Glossario Teosofico: B

B – Seconda lettera in quasi tutti gli alfabeti, seconda anche nell’alfabeto Ebraico. Il suo simbolo è una casa, la forma della Beth ,la lettera stessa indica una abitazione, una capanna , ? un luogo dove riposarsi. “Quale parola composta da una radice è costantemente usata allo scopo di mostrare che è connessa con la pietra; ad esempio, quando vengono erette pietre a Beth-el. Il valore numerico a cui l’ebraico la fa corrispondere è 2. Unita alla lettera precedente, forma la parola Ab, la radice di “padre”, Signore, persona autorevole, ed ha l’onore cabalistico di essere la prima lettera nel Sacro Volume della Legge. Il nome divino connesso con questa lettera è Bakhour”. (Royal Masonic Cyclopaedia.).
B’NE ALHIM (Ebr.) – O Beni Elohim, “Figli di Dio”, letteralmente o più correttamente “Figli degli dei”, poiché Elohim è il plurale di Eloah. Un gruppo di poteri angelici riferibili per analogia alla Sephira Hod. (w.w.w.).
BAAL (Cald. Eb.) – Baal o Adone (Adonai) era una divinità fallica. “Chi salirà sulla collina (il luogo alto) del Signore; chi potrà stare nel posto del suo Kadushu (v.)?” (Salmi, XXIV, 3). La “danza circolare” eseguita dal Re Davide intorno all’Arca, era la danza prescritta dalle Amazzoni nei Misteri, la stessa dei salti dei profeti di Baal (I° Re, XVIII). Egli era chiamato Baal-Tzephon, o dio della cripta (Esodo) e Seth, o il pilastro (fallo), poiché egli era l’equivalente di Ammone (o Baal-Ammone) degli Egizi, chiamato “il dio nascosto”. Tifone, detto Set, che in Egitto nelle prime dinastie fu un dio importante, è un aspetto di Baal e Ammone così come di Shiva, Jehovah e di altri dei. Baal è il Sole che tutto divora e, in un certo senso, è il feroce Moloch.
BABIL Tumulo di (Cald. Eb.) – Luogo dove era situato il tempio di Bel a Babilonia. (N. d. T. Significativamente un tumulo è un monticello di terra eretto su una tomba.)
BACCO (Gr.) – Exotericamente e superficialmente è il dio del vino e della vendemmia, della licenziosità e dell’allegria; ma il significato esoterico di questa personificazione è più complesso e filosofico. Egli è l’Osiride dell’Egitto, e la sua vita e significato appartengono allo stesso gruppo di altre divinità solari, tutte “sopportano il peccato del mondo”, tutti sono uccisi e risorgono; come ad esempio Dionisio o Attis della Frigia (Adone o Tammuz della Siria), come Ausonio, Baldur (v.), etc…. Tutti costoro furono messi a morte, pianti, e riportati alla vita. I festeggiamenti per Attis avevano luogo alle Hilaria per la Pasqua “pagana” il 15 di Marzo. Ausonio, un aspetto di Bacco, fu trucidato “all’equinozio di primavera il 21 Marzo e risorse in tre giorni”. Tammuz, che è una copia di Adone e di Attis, fu pianto dalle donne nel “boschetto” che porta il suo nome “sopra Betlemme, dove emise il suo primo vagito Gesù”, secondo quanto dice S. Girolamo. Bacco è assassinato e sua madre raccoglie le membra del suo corpo dilaniato come fa Iside per quelle di Osiride, e così via. Dionisio Iacco, fatto a pezzi dai Titani, Osiride, Krishna, tutti discesero nell’Ade e nuovamente ritornarono. Dal punto di vista astronomico tutti rappresentano il Sole, psichicamente sono tutti simboli dell’ “Anima” che sempre risorge (l’Ego nelle sue re-incarnazioni); spiritualmente, sono tutti innocenti capri- espiatori, che sacrificano per i peccati dei mortali i loro involucri terreni, ed in verità sono l’immagine poetizzata dell’UOMO DIVINO, la forma di argilla vitalizzata dal suo Dio.
BACONE Ruggero – Monaco francescano, famoso come adepto in Alchìmia e Arti Magiche. Visse in Inghilterra nel 13° secolo. Egli credette nella pietra filosofale, nel modo in cui vi credono tutti gli adepti dell’Occultismo, e credette anche nell’astrologia filosofica. Fu accusato di aver creato una testa di bronzo che aveva un apparato acustico nascosto nell’interno, e che sembrava enunciasse oracoli che erano parole pronunciate dallo stesso Bacone in un’altra stanza. Fu un fisico ed un chimico meraviglioso e gli si attribuì il merito di aver inventato la polvere da sparo, sebbene egli dicesse di averne avuto il segreto dai “Saggi dell’Asia (Cinesi)”.
BADDHA (Sans.) – Legato, condizionato; come è ogni mortale che non si è reso libero tramite il Nirvana.
BAFOMETTO (Gr.) – Il capro androgino di Mendes (Vedi Dottrina Segreta, vol. I°, pag. 265). Secondo gli Occidentali ed i Cabalisti Francesi in particolare, i Templari furono accusati di adorare Bafometto, e Jacques de Molay, il Gran Maestro dei Templari, con tutti i suoi fratelli Massoni, furono uccisi di conseguenza. Ma esotericamente e filosoficamente la parola non ha mai significato “capro”, e neanche qualcosa di oggettivo quale può essere un idolo. Secondo Von Hammer, il termine significa “battesimo” o iniziazione nella Saggezza, dalle parole greche ßaf? e µ?t?? e per la relazione esistente tra Bafometto e Pan. Von Hammer deve aver ragione. Era un simbolo Ermetico-Cabalistico, e l’intera storia inventata dal Clero un falso (Vedi “Pan”).
BAGAVADAM (Sans.) – Un’opera Tamil sull’Astronomia e su altre materie.
BAGH-BOG (Slav.) – “Dio”; un nome slavo per il Bacco Greco, il cui nome divenne il prototipo del nome di Dio o Bagh e bog o bogh; Dio in lingua russa.
BAHAK-ZIVO (Gnost.) – Il “padre dei Geni” nel Codex Nazaraeus. I Nazareni erano una primitiva setta semi-cristiana.
BAL (Ebr.) – Comunemente tradotto “Signore”, ma anche Bel, il dio Caldeo, e Baal, un “idolo”.
BAL-ILU (Cald.) – Uno dei molti titoli del Sole.
BALA (Sans) – O Panchabalani. I “cinque poteri” che si acquistano con la pratica Yoga: piena fiducia o fede; energia; memoria; meditazione; saggezza.
BALDUR (Scand.) – “Colui che dispensa tutti i beni”. Il Dio splendente che è “il migliore e tutta l’umanità lo loda altamente; così bello e splendente è nell’aspetto e nei lineamenti che raggi di luce sembrano emanare da lui” (Edda). Tale era l’ode alla nascita cantata a Baldur che risorge come Wali, il Sole primaverile. Baldur è chiamato il “bene-amato”, il “Santo”, colui “che è l’unico senza peccato”. È il “Dio della bontà”, che nuovamente nascerà, quando un mondo nuovo e più puro sarà sorto dalle ceneri del vecchio mondo sommerso dal peccato (Asgard)”. Egli è ucciso dall’astuto Loki, perché Frigga, la madre degli dei, “mentre supplicava tutte le creature e tutte le cose prive di vita di giurare che non avrebbero arrecato ingiuria al beneamato” dimenticò di menzionare “il debole ramo del vischio”, proprio come la madre di Achille dimenticò il tallone di suo figlio. Con il vischio Loki forgia una freccia e la mette nelle mani del cieco Hodur che con questa uccide il dio della luce dal cuore solare. Il vischio natalizio è probabilmente una reminiscenza del vischio che uccise il Dio nordico della Bontà.
BANDHA (Sans.) – Schiavitù; vita su questa terra; dalla stessa radice di Badda.
BARA Rito della – O Pastós (Gr). Era il rito finale dell’Iniziazione nei Misteri di Egitto, Grecia ed ovunque. L’ultimo e supremo segreto dell’Occultismo non poteva essere rivelato al Discepolo finché non fosse passato attraverso la cerimonia allegorica della Morte e Resurrezione a nuova luce. “Il verbo Greco te?e?ta? dice Vronsky, “significa nel modo attivo ‘Io muoio’ e nel passivo ‘Io sono iniziato’ ”. Strobeo cita un antico autore che diceva: “La mente viene colpita nella morte, allo stesso modo in cui lo è alla iniziazione ai Misteri; e la parola risponde alla parola come la cosa risponde alla cosa; perché teleutao è “morire” e telestai è “essere iniziato”. E così, come aggiunge Mackenzie, quando l’Aspirante veniva posto nel Pastos, Bara o Feretro, (in India sul tornio o sulla croce a braccia uguali, come spiegato nella Dottrina Segreta Vol. VI° pag. 132 e pag. 147-8) “era simbolicamente detto morire”.
