Eros, il fuoco sacro

di Patrizia Bertolotti
“Eros, che è Amore, il più bello tra tutti i mortali, che spezza la forza delle membra, che in tutti gli dei che in tutti gli uomini. Sopraffa l’intelligenza nei cuori e ogni astuzia della mente” (Esiodo)
Eros, giovinetto dalla bellezza sconvolgente e perfetta, nasce da Afrodite, dea della seduzione nata asua volta dalla spuma del mare. Si hanno di lui varie descrizioni. Un mito lo definisce alato, un altro ce lo presenta bendato e dotato di arco e frecce con cui colpisce il cuore degli uomini, infiammandoli.
Poeti e scrittori ne parlano come “il terribile”, egli è figlio e amante della dea “dalle natiche perfette”, come Afrodite/Venere era chiamata, e appartiene a quella schiera di antichi dei trasformatisi in archetipi, che ancora oggi condividono il destino di ciascun uomo. Invocato, temuto, ripudiato e supplicato, questo dio si discioglie nella sua essenza per rivelare la sua identità. Eros è il collante dell’intero universo, è lo spirito di fuoco, che regna nel corpo/anima, è la magia che rende possibile il riconoscersi e, quindi, il fondersi con la propria origine divina. Il suo altro nome è Amore. Egli è davvero cieco e terribile così come lo è la vita. Quella vita che precede la manifestazione visibile, la luce nera che dà energia a ogni materializzazione e per questo è, come la Grande Madre da cui sgorga, indifferenziata e in potenza “terribile”. Eros non ha confini o regole e può sbocciare in Dioniso o in Apollo. E’ la forza più pura e neutra che affonda le radici negli aspetti ctoni e può sollevarsi verso le mete celesti. Sole nero e Sole dorato legati da infinite variazioni di colori che scaturiscono dall’arcobaleno. Dioniso è l’aspetto oscuro di Amore. E’ il giovine che si manifesta e si esprime nei momenti di ebbrezza della vita dell’uomo, quando si giace in un ventre buio e l’energia cerca la sua forma più appropriata, traendo dal subcosciente la materia e l’idea. Dioniso è l’atto liberatorio che fa fluire immagini e azioni verso l’esterno, concedendosi, quindi, la possibilità di vedere e conoscere il proprio mondo interiore. E’ il dio della doppia natura, che non conosce il giudizio morale, il suo amore è per uomini e donne, e i costumi si mescolano e si arricchiscono ognuno delle sfumature dell’altro.
Apollo al contrario è il Fallo numinoso, è il dio “geometrizzante” della forma pura, della luce del Sole, maschile di principio, nato senza madre, pura virilità. Egli è il citaredo o sonatore di cetra, dalla quale scaturisce una musica infinita che incanta, muove e dà ritmo all’intero cosmo. Dioniso rappresenta i cinque sensi, il corpo, Apollo è la sublimazione visibile del corpo stesso. Eros è il fuoco che giace nell’anima e vivifica il paesaggio del corpo fisico per permettergli di fondersi con la luce spirituale.
OLTRE LA DUALITÀ
Secondo le religioni monoteiste e le tradizioni esoteriche, ancora prima della caduta, gli angeli, poi detti ribelli, non erano sessuati, ovvero in loro sussisteva quella forma di androginia spirituale che li rendeva, secondo le parole di Gesù. “ne maschi, ne femmine” (Luca, 20:34). La discesa nel mondo della materia, o incarnazione, ha reso necessaria la divisione dei sessi. Poiché tutto nella Natura è perfettamente sincronizzato, utile e logico, questo diviene la Legge nella nostra dimensione terrena. Dal momento della nascita e in seguito all’acquisizione di una maggiore consapevolezza di sé, l’essere umano comincia a soffrire, tra le tante, di una particolare forma di nostalgia. Questa lo porta a cercare generalmente nell’altro sesso, un completamento. un’unione che si esprime sotto forma di desiderio e di sessualità. E’ la nostalgia dell’androginia primigenia- ossia lo stato di perfezione interiore in cui le caratteristiche e le virtù proprie del maschile e del femminile erano espresse nella loro totalità e nel più completo equilibrio. E’ l’uno che si scinde in due e in quattro, l’essere originario che diviene fisicamente un maschio e una femmina, che a loro volta sono composti da un sesso esteriore e uno interiore. L’uomo esteriore possiede la sua donna interiore e viceversa la donna esteriore contiene il suo uomo interiore, quello che, in chiave psicoanalitica, Jung chiamò anima e animus rispettivamente per l’uomo e per la donna. Non può esistere riunione con il divino senza aver ottenuto la riunione dei due aspetti o princìpi polarizzati (maschile e femminile), ossia il ritorno allo stato edemico primario.
