Glossario Teosofico: M

M – 13a lettera degli alfabeti Inglese ed Ebraico e 24a di quello Arabo. Quale numero romano la lettera vale 1.000, e con una linea sopra sta per un milione. Nell’alfabeto Ebraico Mem simboleggiava l’acqua e come numero equivale a 40. Il ma Sanscrito equivale a 5 ed è anche connesso con l’acqua attraverso il segno dello Zodiaco chiamato Makara. Inoltre, “nei sistemi Ebrei e Latini la m viene assunta quale valore per un numero indeterminato (Masonic Cyclopaedia di Mackenzie), e “il sacro nome di Dio Ebraico associato a questa lettera è Meborach, Benedictus”. Per gli esoteristi, la M è il simbolo dell’Ego Superiore – Manas, la Mente.
M’BUL (Ebr.) – Le “acque del diluvio”. Esotericamente, la periodica effusione di impurità astrali sulla terra; periodi di crimini psichici, iniquità e regolari cataclismi morali.
MA (Sans.) – Letteralmente “cinque”. Un nome di Lakshmi.
MA (Egiz.) – O Mut. La dea del mondo inferiore, un’altra forma di Iside, poiché essa è la natura, l’eterna madre. Era sovrana e Reggente del vento del Nord che precedeva lo straripamento del Nilo, e per questo era chiamata “Colei che apre le narici del vivente”. È rappresentata Mentre offre ai suoi adoratori l’ankh, o croce, emblema della vita fisica, ed è chiamata “Signora del Cielo”.
MACHAGISTIA – La magia, quale era un tempo insegnata in Persia ed in Caldea, ed elevata nelle sue pratiche occulte a religio-magismo. Platone, parlando della Machagistia, o Magismo, afferma che è la forma più pura del culto delle cose divine.
MACROCOSMO (Gr.) – Significa “Grande Universo”, Cosmo.
MACROPROSOPO (Gr.) – Un termine Cabalistico, ricavato da una parola Greca composta: significa il Vasto o Grande Volto (vedi “Volti Cabalistici”); è un nome di Kether o Corona, la Sephira più elevata. È il nome dell’Universo, chiamato Arikh-Anpin, la totalità di quello di cui il Microprosopo, o Zauir-Anpin “il Piccolo volto”, è parte ed antitesi. Nel suo significato Metafisico più alto o astratto, il Macroprosopo è l’Adam Kadmon, il veicolo di Ain-Suph e corona dell’Albero Sefirotale, sebbene Sephira ed Adam Kadmon siano, di fatto, uno sotto due aspetti e rappresentino la stessa cosa. Le interpretazioni sono molte e differiscono l’una dall’altra.
MADHASADANA (Sans.) – O Madhu-Sudana. “L’uccisore di Madhu” (un demone); appellativo di Krishna che gli deriva dal fatto che fu lui ad uccidere quel demone.
MADHAVA (Sans.) – (1) Un nome di Vishnu o di Krishna; (2) Il mese di Aprile; (3) Se scritto Madhavi, è un appellativo di Lakshmi.
MADHYA (Sans.) – Diecimila bilioni.
MADHYAMA (Sans.) – Usato per qualcosa che non ha principio né fine. Così Vach (il Suono, il Logos femminile, o la controparte di Brahma), è detta esistere in diversi stati, uno dei quali è quello di Madhyama, il che equivale a dire che Vach è eterna, nel senso che: “Il Verbo (Vach) era con Dio ed in Dio”, perché i due sono uno.
MADHYAMIKA (Sans.) – Una setta di cui si parla nel Vishnu Purana. Secondo gli Orientalisti, una setta “Buddista”, il che è un anacronismo. All’inizio essa fu probabilmente una setta di atei indiani, successivamente una scuola con tale nome, con sede in Tibet ed in Cina, che insegnava un sistema di nichilismo sofista il quale riduceva ogni proposizione in una tesi e nella sua antitesi, per poi negarle entrambe. Adotta alcuni dei principi di Nagarjuna che fu uno dei fondatori del sistema esoterico Mahayana, ma non dei suoi travestimenti exoterici. L’allegoria che considera il “Paramartha” di Nagarjuna un dono dei Naga (Serpenti), dimostra che egli ricevette il suo insegnamento dalla Scuola segreta degli adepti, e che quindi i significati veri sono tenuti segreti.
MAG – Mag o Maha è la radice del termine mago. In India, nei tempi pre-Vedici, il Mahaatma (la grande Anima o Spirito), aveva i suoi sacerdoti. I Magi erano i sacerdoti del dio fuoco; li troviamo fra gli Assiri ed i Babilonesi, ed anche fra gli adoratori del fuoco Persiani. I tre Magi chiamati anche Re che si dice abbiano donato oro, incenso e mirra al bambino Gesù, erano come gli altri, adoratori del fuoco ed astrologi; per questo videro la sua stella. Il gran sacerdote dei Parsi, a Surat, è chiamato Mobed. Il nome degli altri deriva da Megh; Meh-ab significa qualcosa di grande, di nobile. Secondo Kleuker, i discepoli di Zoroastro erano chiamati Meghestom.
MAGA (Sans.) – I sacerdoti del Sole, menzionati nel Vishnu Purana. Sono essi gli ultimi Magi della Caldea e dell’Iran; gli antenati dei Parsi moderni.
MAGADHA (Sans.) – Un antico paese dell’India sotto il dominio dei Re Buddisti.
MAGIA – La grande “Scienza”. Secondo Deveria ed altri Orientalisti, “la magia era considerata come una scienza sacra inseparabile dalla religione” dalle più antiche, più civilizzate e più colte nazioni. Gli Egiziani, per esempio, furono uno dei paesi più sinceramente religiosi, come lo furono e lo sono ancora oggi gli Indiani. “La magia consiste e si acquisisce tramite il propiziarsi degli dei”, disse Platone. Ed allora, è possibile che un paese, che sulla base dell’inconfutabile testimonianza di iscrizioni e papiri è provato abbia creduto fermamente alla Magia per migliaia di anni, possa essere stato ingannato per così lungo tempo? Ed è verosimile che generazioni e generazioni di una gerarchia saggia e pia, molte delle quali condussero una vita di auto-martirio, di santità e di ascetismo, abbiano perseverato nell’ingannare se stessi ed il popolo (o anche solo quest’ultimo), per il puro piacere di perpetuare il credo nei “miracoli”? I fanatici, ci vien detto, farebbero qualsiasi cosa per rafforzare il credo nel proprio dio e nel proprio idolo. Noi replichiamo: In tal caso i Brahmani ed i Rekhget-amens (v.) Egiziani – o Ierofanti – non avrebbero diffuso il credo nel potere dell’uomo di poter porre gli dei al proprio servizio tramite pratiche magiche, dei che, in verità, non sono che i poteri occulti o funzioni della Natura, personificate dagli stessi sapienti sacerdoti che veneravano in esse solo gli attributi del Principio unico sconosciuto e senza nome. Come Proclo il Platonico abilmente afferma: “Gli antichi sacerdoti, quando compresero che c’era una certa affinità e reciproca simpatia fra le cose naturali, e tra cose manifeste e poteri occulti, e scoprirono che tutte le cose sussistono nel Tutto, elaborarono una scienza sacra su questa reciproca simpatia e similarità… ed applicarono per scopi occulti sia le nature celesti che quelle terrene, per mezzo delle quali essi trassero, tramite una certa similitudine, qualità divine in questo mondo inferiore”. La Magia è la scienza di comunicare con le Potenze superne e sovrumane e di dirigerle, come pure di comandare quelle delle sfere inferiori; è una conoscenza pratica dei misteri nascosti della natura, conosciuti solo a pochi, perché è difficile acquisirli senza cadere in peccati contro la natura. Gli antichi ed i mistici medioevali dividevano la magia in tre classi – Teurgia, Goetia e Magia naturale. “La Teurgia – dice Kenneth Mackenzie – è stata rivendicata quale sfera naturale dei teosofi e dei metafisici”. La Goetia è magia nera, e la “magia naturale” (o bianca) è salita con la guarigione sulle ali all’alta posizione di studio esatto e progressivo”. I commenti aggiunti dal nostro dotto Fratello sono notevoli: “I desideri realistici dei tempi moderni hanno contribuito a trascinare la Magia nel discredito e nel ridicolo… La fiducia (in se stessi) è in magia un elemento essenziale ed esisteva molto tempo prima di altre idee che si presumono precedenti. Di essa si è detto che porta un uomo saggio alla follia, e che le idee di un uomo debbono essere esaltate fino alla pazzia, cioè che la sensibilità del suo cervello dev’essere incrementata ben oltre l’infimo misero stato della civiltà attuale, prima che egli possa diventare un vero mago; anche perché il conseguimento di tale scienza implica una certa Misura di isolamento e di abnegazione di Sè. Un isolamento certamente molto spinto, il cui conseguimento costituisce un fenomeno di per sè meraviglioso, un miracolo. Quindi la magia non è qualcosa di soprannaturale. Come viene spiegato da Giamblico: “essi, tramite la teurgia sacerdotale, rivelano di essere capaci di ascendere alle Essenze più elevate ed universali, e a coloro che si sono stabilizzati al di là del fato, cioè al dio ed al demiurgo: non adoperando la Materia, né altra cosa, se non l’osservazione del giusto momento”. Già alcuni hanno cominciato a riconoscere l’esistenza di poteri sottili ed influenze di natura che finora non conosce vano. Ma, come rileva in verità il Dr. Carter Blake, “il 19° secolo non è quello che ha registrato una genesi di nuovi metodi di pensiero, né il completamento di quelli antichi”; a questo Mr. Bonwick aggiunge che: “se gli antichi conoscevano poco il nostro modo di investigare i segreti della natura, noi conosciamo ancor meno il loro”.