BARCA DEL SOLE – Questa sacra barca solare era chiamata Sekti, ed era guidata dal morto. Secondo gli Egiziani l’esaltazione più alta del sole cadeva nell’Ariete e la sua caduta nella Bilancia. (Vedi “Il faraone, Figlio del Sole”). Una luce blu, che è il “Figlio del Sole”, è vista irradiarsi dalla barca. Gli antichi Egiziani insegnavano che il reale colore del sole era blu, ed anche Macrobio sostiene che il suo colore è di un blu puro prima che esso raggiunga l’orizzonte e dopo che vi scompare. A tale proposito è curioso notare il fatto che solo a partire dal 1881 i fisici e gli astronomi hanno scoperto che “il nostro Sole è veramente blu”. Il professor Langley ha dedicato molti anni per verificare il fatto. Aiutato in ciò dal meraviglioso apparato scientifico della scienza fisica, è riuscito finalmente a provare che l’apparente colore giallo-arancione del sole è dovuto soltanto all’effetto dell’assorbimento esercitato dalla sua atmosfera di vapori, principalmente metallici; ma che esso non sia realmente “un Sole bianco, ma azzurro”, questo è qualcosa che i sacerdoti Egiziani avevano scoperto migliaia di anni fa, senza conoscere alcuno strumento scientifico!
BARDESANE (Gnost.) – o Bardaisan. Uno Gnostico Siriano erroneamente considerato un teologo Cristiano, nato ad Edessa (Cronaca di Edessa) nel 155 della nostra era (Assemani Bibl. Orient. I, 389). Egli era un grande astrologo che seguiva il Sistema Occulto Orientale. Secondo Porfirio (che lo chiama il Babilonese, probabilmente a causa del suo Caldeismo o astrologia), “Bardesane…. ebbe rapporti con gli indiani che erano stati inviati a Cesare capeggiati da Damadamis (De Abst. IV, 17), ed imparò queste conoscenze dagli Indiani Gimnosofisti. Il fatto è che la maggior parte dei suoi insegnamenti, per quanto possano essere stati alterati dai suoi numerosi seguaci Gnostici, riportano alla filosofia indiana, ed ancor più agli insegnamenti Occulti del Sistema Segreto. Così nei suoi Inni egli parla della divinità creatrice come “Padre-Madre”, ed ancora del “Destino Astrale” (Karma), delle “Menti di Fuoco” (gli Agni-Deva), ecc. Egli mette in connessione l’Anima (il Manas personale) con le Sette Stelle, che trae la sua origine dagli Esseri Superiori (l’Ego divino); e di conseguenza “ammette la resurrezione spirituale ma nega quella del corpo”, come veniva accusato dai Padri della Chiesa. Efraim lo rappresenta mentre insegna i segni dello Zodiaco, l’importanza dell’ora di nascita, e “mentre proclama i sette”. Definendo il Sole il “Padre di Vita” e la Luna la “Madre di Vita”, egli mostra che quest’ultima “pone da parte la sua veste di luce (i princìpi) per il rinnovamento della Terra”. Fozio non riesce a capire come, sebbene egli possa accettare “l’Ani-ma libera dal potere della genesi (destino della nascita)” ed avente una libera volontà, ponga ancora il corpo sotto il potere della nascita (genesi). Egli dice: “Per essi (i seguaci di Bardesane) la ricchezza e la povertà, la malattia e la salute, la morte e tutte le cose al di là del nostro controllo, sono opera del destino”. (Bibl. Cod. 223, pag. 221 – f). Questo, in maniera molto chiara, è il Karma, che non esclude affatto il libero arbitrio. Ippolito lo vede come un rappresentante della Scuola Orientale. Parlando del Battesimo, si fa dire a Bardesane (op. cit. pp. 985-ff): “Non è comunque solo l’immergersi che ci rende liberi, ma la Conoscenza di chi noi siamo, di ciò che siamo divenuti, di dove eravamo prima, di dove stiamo andando, da che cosa siamo redenti; che cosa è la generazione (la nascita), che cosa è la ri-generazione (la ri-nascita)”. Ciò indica chiaramente la dottrina della re-incarnazione. La sua conversazione (Dialogo) con Awida e Barjamina sul Destino e sul Libero Arbitrio lo dimostra. “Ciò che è chiamato Destino è un ordine di uscita dato ai Governatori (Dei) ed agli Elementi secondo il cui ordine le Intelligenze (Ego-Spiriti) sono cambiati dalla loro discesa nell’Anima, e l’Anima dalla sua discesa nel corpo”. (Vedi il Trattato trovato nell’originale Siriaco e pubblicato con la traduzione inglese nel 1855 dal Dott. Cureton, Spicileg. Syriac., nel British Museum).
BARDESIANO Sistema – Il “Codice dei Nazareni”, un sistema elaborato da un certo Bardesane. È chiamato da alcuni una Cabala nella Cabala; una religione o setta il cui esoterismo è rivelato in nomi ed allegorie completamente sui generis. Un sistema Gnostico molto antico. Questo codice è stato tradotto in latino. Se sia giusto chiamare il Sabeismo dei Mandei (erroneamente chiamati Cristiani di San Giovanni) contenuto nel Codice Nazareno, “Sistema Bardesiano”, come fanno alcuni, è opinabile, perché le dottrine del Codice ed i nomi delle Potenze Benefiche e Malefiche in esso contenuti, sono più antichi di Bardesane. Eppure i nomi sono identici in ambedue i sistemi.
BARESMA (Zend) – Una pianta usata dai Mobed o sacerdoti Parsi nei templi del Fuoco, dove venivano conservate le fascine sacre.
BARHISHAD (Sans.) – Una classe di Pitri “lunari” o “Antenati”, i Padri che, secondo la superstizione popolare, si credeva avessero tenuto accesa nelle loro passate incarnazioni la fiamma sacra del focolare e che facessero sacrifici al fuoco. Esotericamente i Pitri che evolvettero le loro ombre o i chhaja per fare con esse il primo uomo. (Vedi Dottrina Segreta, vol. IV° pag. 97 e 115-116).
BASILEUS (Gr.) – L’Arconte o Capo che presiedeva esternamente i Misteri Eleusini. Mentre quest’ultimo era un laico iniziato, il magistrato di Atene, il Basileus del Tempio interno, faceva parte in quanto tale dello staff del grande Jerofante, e come tale era uno dei capi Mistae ed apparteneva ai misteri interni.
BASILIDE Sistema di – Chiamato così da Basilide, fondatore di una delle sette gnostiche più filosofiche. Clemente Alessandrino parla dello gnostico Basilide come di “un filosofo dedicato alla contemplazione delle cose divine”. Nonostante egli affermasse di aver ricevuto tutte le sue teorie dall’apostolo Matteo e da Pietro tramite Glauco, Ireneo lo calunniava, Tertulliano tuonava contro di lui, ed i Padri della Chiesa non avevano abbastanza parole di calunnia nei confronti dell’ “eretico”. Eppure nell’autorità di San Girolamo stesso, che descrive con indignazione ciò che aveva trovato nell’unica genuina copia Ebraica del Vangelo di Matteo (Vedi Iside Svelata, II°, 169) che egli ottenne dai Nazareni, la dichiarazione di Basilide diviene molto più credibile e, se accettata, risolverebbe un grosso ed imbarazzante problema. Come ci tramanda Eusebio, i suoi 24 volumi di Interpretazione dei Vangeli furono bruciati. Inutile dire che questi non erano i nostri attuali Vangeli. Così, la verità fu calpestata per sempre.
BASSANTIN James – Un astrologo Scozzese. Visse nel 16° secolo e si dice che abbia predetto a Sir Robert Melville, nel 1562, la morte e tutti gli eventi legati a Maria, la sfortunata regina di Scozia.
BASTONE Episcopale – Una delle insegne dei Vescovi, derivata dallo scettro sacerdotale degli Auguri etruschi. Lo ritroviamo anche in mano a diversi dei.
BATH (Ebr.) – Figlia.
BATH KOL (Ebr.) – Figlia della Voce: l’afflato Divino, o ispirazione, da cui i profeti d’Israele erano ispirati come da una voce proveniente dal Cielo e dal Trono della Grazia. In latino Filia Vocis. Un’idea analoga si ritrova nella teologia Indù exoterica, ed è chiamato Vach, la voce, l’essenza femminile, un aspetto di Aditi, madre degli dei e della Luce primordiale: un mistero. (w.w.w.).
