"Nicola ballava sui loro cadaveri"

Andrea Volpe: così abbiamo ucciso Fabio TOLLIS e Chiara MARINO

Il pentito Andrea Volpe ricostruisce davanti al gip la fine di Fabio Tollis e Chiara Marino. I due ragazzi sono stati uccisi dalle Bestie di Satana il 17 gennaio 1998, e poi gettati in una buca scavata per l’occasione nei boschi di Somma Lombardo, nel Varesotto. Le confessioni di questo assassino inchiodano i complici Nicola Sapone, Pietro Guerrieri, Mario Maccione, Eros Monterosso e Marco Zampollo. Parla a ruota libera il pentito, nascosto da un paravento, con i compagni di setta che ascoltano muti e senza poterlo guardare in faccia. È una confessione terrificante, il giudice Maria Greca Zoncu, pronuncerà un verdetto pesante: 30 anni di carcere, con rito abbreviato.
IL PENTITO ANDREA VOLPE INTERROGATO DAL GIP IL 12/10/2004
Volpe: “Dopo essere stati insieme alla fiera, abbiamo dato appuntamento a Fabio e Chiara (le vittime designate, ndr) al Midnight, quella stessa sera del 17 gennaio. Prima di ucciderli – io, Sapone e Maccione – li abbiamo portati a mangiare la pizza sui Navigli. Questo perché… per fare in modo che loro, …insomma per evitare che tornassero a casa e non uscissero più. Così noi li abbiamo trattenuti mangiando questa pizza”;
– Domanda: Si è deciso chi dovesse ucciderli?
– Volpe: “Sì, si è deciso così”.
– Domanda: Chi è che li avrebbe uccisi?
– Volpe: “Dovevano essere il Sapone, il Maccione, il Bontade. Poi io ho preso il posto del Bontade”.
– Domanda: E il Guerrieri?
– Volpe: “II Guerrieri no”.
– Domanda: Eppure ha scavato la fossa, ed è stato escluso, perché?
“PAPA, DORMO DA UN’AMICA”
– Volpe: “Non lo so … comunque noi abbiamo finito di mangiare questa pizza e ci siamo recati al Midnight. Erano più o meno le 9 e mezzo. Gli altri erano già lì. Qualcun altro che mancava è arrivato e siamo stati lì fino al momento che il padre di Fabio ha ricevuto la telefonata (il ragazzo disse al padre che sarebbe rimasto a dormire da un’amica, ndr). Anche lì come se niente fosse, era tutto un gioco di sguardi tra di noi. È stato il Sapone ad accompagnare Fabio a fare questa telefonata, lui gli ha suggerito le parole… e gli stava a fianco a controllare… controllava tutto quello che Fabio diceva”.
-Il gip: Avanti, continui.
VERSO LA MORTE
– Volpe: “II Sapone controllava che Fabio dicesse quello che era stato stabilito… ovvero che rimaneva fuori casa perché aveva conosciuto una ragazza. Sapone lo ha scortato mentre è andato a fare la telefonata e lo ha scortato quando è ritornato lì. Poi io ho dato le chiavi della mia macchina e sono partiti il Maccione e Sapone, con Fabio e Chiara. Dopo 5-10 minuti sono andato pure io. Loro mi hanno aspettato con la macchina parcheggiata, lì in una strada che non si vedeva dal Midnight.
Da lì siamo saliti in macchina tutti e a fianco a me c’era Fabio e dietro… c’erano il Sapone, la Chiara e il Maccione. Ci siamo recati a Somma, nei boschi, dove il Bontade si doveva far trovare. Lui doveva essere già là, nel bosco”.
– Domanda: Mi scusi, cosa avete detto a Fabio e Chiara?
– Volpe: “Che bisognava fare un rituale, loro già conoscevano il tipo di rituale. Stavolta in un posto nuovo. Così siamo andati fino al bosco e siamo arrivati dove c’era la buca. Io ho parcheggiato la macchina”. Ma il Bontade non si è fatto trovare sul posto. Da lì siamo scesi con il Sapone che continuava a ripetere: “Bontade è un traditore, è un traditore, ha tradito, siamo in prova, lui non c’è; è un traditore”.’ Queste erano le frasi che lui continuava a ripetere”.
– Domanda: Avete cercato di raggiungerlo con un telefonino?
– Volpe: “No, non avevamo telefoni con noi”.
– Domanda: Avevate degli strumenti per commettere questo omicidio?
AVEVAMO I PUGNALI E LA MAZZUOLA
– Volpe: ” Sì, avevamo un pugnale, che è quello che avete trovato a casa mia, e un altro pugnale simile, più piccolo, quello lo aveva il Sapone, mentre il Maccione aveva una mazzuola. Dunque siamo entrati nel bosco…”.
– Domanda: Quando avete caricato in macchina queste armi?
– Volpe: “Quando sono passato a prendere Sapone, il sabato pomeriggio stesso. La mazzuola l’ha portata il Sapone. Poi siamo arrivati nel bosco, siamo scesi dalla macchina e abbiamo tirato fuori… perché avevamo anche i guanti in lattice e abbiamo tirato fuori i pugnali coi guanti. Nel frattempo la Chiara si era allontanata di poco dalla macchina e poi il Sapone continuava a ripetere: “Bontade è un traditore, è un traditore, è un traditore”. Maccione gli ha risposto: “Siamo in prova, andiamo avanti e ci pensiamo, ci penseremo dopo a lui”. Poi siamo scesi dalla macchina e si è avviata avanti la Chiara, poi Fabio, e poi noi. Praticamente il Sapone era alle spalle di Chiara. E c’era il Maccione con le spalle verso la buca e Fabio davanti al Maccione… praticamente Fabio era in mezzo a me e Maccione. Chi è partito per primo è stato il Sapone praticamente che è saltato… sulle spalle e ha cominciato a…”.