MAGIA BIANCA – O “Magia Benefica”. È la magia divina, priva di egoismo, di amore di potere, di ambizione o di lucro, e diretta solo a beneficare il mondo in generale ed il proprio prossimo in particolare. Il più piccolo tentativo di adoperare i poteri supernormali per la gratificazione di sè, rende questi poteri stregoneria – o magia nera.
MAGIA NERA – Stregoneria, necromanzia o evocazione dei morti ed altri abusi egoistici di poteri paranormali. Questo abuso può essere preterintenzionale, tuttavia vi è sempre magia nera se viene prodotto un fenomeno per propria esclusiva gratificazione.
MAGI (Lat.) – In Persia e nella Media era il nome degli antichi sacerdoti per diritto ereditario e degli adepti eruditi. La parola deriva da Maha, grande, che divenne successivamente Mog o mag, sacerdote in Pehlevi. Porfirio li descrive (Abst., IV, 16) come “uomini eruditi che sono scelti dai Persiani per il servizio alla Divinità e che sono chiamati Magi”; e Suidas ci informa che “fra i Persiani gli amanti della verità (filaleti) erano chiamati Magi”. Lo Zend avesta (II°, 171, 261) li suddivide in tre categorie: (1) Herbed o “Novizi”; (2) Mobed o “Maestri”; (3) Destur Mobed o “Maestri Perfetti”. I Caldei, come pure gli Egiziani, avevano scuole simili, essendo i Destur Mobed identici agli Ierofanti dei misteri, questi ultimi così come venivano praticati in Grecia ed in Egitto.
MAGNA MATER (Lat.) – “Grande Madre”. Nome dato anticamente a tutte le supreme divinità femminili dei vari paesi, quali Diana di Efeso, Iside, Mauth e molte altre.
MAGNES – Espressione usata da Paracelso e dai Teosofi medioevali. È lo spirito della luce, o Akasa. È una parola molto usata dagli Alchimisti medioevali.
MAGNETISMO – Una forza nella natura e nell’uomo. Quando la si trova nella natura, è l’agente che dà origine ai vari fenomeni di attrazione, polarità, ecc. Quando è nell’uomo, diventa Magnetismo “animale”, diverso dal magnetismo cosmico e terrestre.
MAGNETISMO Animale – Mentre la scienza ufficiale lo chiama un agente “ipotetico” e respinge totalmente la sua esistenza, un numero infinito di nazioni Asiatiche antiche e moderne, Occultisti, Teosofi, Spiritisti e Mistici di ogni genere e tipo, affermano che il magnetismo è un fatto assolutamente accertato. Il magnetismo animale è un fluido, una emanazione. Alcune persone possono emetterlo per scopi curativi attraverso gli occhi e le punte delle dita, mentre il resto delle creature, uomini, animali e qualsiasi oggetto inanimato, lo emanano sia come aura sia come luce variabile, e questo avviene sia che ne siano consapevoli o no. Quando agisce su un paziente mediante contatto o per mezzo della volontà di un essere umano, viene chiamato “Mesmerismo” (v.).
MAGNUM OPUS (Lat.) – In Alchimia, è l’adempimento finale, la “Grande Opera”, o Grand Oeuvre; la produzione della “Pietra Filosofale” e dell’ “Elisir di Vita” che alcuni scettici, sebbene li ritengano un mito, sarebbero ben felici di possedere; vanno accettati simbolicamente e sono colmi di significati mistici.
MAGO – Questo nome, una volta titolo di fama e distinzione, è stato completamente stravolto dal suo vero significato. Mentre una volta era sinonimo di tutto ciò che era onorato e degno di riverenza, di chi possedeva cultura e saggezza, ora è stato degradato fino a diventare un epiteto che designa il simulatore, il giocoliere, il ciarlatano, uno che, secondo gli insegnamenti del clero e secondo una massa di pazzi superstiziosi i quali credono che il mago sia uno stregone e un incantatore che “ha venduto la sua Anima al Maligno”, che fa cattivo uso della sua conoscenza, che la impiega per scopi bassi e pericolosi, La parola deriva da Magh, Mah, in Sanscrito Maha, che significa grande, un uomo ben versato nella conoscenza esoterica. (Iside Svelata vol. I° pag. 176).
MAGUS (Lat.) – Nel Nuovo Testamento significa Sapiente, fra i Caldei un uomo saggio, in Inglese è talvolta usato per indicare un Mago, un operatore di meraviglie; nella Società Rosacroce è il titolo riservato ai membri più elevati, quelli del IX° grado. Il Magus Supremo è il Capo dell’Ordine per l’ “Esterno”; i Maghi dell’ “Interno” sono sconosciuti, eccetto a quelli dell’VIII° grado. (w.w.w.).
MAHA BUDDHI (Sans.) – Mahat. L’Intelligente Anima del Mondo. Le sette Prakriti, o sette “nature”, o piani; sono contate dall’alto verso il basso e cominciano da Maha Buddhi.
MAHA CHOHAN (Sans.) – Il capo di una Gerarchia spirituale, o di una scuola di Occultismo; il capo dei mistici trans-Himalayani.
MAHA DEVA (Sans.) – Letteralmente, “grande dio”; un appellativo di Shiva.
MAHA GURU (Sans.) – Significa “grande istruttore”. L’Iniziatore.
MAHA KALA (Sans.) – “Grande Tempo”. Un nome di Shiva quale “Distruttore” e di Vishnu quale “Preservatore”.
MAHA KALPA (Sans.) – La “Grande Era”.
MAHA MANVANTARA (Sans.) – Significa i grandi intervalli fra i “Manu”. Periodo di attività universale. “Manvantara” denota qui semplicemente un ciclo di attività, in contrapposizione a Pralaya, o riposo – senza rapporto con la lunghezza del ciclo.
MAHA MAYA (Sans.) – La grande illusione della manifestazione. Questo universo e tutto ciò che al suo interno è in reciproca relazione, viene chiamato la grande Illusione o Mahamaya. È anche l’appellativo abituale dato alla Madre Immacolata di Gautama Buddha – Mayadèvi, o il “Grande Mistero”, come essa viene chiamata dai Mistici.
MAHA PARINIBBANA SUTTA – (Sans.) – Una delle più autorevoli scritture sacre Buddiste.
MAHA PRALAYA (Sans.) – L’opposto di Mahamanvantara; letteralmente, “la grande Dissoluzione”, la “Notte” che segue al “Giorno di Brahma”. È il grande riposo ed il sonno della natura dopo un periodo di manifestazione attiva; gli ortodossi Cristiani si riferirebbero ad esso come alla “Distruzione del Mondo”.
MAHA PURUSHA (Sans.) – Il Supremo Spirito o Grande Spirito. Nome di Vishnu.
MAHA RAJIKA (Sans.) – Un gana o classe di 236 dei. È anche il nome di certe Forze negli insegnamenti esoterici.
MAHA SÚNYATA (Sans.) – Lo Spazio, o legge eterna; il grande vuoto o caos.
MAHA VIDYA (Sans.) – La grande scienza esoterica. Solo gli Iniziati più alti sono in possesso di questa scienza, che abbraccia quasi tutta la conoscenza universale.
MAHA YOGIN (Sans.) – Il “grande asceta”. Un appellativo di Shiva.
MAHA YUGA (Sans.) – L’insieme dei quattro Yuga, o età, composto da 4.320.000 anni solari; nel sistema Brahmanico, un “Giorno di Brahma”; letteralmente, “Grande era”.
MAHABHARATA (Sans.) – Letteralmente, “la grande guerra”; il celeberrimo poema epico dell’India (probabilmente il più lungo poema del mondo) che comprende sia il Ramayana che la Bhagavad Gita, il “Canto Celestiale”. Nessun Orientalista è d’accordo sulla sua data, Ma è senza dubbio antichissimo.
MAHABHARATICO Periodo – Secondo i migliori Commentatori Indiani e secondo Swami Dayananda Saraswati, il 5.000 a. C.
MAHABHASHYA (Sans.) – Il commentario di Patanjali alla grammatica di Panini.
MAHABHUTA (Sans.) – Grossolani principi elementari della materia.
MAHABHAUTICO (Sans.) – Appartenente ai principi Macrocosmici.
MAHAJWALA (Sans.) – Un inferno particolare.
MAHAR LOKA (Sans.) – Regione nella quale permangono i Muni o “Santi” durante il Pralaya, secondo la versione Puranica. È la dimora abituale di Bhriga, un Prajapati (Progenitore) ed un Rishi, uno dei sette che si dice siano coesistenti con Brahma.
MAHARAJA I Quattro (Sans.) – Le quattro grandi divinità Karmiche dei Buddisti Settentrionali, collocate ai quattro punti cardinali per vigilare sull’umanità.
MAHASURA (Sans.) – Il grande Asura; exotericamente – Satana, esotericamente – il grande dio.
MAHAT (Sans.) – “Il grande”. Il primo principio dell’Intelligenza e della Coscienza Universali. Nella filosofia Puranica, il primo prodotto della natura-radice, o Pradhana (l’equivalente di Mulaprakriti); il produttore di Manas o principio pensante, e di Ahamkara, l’egotismo o il senso di “Io sono Io” (nel Manas inferiore).
MAHATMA (Sans.) – “Grande anima”. Un adepto dell’ordine più elevato. Esseri eletti, i quali, avendo il dominio sui loro principi inferiori vivono senza l’impedimento dell’ “uomo di carne” e sono in possesso della conoscenza e del potere pari allo stadio da essi raggiunto nella loro evoluzione spirituale. In Pali sono chiamati Rahat ed Arhat.
MAHATMYA (Sans.) “Magnanimità”, la leggenda di un sacrario o di un luogo santo.
MAHATOWARAT (Sans.) – Termine usato per Parabrahman; la più grande fra le massime sfere.