BATU (Egiz.) – Il primo uomo del folklore egiziano. Noum, l’artista celeste, crea una stupenda fanciulla – l’originale della Pandora greca – e l’invia a Batoo, dopo di che la felicità del primo uomo è distrutta.
BATRIA (Egiz.) – Secondo la tradizione, la sposa del Faraone e l’istruttrice di Mosè.
BATTESIMO (Gr.) – Il rito della purificazione eseguito durante le cerimonie dell’iniziazione nelle sacre vasche dell’India, ed anche il rito posteriore identico istituito da Giovanni “il Battista” e praticato dai suoi discepoli e seguaci che non erano Cristiani. Il rito era già molto antico quando fu adottato dai Chrestiani dei primi secoli. Il Battesimo apparteneva alla più antica teurgia Caldeo-Accadica, e veniva religiosamente praticato nelle cerimonie notturne nelle Piramidi, dove ancora oggi vediamo la fonte sotto forma di sarcofago. È noto che veniva praticato durante i Misteri Eleusini nei laghi sacri dei templi, ed è ancora praticato dai discendenti degli antichi Sabei. I Mandei (gli El Mogtasila degli Arabi), nonostante l’ingannevole nome loro dato di “Cristiani di San Giovanni”, sono meno Cristiani degli Arabi mussulmani ortodossi che vivono intorno a loro. Essi sono puri Sabei e ciò si spiega in modo molto naturale se si ricorda che il grande studioso di Semitismo, Renan, ha dimostrato nella sua Vita di Gesù che il verbo aramaico seba, l’origine del nome Sabeo, è sinonimo del greco ßap???? (baptizo). I moderni Sabei, i Mandei, i cui riti religiosi notturni, al cospetto delle stelle silenziose, sono stati descritti da diversi viaggiatori, hanno ancora conservato i semplici riti battesimali dei loro lontani antenati da lungo tempo dimenticati, cioè gli Iniziati Caldei. La loro religione consiste di molteplici battesimi, di sette purificazioni nel nome dei sette reggitori planetari, i “Sette Angeli della Presenza” della Chiesa Cattolica Romana. I Battisti Protestanti non sono altro che una pallida imitazione della El Mogtasila o Nazareni che praticano i loro riti Gnostici nei deserti dell’Asia Minore (Vedi “Boodhasp”).
BEEL-ZEBUB (Ebr.) – Il deformato Baal dei Templi, e più esattamente Beel-Zebul. Beel- Zebub significa “signore delle mosche”; l’epiteto derisorio usato dagli Ebrei, ed è la traduzio43 ne scorretta e confusa del “dio dei sacri scarabei”, le divinità che proteggevano le mummie, e che erano simboli di trasformazione, rigenerazione ed immortalità. Beel-Zeboul significa propriamente “Dio dell’Abitazione” e se ne parla in questo senso in Matteo, X, 25. Così come Apollo in origine non era un dio Greco ma Fenicio ed era un dio che guariva, Paian, o medico, ed anche dio degli oracoli, egli venne gradualmente trasformato nel “Signore dell’Abitazione”, una divinità della casa, e così chiamato Beel-Zeboul. Egli era anche, in un certo senso, un dio psicopompo, che si prendeva cura delle anime, come faceva Anubi. Beelzebub fu sempre un dio oracolare, e solo in seguito fu confuso e identificato con Apollo.
BEL (Cald.) – Il più antico e potente dio di Babilonia, una delle prime trinità – Anu (v.); Bel, “Signore del Mondo”, padre degli dei, Creatore e “Signore della Città di Nipur”; ed Hea, Artefice del destino, Signore dell’Abisso, Dea della Saggezza e della Conoscenza esoterica, e “Signore della Città di Eridu”. La sposa di Bel, o il suo aspetto femminile (Shakti), era Belat o Beltis, “la madre dei grandi dei” e la “Signora della Città di Nipur”. Il Bel originale era anche chiamato Enu, Elu e Kaptu (Vedi Narrazione Caldea della Genesi di G. Smith). Il suo figlio maggiore era il Dio Lunare Sin (i cui nomi erano anche Ur, Agu e Itu), che era il patrono della Città di Ur, chiamata in suo onore anche con uno dei suoi nomi. Ora Ur era il luogo natale di Abramo (Vedi “Astrologia”). Nella primitiva religione babilonese, la Luna era, come Soma in India, una divinità maschile ed il Sole una divinità femminile. E ciò condusse quasi ogni nazione alle grandi guerre fratricide fra gli adoratori della Luna e quelli del Sole – ad esempio, fra le Dinastie Lunari e quelle Solari, i Chandra e i Suryavansa dell’antica Aryavarta. Così, su scala minore, ritroviamo le stesse lotte fra le tribù Semitiche. Abramo e suo padre Terah vengono rappresentati mentre emigrano da Ur e portano con se il loro dio lunare (o il suo discendente), dato che Jehovah Elohim o El – un’altra forma di Elu – è sempre stato connesso con la luna. È la cronologia lunare ebraica che ha condotto le nazioni europee “civilizzate” agli errori ed alle maggiori imprecisioni. Merodach, il figlio di Hea, divenne più tardi Bel e fu adorato a Babilonia. L’altro suo titolo, Belas, ha molti significati simbolici.
BELA-SHEMESH (Cald. Eb.) – Il “Signore del Sole”, il nome della Luna durante il periodo in cui gli Ebrei divennero a loro volta adoratori del sole e della luna, quando la Luna era una divinità maschile ed il Sole una divinità femminile. Tale periodo comprende il tempo intercorso fra l’allegorica cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden, fino al non meno allegorico periodo del diluvio di Noè (Vedi Dottrina Segreta, II° pag. 137).
BEMBO (Tavola Bembina o Mensa Isiaca) – Una lapide di bronzo avente al suo interno disegni intarsiati (ora nel Museo di Torino), che un tempo appartenne al famoso Cardinale Bembo. La sua origine e data sono sconosciute. È coperta di figure egiziane e di geroglifici, e si suppone sia stata ornamento di un antico tempio di Iside. L’erudito Gesuita Kircher ne diede una descrizione, e Montfaucon le ha dedicato un capitolo (w.w.w.). (N.d.T vedi pag. 12-13 Il Museo Egizio di Torino De Agostini Novara 1988). L’unica opera inglese sulla Mensa Isiaca è del Dr. W. Wynn Westcott, il quale fornisce, oltre alla storia, alla descrizione e al significato occulto, anche una fotoincisione.
BEN (Ebr.) – Un figlio; un prefisso comune in nomi propri, per indicare il figlio del tal dei tali, per esempio, Ben Solomon, Ben Ishmael, ecc.
BEN SHAMESH (Ebr.) – I bambini o i “Figli del Sole”. Il termine appartiene al periodo in cui gli Ebrei erano divisi in adoratori del Sole e della Luna – Eliti e Beliti (Vedi “Bela- Shemesh”).
BENOU (Egiz.) – Una parola applicata a due simboli: entrambi significano “Fenice”. Uno era il Shen-shen (l’airone), e l’altro un uccello non descritto, chiamato il Rech (il rosso): entrambi erano consacrati ad Osiride. Quest’ultimo era la rituale Fenice dei grandi Misteri, il simbolo tipico dell’auto-creazione e della resurrezione tramite la morte – modello del Osiride Solare e dell’Ego divino nell’uomo. Eppure, sia l’Airone che il Rech erano simboli di cicli; il primo, dell’anno Solare di 365 giorni; il secondo dell’anno tropicale, ovvero di un periodo di circa 26.000 anni. In entrambi i casi, i cicli rappresentano il ritorno della luce dalle tenebre, il grande annuale ritorno ciclico del dio-sole al suo luogo di nascita, ovvero – la sua Resurrezione. Il Rech-Benou è descritto da Macrobio vivere 600 anni prima di morire; mentre altri prolungavano la sua vita fino a 1460 anni. Plinio, il Naturalista, descrive il Rech come un uccello grande con ali d’oro purpuree, e con una lunga coda blu. Come ogni lettore sa, la Fenice, nel sentire l’approssimarsi della fine, secondo la tradizione, costruisce una pira sul punto più alto dell’altare sacrificale, sulla quale poi procede a bruciarsi quale offerta sacrificale. Poi nelle ceneri appare un verme, che cresce e si sviluppa rapidamente in una nuova Fenice, risorta dalle ceneri di quella precedente.
