasmessa e le informazioni. Parlando di argomenti troppo tecnici non completamente comprensibili addentriamoci nel codice binario.

CODICE BINARIO
Tutti i sistemi di numerazione adottati sono sistemi posizionali perché, secondo la posizione occupata, il numero assume un valore diverso. Qualunque sia la base del sistema un numero viene espresso a mezzo delle cifre significative e delle potenze della base. La struttura interna di questi sistemi coincide, cambia l’aritmetica, le leggi della moltiplicazione, dell’addizione. Il “sistema binario” fa la sua prima apparizione nel 1600 nello scritto del matematico inglese Thomas Hariot. Nel 1703 venne eseguita da Liebnitz una codificazione più precisa a livello matematico e presentata all’Associazione delle Scienze d’Inghilterra. È un sistema a base 2 avendo solo due cifre significative: 0 e 1. Col minimo delle cifre possiamo metterci in corrispondenza con lo stato di un elaboratore che in effetti riconosce solo due situazioni: spento e acceso, cioè 0 e 1. Di contro siamo costretti a rappresentare numeri piccoli utilizzando una quantità esagerata di cifre. È un sistema usato per la logica interna dell’elaboratore dei dati, mentre per rappresentare quella esterna vengono usati altri due sistemi, uno a base 8, che utilizza 8 cifre, detto, ottale oppure uno a base 16 chiamato esadecimale. Un ulteriore esempio chiarirà tali concetti. Se prendiamo in esame il numero 3725 possiamo affermare che è uguale alla somma di: 3000 + 700 + 20 + 5 cioè: 3 x 1000 (103) + 7 x 100 (102) + 2 x 10 (101) + 5 x 100 Riassumendo: 3×103 7×102 2×101 5×100 La sua posizione viene quindi fornita dalle potenze della base. Ogni colonna nel binario va di due in due e non di dieci in dieci, quindi avremo 2, 4, 8, 16, 32 ecc. al posto di 1, 10, 100, 1000, ecc. Dal momento però che abbiamo a disposizione due sole cifre, 0 e 1, appena superiamo 1 ci portiamo nella colonna seguente, percorrendo velocemente le colonne. Di conseguenza, riportando le cifre del sistema decimale nella posizione del binario, otteniamo la seguente tabella:

1684210
   11  
   102 
   113 
  1004 
  1015 
  1106 
  1117 
 10008 
 10019 
 101010 
 101011 
 110012 
 110113 
 111014 
 111115 
1000016 

ANALISI DEL MESSAGGIO DI ARECIBO
Adesso analizziamo nello specifico il messaggio perché questo ci sarà di aiuto a capire il disegno del campo di grano. Nelle righe superiori troviamo la posizione dei numeri che facilitano la sua identificazione; sono i numeri da uno a dieci del codice binario. Sotto i numeri che rappresentano la chiave di decodifica, quattro numeri atomici dei quattro elementi chimici che compongono il DNA e le nostre molecole. Da sinistra a destra troviamo il numero atomico 1 che corrisponde all’Idrogeno e a seguire il 6 per il Carbonio, il 7 per l’Azoto, l’8 per l’Ossigeno e il 15 per il Fosforo. Nelle righe seguenti la chimica del DNA e subito sotto la rappresentazione elicoidale del DNA, al centro, lungo l’asse, il numero 32 per indicare la misura della molecola generale. L’indicazione di 4 miliardi fornisce il numero dei nucleotidi del genoma umano per conoscere la lunghezza del DNA. Poi al centro la figura umana, parte principale del messaggio; questa è la nostra forma fisica. A sinistra della figura il numero 14 e dato che il ricevente conosce la lunghezza d’onda di 12,6 centimetri potrà calcolare la misura media della nostra altezza. Quattordici unità di 12,6 centimetri forniscono la misura di 176 cm. A destra della figura il numero 32, ossia 4 miliardi corrispondenti alla popolazione della terra nel 1974. Continuando troveremo la raffigurazione del nostro sistema solare, con il sole e i nove pianeti con le loro grandezze. La terra appare sotto la figura umana e proiettata verso di essa a significare il pianeta di appartenenza e dal quale è partito il messaggio. Infine la rappresentazione dell’antenna utilizzata per la trasmissione con sotto il numero 2430 per segnalare il diametro dell’antenna di 306 metri.