MAHATTATTWA (Sans.) – La prima delle sette creazioni elencate così nei Purana: Mahattattwa, Chuta, Indriya, Mukhya Tiryaksrotas, Urdhwasrotas, Arvaksrotas.
MAHAVANSO (Pali) – Opera Buddista di Bhikshu Mohanama, zio del Re Dha-tusma. Un’autorità sulla storia del Buddismo e la sua diffusione nell’isola di Ceylon.
MAHAYANA (Sans.) – Una scuola; letteralmente, “il grande veicolo”. Un sistema mistico fondato da Nagarjuna. Questi libri furono scritti nel secondo secolo a. C.
MAHORAGA (Sans.) – Maha-uraga, il “grande serpente” – Sesha o qualche altro.
MAITREYA BUDDHA (Sans.) – L’equivalente del Kalki Avatar di Vishnu (L’Avatar sul “Cavallo Bianco”), di Sosiosh e di altri Messia. La sola differenza sta nelle date della loro comparsa. Così, mentre Vishnu è atteso sul suo cavallo bianco alla fine dell’attuale era Kali Yuga “per la distruzione finale dei malvagi, il rinnovamento della creazione e la restaurazione della purezza”, Maitreya è atteso prima. L’insegnamento exoterico o popolare apporta minime variazioni alla dottrina esoterica che afferma che Sakyamuni (Gautama Buddha) incontrò Maitreya in Tushita (una dimora celeste), incaricandolo di venire da lì sulla terra quale suo successore al termine di cinquemila anni dopo la sua morte. Ciò dovrebbe accadere fra meno di 3.000 anni. La filosofia esoterica insegna che il prossimo Buddha apparirà nel corso della settima sottorazza di questa Ronda. In realtà, Maitreya era un seguace di Buddha, un Arhat conosciuto, sebbene non un suo discepolo diretto che fondò una Scuola filosofica esoterica. Come dimostrato da Eitel (Sanskrit-Chinese Dict.), “furono erette statue in suo onore già prima del 350 a. C.”.
MAKARA (Sans.) – “Il Coccodrillo”. In Europa è il Capricorno, decimo segno Zodiacale. Esotericamente, una classe mistica di deva. È il veicolo di Varuna, dio dell’acqua.
MAKARA KETU (Sans.) – Un nome di Kama, il dio Indù dell’amore e del desiderio.
MAKARAM (Sans.) – O Panchakaram. Nella simbologia occulta è il pentagono, la stella a cinque punte, i cinque arti o estremità dell’uomo. È un termine molto mistico.
MAKARAS (Sans.) – Le cinque M dei Tantrika. (Vedi “Tantra”).
MALACHIM (Ebr.) – I messaggeri, o angeli.
MALKUTH (Ebr.) – Il Regno, la decima Sephira, che corrisponde alla H (he) finale del Tetragrammaton o IHVH. È la Madre Inferiore, la Sposa del Microprosopo (v.), chiamata anche “Regina”. In un certo senso, è la Shekinah. (w.w.w.).
MAMITU (Cald.) – La dea del Fato. Una sorta di Nemesi.
MANAS (Sans.) – Significa “mente”, la facoltà mentale che fa dell’uomo un essere intelligente e morale, e lo distingue dal semplice animale; è un sinonimo di Mahat. Esotericamente tuttavia, significa, se inqualificato, l’EGO Superiore o il Principio senziente reincarnantesi dell’uomo. Quando è qualificato, viene chiamato dai Teosofi Buddhi-Manas o Anima Spirituale, in opposizione al suo riflesso umano – Kama-Manas.
MANAS KAMA (Sans.) – Significa “Mente di desiderio”. Per i Buddisti è il sesto Chadayatana (v.), o il più alto dei sei organi di conoscenza, sintetizzati dal settimo chiamato Klichta, la percezione spirituale di quello che contamina questo Manas (inferiore), o “Anima-animale Umana”, come viene chiamato dagli Occultisti. Mentre Manas Superiore o “Ego”, è in connessione diretta con Vijnana (il 10o dei 12 Nidana), che è la conoscenza perfetta di tutte le forme di conoscenza collegate sia al soggetto che all’oggetto nella concatenazione nidanica di cause ed effetti, l’inferiore o Kama Manas è solo uno degli Indriya o organi (radici) di senso. Si può dire poco del Manas duale poiché la dottrina che ne tratta viene data nel modo esatto solo nelle opere esoteriche.
MANAS SANYAMA (Sans.) – La concentrazione perfetta della mente ed il controllo su di essa, durante le pratiche Yoga.
MANAS TAIJASI (Sans.) – Letteralmente, il Manas “radiante”; uno stato dell’Ego Superiore, che solo i più alti metafisici sono capaci di realizzare e di comprendere.
MANASA (Sans.) – O Manaswin. “L’efflusso della mente divina”, che sta per i manasa o figli divini di Brahma-Viraj. Nilakantha, autore di questa interpretazione, spiega ulteriormente il termine “manasa” con i manomatrasarira. In un’altra versione questi Manasa sono Arupa o i figli incorporei del Prajapati Viraj, ma poiché Arjuna Misra identifica Viraj con Brahma, e poiché Brahma è Mahat, la mente universale, il velo exoterico diventa comprensibile. I Pitri sono identici ai Kumara, ai Vairaja, ai Manasa-Putra (i figli della mente) e vengono quindi identificati con gli “Ego” umani.
MANASA DHYANI (Sans.) – Nei Purana, i Pitri più elevati; gli Agnishwatta o Antenati Solari che fanno dello Uomo un essere razionale, incarnandosi nelle forme senza mente dei corpi semieterei degli uomini della Terza Razza (Dottrina Segreta IV° p. 97).
MANASAS (Sans.) – Quelli che dotarono l’umanità del manas o intelligenza, gli EGO immortali negli uomini. (Vedi “Manas”).
MANASASAROVAR (Sans.) – Pronunciato Mansoravara. Lago sacro del Tibet, nell’Himalaya, chiamato anche Anavatapta. È il nome della divinità tutelare di questo lago e, secondo il folklore popolare, si dice che sia un naga, un “serpente”. Ciò, tradotto esotericamente, significa un grande adepto, un saggio. Il lago è luogo di pellegrinaggio annuale per gli Indiani, poiché si afferma che i Veda siano stati scritti sulle sue sponde.
MANAVA (Sans.) – Una terra dell’India antica; un Kalpa, o Ciclo. Il nome di un’arma usata da Rama; ha anche il significato “di Manu”, come nella voce seguente.
MANAVA DHARMA SHASTRA (Sans.) – È l’antico codice della legge di Manu.
MANDAKINI (Sans.) – Il divino Ganga, o Gange.
MANDALA (Sans.) – Un cerchio; le dieci divisioni dei Veda.
MANDARA (Sans.) – Nei Purana, il monte usato dagli dei come bastone per sbattere l’oceano di latte.
MANDRAGORA (Gr.) – Una pianta la cui radice ha forma umana. In Occultismo è usata dai maghi neri per svariati obiettivi illeciti, mentre alcuni Occultisti della “mano sinistra” creano da essa degli omuncoli. È comunemente chiamata mandrake e si suppone che gridi quando è strappata dal terreno.
MANES (Lat.) – Mani, “dei benevoli”, cioè “spettri” del mondo più basso (Kama-loka); le ombre dei morti deificate degli antichi profani e gli spettri “materializzati” degli spiritisti moderni, che si crede siano le anime dei dipartiti, mentre, in realtà, sono solo i loro gusci vuoti, o immagini.
MANICHEI (Lat.) – Una setta del III° secolo che credeva nei due principi eterni del bene e del male; il primo forniva all’umanità le anime, il secondo i corpi. Fu fondata da un certo Mistico semicristiano chiamato Mani, che si annunciava come l’atteso “Consolatore”, Messia e Cristo. Molti secoli più tardi, dopo che la setta scomparve, sorse una Fratellanza che si definì dei “Manichei”, di carattere Massonico e con parecchi gradi di iniziazione. Le loro idee erano Cabalistiche, ma furono fraintesi.
MANJUSRI (Tib.) – Il Dio della Saggezza. Nella filosofia Esoterica, un determinato Dhyan Chohan.
MANO (Gnost.) – Il Signore della luce. Nel Codex Nazareus, è il Rex Lucis. È la Seconda “Vita” della seconda o trinità quella manifesta, “la vita celeste e la luce; è più antica dell’architetto del cielo e della terra”. (Cod. Naz., vol. I°, pag. 145). Queste trinità sono: Il Signore supremo di splendore e di luce, luminoso e rifulgente, prima del quale nulla esisteva, chiamato Corona; il Signore Ferho (v.), la vita non rivelata che esisteva nella Corona dall’eternità; e il Signore Jordan – lo spirito, l’acqua benedetta della grazia (Ibid., II°, pp. 45, 51). Questi è colui tramite cui soltanto possiamo essere salvati. Questi tre costituiscono la trinità in abscondito. La seconda trinità è composta di tre vite. La prima è analoga al Signore Ferho, da cui è emanata, ed è il Re della Luce, MANO. La seconda vita è Ish Amon (Pleroma), il vaso di elezione, che contiene il pensiero invisibile del Jordanus Maximus, il modello (il suo riflesso intellegibile), o prototipo dell’acqua di vita, che è il “Giordano spirituale” (Ibid., II°, 211). La terza vita, che è prodotta dalle altre due, è ABATUR (Ab, il Genitore o Padre). Questo è il misterioso e vetusto “Antico degli Antichi”, il Vecchissimo “Senem sui obtegentem et grandaevum mundi”. Quest’ultima terza Vita è il Padre del Demiurgo Fetahil, il Creatore del mondo, che gli Ofiti chiamano Ilda-Baoth (v.), malgrado Fetahil sia l’unigenito, il riflesso del Padre Abatur, che lo generò volgendo lo sguardo “nell’acqua tenebrosa”. Anche Sophia Achamòth generò suo Figlio Ilda-Baoth, il Demiurgo, volgendo lo sguardo nel caos della materia. Ma in questo Codex cabalistico il Signore Mano, “l’alto Signore, il Signore di tutti i genii” è superiore al Padre – uno è puramente spirituale, l’altro è materiale. Così, ad esempio, Mentre l’ “unigenito” di Abatur è il genio Fetahil, il Creatore del mondo fisico, il Signore Mano, il “Signore di Celsitude”, che è il figlio di Lui, che è “il Padre di tutto quello che predica il Vangelo”, anch’egli produce un “unigenito”, il Signore Lehdaio, un “Signore giusto”. Egli è il Christos, l’unto, che elargisce la “Grazia” del Giordano Invisibile, lo Spirito della Corona più Alta. (Per ulteriori informazioni, vedi Iside Svelata, vol. II°, pag. 209 e seg.)