BERASIT (Ebr.) – La prima parola della Genesi. La versione ufficiale inglese la traduce “In principio”, ma questa traduzione è contestata da molti studiosi. Tertulliano ha approvato “Nel potere”; Grozio, “Quando all’inizio”; ma gli autori del Targum di Gerusalemme, che dovevano conoscere l’Ebraico come nessun altro, l’hanno tradotto “In Saggezza”. G. Higgins, nel suo Anacalypsis, insiste essere la lettera B il segno del caso ablativo e significa “in” e ras, rasit una antica parola per Chokmah, “saggezza”. (w.w.w.) Berasit o Berasheth è una parola mistica tra i cabalisti dell’Asia Minore.
BERGELMIR (Scand.) – L’unico gigante che, su una barca, sfuggì al massacro generale dei suoi fratelli, figli del gigante Ymir, annegati nel sangue del loro Padre adirato. Egli è il Noè Scandinavo e, come lui, diventa il padre dei giganti dopo il Diluvio. I canti dei nordici raffigurano i nipoti del divino Buri – Odin, Wili e We – mentre vincono ed uccidono il terribile gigante Ymir, e creano il mondo dal suo corpo.
BEROSO (Cald.) – Un sacerdote del tempio di Belo, che scrisse per Alessandro Magno la storia della Cosmogonia, come veniva insegnata nei Templi, tratta dalle registrazioni astronomiche e cronologiche conservate in quel tempio. I frammenti in nostro possesso delle sedicenti traduzioni di Eusebio sono sicuramente tanto inaffidabili quanto solo il biografo dell’Imperatore Costantino – che ne fece un santo!! – avrebbe potuto farle. L’unica guida a questa Cosmogonia può ora essere trovata nei frammenti delle tavole assire, evidentemente copiate quasi letteralmente dalle più antiche registrazioni babilonesi; queste sono innegabilmente, e dicano gli Orientalisti ciò che vogliono, gli originali della Genesi Mosaica, del Diluvio, della torre di Babele, del neonato Mosè galleggiante sulle acque, e di altri eventi. Infatti i frammenti della Cosmogonia di Beroso che Eusebio rielabora, probabilmente mutila, prudentemente ripubblica, non sono una grande prova dell’antichità delle registrazioni esistenti in Babilonia – visto che questo sacerdote di Belus visse 300 anni dopo la deportazione degli Ebrei a Babilonia, e che avrebbero potuto essere prese in prestito dagli Assiri – dagli Ebrei; scoperte posteriori hanno reso impossibile una tale consolante ipotesi. È ora pienamente accertato dagli Orientalisti non solo che “l’Assiria ha preso in prestito la sua civiltà e le sue scritture da Babilonia” ma anche che gli Assiri copiarono la loro letteratura da fonti babilonesi. Inoltre nella sua prima conferenza Hibbert, il Prof. Sayce dimostra che sia la cultura della stessa Babilonia che quella della città di Eridu, sono state di importazione straniera; e, secondo questo studioso, la città di Eridu esisteva già “6.000 anni fa sulle coste del golfo persiano”, nel periodo in cui la Genesi rappresenta l’Elohim che crea il mondo, il sole e le stelle, dal nulla.
BES (Egiz.) – Un dio fallico, dio della concupiscenza e del piacere. È rappresentato in piedi su di un loto, pronto a divorare la propria progenie (Abido). Una divinità abbastanza moderna e di origine straniera.
BESTLA (Scand.) – La figlia dei “Giganti del Gelo”, i figli di Ymir; sposata con Buri, è la madre di Odino e dei suoi fratelli (Edda).
BETH (Ebr.) – Casa, abitazione.
BETH ELOHIM (Ebr.) – Un trattato Cabalistico sugli angeli, sugli uomini e sui demoni. Il nome significa “Casa degli Dei”.
BETILI (Fen.) – Pietre magiche. Gli autori antichi le chiamano “pietre animate”, pietre degli oracoli; sia i Gentili che i Cristiani credevano in esse, e le usavano (Vedi Dottrina Segreta, vol. V°, pag. 140).
BHADRA VIHARA (Sans.) – Significa “Il Monastero dei Saggi o Bodhisattva”. Un certo Vihara o Matham nel Kanyakubdja.
BHADRAKALPA (Sans.) – Letteralmente “Il Kalpa dei Saggi”. La nostra presente era è un Bhadra Kalpa, e l’insegnamento exoterico gli dà una durata di 236 milioni di anni. È chiamato così “perché 1000 Buddha o saggi appaiono nel corso di questo periodo” (Sanskrit Chinese Dict.). “Quattro Buddha sono già apparsi”, esso aggiunge, ma siccome di 236 milioni di anni ne sono già passati 151, questa distribuzione dei Buddha sembra piuttosto irregolare. In questo modo le religioni exoteriche confondono tutto. La filosofia esoterica insegna che ogni Razza Madre ha il suo Buddha o Riformatore principale, che appare anche nelle sette Sotto- Razze come Bodhisattva (v.). Gautama Sakyamuni fu il quarto ed anche il quinto Buddha: quinto, perché siamo nella quinta Razza Madre; quarto, come Buddha principale in questa quarta Ronda. Bhadra Kalpa, o il “periodo di stabilità”, è il nome della presente Ronda; esotericamente la sua durata si applica naturalmente solo al nostro globo (D) e così in realtà i “1000” Buddha sono solo 49.
BHADRASENA (Sans.) – Un re Buddista di Magadha.
BHAGAT (Sans.) – Chiamato anche dagli Indù Soka e Sivnath; uno che esorcizza gli spiriti maligni.
BHAGAVAD-GITA (Sans.) – Significa “Canto del Signore”. Una parte del Mahabharata, il grande poema epico dell’India. Contiene un dialogo in cui Krishna – l’ “Auriga” – e Arjuna, il suo Chela o discepolo, hanno una discussione sulla più alta filosofia spirituale. L’opera è preminentemente occulta o esoterica.
BHAGAVAT (Sans.) – Un titolo di Buddha e di Krishna. Letteralmente “Il Signore”.
BHAO (Sans.) – Una cerimonia di divinazione fra le tribù Kolariane dell’India Centrale.
BHARATA VARSHA (Sans.) – Il Paese di Bharata, un antico nome dell’India.
BHARGAVA (Sans.) – Una antica razza in India; dal nome di Bhrigu, il Rishi.
BHASHYA (Sans.) – Un commentario.
BHASKARA (Sans.) – Uno dei nomi di Surya, il Sole; che significa “datore di vita” e “colui che fa luce”.
BHAVA (Sans.) – Essere, o stato di essere; mondo, nascita, ed anche un nome di Shiva.
BHIKSHU (Sans.) – In Pali, Bikkhu. Il nome dato ai primi seguaci di Sakyamuni Buddha. Letteralmente “studenti mendicanti”. Il Sanskrit Chinese Dictionary spiega il termine correttamente, in quanto divide i Bhikshu in due classi di Sramani (monaci Buddisti), cioè “mendicanti esoterici che pongono sotto controllo la loro natura tramite la legge (religiosa), e mendicanti exoterici che pongono sotto controllo la loro natura tramite la dieta”; ed aggiunge, meno correttamente, “si suppone che ogni vero Bhikshu operi miracoli”.
BHONS (Tib.) – I seguaci dell’antica religione degli Aborigeni del Tibet; dei templi pre- Buddisti e del ritualismo; lo stesso di Dugpa, “berretti rossi”, sebbene questo appellativo solitamente sia riservato agli stregoni.
BHRANTIDARSANATAH (Sans.) – Letteralmente “apprendimento o comprensione falsi”; qualcosa concepita su apparenze false quale una forma mayavica, illusoria.
BHRIGU (Sans.) – Uno dei grandi Rishi Vedici. È chiamato “Figlio” da Manu, che gli confida le sue Istituzioni. È uno dei Sette Prajapati, o progenitori dell’umanità, il che equivale ad identificarlo con uno degli dei creatori, collocato dai Purana nel Krita Yuga, cioè nella prima era, quella della purezza. Il Dott. Wynn Westcott ci ricorda il fatto che il defunto e molto erudito Dr. Kenealy (che scriveva il nome Brighoo), fece di questo Muni (Santo) il quarto dei suoi dodici “messaggeri divini” al Mondo, aggiungendo che apparve nel Tibet nel 4800 a. C. e che la sua religione si estese fino in Inghilterra, dove i suoi seguaci eressero il tempio megalitico di Stonehenge. Questa è naturalmente una ipotesi basata solo sulle speculazioni personali del Dott. Kenealy.
BHÚHTA-VIDYÃ (Sans.) – L’arte dell’esorcismo, o del come curare e trattare la possessione demoniaca. Significa, “Conoscenza dei fantasmi o demoni”.
BHÚMI (Sans.) – La terra, chiamata anche Prithivi.
BHUR-BHUVA (Sans.) – Un incantesimo mistico, come Om, Bhur, Bhuva, Swar, che significano “Om, terra, cielo, paradiso”. Questa è la spiegazione exoterica.