L’OSSERVATORIO DI CHILBOLTON
L’Osservatorio di Chilbolton è situato nei pressi del villaggio omonimo, nello Hampshire, in Inghilterra ed è di proprietà statale, mentre i campi confinanti sono privati. In particolare, il campo di frumento ove sono apparsi i Crops appartiene alla proprietà Leckford. L’osservatorio, che è stato costruito nel 1965, con lo scopo di studiare la propagazione delle onde radio dallo spazio e dai satelliti, oggi è un centro meteorologico specializzato. Il 14 agosto 2001 è comparso sul campo della Leckford, davanti all’antenna dell’osservatorio, un Crops riproducente un volto; alcuni giorni dopo, esattamente il 20, un altro Crop rettangolare con uno strano disegno. Le relative misure sono di circa 61 metri per 25 riguardo al così detto “codice” e di 49 per 55 relativamente al “volto”. Secondo gli addetti dell’osservatorio, nessuno si era reso conto di quello che vi era disegnato. La zona è spesso sorvolata da aerei privati e qualcuno aveva fotografato i due Crop Circle inserendo le foto ottenute nel Web dove, una volta osservate, sono state considerate come una sorta di risposta al messaggio che Drake e i suoi colleghi inviarono da Arecibo, nel 1974. Due incredibili immagini: sia per la fattura, vedi per esempio la griglia che racchiude il volto le cui righe non sono perfettamente dritte (cosa che al contrario si verificherebbe nel caso di una falsificazione), sia per il lasso di tempo troppo breve per il ritorno di una risposta. Sono trascorsi solo 27 anni, il messaggio di Arecibo può essere stato intercettato sia da una sonda, avvalorando le ipotesi di sonde extraterrestri in sosta all’interno del nostro sistema solare, sia da un altro punto abitato da vita intelligente; ma a causa della sua banda di trasmissione molto stretta non aveva modo di essere intercettato da altre fonti. Da osservare che nel momento della trasmissione, Arecibo è stato trasformato nella sorgente più luminosa della galassia e qualcuno vicino a noi, ad una distanza di 13 anni può aver intercettato la trasmissione. Fatto che ci riporta ad Epsilon Boote.
SCHEMA DEL MESSAGGIO DI CHILBOLTON
Nelle prime righe del disegno, nella rappresentazione dell’elenco dei numeri atomici degli elementi che compongono il DNA, si nota la presenza del numero 14 corrispondente al Silicio, ad indicare che il mittente è una forma di vita basata su tale elemento anziché sul Carbonio come noi. Il numero dei nucleotidi ci informa che si tratta di un DNA più corto; la rappresentazione elicoidale presenta una difformità, una modifica. Perché presentare un DNA modificato? Si vuole attirare l’attenzione sul fatto che qualcuno sta operando modificazioni a livello DNA? Una conferma dell’esistenza di patti segreti di cooperazione e scambio fra gruppi di potere e entità aliene, come riportato da alcune voci? La figura riprodotta è presentata con un grosso cranio, ampie cavità oculari; la cifra binaria che ne indica la statura fornisce un valore di circa un metro. Vi si riconosce quindi la forma aliena definita “grigio”. Nella riga sottostante la figura il sistema stellare di provenienza con nove pianeti, quattro dei quali rialzati verso l’alieno. Sono i pianeti abitati. Fra il quinto ed il sesto una linea curva indica che quest’ultimo ruota intorno all’altro. Una luna anch’essa abitata. Un altro particolare che ci riconduce alla vicende di Duncan e Epsilon Boote. Riguardo a tale sistema stellare ricordiamo anche la storia dei coniugi Hill. Il dato relativo alla popolazione fornisce la cifra di nove miliardi. Nelle ultime righe la rappresentazione dell’antenna usata per trasmettere la “risposta”. Non un’antenna comune, ma qualcosa che nel settore delle radiotrasmissioni viene definito generatore del fascio di onde radio, con tanto di “obbiettivo” centrale. Una versione ridotta di quello che apparve il 13 agosto del 2000, come vedremo più avanti.