“Quando di due farete uno diverrete figli dell’uomo…”, dice Gesù nel Vangelo di Tommaso (versetto 106). Non è, quindi, l’ermafroditismo che bisogna rincorrere, ma un’evoluzione spirituale che porti alla completezza inte4riore ciascun individuo singolarmente. Come fare a realizzare il “miracolo della cosa una?”. Ogni Tradizione ce ne dà le chiavi, ma come sempre accade queste sono per i meritevoli. Meritevoli non di essere vivi “chi può giudicare suo fratello?” (Giacomo, 4:11), tantomeno meritevoli passivi e ubbidienti di un Dio esterno e lontano da noi, ma meritevoli per naturale conseguenza delle nostre azioni, delle nostre faticose vittorie alla stregua di Ercole, eroe per antonomasia. Il regno di Dio, il Paradiso, la città perfetta, la Nuova Gerusalemme, è in noi, è uno stato di coscienza duramente conquistato, è il taglio del cordone ombelicale che ci lega alla MadreMatrice-Terra, per abbracciare il Padre celeste e ottenere nel nostro cuore la giustizia divina della bilancia di Maat (dea egizia della giustizia, mediatrice attraverso la pesatura del cuore del rapporto tra il mondo degli dèi e quello degli uomini). Cos’è allora l’Eros se non il calore che ci spinge all’azione, alla ricerca. Il fuoco che fa girare il cosmo, la Terra, il Sole, il nostro corpo e le nostre stesse cellule. La magia che lega ogni espressione di vita manifesta nella nostra dimensione e non manifesta in quel regno invisibile che chiamiamo Morte. La vita è ovunque e non potrebbe essere altrimenti.
I TRE MOTORI
Molte volte in questo dossier, e in altre occasioni, abbiamo parlato dei tre centri, dei tre motori che sono situati nell’essere umano. Quando un’idea è così forte e si manifesta con un’esplosione di intuizioni, una dietro l’altra, non dite forse “Sono così eccitato!”. E quando Amore vi prende e vi trovate abbracciato al vostro desiderio, con il cuore che accelera, non pensate forse “Sono così eccitato!”. Com’è questa storia, una volta si eccita il cervello, una volta i genitali. Eppure lo stato interiore è lo stesso, la vibrazione è la stessa, e allora? Quante estasi esistono! Tre, sicuramente. Una è intellettuale e mentale, una è sessuale e fisica, e la terza è l’unione di queste due. E’ la spirituale o mistica.
Accade quando i due centri precedenti, stimolati a dovere, cercano l’abbraccio e sapete dove avviene questo abbraccio? Nel cuore, in Agape, la sede dell’Amore Universale, e allora proverete un senso d’espansione della mente che inizia a muoversi vorticosamente fino a comprendere ogni visione in sé, e poi proverete un fuoco sensuale che risale dal basso e si espande a ogni cellula del vostro corpo, e infine sentirete il plesso solare vibrare fortemente, premere contro lo sterno e superare le barriere fisiche in un’esplosione di pace, colore e di un annullamento di voi stessi, più grande e potente di ogni orgasmo sessuale. L’orgasmo viene detto “la piccola Morte”.
Quanta verità. Se tornate con la mente a quell’istante cosa ricordate se non… il nulla. La totale assenza della vostra personalità, delle parole e di ogni pensiero… una piccola morte. Un’ombra dell’orgasmo divino. Ma un’ombra che ci ricorda quel qualcosa che la proietta. Quel mistero più grande che giace in agguato. Per amare, come per vivere e come “per… morire” ci vuole molto coraggio, bisogna divenire eroi, bisogna scalare le proprie montagne interiori, aver affrontato gli ostacoli e le prove, e allora sì! Si potrà vivere la vera vita che non conosce i confini della Morte, e ci si potrà muovere con consapevolezza in ogni dimensione. Ecco quanto sono importanti i nostri tre motori, testa, eros e cuore, E senza l’eros, senza il fuoco generatore, l’abbraccio non potrà mai avvenire. Ma se nulla è possibile senza lo slancio del fuoco perché il sesso è considerato peccato? E perché le grandi religioni richiedono continenza e castità?