BHUR-LOKA (Sans.) – Uno dei 14 loka o mondi del Panteismo Indù; la nostra Terra.
BHURANYU (Sans.) – “Il veloce” o il rapido. Detto di un proiettile – anche un equivalente del greco Phoroneus.
BHÚTA (Sans.) – Bhuta: fantasmi, spettri. È inesatto chiamarli “demoni” come fanno gli Orientalisti perché, se in un senso un Bhuta è “uno spirito maligno che vaga nei cimiteri, si cela negli alberi, anima dei cadaveri ed illude e divora gli esseri umani”, dall’altro in India, nel Tibet e in Cina, la fantasia popolare indica con il termine Bhuta anche gli “eretici”, coloro che ricoprono i loro corpi con cenere, o gli asceti Shivaiti (in India, Shiva è considerato il Re dei Bhuta).
BHÚTA-SARGA (Sans.) – Creazione elementale, o incipiente, ovvero il momento in cui la materia aveva molto meno gradi di materialità di quanti ne abbia adesso.
BHUTADI (Sans.) – Sostanze elementari, l’origine e l’essenza germinale degli elementi.
BHUTAN – Un paese, a destra del Sikkim, di Buddisti eretici e Lamaisti, dove governa il Dharma Raja, vassallo nominale del Dalai Lama.
BHÚTESA (Sans.) – O Bhuteswara – Letteralmente, “Signore degli esseri o delle vite esistenti”. Un nome applicato a Vishnu, a Brahma e a Krishna.
BHUVA-LOKA (Sans.) – Uno dei 14 mondi.
BHUVANA (Sans.) – Un nome di Rudra o Shiva, parte della Trimurti (trinità) indiana.
BIFRÖST (Scand.) – Un ponte costruito dagli dei per proteggere Asgard. Su di esso “il terzo dio guerriero, conosciuto come Heimdal o Riger” sta giorno e notte, armato di spada poiché egli è il guardiano prescelto per proteggere Asgard, la dimora degli dei (Vedi Asgard – N. d. T.). Heimdal è il Cherubino Scandinavo con la spada fiammeggiante, “che ruota in ogni verso per proteggere la strada che porta all’Albero della Vita”.
BIHAR GYALPO (Tib.) – Un re divinizzato dai Dugpa. Un patrono di tutte le loro costruzioni religiose.
BINAH (Ebr.) – Comprensione. Il terzo dei 10 Sefiroti, il terzo della Triade Superna, una potenza femminile che corrisponde alla lettera hé del Tetragrammaton IHVH. Binah è chiamata AIMA, la Madre Celeste, e il “Grande Mare”. (w.w.w.).
BIRS NIMRUD (Cald.) – Ritenuto dagli Orientalisti il luogo ove sorgeva la torre di Babele. Il grande edificio di Birs Nimrud si trova vicino a Babilonia. Sir H. Rawlinson e diversi studiosi di Assiriologia hanno esaminato gli scavi ed hanno trovato che la torre era costituita da sette piani di mattoni, ogni piano di colore diverso, il che dimostra che il tempio era dedicato ai sette pianeti. Sebbene i suoi tre piani superiori siano in rovina, esso ancora si innalza di 154 piedi sul livello della pianura (Vedi “Borsippa”).
BOAZ (Ebr.) – Il bisnonno di Davide. La parola è composta da B che significa “in” e da oz “forza”, nome simbolico di una delle colonne del portico del tempio di Re Salomone.
BODHA-BODHI (Sans.) – Saggenza-conoscenza.
BODHI (Sans.) – O Sambhodi. Intelligenza ricettiva, che si distingue da Buddhi, che è la potenzialità dell’intelligenza.
BODHI DRUMA (Sans.) – L’albero Bo o Bodhi; l’albero della “conoscenza”, il Pippala o in botanica, il ficus religiosa (Vedi Alberi della vita – N. d. T.). È l’albero sotto cui Sakyamuni meditò per sette anni raggiungendo la Buddità. Si dice che originariamente fosse alto 120 metri; ma quando Hiouen Tsang lo vide, verso l’anno 640 della nostra era, era alto solo 15 metri. I suoi germogli sono stati portati in tutto il mondo Buddista e piantati innanzi e fuori ogni Vihara, o tempio famoso, in Cina, nel Siam, a Ceylon e nel Tibet.
BODHIDHARMA (Sans.) – Saggezza-Religione; o la saggezza contenuta nel Dharma (etica). È anche il nome di un grande Arhat Kshatriya (uno della casta dei guerrieri), il figlio di un re. Fu Panyatara, il suo Guru, che gli diede “il nome di Bodhidharma per far notare la sua comprensione (bodhi) della Legge (dharma) di Buddha” (Chin. San. Dict.). Bodhidharma, che visse nel 6° secolo, viaggiò molto in Cina dove portò una preziosa reliquia, ossia la ciotola dell’elemosina del Signore Buddha.
BODHISATTVA (Sans.) – Letteralmente, “colui la cui essenza (sattva) è diventata intelligenza (bodhi); coloro che necessitano di un’altra sola incarnazione per diventare dei Buddha perfetti, ovvero qualificati per il Nirvana. Questo vale quando ci si riferisce ai Manushi (terrestri) Buddha. In senso metafisico, Bodhisattva è il titolo dato ai figli dei Dhyani Buddha celesti.
BODHISMO ESOTERICO – Saggezza segreta o intelligenza, dal Greco esotericos “interiore” e dal Sanscrito Bodhi “conoscenza”, intelligenza – contrapposizione a Buddhi “la facolta della conoscenza o dell’intelligenza”, e Buddismo, la filosofia o la Legge di Buddha (l’Illuminato). È scritto anche “Budhismo”, da Budha (Intelligenza e Saggezza), il Figlio di Soma.
BODHYANGA (Sans.) – I sette rami della conoscenza o comprensione. Una delle 37 categorie del Bodhi pakchika dharma, che comprende sette gradi di intelligenza (esotericamente, i sette stati di coscienza), che sono : (1) Smriti, “memoria”; (2) Dharma pravitchya, “comprensione esatta” o “discriminazione della Legge”; (3) Virya, “energia”; (4) Priti, “gioia spirituale”; (5) Prasrabdhi, “tranquillità” o quiete; (6) Samadhi, “contemplazione estatica”; (7) Upeksha, “assoluta indifferenza”.
BOEHME Jacob – Un grande filosofo mistico, uno dei più eminenti Teosofi del medioevo. Nacque nel 1575 a Old Seidenburg, quasi a due miglia da Gôrlitz (Slesia), e morì nel 1624, a quasi 50 anni. Nella sua fanciullezza fu un pastorello e dopo aver appreso a leggere e a scrivere nella scuola del villaggio, divenne l’apprendista di un povero calzolaio a Görlitz. Ebbe una chiaroveggenza naturale di straordinaria potenza. Pur senza educazione e conoscenze scientifiche, scrisse opere che ora sono state riconosciute piene di verità scientifiche; ma allora, come egli stesso scrisse, le “vide come in un grande Abisso nell’Eterno.” Aveva “una percezione diretta dell’universo, come in un caos”, la quale “si schiudeva in lui, di tanto in tanto, come una giovane pianta”. Era un Mistico nato, evidentemente di una qualità molto rara; una di quelle nature delicate, il cui involucro materiale non impedisce in alcun modo, salvo saltuariamente, la comunicazione fra Ego intellettuale ed Ego spirituale. È questo Ego che Boehme, come tanti altri mistici, ha scambiato per Dio; “L’Uomo deve riconoscere – scrive – che la sua conoscenza non è sua, bensì di Dio, che manifesta le Idee di Saggezza all’Anima dell’Uomo, nella misura che gli piace”. Se questo grande Teosofo fosse stato iniziato all’Occultismo Orientale, si sarebbe espresso diversamente. Avrebbe saputo che il “dio” che parlava tramite il suo povero cervello incolto e non addestrato, era il suo Ego divino, la Divinità onnisciente dentro di sè, e che ciò che quella Divinità dava non era “nella misura che gli piaceva”, bensì nella misura delle capacità dell’involucro mortale temporaneo in cui ESSA dimorava.