IL SILICIO
Analogo al Carbonio, il Silicio possiede tre isotopi stabili naturali e due artificiali e radioattivi. Sotto forma di silice si trova in misura abbondante in natura, dopo l’ossigeno; ben il 30% della superficie terrestre. È rintracciabile nel quarzo, calcedonio, opale, agata, crisobalite e farine fossili; in forma di silicato dei feldspati, pirosseni cloriti e miche. Le miche sono rocce sedimentarie magnetiche; cristalli a struttura lamellare. Possono essere bianche se prevale alluminio e potassio, oppure nere, con prevalenza magnesio e ferro. Miche lamellari di considerevoli proporzioni hanno un potere dielettrico e per la loro infusibilità vengono impiegate nell’industria. Il silicio costituisce lo scheletro di molti organismi marini e si trova nei tessuti connettivi del corpo umano, oltre che nella maggior parte delle piante, in particolare nelle Graminacee, come funzione di sostegno. Essendo l’elemento che più si accosta al carbonio origina combinazioni analoghe a quelle organiche. Nel paleolitico i ciottoli silicei venivano trasformati in punte e raschiatoi. Gli Egizi usarono la silice per la preparazione dei vetri. In forma elementare fu ricavato da Berzelius nel 1823. In genere è color grigio acciaio, elettropositivo. Secondo il metodo usato si presenta in forma di cristalli cubici neri lucenti come il diamante, oppure in polvere bruno scura microcristallina. Risulta un buon conduttore di energia elettrica. In forma cristallina è impiegato per ottenere componenti di transistor e microchip, isolatori termoelettrici, sottoposti ad alte temperature. Idoneo per costruire batterie solari e per ottenere ceramiche refrattarie e resistenti a sbalzi termici, leghe speciali e elettrodi. Non viene attaccato dagli acidi escluso quello fluoridrico, mentre la basi forti lo sciolgono con emissione di idrogeno. Mescolandolo con alcuni metalli, si ottengono i Siliciuri; quello di calcio, ottenuto scaldando calce, silice, carbonio, viene usato per preparare esplosivi; col ferro per preparare acciai e ghise resistenti agli acidi. Attraverso la lavorazione del silicio si ottiene il Silicone, un composto organico polimero dove il silicio è legato ad atomi di carbonio e ossigeno attraverso radicali alchilici. Vi sono Siliconi solidi usati per lo stampaggio di laminati e Siliconi liquidi usati in elettrotecnica e come lubrificanti, o in cosmesi. Dal Silicone deriva la “gomma al silicone” elastica e lavorabile. Lo studio dei silicati è recente ed è progredito grazie all’applicazione dei raggi “X”, che hanno permesso di individuare gli atomi e gli ioni, ecc, ecc. Le polveri di silicio, o il pulviscolo da esso prodotto, sono dannosi all’organismo umano, provocano la Silicosi, una malattia professionale che deriva dall’accumulo di polvere silicea nel tessuto polmonare, causa fibrosi polmonare e insufficienza respiratoria, che può divenire cronica. Il silicio sembra si trovi su tutta la superficie lunare tanto da far preventivare la costruzione di fabbricati direttamente sul nostro satellite, costituiti tanto da materiale solido che vetroso. Dalla storia di Roswell emerge che la navetta spaziale, aveva una grande superficie elettromagnetica silicea, e che il Chip, composto da Silicio, derivi dallo studio dei reperti di Roswell.