AMORE SACRO E AMOR PROFANO
I miti, le storie e le religioni ci raccontano che esistette un’epoca in cui gli dèi interagivano con gli uomini, coabitavano negli stessi territori e, come accade tra genitori e figli, l’umanità era nutrita da racconti e parabole. Gli dèi erano abbastanza permissivi ma al contempo dettavano delle regole. Poi successe che l’uomo, ricco dell’intelletto donato dai suoi creatori, iniziò a fare delle scelte personali, ad ascoltare “il serpente”, la radice dell’albero, la terra umida e oscura. E così iniziò la sua discesa per amor di conoscenza, in mondi sempre più densi e lenti, rivestendosi di materia deperibile che, sì, era soggetta a dolore e morte, ma quante gioie sapeva anche procurare, il cibo, il morbido, le emozioni e, scendendo, ripeteva la creazione (erano fatti a somiglianza degli dèi) di ciò che aveva conosciuto fino a giungere al livello più materiale, in cui dimenticò chi era e ciò che aveva saputo creare. In questo sonno ignorante, si dice che ci fu qualcuno che scese dal mondo degli dèi, e forse ci fu ancora qualcun altro, un po’ meno addormentato nel mondo degli uomini, fatto sta che il “sacro fuoco” fu rubato ai creatori e portato sulla Terra. L’uomo tornò ad avere in mano il mezzo per la risalita al luogo originario. Questo fuoco era il sesso? No, gli uomini si accoppiavano e lo facevano seguendo istinti e desideri, esplorando ogni aspetto volessero conoscere. Il Sacro Fuoco era lo spirito del sesso, la parte animica e sottile, il segreto che permetteva il risveglio e, quindi, il ritorno a casa. Dunque, ci fu chi iniziò a far uso di questo segreto a lavorarci sopra e a evolvere.
Nel frattempo, l’umanità era scesa a livelli di completa degradazione (ricordate Sodoma e Gomorra?). Allora la casta detenente il Sacro Fuoco pensò di dare ulteriori regole all’umanità per cercare di contenere i danni provocati da eccessivo libertinaggio. Queste regole si tramandarono fino a giungere ai nostri giorni, ma divenirono più severe man mano che si andava avanti con gli anni e accadde che molti appartenenti alle caste sacerdotali dimenticarono essi stessi il senso di quelle regole e la verità che custodivano. Il sesso era divenuto peccato, ossia fallimento, perché svuotato del suo spirito informante, e, male ancor maggiore, le religioni impedirono con minacce di dannazione eterna, anche a coloro che erano pronti per il risveglio, di poter giungere a una resurrezione spirituale. Il controllo amorevole e la guida si erano trasformali in dominio cieco e distruttore. Il sesso è la macchina più potente di cui ci si poteva dotare per risalire alla casa del Padre. Il problema nasce nel conducente. Se guida come un ubriaco, le conseguenze non possono essere che accumuli di errori e di guai, ma se il conducente entra in contatto con il Sacro Fuoco, e inizia a purificare la sua mente, i suoi pensieri e le sue azioni, se si sforza di liberarsi con l’aiuto delle potenze spirituali, di tutti i fardelli legati all’esplorazione durante la discesa, allora la macchina andrà per la giusta direzione, l’obiettivo sarà raggiunto e il fallimento, ossia il peccato cancellato. Non si deve eliminare il sesso; ne rifiutare il corpo, chi siamo noi per giudicare l’opera di Dio e dire: è sbagliata? E chi sono coloro che condannano, quali sono i frutti dei loro alberi? La sessualità è un dono prezioso che deve essere rispettato, onorato e non dissipato senza coscienza. E’ il nostro mezzo per l’evoluzione in questa dimensione e bisogna imparare a canalizzarlo, a finalizzarlo per il nostro bene e la nostra salute fisica, mentale e spirituale. E’ sede della più grande energia creatrice ed è uno dei tre motori senza il quale il miracolo del reintegro e della riunione con il divino non è possibile.