BONA-OMA (Lat.) – O Bona Dea. Una dea romana, patrona di donne Iniziate e Occultiste. Chiamata anche Fauna, dal nome del padre Fauno. Era adorata come una divinità profetica e casta, e al suo culto erano dedicate esclusivamente donne, mentre agli uomini non era permesso pronunciare nemmeno il suo nome. Svelava i suoi oracoli solo a donne, e le cerimonie del suo Santuario (una grotta nell’Aventino) venivano eseguite solo dalle Vestali ogni primo di Maggio. La sua avversione nei confronti degli uomini era così grande, che nessun uomo aveva il permesso di avvicinarsi alla casa dei consoli dove a volte si celebrava la sua festività e perfino i ritratti ed i busti di uomini venivano portati fuori dall’edificio per tutto quel periodo. Clodio, che una volta profanò tale festa sacra entrando sotto spoglie femminili nella casa di Cesare dove si svolgeva la cerimonia, si attirò l’ira della dea. Fiori e rami di foglie decoravano il suo tempio, e le donne facevano libagioni da una coppa (mellarium) piena di latte. Non è vero che il mellarium contenesse vino, come asserivano alcuni scrittori che, essendo uomini, cercarono di vendicarsi.
BONATI Guido – Un monaco francescano nato a Firenze nel XIII° secolo e morto nel 1306.- Diventò astrologo e alchimista ma fallì come Rosacroce. Dopo di ciò ritornò al suo monastero.
BONO Pietro – Un lombardo; un grande adepto nell Scienza Ermetica, che viaggiò fino in Persia per studiare l’Alchìmia. Tornando dal suo viaggio si stabilì nel 1330 in Istria e divenne un famoso Rosacroce. Si pensa che un monaco calabrese di nome Licinio abbia pubblicato nel 1702 una versione condensata delle sue opere sulla trasmutazione dei metalli. Comunque, nell’opera vi è più la mano di Licinio che quella di Bono. Questi era un vero adepto ed Iniziato, e questi non lasciano segreti dietro di loro in manoscritti.
BORJ (Pers.) – La Montagna del Mondo, un vulcano o monte di fuoco; uguale al Monte Meru indiano.
BORRI Giuseppe Francesco – Un grande filosofo ermetico nato a Milano nel 17° secolo. Era un adepto, un alchimista ed un fervente occultista. Sapeva troppo, e fu quindi condannato a morte per eresia nel gennaio del 1661, dopo la morte del papa Innocenzo X°. Riuscì a fuggire e visse ancora molti anni, finché infine fu riconosciuto da un monaco in un paese turco, denunziato, richiesto dal Nunzio papale, portato a Roma e imprigionato il 10 Agosto 1675. Ma i fatti dimostrano che scappò dalla sua prigione in un modo che nessuno riuscì mai a spiegare.
BORSIPPA (Cald.) – La torre planetaria in cui fu adorato Bel nei tempi in cui gli astrolatri erano gli astronomi più famosi. Era dedicata a Nebo, dio della Saggezza (Vedi “Birs Nimrud”).
BOTH-AL (Irl.) – Il Both-al degli irlandesi è il discendente e la copia del greco Batylos e del Beth-el di Canaan, la “Casa di Dio” (v.).
BRAGADINI Marco Antonio – Un Rosacroce veneto che fece grandi conquiste; un Occultista e Cabalista che fu decapitato nel 1595 in Bavaria per aver fabbricato l’oro.
BRAGI (Scand.) – Il dio della Nuova Vita, della re-incarnazione della natura e dell’uomo. È chiamato “il cantante divino” senza macchia o difetto. È rappresentato mentre riposa nella nave degli Gnomi della Morte durante la morte della natura (pralaya), e dorme sdraiato sul ponte con accanto la sua arpa dalle corde d’oro, sognando il sogno della vita. Quando la barca attraversa la soglia di Nain, lo Gnomo della Morte, Bragi si sveglia, e toccando le corde dell’arpa canta un’ode che riecheggia su tutti i mondi, un canto che descrive l’estasi della esistenza, e sveglia la muta natura dormiente dal suo lungo sonno somigliante alla morte.
BRAHMA (Sans.) – Lo studioso deve fare distinzione fra Brahma neutro, e Brahma‚ il creatore maschile del Pantheon indiano. Il primo, Brahma o Brahman, è il Principio impersonale, supremo ed inconoscibile dell’Universo dall’essenza del quale tutto emana e dentro a cui tutto ritorna, che è incorporeo, immateriale, non nato, eterno, senza principio e senza fine. È onnipervadente, animando il dio più grande nonché il più minuscolo atomo minerale. Brahma invece maschio e presunto creatore, esiste periodicamente solo durante la sua manifestazione, e poi ritorna di nuovo in pralaya, cioè scompare ed è annientato.
BRAHMA Anni di – L’intero periodo dell’ “anno di Brahma‚” (100 anni). Equivale a 311.040.000.000.000 anni terrestri (Vedi “Yuga”).
BRAHMA ____________(Giorno di) – Un periodo di 2.160.000.000 anni terrestri, durante il quale Brahma, essendo emerso dal suo uovo d’oro (Hiranyagarbha), crea e modella il mondo materiale (poiché è semplicemente la forza fertilizzante e creativa della Natura). Dopo questo periodo, essendo i mondi di volta in volta distrutti per mezzo del fuoco e dell’acqua, scompare come natura oggettiva, e quindi arriva la Notte di Brahma.
BRAHMA (Notte di) – Un periodo di durata uguale a quella del Giorno, durante il quale si dice che Brahma dorma. Al risveglio ricomincia il processo, e questo prosegue per un’ERA di Brahma‚ composta di Giorni e Notti alternati (ognuna di 2.160.000.000 anni terrestri). Occorrono quindici cifre per esprimere la durata di una tale Era. Dopo la espirazione (o manifestazione) di questa subentra il Mahapralaya, ovvero la Grande Dissoluzione, che dura a sua volta per lo stesso periodo di quindici cifre.
BRAHMA PRAJAPATI (Sans.) – “Brahma il Progenitore”. Letteralmente, il “Signore delle Creature”. Sotto questo aspetto Brahma è la sintesi dei Prajapati, o Forze creative.
BRAHMA VACH (Sans.) – Il Brahma maschile e femminile. Qualche volta Vach è anche chiamato il Logos femminile; perché Vach letteralmente significa la Parola (Vedi Manu, Libro I, 25 e Vishnu Purana).
BRAHMA VIDYA (Sans.) – La conoscenza, la scienza esoterica, concernente i due Brahma e la loro natura.
BRAHMA VIRAJ (Sans.) – Come il suddetto (Brahma Vach): Brahma che separa il suo corpo in due parti, maschile e femminile, e crea in essi Vach e Viraj. In termini più chiari, ed esotericamente, Brahma, l’Universo, differenziandosi, ha prodotto così la natura materiale, Viraj, e la Natura spirituale intelligente, Vach – che è il Logos della Divinità o l’espressione manifesta dell’eterna Ideazione divina.
BRAHMACHARI (Sans.) – Un asceta Bramino; uno che ha fatto voto di celibato; virtualmente, un monaco o uno studente religioso.
BRAHMAJNANI (Sans.) – Colui che possiede la Conoscenza completa; in senso esoterico, un Illuminato.
BRAHMANA (Sans.) – Scritture Sacre Indiane. Opere composte da e per Brahmani. Commenti sulle parti dei Veda che furono intese per uso ritualistico e come guida dei “due volte nati” (Dwija) o Brahmani.
BRAHMANA (Periodo dei) (Sans.) – Uno dei quattro periodi in cui gli Orientalisti hanno diviso la letteratura Vedica.
BRAHMANASPATI (Sans.) – Il pianeta Giove; nel Rig-Veda è una divinità, conosciuta nelle opere exoteriche come Brihaspati, la cui moglie Tara fu portata via da Soma (la Luna). Questo causò una guerra fra gli dei e gli Asura.
BRAHMANI (Sans.) -La più alta delle quattro caste in India, che si suppone, o meglio che si crede, essere superiore all’uomo come Brahman, l’Assoluto dei Vedantini, è al di sopra degli dei.
BRAHMAPURI (Sans.) – Letteralmente, “la Città di Brahma”.
BRAHMAPUTRA (Sans.) – I Figli di Brahma.
BRAHMARANDHRA (Sans.) – Un punto alla sommità della testa connesso attraverso Sushumna, il midollo della spina dorsale, al cuore. Un termine mistico che ha un suo significato solo nel misticismo.
BRAHMARSHI (Sans.) – I Rishi Brahmani.
BRIAH o BRIATICO Mondo (Ebr.) – Questo mondo è il secondo dei Quattro mondi dei Cabalisti e si riferisce ai più alti “Arcangeli” creati, o ai Puri Spiriti (w.w.w.).
BRIAREO (Gr.) – Un gigante famoso nella teogonia di Esiodo. Il figlio del Cielo e della Terra, un mostro con 50 teste e 100 braccia. Giuoca un ruolo importante durante le guerre e le battaglie fra dei.
BRIHADARANYAKA (Sans.) – Il nome di una Upanishad. Uno dei libri sacri e segreti dei Brahmani; un Aranyaka è un trattato di commento ai Veda ed è considerato un soggetto di studio speciale da coloro che si sono ritirati nella giungla (foresta) per scopi di meditazione religiosa.