ALTRI CROPS A CHILBOLTON
A Chilbolton sono apparsi altri Crops in stretta relazione con Arecibo. Il 13 giungo 1999, una serie di cerchi formarono, in un campo d’orzo, una serie di triangoli racchiusi in un rombo che sembrano rappresentare lo scheletro delle antenne di ricezione moderne, simile anche a quella del telescopio di Arecibo. Una figura conosciuta come “setaccio di Sierpinski”, composta da 138 cerchi di tre metri l’uno, in un disegno di circa cento metri per sessanta. Il 13 agosto 2000, come già detto in precedenza, decine di cerchi sovrapposti intorno ad un obbiettivo centrale, a riprodurre la figura che successivamente è stata indicata come il trasmettitore della “risposta” che è apparsa quasi nella stessa data, nello stesso campo, nello stesso angolo di inclinazione, nella stessa posizione. Un significato che ancora nessuno ha saputo interpretare? Sovrapponendo le due immagini, il crop del 2000 e il “codice”, potremo osservare che il “codice” si inserisce quasi perfettamente fra i cerchi laterali dell’altra figura, come a significare che l’immagine è stata trasmessa con tale sistema. Varie le interpretazioni. Chi si domanda perché non è stato rinviato a chi lo aveva trasmesso, anziché ad un radiotelescopio diverso, ipotizza si tratti di una trasmissione telepatica dell’iperspazio. La “faccia” ne sarebbe la prova. Per tale corrente di pensiero il disegno del 2000 rappresenterebbe i due emisferi del cervello ed il fascio il terzo occhio. Abbiamo anche ipotesi di falsificazione attraverso l’uso di una tecnica conosciuta come “sistema energetico del punto zero”. Tale metodo prevede l’utilizzo di due radar modificati capaci di emettere onde scalari. Posti in orbita, i radar sono orientati sopra un obbiettivo; i loro raggi di energia, allineati sulla stessa parte di terreno, si intersecano provoca un vortice di microonde che modella le spighe o l’erba, nella forma predefinita. Osservando le foto aeree di Arecibo, rintracciabili nel Web, notiamo la somiglianza con tale Crop; il grande cerchio, l’enorme parabola a terra, i piloni laterali e le collinette laterali di forma circolare, fanno un po’ pensare. Se così fosse, un ulteriore domanda: nel 1974 tale immagine non era compresa nel messaggio; chi e come poteva conoscere tale particolare?
CONCLUSIONI
La raffigurazione dello strumento usato per trasmettere il messaggio riprodotto, a quanto pare, in fondo al glifo del “codice” somiglia molto ad un satellite spaziale con pile solari; una conferma all’ipotesi della presenza di sonde extraterrestri nel nostro sistema solare? Il messaggio è molto simile a quello inviato nel 1974; qualcuno (forse extraterrestri?) ha copiato Carl Sagan e il suo Contact restituendoci un nostro segnale modificato? Chi ha ricevuto tale segnale è consapevole che siamo in grado di ricevere fonti radio ad alta frequenza; perché quindi non usa lo stesso mezzo? Potrebbe fornire molte più informazioni di quelle che può contenere un crop. Se stanno disegnando sui campi significa anche che sono già presenti in loco, stanno già effettuando il “giro turistico”; potrebbero lasciare supporti cartacei, CD, nastri o quant’altro più diretto ed esauriente. Perché non lo fanno? Oppure lo hanno già fatto? (Abbiamo evidenziato queste domande, poste dall’autore dell’articolo scritto nell’aprile di quest’anno, alla luce di quanto si va constatando con la comparsa del Crop Circle di Crabwood, del 15 agosto 2002. N.d.R.) Il segnale di Arecibo è stato inviato verso M13, circa 23.000 anni da noi; ancora deve giungere a destinazione e il crop non può essere la “loro” risposta. Non comprendiamo perché è stato inviato un messaggio verso il punto ove era visibile il gruppo M13 nel 1974, pur sapendo che in realtà era la posizione occupata 22.800 anni prima. Non è stato considerato che il gruppo stellare ruota con la galassia che lo contiene e che nel tempo necessario al messaggio per giungere a destinazione sarebbe stato ancora più lontano dal rendez vous? O forse non è poi tanto strano visto che era tutto calcolato. La circonferenza del fascio del messaggio di Arecibo è 1/15 del diametro della luna, molto stretto; le probabilità che impatta un bersaglio, o un altro sistema nello spazio di tredici anni è in pratica di una su cinquantamila. Ancora meno probabile sia stato intercettato da una sonda. Le informazioni riguardanti la biochimica sono discutibili, in quanto è molto scarsa la possibilità di trovare forme di vita su base silicea. Stranamente, secondo quanto appare nel “codice”, viene combinano al silicio lo stesso numero di zuccheri e