MANODHATU (Sans.) – Let. Il “Mondo della mente”, che non significa solo tutte le nostre facoltà mentali, ma anche una delle divisioni del piano della mente. Ogni essere umano ha il suo Manodhatu o piano di pensiero proporzionato al grado del suo intelletto e delle sue facoltà Mentali, che egli può superare solo tramite lo studio e lo sviluppo delle sue facoltà spirituali più alte, per giungere in una delle sfere di pensiero superiori.
MANOMAYA KOSHA (Sans.) – Un termine Vedantino che significa la guaina (Kosha) del Manomaya, che equivale al quinto e sesto “principio” nell’uomo. Nella filosofia esoterica questo “Kosha” corrisponde al Manas duale.
MANTICISMO o Frenesia Mantica – È lo stato durante il quale si sviluppa il dono della profezia. Le due parole sono quasi sinonimi e godevano entrambe di grande rispetto. Pitagora e Platone lo tenevano nella massima considerazione, e Socrate raccomandava ai suoi discepoli lo studio del Manticismo. I Padri della Chiesa, che condannarono molto severamente la frenesia Mantica nei sacerdoti Pagani e delle Pizie, non si dimostrarono ad essi superiori perché la usarono a scopo personale. I Montanisti, che traggono il loro nome da Montanus, vescovo della Frigia che era considerato divinamente ispirato, gareggiarono con i manteis o profeti. “Tertulliano, Agostino, ed i martiri di Cartagine, erano fra questi”, dice lo autore di Profezia, antica e moderna. “I montanisti sembravano assomigliare alle Baccanti per il selvaggio entusiasmo che caratterizzava le loro orge”, egli aggiunge. Esiste una divergenza di opinione per quanto riguarda l’origine della parola Manticismo. Ci fu il famoso Mantis il Veggente, Re di Argo, ai tempi di Melampo e di Proeto; e ci fu Manto, la figlia del profeta di Tebe, essa stessa profetessa. Cicerone descrive profezie e frenesie mantiche dicendo che “nei recessi interni della mente è nascosta e confinata la profezia divina, un impulso divino, che quando brucia più vividamente è chiamata furore”, frenesia. (Iside Svelata Vol. I° pag. 239 e 533)
MANTRA (Sans.) – Versetti presi dalle opere Vediche. Per Mantra si intendono tutte quelle porzioni dei Veda che sono distinte dai Brahmana, che ne sono l’interpretazione.
MANTRA periodo dei (Sans.) – Uno dei 4 periodi in cui è divisa la letteratura Vedica.
MANTRA SHASTRA (Sans.) – Scritti Brahmanici su scienza occulta ed incantesimi.
MANTRA TANTRA SHASTRA (Sans.) – Opere sugli incantesimi e sulla magia.
MANTRIKA SAKTI (Sans.) – Il potere o la potenza occulta delle parole mistiche, dei suoni, dei numeri o delle lettere contenute nei Mantra.
MANU (Sans.) – Il grande legislatore Indiano. Il nome deriva dalla radice sanscrita man, “pensare” – che è in realtà l’umanità, ma sta anche per Swayambhuva, il primo dei Manu, che cominciarono con Swayambhu, l’“auto-esistente”, che è quindi il Logos e il progenitore dell’umanità. Manu è il primo Legislatore, un Essere quasi Divino.
MANU SWAYAMBHUVA (Sans.) – L’uomo celeste. Adam-Kadmon, la sintesi dei quattordici Manu.
MANU – I (Sans.) – In un Manvantara, o Giorno di Brahma, i quattordici Manu sono i patroni o i guardiani dei cicli della razza. I Manu primordiali sono sette, nei Purana diventano quattordici.
MANUSHI (Sans.) – O Manushi-Buddha. I Buddha umani, cioè i Bodhisattva, i Dhyan Chohan incarnati.
MANVANTARA (Sans.) – Periodo di manifestazione contrapposto a Pralaya (dissoluzione o riposo) applicato a vari cicli, specialmente ad un Giorno di Brahma – 4.320.000.000 anni solari – ed al regno di un solo Manu – 308.448.000 anni solari. Manu-antara significa “fra due Manu”. (Vedi Dottrina Segreta, Antropogenesi, pag. 75).
MAQUOM (Cald.) – Nella fraseologia dello Zohar, “un luogo nascosto”, un punto celato sia riferito al sacrario del tempio, che al “Grembo del Mondo” o al grembo umano. Termine cabalistico.
MARA (Sans.) – Il Dio della Tentazione, il Seduttore che tentò di distogliere il Buddha dal suo SENTIERO. È chiamato il “Distruttore” e “Morte” (dell’Anima). È uno dei nomi di Kama, il Dio dell’amore.
MARABUT – Un pellegrino Maomettano che è stato alla Mecca, un santo. Dopo la morte, il suo corpo viene posto in un sepolcro aperto costruito sopra il terreno, come altri edifici, nel Mezzo delle strade e dei luoghi pubblici delle città abitate. All’interno della piccola ed unica stanza della tomba (e parecchi sarcofaghi pubblici di tal genere, fatti di mattoni e calcina, si possono vedere ancora oggi nelle strade del Cairo), la devozione dei passanti mantiene sempre una lampada accesa vicino alla loro testa. Le tombe di alcuni di questi Marabut sono molto famose per i miracoli che si dice essi compiano.
MARCIONITI – Un’antica setta Gnostica fondata da Marcione, che fu un Cristiano devoto fino a quando nessun dogma dell’umana creazione venne a deturpare la purezza trascendentale, i concetti metafisici ed il credo originale dei primi Cristiani. Questo credo primitivo era quello di Marcione. Egli negava i fatti storici (come si trovano ora nei Vangeli) della nascita, dell’incarnazione e della passione di Cristo, come pure della resurrezione del corpo di Gesù, ritenendo che tali affermazioni fossero semplicemente la carnalizzazione di allegorie e simbolismi metafisici, ed una degradazione della vera idea spirituale. Assieme a tutti gli altri Gnostici, Marcione accusava i “Padri della Chiesa”, come si lamenta lo stesso Ireneo, di “formulare la loro dottrina (Cristiana) secondo la capacità dei loro ascoltatori, inventando veli per i ciechi secondo la loro cecità, per gli ottusi secondo la loro ottusità, per quelli in errore secondo i loro errori”.
MARGA (Sans.) – Il “Sentiero”. L’Ashthanga marga, il sentiero “santo” o sacro, è quello che conduce al Nirvana. L’ottuplice sentiero ha avuto origine dal settuplice sentiero, con la aggiunta di quello che (ora) è il primo degli otto Marga: cioè, “l’avere un punto di vista ortodosso”, con la quale un vero Yogacharya non vuole avere nulla a che fare.
MARICHI (Sans.) – Nei Purana è uno dei figli “nati dalla mente” di Brahma. I Brahmani fanno di lui la luce personificata, genitore di Surya, il Sole, e diretto antenato di Mahakasyapa. I Buddisti del Nord della scuola Yogacharya, vedono in Marichi Deva un Bodhisattva, mentre i Buddisti Cinesi (specialmente i Taoisti) hanno fatto di questa concezione la Regina del Cielo, la dea della luce, reggente del sole e della luna. Per i Buddisti pii ma ignoranti, la sua formula Magica “Om Marîchi svaha” è molto potente. Parlando di Marîchi, Eitel menziona “Georgi, il quale spiega il nome come ‘una trascrizione cinese del nome della santa Vergine Maria’ “ ! Poiché Marîchi è capo dei Marut ed è uno dei sette Rishi primordiali, la supposta derivazione sembra un po’ troppo stiracchiata.
MARISHA (Sans.) – La figlia del Saggio Kanda e di Pramlocha, la demone Apsara proveniente dal cielo di Indra. Era la madre di Daksha. Una allegoria che si riferisce al Mistero della Seconda e della Terza Razza umana.
MARTINISTI – Gruppo francese fondato da un grande mistico, il Marchese di St. Martin, discepolo di Martinez Pasqualis. Si costituì a Lione come Società massonica occulta e i suoi Membri credevano nella possibilità di comunicare con gli Spiriti planetari, con gli Dei minori e con i geni delle sfere ultramondane. Louis Claude de St. Martin, nato nel 1734, iniziò la sua vita come brillante ufficiale dello esercito, ma lo lasciò per dedicarsi allo studio ed alle belle lettere, terminando la sua carriera come ardente Teosofo e discepolo di Jacob Böhme. Tentò di riportare la Massoneria al suo carattere primitivo di Occultismo e Teurgia, ma fallì. Istituì dapprima un “Rito rettificato” composto di dieci gradi che, dopo lo studio degli ordini massonici originali, furono portati a sette. I Massoni lamentano che egli abbia introdotto certe idee ed adottato rituali “in disaccordo con la storia archeologica della Massoneria”; ma così avevano fatto Cagliostro, e prima di lui St. Germain, e tutti quelli che conoscevano bene le origini della Massoneria.
MARTTANDA (Sans.) – Il nome Vedico del sole.