CHIARA PUGNALATA GRIDAVA “NO”
– Domanda: Sulle spalle di chi?
– Volpe: “Della Chiara e ha cominciato a riempirla di coltellate. Mi ricordo lei che continuava a gridare: “No, no, perché?” In quel momento ho guardato Fabio… e sono partito anch’io… gli ho tirato una pugnalata credo sul braccio o al fianco, nel costato. Maccione invece ha preso Fabio da dietro e lo ha buttato per terra. Però io non riuscivo… praticamente non riuscivo più a dargli le pugnalate perché si era rannicchiato, si era chiuso. Allora Maccione ha fatto il giro e gli ha tirato… “.
NON MORIVA MAI
– Domanda: Il giro dove?
– Volpe: “Prima è passato a lato di Fabio e gli ha dato due mazzettate sulle ginocchia. Poi ha girato attorno a me e si è ferito con il pugnale che avevo in mano. Si è tagliato un polso. Nel frattempo io tiravo qualche altra pugnalata a Fabio, mentre il Maccione lo colpiva sulla testa, continuava a dargli queste martellate, finché non si è spappolato il cranio e c’era sangue che mi schizzava in faccia e ho detto… “Basta, basta”. Ero tutto pieno di sangue in faccia. Lì c’è stato anche un attimo che tra di noi a momenti ci ammazzavamo. Nonostante Fabio avesse subito tutte queste martellate e pugnalate non era morto ancora, faceva fatica a respirare. Allora il Sapone ha preso questo riccio da per terra e gliel’ha infilato in quello che rimaneva praticamente della bocca, dicendogli: “Stai zitto”. Poi abbiamo preso la Chiara e io e Sapone l’abbiamo trascinata nella buca che avevamo scavato, giù dentro la buca.
Poi abbiamo preso anche Fabio e abbiamo buttato anche lui dentro la buca. Però non era…”.
SIGARETTE IMBEVUTE NEL SANGUE
– Volpe: “Anche lì non era ancora morto, allora Sapone mi ha detto di scendere nella buca e di finirlo. Arrivato giù non me la sono sentita, ho allungato il pugnale a Sapone stando nella buca e lui è sceso saltando sopra i loro corpi, ha preso Fabio e praticamente lo ha sgozzato. Poi ha preso una sigaretta, l’ha imbevuta nel sangue, si è messo a ballare sopra i corpi e ha detto una delle sue battute che faceva sempre: “Adesso fate gli zombies”. E poi gli ha urinato sopra”.
– Domanda: Lei lo ha visto?
– Volpe; ” Sì, ero lì presente, ho visto anche quando ha sgozzato Fabio”.
– Domanda: “Chiara invece era morta, non ha sgozzato la Marino?
– Volpe: “No, era già morta, perché al pugnale del Sapone gli si era addirittura spezzata la punta, talmente le coltellate che gli tirava… “.
– Domanda: Va bene. Poi?
LI ABBIAMO SEPPELLITI
– Volpe : ” Poi li abbiamo seppelliti tutti e due.Abbiamo…tirato su…”.
– Domanda: E il Maccione intanto era ferito e che cosa faceva?
– Volpe: “Si fumava una sigaretta, era lì e guardava ridacchiando… Dopodiché li abbiamo ricoperti tutti, abbiamo risistemato come se non fosse neanche mai stato scavato. Abbiamo raccolto tutte le foglie attorno a quelle che potevano essere sporche di sangue e le abbiamo chiuse tutte dentro un sacchetto di plastica bianco e nell’allontanarci io ho preso le pale e le ho lanciate insieme con questo sacchetto, lì vicino alla buca”.
– Domanda: I guanti in lattice?
– Volpe: “Sapone se li è sfilati e li ha buttati nella buca, penso di avere fatto così anch’io… Quelli del Maccione non so. E da lì siamo saliti in auto…”.
– Domanda: Dicevate qualcosa tra di voi?
– Volpe: “Abbiamo pensato all’alibi, dire che eravamo andati al Nautilus. E per il taglio del Maccione abbiamo trovato la scusa che la macchina aveva avuto un guasto ai morsetti della batteria e che lui nel tentativo di sistemarla si era tagliato. Siamo stati costretti a trovare un alibi per Maccione, perché la ferita era grossa e la cicatrice sarebbe rimasta”.
ASCOLTANDO BEETHOVEN
– Volpe: ” Sapone ha tirato fuori la sua cassetta che si era portato con la Nona sinfonia di Beethoven, l’ha messa su e a ripetizione, la continuava ad ascoltare finché non li ho riaccompagnati a casa. E io sono tornato a casa dai miei genitori. Il giorno dopo sono andato dal Bontade (l’ordine me lo ha dato Sapone) . La prima cosa che mi ha chiesto Bontade è stata: “Nicola è arrabbiato con me?”. Sapeva bene che lui se l’era presa, perché Bontade non se l’è sentita di commettere l’omicidio”.
– Domanda: Quella sera avevate preso allucinogeni, sostanze?
– Volpe: “No, tutti lucidi, lucidissimi, le droghe non erano ammesse, o perlomeno solo hashish e marijuana, quando si facevano prove. Anche durante i rituali non bisognava assumere nessun tipo di droga. E quella sera eravamo tutti lucidi. Lucidissimi”. 

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