di basi che compongono il nostro DNA. Non siamo esperti nel settore ma, chi lo è, pone qualche dubbio che questo sia possibile. Delle centinaia di aminoacidi possibili solo 21 sono stati adoperati per creare le forme viventi del nostro pianeta; quelli che formano il nostro DNA. La struttura di quest’ultimo e la sua rappresentazione elicoidale risulta nota in tempi remoti dalle culture mesoamericane: Toltechi, Aztechi, Pellerossa. In California alcune caverne sono state affrescate dai primitivi indiani nativi del luogo con gli schemi cellulari e la doppia spirale del DNA, fra l’altro molto simile a quella indicata “aliena” riprodotta nel “codice” di Chilbolton. L’affresco riproduce proprio un processo di duplicazione. L’archeologa Elva Escobar ha scoperto la riproduzione del DNA, della sua funzione e dei 46 cromosomi umani, nel disegno di un vaso e in uno del Codice Nuttala; documento che contiene altri riferimenti al DNA. Osservando i disegni scopriremo anche la corrispondenza nei colori usati oggi per rappresentare l’elica; sembra che Francis Crick e J.D.Watson, insigniti del premio Nobel per la scoperta della doppia elica, non abbiano inventato niente ma, piuttosto, “ritrovato”. Ma non voglio divagare più di tanto; l’argomento è trattato ampiamente in un intero capitolo di un mio libro di prossima pubblicazione per cui non posso fornire le relative immagini. In contrapposizione a questo, per la famosa “par condicio”, riportiamo il pensiero di una dottrina secondo la quale il gruppo più antico che ha colonizzato il pianeta sarebbe stato creato dal padre solare Giove, o Geova, o Thoth, ecc, e consisterebbe in una specie cosmica di esseri “grigi” esecutori della diretta volontà del Padre; esseri con base biochimica al silicio non aggressivi. Cosa molto discutibile dal momento che le cronache ufologiche presentano questo tipo di alieno come quello più ostile. Secondo Z. Sitchin, la Bibbia e altri libri sacri, l’uomo sarebbe stato creato mescolando il sangue di un Dio con l’argilla rossa della terra, formando quello che è definito il Nepesh, l’anima, lo spirito, il sangue. La saga Sumera parla della Casa e delle Dee della Creazione, ove furono create le “teste nere”, ossia gli uomini, inserendo il seme di una divinità nel grembo delle femmine della specie vivente che popolava la Terra. In pratica in laboratorio attraverso una chiara manipolazione genetica. Perché nel “codice” è presentata la sagoma di una forma aliena del tipo “grigio” mentre il volto non ne riporta le caratteristiche somatiche? Cranio, cavità oculari, naso e bocca si presentano regolari e simili al tipo umano. Inoltre perché gli USA non sono l’obbiettivo ricorrente di queste manifestazioni “artistiche”? Due terzi dei cerchi di grano si verifica in Inghilterra. Perché si ricorre ad un sistema che non fornisce molte informazioni e per di più per pochi mesi all’anno e solo durante le ore notturne? Cosa si nasconde dietro le quinte? Quali politiche a doppio senso si praticano? Chiamiamo in causa Carl Sagan per evidenziare quali individui, quali grandi menti, hanno diretto e dirigono la ricerca SETI. Astronomo, educatore, autore di libri fra i quali Contact reso popolare dal film omonimo, direttore per gli studi planetari, professore dell’Università di Cornell, colui che ha aperto la strada all’esobiologia. Sostenitore dell’importanza della ricerca di segni di vita extraterrestre; ha contribuito alle maggior parte delle missioni spaziali senza equipaggio, tipo Mariner 9 e Viking. Ha concepito la piastra tonda sulla quale vi è stato inciso il messaggio affidato al Voyager; ha sostenuto l’uso dei telescopi radiofonici per poter ascoltare i segnali provenienti da civiltà extraterrestri intelligenti. Ricordiamo che Frank Drake sottopose a lui lo schema del messaggio prima di trasmetterlo da Arecibo. Carl Sagan è il personaggio che una volta ha detto: “La soppressione delle idee scomode può essere comune nella religione o nella politica, ma non è il percorso della conoscenza e non può esserci nell’attività della scienza. La storia dello studio del nostro sistema solare ci indica chiaramente che quanto è stato accettato e le idee convenzionali sono spesso errate, la comprensione fondamentale può arrivare dalle fonti più inattese”. Desideriamo trovare la verità, non importa dove si trova. Ma per trovarla abbiamo bisogno dell’immaginazione e dello scetticismo. Non avremo paura a fare speculazioni, ma faremo attenzione a distinguere la speculazione dal fatto”. Allora quale è la verità? 

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