MARUT (Sans.) – Per gli Orientalisti sono gli Dei della Tempesta, ma nei Veda sono qualcosa di molto più mistico. Negli insegnamenti esoterici sono considerati, dato che si incarnano in ogni Ronda, semplicemente, identici ad alcuni dei Pitri Agnishwatta, gli Ego umani intelligenti. Di qui l’allegoria di Shiva che trasforma i grumi di carne in ragazzi, e li chiama Marut per indicare degli uomini sprovvisti di intelligenza trasformati, essendo diventati dei Veicoli dei Pitri, o Marut di Fuoco, e quindi, esseri razionali.
MARUT JIVA (Sans.) – Le Monadi degli Adepti che hanno raggiunto la liberazione finale, Ma preferiscono reincarnarsi sulla terra per amore dell’Umanità. Da non confondersi, comunque, con i Nirmanakaya, che sono molto più elevati.
MASBEN ? (Cald.) – Un termine Massonico che significa “il sole in putrefazione”. Ha un diretto riferimento – forse dimenticato dai Massoni – alla loro “Parola sussurrata”.
MASH-MAK – Secondo la tradizione, è una parola della quarta Razza Atlantidea per indicare un misterioso fuoco Cosmico o meglio una Forza cosmica che si diceva fosse capace di polverizzare intere città e disintegrare il mondo.
MASORAH (Ebr.) – Il termine è applicato soprattutto ad una collezione di note esplicative grammaticali e critiche, che si trovano ai margini dei vecchi Manoscritti Ebraici, o rotoli del Vecchio Testamento. I Masoreti erano chiamati anche Melchiti.
MASSONERIA MAGNETICA – È chiamata anche massoneria “Iatrica”. Era una Fratellanza di Guaritori (da iatrike, parola Greca che significa “arte di guarire”), molto praticata dai “Fratelli della Luce” come Kenneth Mackenzie afferma nella Royal Masonic Cyclopaedia. Sembra che vi sia una tradizione in alcune opere segrete Massoniche – ciò comunque afferma il Ragon che è una grande autorità in merito – in base alla quale esisteva un grado Massonico detto Oracolo di Cos, “istituito nel XVIII° secolo a. C., per il fatto che Cos era il luogo di nascita di Ippocrate”. La iatrike era compito particolare dei sacerdoti che si prendevano cura degli ammalati negli antichi Asclepia, i templi dove si dice che il dio Asclepios (Esculapio) curasse gli ammalati e gli zoppi.
MASTABA (Egiz.) – La parte superiore di una tomba Egizia che secondo gli Egittologi era composta sempre da tre parti: (1) la Mastaba, o cappella commemorativa, al di sopra del suolo; (2) un Pozzo da venti a novanta piedi di profondità, che tramite un passaggio conduceva alla (3) Camera della sepoltura, dove si trovava il sarcofago contenente la mummia che dormiva il suo lungo sonno. Interrata la mummia, il pozzo veniva riempito e la sua entrata nascosta. Così dicono gli Orientalisti, che dividono l’ultimo luogo di riposo della mummia quasi negli stessi principi in cui i teologi dividono l’uomo : corpo, anima e spirito o mente. Ma queste tombe degli antichi erano simboliche, come il resto dei loro edifici sacri, e tale simbologia allude direttamente alla divisione settenaria dell’uomo. Ma nella morte l’ordine è invertito; la Mastaba con le sue scene di vita giornaliera dipinte sulle pareti, la sua tavola delle offerte alla Larva – il fantasma o “Linga Sarira” – era un monumento innalzato ai due Principi ed alla Vita che avevano abbandonato ciò che sulla terra era il trio inferiore; il Pozzo, il Passaggio, la Camera di Sepoltura e la mummia nel Sarcofago erano simboli oggettivi innalzati ai due “principi” perituri – la mente personale e Kama – ed ai tre imperituri, la Triade superiore, ora fusa nell’uno. Quest’“Uno” era lo Spirito del Beato che ora riposava nei Campi Felici di Aanroo.
MATARI SVAN (Sans.) – Un essere aeriforme che nel Rig-Veda porta giù agni, il fuoco, ai Bhrigus; questi sono detti i “Consumatori” e descritti dagli Orientalisti come “Una classe di esseri mitici che appartengono alla classe di mezzo, o aerea, degli dei”. In Occultismo, i Bhrigus sono semplicemente le “Salamandre” dei Rosacroce e dei Cabalisti.
MATERIALISTA – Non è necessariamente soltanto colui che non crede nè in Dio, nè nell’anima, nè alla sopravvivenza di questa, ma ogni persona che materializzi ciò che è puramente spirituale; così, per esempio, il credere in un Dio antropomorfo o personale, in un’anima capace di bruciare in un fuoco infernale, od in un inferno ed in un paradiso come vere e proprie località invece di stati di coscienza. I sostanzialisti americani, una setta cristiana, sono materialisti, come pure i cosidetti spiritisti.
MATERIALIZZAZIONI – Nello spiritismo la parola significa l’apparizione oggettiva dei cosiddetti “Spiriti” dei morti, che occasionalmente si rivestono di materia; in altre parole, essi formano per se stessi, utilizzando materiali che sono a loro portata sia nell’atmosfera che nelle emanazioni dei presenti, un corpo temporaneo che assume le fisionomia del defunto, così come appariva da vivo. I Teosofi accettano il fenomeno della “materializzazione”, ma respingono la teoria che esso sia prodotto dagli “Spiriti”, ovvero dai principi immortali di persone disincarnate. I Teosofi ritengono che quando il fenomeno è genuino – e questo è un fatto più raro di quanto generalmente si creda – viene prodotto da larve, gli eidola o “fantasmi” Kamalochici delle personalità morte. (Vedi “Kamadhatu”, “Kamaloka”, “Kamarupa”). Siccome il Kamaloka esiste sul piano terreno e differisce dalla materialità terrestre solo per il diverso livello del suo piano coscienziale, motivo per cui è celato alla nostra vista normale, l’apparizione occasionale di questi gusci è tanto naturale, quanto quella delle scariche elettriche e di altri fenomeni atmosferici. L’elettricità, in quanto fluido, o materia atomica (i Teosofi credono con Maxwell che essa è atomica), sebbene invisibile è sempre presente nell’aria e si Manifesta sotto vari aspetti, ma solo quando sono presenti certe condizioni atte a “materializzare” il fluido, cioè quando può passare dal suo piano al nostro, e rendersi oggettiva. La stessa cosa avviene con gli eidola dei morti. Essi sono presenti, attorno a noi, ma essendo su un piano diverso non ci vedono, né noi possiamo vederli. Ma quando si combinano insieme dei forti desideri di uomini viventi e le condizioni fornite dalle costituzioni anormali dei medium, questi eidola non solo sono attirati , ma spinti giù dal loro piano al nostro, e resi oggettivi. Questa è Necromanzia, non arreca bene ai morti, procura gran danno ai vivi, ed interferisce con le leggi di natura. La materializzazione occasionale di “corpi astrali”, o doppi, di persone viventi è un fatto completamente diverso. Questi “astrali” sono spesso scambiati per le apparizioni dei morti perché, simili ai camaleonti, i nostri “Elementari”, assieme a quelli degli Elementali disincarnati e cosmici, assumono spesso l’apparenza di quelle immagini che sono più forti nei nostri pensieri. In breve, nella cosiddetta “materializzazione” delle sedute spiritiche, sono i presenti ed i medium a creare la rassomiglianza peculiare delle apparizioni. Le “apparizioni” indipendenti appartengono ad un altro genere di fenomeni psichici. Le materializzazioni sono chiamate anche “manifestazioni formali” e “copie statuarie”. È inammissibile chiamarle spiriti Materializzati, poiché esse non sono spiriti ma, appunto, copie animate.
MATHADHIPATI (Sans.) – I capi di varie Fratellanze religiose in India, i Gran Sacerdoti dei Monasteri.
MATHAM (Sans.) – Mutham. Templi con chiostri e monasteri per asceti e discepoli.
MATRA (Sans.) – Il periodo di tempo più piccolo applicato alla durata dei suoni, equivalente ad un battere di ciglio.
MATRA (Sans.) Quantità di una Sillaba Sanscrita.
MATRI (Sans.) – “Madri”, le madri divine. Il loro numero è sette. Sono l’aspetto femminile ed i poteri degli dei.
MATRIPADMA (Sans.) – La madre-loto; il grembo della Natura.
MATRONETHAH (Eb. e Cab.) – Identica a Malkuth, la decima Sephira. Letteralmente, Matrona è la “madre inferiore”.
MATSYA (Sans.) – “Pesce”. L’avatar Matsya è una delle incarnazioni di Vishnu.
MATSYA PURANA (Sans.) – La Scrittura, o Purana, che tratta della incarnazione di Vishnu come pesce.
MAYA (Sans.) – Illusione; il potere che rende l’esistenza fenomenica e le percezioni possibili. Nella filosofia Indiana solo ciò che è senza mutamento ed eterno è chiamato realtà; tutto ciò che è soggetto a cambiamento attraverso la decadenza e la differenziazione, e che ha quindi un principio ed una fine, è considerato maya – illusione.
MAYA MOHA (Sans.) – Una forma illusoria assunta da Vishnu per trarre in inganno l’asceta Daitya che stava diventando troppo santo tramite costrizioni ed austerità e quindi, come dice il Vishnu Purana, di potenza pericolosa.
MAYAVI RÚPA (Sans.) – “Forma illusoria”; secondo la filosofia esoterica, il “doppio”; doppelganger in tedesco o perisprit in francese.
MAZDEI – Da (Ahura) Mazda. (v. Yasna, XI, di Spiegel). Erano gli antichi nobili Persiani che adoravano Ormuzd e che, rifiutando le immagini, ispirarono agli Ebrei lo stesso orrore per ogni raffigurazione concreta della Divinità. Sembra che ai tempi di Erodoto siano stati soppiantati dai Maghi religiosi. I Parsi ed i Geber (geberim, gli uomini potenti della Genesi, VI e X – 8) sembra fossero Maghi che operavano in ambito religioso.