L’ARCO DI EROS
Sia nella tradizione tantrica che in quella sciamanica esiste un obiettivo: realizzare un ponte che conduca dal centro dell’essere al centro dell’universo, dal cuore dell’uomo e della donna al cuore di Dio. Nel Tantra (che significa trattato, esposizione) esistono due vie: la Via della Mano Destra e la Via della Mano Sinistra. Destra e Sinistra dipendono dalla posizione della Donna posta all’uno o all’altro lato dell’officiante.
Nella Via della Mano Destra, il candidato lavorerà insieme a una donna solo in senso simbolico, poiché il lavoro sarà, in realtà, effettuato con la propria donna interiore. La Via della Mano Sinistra invece prevede il lavoro in coppia, ovvero ciò che in alchimia si chiama lavoro a un Vaso o a due Vasi. Lavorare a due Vasi è più pericoloso perché è più facile perdersi nell’istintualità, ossia essere dominati dalla tigre anziché dominarla. Sia il Tantra che un tipo di sciamancsimo, lavorano con l’energia del serpente chiamato Kundalini in un caso, o Amaru nell’altro.
L’obiettivo, in entrambi i casi, è giungere all’estasi divina attraverso il risveglio dell’energia sessuale. La mano, cioè l’operatore, è la donna, o l’energia femminile, a cui è propria l’immagine del movimento. Dio è movimento e quiete, insieme, cioè è femminile e maschile insieme.
Ma in cosa consiste la Via del Serpente? Per prima cosa, i due candidati, l’uomo e la donna, devono condurre una preparazione, in cui avverrà, con tecniche adeguate, la purificazione dei corpi relativi al piano fisico, mentale ed emozionale. Queste tecniche insegnano a far lavorare insieme i muscoli, il pensiero e l’ispirazione per dare luogo all’unità di intento. Questa preparazione è necessaria perché aspetti come la paura o passioni inferiori rischiano di far defluire l’energia attivata verso stati bassi del corpo, creando disagi psicologici e persino danni a degli organi. Immaginate il sistema dei tre motori, e consideriamo il cervello (in cabala “Kether”) e i genitali ( in cabala “Maikut”). Ora consideriamo la colonna vertebrale che collega questi due regni.
All’interno della colonna scorre un canale verticale detto Shushumna, mentre ai suoi due lati s’inerpicano, come due serpentelli che si incrociano in alcuni punti, due correnti dette Ida e Pingala che sono legate alle narici e, quindi, alla respirazione. Quando, e solo quando Shushumna è sgombro e pulito si può procedere al risveglio del serpente. Esso giace arrotolato nel regno di Maikut, nell’osso sacro (da qui il nome).
Con movimenti del corpo e una respirazione fatta alternando le due narici, si creeranno delle scosse elettriche che sveglieranno l’energia sessuale, questa si alzerà e percorrerà a gran velocità Shushumna, giungendo in Kether. A quel punto, secondo il Tantra, la Shakti (energia in movimento) si congiungerà a Shiva (energia in quiete o fissa), allora il serpente diverrà l’Uroboros, cioè il serpente che si morde la coda, dove i due regni coincidono in un unico regno e il cerchio che si viene a creare si dota del punto centrale ossia l’Amore Universale, origine e fonte di ogni cosa. Lo stesso accade, con altri nomi, nella tradizione sciamanica, e stessa è la possibilità di andare ancora oltre, in un salto cosmico che può, come un ponte teso tra Dio e l’essere umano, aprire sempre di più la nostra coscienza trasformandoci in Maestri dell’Amore, in frammenti dello stesso Eros. Essere “erotici” significa, infine, vibrare a ogni istante dell’enigmatico e palpabile mistero della vita, che attraversa ogni dimensione sconosciuta o conosciuta. Eros, Amore, Cupido, il Sacro Fuoco, può scagliare in ogni momento e all’improvviso la sua freccia su di noi, occorre, quindi, saper cogliere quell’occasione per iniziare la meravigliosa ricerca che può trasformare qualunque dormiente in uno sveglio eroe. E come il fuoco che ardeva perenne nei templi dedicati alla divinità è simbolo di quel sacro fuoco che dobbiamo far ardere e mai spegnere nel tempio del nostro corpo, così le Vestali sono il simbolo dell’energia femminile, dell’angelo del focolare, della mano, ciò che ogni donna deve divenire aprendosi al magico potere femminino e ogni uomo deve riconoscere e onorare in sé, perché è il suo unico aiuto nella via della realizzazione.

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