BRIHASPATI (Sans.) – Il nome di una Divinità ed anche di un Rishi. È anche il nome del pianeta Giove. In India, è il Guru personificato e il sacerdote degli dei; è anche simbolo del ritualismo exoterico in antitesi al misticismo esoterico. È quindi un nemico del Re Soma – che è la luna, ma che è anche il sacro succo bevuto durante l’iniziazione, progenitore di Buddha, la Saggezza Segreta.
BRISEO (Gr.) – Un nome che fu dato a Bacco derivandolo dal nome della sua nutrice, Briso. Egli ha anche un tempio a Brisa, un promontorio dell’isola di Lesbo.
BUBASTÉ (Egiz.) – Una città dell’Egitto consacrata ai gatti, nella quale si trovava il loro santuario principale. Centinaia di migliaia di gatti erano imbalsamati e seppelliti nelle grotte di Beni-Hassan-el-Hamar. Il gatto era un simbolo della luna consacrato ad Iside, la sua dea. Esso vede nel buio ed i suoi occhi hanno un bagliore fosforescente che spaventa gli uccelli notturni di malaugurio. Il gatto era anche consacrato a Bast, e perciò era chiamato “il distruttore dei nemici del Sole” (di Osiride).
BUDDHA (Sans.) – Letteralmente, “l’Illuminato”, il più alto grado della conoscenza. Per diventare un Buddha si devono rompere le catene dei sensi e della personalità; si deve acquisire una percezione completa del SÉ REALE ed imparare a non separarlo dagli altri sè; innanzitutto, si deve imparare attraverso l’esperienza l’estrema irrealtà di tutti i fenomeni del Cosmo visibile; si deve raggiungere il distacco totale da tutto ciò che è evanescente e finito, e vivere, mentre si è ancora sulla terra, soltanto nell’immortale e nel durevole, in uno stato di suprema santità.
BUDDHA SIDDHARTA (Sans.) – Il nome dato a Gautama, il Principe di Kapilavastu, alla sua nascita. È una abbreviazione di Sarvärtthasiddha, e significa la “realizzazione di tutti i desideri”. Gautama, che significa “sulla terra (Gau) il più vittorioso (tama)”, fu il nome sacerdotale della famiglia Sakya, il patronimico regale della dinastia alla quale apparteneva il padre di Gautama, il Re Suddhodhana di Kapilavastu. Questa era un’antica città, luogo natale del Grande Riformatore, e fu distrutta quando egli era ancora in vita. Col titolo Sakyamuni, l’ultima componente, muni, significa “potente in carità, isolamento e silenzio”, mentre la prima, Sakya, è il nome di famiglia. Ogni Orientalista o Pandit conosce a memoria la storia di Gautama, il Buddha, il più perfetto degli uomini mortali che il mondo abbia mai visto, ma nessuno di loro sembra sospettare il significato esoterico che sottostà alla sua biografia prenatale, cioè al significato della storia popolare. Il Lalitavistara racconta la storia, ma si astiene dall’accennare alla verità. I 5000 Jataka, o gli eventi delle precedenti nascite (o reincarnazioni) sono presi letteralmente, anzichè esotericamente. Gautama, il Buddha, non sarebbe stato un uomo mortale, se non fosse passato attraverso centinaia e migliaia di nascite, precedenti alla sua ultima. Tuttavia il dettagliato racconto di queste, e l’affermazione che in quel percorso di vite si aprì la via traversando ogni stadio di trasmigrazione dal più basso atomo sia animato che inanimato ed insetto, fino al più alto o uomo, contiene semplicemente il ben noto aforisma occulto: “Una pietra diventa una pianta, una pianta un animale, e un animale un uomo”. Ogni essere umano che è già vissuto è passato per la stessa evoluzione. Ma il simbolismo nascosto nella sequenza di queste rinascite (jataka) contiene una storia perfetta della evoluzione pre e post umana su questa terra, ed è una esposizione scientifica di fatti naturali. Una verità non velata, nuda e cruda, è rintracciabile nel loro elenco, in quanto appena Gautama raggiunse forma umana incominciò a mostrare in ogni personalità un altruismo estremo, nonché spirito di autosacrificio e carità. Buddha Gautama, il Quarto dei Sapta (sette) Buddha e Sapta Tathagata, nacque secondo la cronologia cinese nel 1024 a. C., ma secondo le cronache di Ceylon nell’ottavo giorno della seconda (o quarta) luna dell’anno 621 prima della nostra era. Fuggì dal palazzo di suo padre per diventare un asceta, nella notte dell’ottavo giorno della seconda luna, nel 597 a. C., e avendo passato sei anni in meditazione a Gaya, e comprendendo che la mortificazione del fisico era inutile per ottenere l’illuminazione, decise di battere una nuova strada finché raggiunse lo stato di Buddha. Diventò pienamente un Buddha nella notte dell’ottavo giorno della dodicesima luna, nell’anno 592, ed entrò infine nel Nirvana, secondo il Buddismo Meridionale, nell’anno 543. Gli Orientalisti, tuttavia hanno adottato altre date. Tutto il resto è allegorico. Egli raggiunse lo stato di Bodhisattva quando in un’altra vita sulla terra si chiamava Prabhapala. Tushita è un luogo su questa terra, non un paradiso in regioni invisibili. La scelta della famiglia Sakya e di sua madre Maya come “la più pura sulla terra”, concorda con il modello di ogni Salvatore, Dio, o Riformatore deificato. La storia del suo ingresso nell’utero materno nella forma di un elefante bianco, è una allusione alla sua saggezza innata, essendo l’elefante di quel colore il simbolo di ogni Bodhisattva. Le affermazioni che alla nascita di Gautama il neonato fece sette passi nelle quattro direzioni, che un fiore Udumbara fiorì in tutta la sua rara bellezza e che i re Naga arrivarono per “battezzarlo”, sono tutte allegorie nella fraseologia degli Iniziati, e ben comprese da ogni Occultista Orientale. Tutti gli eventi della sua nobile vita sono dati in numeri occulti, ed ogni evento cosiddetto miracoloso – così deplorato dagli Orientalisti in quanto secondo essi confonde il racconto rendendo così impossibile estrapolare la verità dalla finzione – consiste semplicemente nel velare allegoricamente la verità. Esso è tanto comprensibile per un Occultista che conosca il simbolismo, quanto è difficile per un erudito Europeo che ignori l’Occultismo. Ogni dettaglio del racconto dopo la sua morte e prima della cremazione è un capitolo di fatti scritti in un linguaggio che dev’essere studiato prima di poter essere capito, altrimenti è lettera morta e conduce a contraddizioni assurde. Per esempio, è detto che Buddha, dopo aver ricordato ai suoi discepoli l’immortalità del Dharmakaya, passò nel Samadhi, e si perdette nel Nirvana – da cui nessuno può ritornare. Eppure, malgrado questo, il Buddha è raffigurato mentre spalanca il coperchio della bara ed esce fuori di essa; mentre saluta a mani giunte sua madre Maya che era apparsa all’improvviso nell’aria, sebbene fosse morta sette giorni dopo la sua nascita, ecc., ecc. Poiché Buddha era un Chakravarti (colui che gira la ruota della Legge) il suo corpo, alla cremazione, non potette essere consumato dal fuoco normale. Cosa successe? Improvvisamente, una fiammata proruppe dalla Svastica che era sul suo petto, e ridusse il suo corpo in cenere. Lo spazio non permette di fare altri esempi. Per quanto attiene al fatto che fosse uno dei veri ed innegabili SALVATORI del Mondo, basti dire che nemmeno il più arrabbiato missionario ortodosso, a meno che non sia irrimediabilmente pazzo o non abbia il minimo rispetto nemmeno per la verità storica, può fare la più piccola accusa contro la vita ed il carattere personale di Gautama, il “Buddha”. Senza alcuna pretesa di divinità, permettendo ai suoi seguaci di cadere nell’ateismo piuttosto che nella degradante superstizione dei deva o nell’adorazione di idoli, il suo incedere nella vita è santo e divino, dall’inizio alla fine. Nei quarantacinque anni della sua missione il suo cammino è stato immacolato e puro come quello di un dio – o come quest’ultimo dovrebbe essere. Egli è un esempio perfetto di un uomo divino e religioso. Raggiunse lo stato Buddhico – cioè l’Illuminazione completa – interamente per merito proprio ed a causa dei suoi sforzi individuali, poiché si ritiene che nessun dio abbia qualche merito nell’esercizio della sua bontà e della sua santità. Gli insegnamenti esoterici affermano che rinunciò al Nirvana ed alla veste Dharmakaya per rimanere un “Buddha di compassione”, entro l’ambito delle sofferenze di questo mondo. La filosofia religiosa da lui lasciata, ha prodotto per più di 2000 anni generazioni di uomini buoni e altruisti. La sua è la unica religione assolutamente senza spargimento di sangue fra tutte quelle esistenti; tollerante e liberale, insegna la carità e la compassione universali, l’amore e il sacrificio di sè, la povertà e l’accettazione del proprio destino, qualunque possa essere. Nessuna persecuzione, nessuna imposizione della fede con il fuoco e la spada, l’hanno mai degradata. Nessun dio vomitante fuoco e fiamme ha interferito con i suoi casti comandamenti e se il semplice, umano e filosofico codice di vita quotidiana lasciatoci dal più grande Riformatore mai conosciuto fosse adottato da gran parte dell’umanità, allora certo una era di beatitudine e pace albeggerebbe su di essa.