MAZDEO – Zoroastriano; letteralmente, “adoratore di dio”.
MEDINI (Sans.) – La terra, così chiamata dal midollo (medas) di due demoni. Questi mostri, uscendo dall’orecchio di Vishnu dormiente, si apprestavano ad uccidere Brahma che giaceva sul loto che cresce dall’ombelico di Vishnu, quando il dio della Preservazione si svegliò e li uccise. I loro corpi, gettati in mare, produssero una tal quantità di grasso e di midollo che Narayana li usò per formare la terra.
MEGACOSMO (Gr.) – Il mondo della luce Astrale o, come spiegato da un Massone confuso, “un grande mondo, non identico al Macrocosmo, l’Universo, ma qualcosa fra esso ed il Microcosmo, il piccolo mondo”, o uomo.
MEHEN (Egiz.) – Nei miti popolari è il grande serpente che rappresenta l’atmosfera inferiore. In Occultismo è il mondo della Luce Astrale, simbolicamente chiamata Drago Cosmico e Serpente. (v. le opere di Eliphas Levi, che chiamava questa luce Le Serpent du Mal e con altri nomi, attribuendo ad essa tutte le influenze malefiche che esistono sulla terra).
MELEKH (Ebr.) – Letteralmente, “un Re”. Nome della Sephira Tipheret, la V o vau del tetragrammaton – il figlio o Microprosopo (il Piccolo Volto).
MELHAS (Sans.) – Una classe di dei del fuoco, o Salamandre.
MEMRAB (Ebr.) – Nella Cabala è “la voce della volontà”, cioè le collettive forze di natura in attività, chiamate la “Parola” o, dai Cabalisti Ebrei, Logos.
MANDEI (Gr.) – Chiamati anche Sabei e Cristiani di San Giovanni. Quest’ultima denominazione è assurda perché, secondo tutte le versioni, compresa quella loro propria, non hanno nulla a che vedere con il Cristianesimo, da loro aborrito. Il gruppo moderno dei Mandei è largamente diffuso nell’Asia Minore ed altrove, e molti Orientalisti giustamente lo ritengono delle vestigia residue che discendono direttamente dagli Gnostici, cui sono sopravvissuti. Come è spiegato nel Dictionnaire des Apocryphes dell’Abate Migne (art. “Le Code Nazaréan” volgarmente chiamato “Libro di Adamo”), i Mandei (scritto in francese Mandaïtes e da essi pronunciato Mandai), “significa esattamente scienza, conoscenza o Gnosi. Quindi, è l’equivalente di Gnostici” (loc. cit., nota a pag. 3). Come dimostra l’opera citata, sebbene Molti viaggiatori abbiano parlato di una setta i cui seguaci sono variamente chiamati Sabei, Cristiani di San Giovanni e Mandei, sparsi attorno allo Schat-el-arab al punto di congiunzione fra il Tigri e l’Eufrate (principalmente a Bassorah, Hoveiza, Korna, ecc.), fu Norberg a segnalare per primo una tribù appartenente alla stessa setta, stabilitasi in Siria. E questa tribù è la più interessante di tutte. Composta da circa 14-15.000 persone, vive ad un giorno di cammino ad est del Monte Libano, principalmente ad Elmerkah (Lata-Kieh). Si definiscono indifferentemente Nazareni e Galilei, poiché originariamente vennero in Siria dalla Galilea. Affermano che la loro religione è la stessa di quella di San Giovanni Battista e che fin ad oggi non hanno cambiato una virgola. Nei giorni di festa si vestono con pelli di cammello, dormono su pelli di cammello, e mangiano locuste e miele come fece loro “Padre, San Giovanni Battista”. Definiscono Gesù Cristo un impostore, un falso Messia, e Nebso (o il pianeta Mercurio nel suo aspetto negativo) e affermano che è prodotto dallo Spirito delle “sette stelle (o pianeti) negativamente disposte”. Vedi il Codex Nazaraeus, che è la loro Scrittura.
MENDES (Gr.) – Il nome del demone-capro, che la Chiesa di Roma asserisce essere stato adorato dai Templari ed altri Massoni. Ma questa capro fu il mito creato dalla fantasia malvagia dell’odium theologicum. Una creatura simile non è mai esistita, né il suo culto era praticato dai Templari o dai loro predecessori, gli Gnostici. Il dio di Mendes, o il Mendesius Greco, un nome dato all’Egitto Meridionale in tempi pre-Cristiani, era il dio Ammon dalla testa di ariete, il vivente e santo spirito di Ra il sole datore di vita; questo indusse alcuni autori Greci all’errore di affermare che gli Egiziani stessi chiamavano il capro (o il dio dalla testa di montone), Mendes. Ammone fu per secoli la principale divinità dell’Egitto, il dio supremo; Ammon- Ra “il dio nascosto” o Amen (il dio celato) Auto-generato, che è “padre di se stesso e figlio di se stesso”. Esotericamente egli era Pan, il dio della natura o la natura personificata, e probabilmente il piede biforcuto di Pan, dal piede di capro, contribuì a produrre l’errore che questo dio era un capro. Poiché il santuario di Ammone era a Pa-bi-neb-tat “la dimora di Tat o dello Spirito, Signore di Tat”, (Bindedi nelle iscrizioni Assire), i Greci, da “Mendesius” corruppero il nome prima in Bendes e poi in Mendes. L’ “errore”, anche dopo essere stato riconosciuto, era troppo utile agli scopi ecclesiastici per essere abolito o corretto.
MENSAMBULISMO (Lat.) – Una parola coniata da alcuni Cabalisti Francesi dal latino Mensa, tavola, per indicare il fenomeno della “tavola che ruota”.
MENTE DEMIURGICA – Sinonimo di “Mente Universale”. Mahat, il primo “prodotto” di Brahma, o se stesso.
MERACHA PHATH (Ebr.) – Usato per il “respiro” dello Spirito divino nell’atto di librarsi sulle acque dello spazio prima della creazione. (Vedi Siphra Dzeniutha).
MERCAVAH (Ebr.) – O Mercabah. Un carro o cocchio; i Cabalisti dicono che il Supremo, dopo aver costituito i Dieci Sephiroti, li usò come carro, veicolo o trono di gloria, su cui discendere nelle anime degli uomini.
MERODACH (Cald.) – Dio di Babilonia, chiamato poi Bel. È figlio di Davkina, la dea delle regioni inferiori o terra, e di Hea che, secondo gli Orientalisti, è il dio dei Mari e dell’Ade; esotericamente e secondo gli Accadiani è il Grande Dio della Saggezza, “colui che fa resuscitare i morti”. Hea, Ea, Dagon o Oannes, Merodach, sono la stessa cosa.
MERU (Sans.) – Il nome di un monte che si asserisce essere al centro (nell’ “ombelico”) della terra dove si trova Swarga, l’Olimpo degli Indiani. Contiene le “città” degli dei più importanti e le dimore di vari Deva. A volerlo accettare geograficamente, si tratterebbe di un Monte sconosciuto a Nord dell’Himalaya. Nella tradizione, Meru era la “Terra della Beatitudine” delle più remote epoche Vediche. Si fa riferimento ad esso pure come Hemadri, “la Montagna d’oro”, Ratnasanu, “cima gioiello”, Karnikachala, “montagna di loto”, Amaradri e Deva parvata, “la montagna degli dei”. Gli insegnamenti Occulti collocano il Monte Meru proprio al centro del Polo Nord, indicandolo come il luogo del primo continente della nostra terra, dopo la solidificazione del globo.
MESHIA (Zend) – O Meshiane. Secondo il primitivo sistema Persiano, sono l’Adamo ed Eva degli Zoroastriani; la prima coppia umana.
MESMER Friedrich Anton – Medico famoso che riscoprì ed usò praticamente quel fluido Magnetico che è nell’uomo, che fu chiamato magnetismo animale e la cui pratica, dal suo nome, si chiama Mesmerismo. Nacque a Schwaben nel 1734 e morì nel 1815. Era un membro iniziato della Fratellanza dei Fratres Lucis e di Lukshoor (Luxor), o del Ramo Egiziano di questi ultimi. Fu il Consiglio di “Luxor” a sceglierlo – secondo gli ordini della “Grande Fratellanza” – affinché agisse nel secolo XVIII° come uno dei loro tipici pionieri, inviati nell’ultimo quarto di ogni secolo per illuminare nella conoscenza occulta una piccola parte delle nazioni occidentali. In questo caso fu St. Germain che sovrintese allo sviluppo degli eventi. Più tardi Cagliostro fu incaricato di collaborare, ma avendo egli fatto una serie di errori, più o meno fatali, fu richiamato. Di questi tre uomini che furono all’inizio considerati come ciarlatani, Mesmer è già stato scagionato dall’accusa. La riabilitazione degli altri due seguirà nel prossimo secolo. Mesmer, nel 1783, fondò “L’Ordine dell’Armonia Universale”, nel quale fu presumibilmente insegnato solo il magnetismo animale ma che, in realtà, esponeva i principi di Ippocrate, i metodi degli antichi Asclepieia, i Templi Terapeutici, e molte altre Scienze Occulte.
METATRON (Ebr.) – Il Cabalistico “Principe dei volti”, l’Intelligenza della Prima Sephira e supposto signore di Mosè. Il valore numerico del nome è 314, lo stesso della divinità detta “Shaddai”, l’Onnipotente. È anche l’Angelo del mondo di Briah e colui che condusse gli Israeliti attraverso il Deserto, perciò è uguale a Jehovah, il “Signore Dio”. Il nome assomiglia alla parola greca metathronon o “vicino al Trono”. (w.w.w.).
METEMPSICOSI – Il passaggio dell’anima da uno stato di esistenza all’altro. Viene simboleggiata e comunemente creduta quale rinascita in corpi animali. Viene per lo più fraintesa da tutte le classi della società Europea ed Americana, compresi molti scienziati. La metempsicosi va applicata solo agli animali. L’assioma Cabalista “una pietra diventa una pianta, una pianta un animale, un animale un uomo, un uomo uno spirito, uno spirito un dio”, è spiegato nel Manava Dharma-Shastra di Manu ed in altri libri Brahmanici.
METIS (Gr.) – Saggezza. La teologia Greca associava Metis, la Saggezza Divina, con Eros, l’Amore Divino. Si dice anche che la parola fu parte del nome della divinità dei Templari o l’idolo Baphomet, che alcune autorità fanno derivare da Baphe, battesimo, e Metis, saggezza; Mentre altri dicono che l’idolo stava a rappresentare i due istruttori, entrambi rifiutati dai Templari, cioè il Papa e Maometto.
MIDGARD (Scand.) – Nell’Edda, è il grande serpente che rosicchia le radici dello Yggdrasil – l’Albero della Vita e dell’Universo nelle leggende Norvegesi. Midgard è il Serpente terrestre del Male.
MIDRASHIM (Ebr.) – “Antico” – lo stesso che Purana; gli antichi scritti degli Ebrei, così come i Purana sono detti le “Antiche” (Scritture) dell’India.
MIGMAR (Tib.) – Il pianeta Marte.
MIMANSA (Sans.) – Una scuola di filosofia, una delle sei esistenti in India. Ci sono due Mimansa, la più antica e la più recente, La prima, “Purva-Mimansa”, fu fondata da Jamini, la seconda, “Uttara-Mimansa”, da un Vyasa – ed è ora chiamata la scuola Vedanta. Sankaracharya fu l’apostolo più importante di quest’ultima. La scuola Vedanta è la più antica delle sei Darshana “dimostrazioni”, ma anche alla Purva-Mimansa è attribuita un’antichità che va fino al 500 a. C.. Gli Orientalisti, per favorire l’assurda teoria che tutte queste scuole sono dovute “all’influenza greca”, le daterebbero ad una epoca ancora più recente, pur di farle collimare con le loro teorie. Le Shad-darshana (o le Sei Dimostrazioni) hanno tutte un punto di partenza comune e sostengono che ex nihilo nihil fit.
MIMIR (Scand.) – Nell’Edda, un gigante saggio. Uno Jotun o Titano. Egli sorveglia una sorgente (la sorgente di Mimir) che contiene le acque della Saggezza Primordiale, bevendo le quali Odino acquisì la conoscenza di tutti gli eventi – passati, presenti e futuri.
MINAS (Scand.) – L’equivalente di Meenam, il segno Zodiacale Pisces, o Pesci.
MINOSSE (Gr.) – Il grande Giudice dell’Ade. Un antico Re di Creta.
MIÖLNER (Scand.) – Il maglio generatore di tempeste di Thor (vedi “Svastica”) costruito per lui dagli Gnomi. Con esso il Dio conquistò gli uomini e gli dei. Lo stesso genere di arma Magica della Indiani Agneyastra, l’arma di fuoco.
MISHNAH (Ebr.) – La parte più antica del Talmud Ebraico, o legge orale, consistente in regole supplementari per la guida degli Ebrei, con un ampio commentario. Il contenuto è organizzato in sei sezioni che trattano delle Semine, delle Festività, delle Donne, dei Risarcimenti per danno, delle Cose Sacre e della Purificazione. Il Rabbino Judah Haunasee codificò il Mishnah verso il 140 d. C. (w.w.w.).
MISTAGOGIA (Gr.) – Le dottrine o le interpretazioni dei Misteri sacri.
MISTES (Gr.) – Nell’antichità era il nome dei nuovi Iniziati; oggi è quello dei Car-dinali Romani che, avendo preso a prestito i loro riti ed i loro dogma dai “pagani” Ariani, Egizi e Greci, si sono aiutati anche con la musij dei neofiti. Questi debbono tenere gli occhi e le labbra chiuse sulla loro consacrazione, e quindi sono chiamati Mystae.
MISTERI – I teletai greci, o compimenti, celebrazioni di iniziazioni o Misteri. Erano riti, generalmente tenuti segreti al profano ed al non iniziato, durante i quali venivano insegnati, con rappresentazioni drammatiche ed altri metodi, l’origine delle cose, la natura dello spirito umano, la sua relazione con il corpo, il metodo della sua purificazione e della sua reintegrazione alla vita superiore. La scienza fisica, la medicina, le leggi della musica, della divinazione, erano tutte insegnate allo stesso modo. Il giuramento di Ippocrate altro non era che un obbligo Mistico. Ippocrate era un sacerdote di Asclepio, del quale rese pubblici alcuni scritti. Gli Asclepiadi erano iniziati al culto del serpente Esculapio come le Baccanti lo erano a quello di Dioniso; alla fine, entrambi i riti vennero incorporati nei Misteri di Eleusi. I Misteri Sacri erano rappresentati negli antichi Templi dagli Ierofanti iniziati a beneficio e per l’istruzione dei candidati. I Misteri più solenni ed occulti erano certamente quelli che venivano rappresentati in Egitto “dalla lega dei mantenitori del segreto”, come Mr. Bonwick chiama gli Ierofanti. Maurice descrive la loro natura con poche righe molto incisive. Parlando dei Misteri rappresentati a File (isola sul Nilo), dice che “era in queste oscure sale che i grandi e mistici arcani della dea (Iside) venivano svelati all’aspirante in adorazione, mentre il solenne inno dell’Iniziazione risuonava attraverso la grande estensione di questi recessi di pietra”. La parola “misteri” è derivata dal greco muo, “chiudere la bocca”, ed ogni simbolo connesso con essi aveva un significato nascosto. Come affermano Platone e molti altri saggi dell’antichità, i Misteri erano altamente religiosi, morali e benefici in quanto erano una scuola di etica. I misteri Greci, quelli di Cerere e di Bacco, erano solo imitazioni di quelli Egiziani; e l’autore di Fede Egizia e Pensiero Moderno ci informa che la nostra “parola cappella o chapel deriva da Caph El, o il collegio di El, la divinità Solare”. I ben noti Kabiri sono collegati ai Misteri. In breve, in ogni paese i Misteri consistevano in una serie di rappresentazioni drammatiche, nelle quali i segreti della cosmogonia e della natura, in generale, erano personificati dai sacerdoti e dai neofiti che rappresentavano la parte dei vari dei e dee, ripetendo scene allegoriche delle loro ri146 spettive vite. Queste erano spiegate al candidato all’iniziazione nel loro significato nascosto, ed incorporate in dottrine filosofiche.
MISTERICO Linguaggio – Il gergo sacerdotale segreto adoperato dai sacerdoti iniziati, ed usato solo quando si discuteva di cose sacre. Ogni nazione aveva il proprio linguaggio “misterico”, conosciuto solo da coloro che erano ammessi ai Misteri.
MISTERIUM MAGNUM (Lat.) – “Il Grande Mistero”, un termine usato in Alchimia in connessione alla fabbricazione della “Pietra Filosofale” e dell’ “Elisir di Vita”.
MITRA (Pers.) – O Mithra. Un’antica divinità Iraniana, un dio solare, ciò essendo evidenziato dalla sua testa di leone. Il nome esiste anche in India, e significa una forma del sole. Il Mitra Persiano, colui che scacciò dal Cielo Arimane, è il Messia di cui si aspetta il ritorno quale giudice degli uomini, che prenderà su di sè il peccato ed espierà per le iniquità dell’umanità. Come tale, comunque, egli è direttamente collegato con l’Occultismo più elevato, i cui contenuti erano esposti nei Misteri Mitraici, che da lui presero il nome.
MITRA – Copricapo di un dignitario religioso, come un Vescovo della Chiesa Cattolica; berretto terminante in due lembi simili alla testa di un pesce con la bocca aperta – os tincae – associato a Dagon, la divinità Babilonese, significando la parola dag pesce. È abbastanza strano che l’os uteri della femmina umana sia stato chiamato così e che il pesce sia messo in relazione con la dea Afrodite che nacque dal mare. Ed è anche strano che le antiche leggende Caldee parlino di un Istruttore religioso chiamato Oannes e Annedotus, metà pesce e metà uomo, che giunse a loro sorgendo dal mare. (w.w.w.).
MIZRAIM (Egiz.) – Nome dell’Egitto in epoche antiche. Questo nome è ora connesso con la Massoneria. Vedi nelle Enciclopedie Massoniche il rito di Menfis e Mizraim.
MLECHCHA (Sans.) – Fuori casta. Nome dato agli stranieri e a chi non era Ariano.
MNEVIS (Ebr.) – Il toro Mnevis, Figlio di Ptah ed simbolo del dio-Sole Ra, perché si supponeva che Api fosse Osiride in forma di toro sacro. La sua dimora era ad Heliopoli, la Città del Sole. Era nero e portava sulle sue corna il sacro ureus ed il disco.
MOBED (Zend) – Parsi, o sacerdoti Zoroastriani.
MOIRA (Gr.) – L’equivalente del Latino Fatum – fato, destino, il potere che governa le azioni, le sofferenze, la vita e gli sforzi degli uomini. Non si tratta del Karma, è solo una delle forze che agiscono al suo servizio.
MOKSHA (Sans.) – “Liberazione”. Lo stesso che Nirvana; uno stato di riposo e di benedizione dell’ “Anima-Pellegrino” dopo la morte.