BUDDHACHHAYA (Sans.) – Letteralmente, “l’ombra di Buddha”. Si dice che diventasse visibile in certi grandi eventi, e durante alcune imponenti cerimonie compiute nei templi per commemorare le opere gloriose della vita di Buddha. Hiouen-tseng, il viaggiatore cinese, par52 la di una certa caverna dove di quando in quando essa appare su di una parete, ma aggiunge che solo colui “la cui mente è perfettamente pura “ può vederla.
BUDDHAPHALA (Sans.) – Letteralmente, “il frutto di Buddha”, il fruttificare di Arahattvaphalla, o lo stato di Arhat.
BUDDHI (Sans.) – Anima o Mente Universale. Mahabuddhi è il nome di Mahat (Vedi “Alaya”); è anche l’Anima spirituale dell’uomo (il sesto principio), il veicolo di Atma, che è esotericamente il settimo.
BUDDISMO – Il Buddismo è attualmente diviso in due Chiese distinte: quella Settentrionale e quella Meridionale. Si dice che quella Meridionale sia la forma più pura, avendo conservato più religiosamente gli insegnamenti originali del Signore Buddha. Essa è la religione di Ceylon, del Siam, di Birmania e di altri luoghi, mentre il Buddismo Settentrionale si limita al Tibet, alla Cina ed al Nepal. Tale suddivisione comunque è inesatta. Se la Chiesa Meridionale è più pura per il fatto che non si è distaccata dall’insegnamento pubblico o exoterico di Sakyamuni, eccetto per alcuni dogmi insignificanti dovuti ai numerosi concili tenuti dopo la morte del MAESTRO – la Chiesa Settentrionale è sorta dall’insegnamento esoterico di Siddharta Buddha che egli ha limitato ai suoi Bhikshu ed Arhat prescelti. Infatti, il Buddismo dell’era attuale non può essere giudicato dall’una o dall’altra delle due forme exoteriche popolari. Il vero Buddismo può essere apprezzato solo fondendo la filosofia della Chiesa Meridionale con la metafisica della Chiesa Settentrionale. Se una appare troppo iconoclastica e rigida, l’altra troppo metafisica e trascendentale, fino ad essere ricoperta dalle erbacce dell’exoterismo Indiano – molti dei del suo Pantheon sono stati trapiantati con nuovi nomi in terra Tibetana – ciò è dovuto interamente alla espressione popolare del Buddismo in entrambe le Chiese. Per analogia esse stanno in rapporto tra loro come il Protestantesimo sta al Cattolicesimo Romano. Entrambe sbagliano per eccesso di zelo ed interpretazioni erronee, sebbene sia il clero Buddista del Nord che quello del Sud non si siano mai distaccati coscientemente dalla verità, ed ancor meno abbiano agito sotto i dettami della pretocrazia, dell’ambizione, e con l’occhio rivolto al guadagno e al potere personali, come hanno fatto invece le due Chiese Cristiane.
BUDDHOCHINGA (Sans.) – Il nome di un grande Arhat indiano che andò in Cina nel 4° secolo per divulgare il Buddismo e che convertì le masse con i miracoli e i più sorprendenti atti magici.
BUDHA (Sans.) – “Il Saggio e l’Intelligente”, il Figlio di Soma, la Luna, e di Rokini o Taraka, sposa di Brihaspati, rapita dal Re Soma, fatto che portò alla grande guerra fra gli Asura, che si schierarono dalla parte della Luna, e gli dei che presero le parti di Brihaspati (Giove) che era il loro Purohita (sacerdote di famiglia). Tale guerra è conosciuta come il Tarakamaya. È il modello originale della guerra nell’Olimpo fra Dei e Titani ed anche della guerra (nell’Apocalisse) fra Michele (Indra) ed il Drago (che rappresenta gli Asura).
BUDHASP (Cald.) Un presunto caldeo; ma nell’insegnamento esoterico dell’Oriente, un Buddhista (un Bodhisattva), che fu il fondatore della scuola esoterica del Neo-Sabeismo, e il cui rito segreto del battesimo passò completamente nel rito cristiano dello stesso nome. Per quasi tre secoli prima della nostra era, monaci Buddisti errarono per l’intera Siria, penetrarono nella valle della Mesopotamia e visitarono anche l’Irlanda. Il nome Ferho e Faho del Codice Nazareno è soltanto una corruzione di Fho, Fo e Pho, il nome che i Cinesi, i Tibetani ed anche i Nepalesi danno a Buddha.
BUMAPA (Tib.) – Una scuola maschile, di solito un collegio di studenti mistici.
BUNDA-HISH – Una antica opera Orientale in cui, fra le altre cose, l’antropologia è trattata in forma allegorica.
BURHAM-I-KATI – Un’opera ermetica Orientale.
BURI (Scand.) – “Il Produttore”, nelle leggende scandinave è il Figlio di Bestla.
BURU BONGA – Lo “Spirito delle Colline”. Questa divinità Dryade (ninfa di un albero) è adorata dalle tribù Kolariane dell’India centrale, con grandi cerimonie e manifestazioni magi53 che. Ci sono misteri connessi con essa, ma il popolo ne è gelosissimo e non dà accesso ai propri riti a nessun straniero.
BUSARDIER – Filosofo ermetico nato in Boemia, che si pensa abbia creato una autentica polvere di proiezione. Lasciò una quantità della sua polvere rossa ad un amico chiamato Richthausen, un adepto e alchimista di Vienna. Alcuni anni dopo la morte di Busardier, nel 1637, Richthausen si presentò all’imperatore Ferdinando III°, conosciuto quale fervente sostenitore dell’alchimia, e si dice che insieme trasmutassero tre libbre di mercurio in oro puro, usando solo un granello della polvere di Busardier. Nel 1658 fu permesso anche all’Elettore di Mayence di provare la polvere, e l’oro con essa prodotto fu definito dal Maestro di Mint essere di un tipo tale “che mai ne fu visto di più puro”. Tali sono le tradizioni ed i ricordi basate sulle registrazioni e le cronache della città.
BUTLER – Il nome inglese assunto da un Adepto, un discepolo di alcuni Sapienti Orientali, sul cui conto corrono molte storie fantastiche. Si dice, per esempio, che Butler fosse stato catturato nel 1629 durante i suoi viaggi, e venduto come schiavo. Egli divenne schiavo di un filosofo Arabo, un grande alchimista, ed infine fuggì, rubando al suo Maestro una grande quantità di polvere rossa. Secondo le versioni più credibili, solo l’ultima parte di questa storia è vera. Adepti che possono essere derubati senza saperlo non sarebbero degni di tale nome. Butler, o piuttosto colui che usò questo nome, derubò il suo Maestro (di cui era libero discepolo) del segreto della trasmutazione, e abusò della sua conoscenza per rivolgerla a suo profitto personale, ma fu immediatamente punito per questo. Dopo aver effettuato guarigioni sorprendenti grazie alla sua “pietra” (grazie alla conoscenza occulta di un iniziato adepto) e dopo aver ottenuto fenomeni straordinari dei quali Van Helmont, il famoso Occultista e Rosacroce, fu testimone, non allo scopo di fare del bene agli altri ma solo per vana fama personale, egli fu imprigionato nel castello di Viloord, nelle Fiandre, e passò in prigione quasi tutto il resto della sua vita. Perse i suoi poteri, e morì in miseria e sconosciuto. Tale è il destino di ogni Occultista che abusa dei suoi poteri o che profana la scienza sacra.
BYTHOS (Gr.) – Termine Gnostico che significa “profondità” o il “grande Abisso”, il Caos. È l’equivalente dello spazio, prima che qualcosa si fosse formato in esso dagli atomi primordiali che, secondo gli insegnamenti dell’Occultismo, esistono eternamente nelle sue profondità spaziali.

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