MONACHE – Vi erano monache nell’antico Egitto, come in Perù e nell’antica Roma . Erano le “vergini spose” dei loro rispettivi dei (solari). Erodoto dice: “Le spose di Ammone sono escluse da ogni rapporto con gli uomini”, sono “le spose del Cielo”; ed erano virtualmente Morte al mondo, proprio come oggi. In Perù erano “le pure Vergini del Sole”, e ci si riferisce alle donne velate di Ammon-Ra, in alcune iscrizioni, come alle “spose divine”.”La sorella di Ounnefer, il principale profeta di Osiride durante il regno di Ramsete II°” è descritta come “Taia, la Madre Superiora delle Monache” (Mariette Bey).
MONADE (Gr.) – L’Unità, l’uno; ma in Occultismo significa spesso la triade unificata, Atma-Buddhi-Manas, o la diade, Atma-Buddhi, quella parte immortale dell’uomo che si reincarna nei regni inferiori della natura e gradualmente progredisce attraverso essi fino all’Uomo, e quindi fino alla meta finale – il Nirvana.
MONAS (Gr.) – Uguale al termine Monade, “Solo”, una unità. Nel sistema Pitagorico, la diade emana dalla Monas superiore e solitaria, che è, quindi, la “Causa Prima”.
MONDI I Quattro – I Cabalisti riconoscono Quattro Mondi di Esistenza, cioè, il Mondo Atziluth o archetipale; Briah o creativo, primo riflesso dell’altissimo; Yetzirah o formativo; e Assiah, il Mondo dei Gusci o Klippoth, l’universo materiale. L’essenza della Divinità che si concentra nei Sephirot si manifesta prima nel Mondo Atzilutico, poi i suoi riflessi si producono in successione in ciascuno dei piani inferiori, con una radiosità ed una purezza che diminuiscono gradualmente, fino ad arrivare al mondo materiale. Alcuni autori chiamano questi quattro piani: Mondo Intellettuale, Mondo Morale, Mondo Sensoriale e Mondo Materiale (w.w.w.).
MONDI Inferiori e Superiori – Gli Occultisti ed i Cabalisti concordano nel dividere l’universo in mondi superiori e inferiori i mondi dell’Idea ed i mondi della Materia. “Come in alto, così in basso”, afferma la filosofia Ermetica. Questo mondo inferiore è formato sul suo prototipo – il mondo superiore; e “qualsiasi cosa c’è nell’inferiore è solo un’immagine (un riflesso) del superiore (Zohar, II°, fol. 20a).
MONDO – Come suffisso di montagne, alberi e così via, è un credo universale. Così la “Montagna del Mondo” degli Indù era il Meru. Come detto in Iside Svelata: “Si potrebbe dimostrare che tutte le montagne e le uova del mondo, gli alberi del mondo, i serpenti e le colonne del mondo, incarnano scientificamente verità dimostrate di filosofia naturale. Tutte queste Montagne contengono, con variazioni minime, una descrizione della cosmogonia primordiale, allegoricamente espressa; gli alberi del mondo, quella della susseguente evoluzione dello spirito e della materia; i serpenti del mondo e le colonne del mondo sono le memorie simboliche degli svariati attributi di questa doppia evoluzione, nelle sue infinite correlazioni di forze cosmiche. All’interno dei misteriosi recessi della montagna – matrice dell’universo – gli dei (le forze) preparano i germi atomici della vita organica e, al tempo stesso, la bevanda di vita che, una volta gustata, risveglia nell’uomo-materia l’uomo-spirito. Il Soma, la bevanda sacrificale degli Indiani, è quella bevanda sacra. Poiché al momento della creazione della materia prima, mentre le parti più grossolane di essa furono usate per il mondo embrionale fisico, la sua essenza più divina pervase l’universo, permeando invisibilmente e racchiudendo entro le sue onde eteriche il bimbo appena nato, sviluppandolo e stimolandolo all’attività, man Mano che emergeva lentamente dal caos eterno. Questi miti del mondo passarono gradualmente dalla poesia delle concezioni astratte alle immagini concrete dei simboli cosmici, come ora li trova l’archeologia”. Un altro prefisso forse ancora più usato, per tutti questi oggetti, è “Mondano”. (Vedi “Mondo Uovo del”, “Mondo Albero del”, “Yggdrasil”).
MONDO Uovo del o Albero del o qualsiasi altro oggetto simbolico mitologico. Meru è la “Montagna del Mondo”; l’Albero Bodhi, o Ficus religiosa, è l’Albero del Mondo dei Buddisti; come l’Yggdrasil è “l’Albero del Mondo” degli Scandinavi o Norvegesi.
MONOGENO (Gr) – “unigenito”; nome di Proserpina e di altri dei e dee.
MORALE IRANIANA – Una piccola opera chiamata Morale Zoroastriana e dell’Antico Iran, compilata da Dhunjibhoy Jamsetjee Medhora, un Teosofo Parsi di Bombay, è un eccellente trattato pervaso di eccelsi insegnamenti morali, in Inglese e Gujerati, e può informare gli studiosi meglio di molti volumi circa l’etica degli antichi Iraniani.
MORIAH Monte. Secondo la tradizione è il luogo dove sorgeva il primo Tempio di Salomone a Gerusalemme. Fu verso di esso che si incamminò Abramo per offrire in sacrificio il figlio Isacco.
MORTE per Bacio – Secondo la Cabala, chi la pratica non muore a causa del potere dello Spirito del Male, Yetzer ha Rah, bensì per il bacio ricevuto dalle labbra di Jehovah Tetragrammaton, che egli incontra nell’Hekal Ahabah o Palazzo dell’Amore. (w.w.w.).
MORYA (Sans.) – Una delle case reali Buddiste di Magadha, alla quale appartenevano Chandragupta e suo nipote Asoka; è anche il nome di una tribù Rajput.
MOT (Fen.) – Lo stesso che Ilus, fango, caos primordiale; parola usata nella Cosmogonia Tirrenica. (Vedi “Suida”).
MOUT (Egiz.) – O Mooth. La dea madre, la dea primordiale, poiché si dice che “tutti gli dei sono nati da Mooth”. Astronomicamente è la luna.
MU (Senz.) – La parola mistica (o meglio, una parte di essa) nel Buddismo Settentrionale. Significa la “distruzione della tentazione” durante la pratica Yoga.
MUDRA (Sans.) – Chiamato il mistico sigillo. Un sistema di segni occulti fatti con le dita. Tali segni imitano degli antichi segni Sanscriti efficaci in senso magico. Usati dapprima nella scuola Yogacharya del Buddismo Settentrionale, furono poi adottati dai Tantrici Indiani, che li usarono spesso a scopi di magia nera.
MUKTA o MUKTI (Sans.) – Liberazione dalla vita senziente; un beato o liberato; un candidato a Moksha, liberazione dalla carne e dalla materia, cioè dalla vita su questa terra.
MÚLAPRAKRITI (Sans.) – La radice Parabrahmanica, il deifico principio astratto femminile – la sostanza indifferenziata. Akasa. “radice della natura” (Prakriti) o Materia.
MULIL (Cald.) – Un nome del dio Caldeo Bel.
MULUK-TAOOS (Arab.) – Da Maluh, “Sovrano”. Una forma recente di Moloch, Melek, Malayak e Malachim, “messaggeri”, angeli. È la divinità adorata dagli Yezidi, una setta Persiana, chiamata gentilmente dalla teologia Cristiana “adoratori del diavolo” sotto le sembianze di un pavone. Il Signore “Pavone” non è Satana, né il diavolo; è semplicemente il simbolo della Saggezza dai cento occhi; è l’uccello di Saraswati, dea della Saggezza, di Karttikeya, il Kumara, Vergine celibe dei Misteri di Giunone e di tutti gli altri dei e dee connessi con la conoscenza esoterica.
MUMMIA – Nome dei corpi conservati secondo l’antico metodo Egizio. Il processo di Mummificazione era un rito molto antico nella terra dei Faraoni, e veniva considerato come una delle cerimonie più sacre. Era comunque un processo che implicava una notevole conoscenza di chimica e chirurgia. Mummie di 5000 anni fa appaiono conservate e fresche come al Momento in cui andarono sotto le mani dei Parashistes o imbalsamatori.
MUMUKSHATWA (Sans.) – Desiderio di liberazione (dalla reincarnazione e dalla schiavitù della materia).
MUNDAKYA UPANISHAD (Sans.) – Letteralmente, la “dottrina esoterica Mundaka”, un’opera molto antica. È stata tradotta da Raja Rammohun Roy.
MUNI (Sans.) – Santi, o Saggi.
MURARI (Sans) – Nome di Krishna o di Vishnu; significa nemico di Mura, un Asura.
MÚRTI – Una forma, un segno o un viso. Ad esempio “Trimurti” i “Tre Visi” o Aspetti.
MURTIMAT (Sans.) – Qualcosa inerente o incarnato in qualcosa da cui è inseparabile; come l’umidità dell’acqua, che è coesistente e coeva con essa. Termine usato per alcuni attributi di Brahma e di altri dei.
MUSPEL (Scand.) – Nell’Edda è un gigante, dio del Fuoco e padre delle Fiamme. Furono queste figlie cattive del buon Muspel che, dopo aver minacciato Glowheim (Muspelheim), si riunirono in una formidabile armata e combatterono l’ “Ultima Battaglia” sul campo Wigred. Muspel è reso “Fuoco del Mondo o terrestre”. L’idea di Dark Surtur (fumo nero) dal quale emanano lingue di fiamme, collega Muspel all’Agni Indiano.
MYALBA (Tib.) – Nella filosofia esoterica del Buddismo Settentrionale, è il nome della nostra terra, chiamata Inferno per coloro che vi si reincarnano per punizione. Exotericamente, Myalba è tradotto un Inferno.
MYSTICA VANNUS IACCHI – Comunemente tradotta come il mistico Ventaglio : ma in un’antica terracotta del British Museum, il ventaglio è un Canestro simile a quello che negli Antichi Misteri veniva mostrato con il suo contenuto: Innman dice con emblematici testicoli.

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