"Abbiamo provato a drogarli ed a bruciarli vivi"

Andrea Volpe:” Inizialmente volevamo uccidere Tollis e la Marino con l’eroina”

Parla dietro un paravento il pentito Andrea Volpe, dall’altra parte ci sono i compiici. I coimputati nel duplice omicidio di Fabio e Chiara, quelli che lui adesso sta inchiodando con le sue confessioni. Confessioni terrificanti che spingeranno il giudice, Maria Greca Zoncu, a pronunciare la condanna a 30 anni di carcere. Nel processo secondo la formula del rito abbreviato. Ecco il racconto di Volpe fatto di fronte al giudice.
IL PENTITO ANDREA VOLPE INTERROGATO DAL GIP IL 12/10/2004
“Sono entrato a fare parte della setta Le Bestie di Satana a fine estate ’97. Chi mi ha introdotto è stato Andrea Boutade, che adesso è morto”.
“…Ci si incontrava di solito il sabato pomeriggio in Fiera di Senigallia e lì si parlava, o alla sera al Midnight dove il primo discorso di cui ho sentito parlare, che mi sono inserito anche io in questo discorso, era l’omicidio della Chiara Marino”.
“…Già avevano in mente di ucciderla praticamente e stavano studiando un piano […] Penso perché si sia allontanata dal gruppo”.
“…L’attività della setta si sostanziava in rituali finalizzati a fare del male e… Si tracciava il pentacolo per terra con la bussola per orientarlo nei punti cardinali giusti… nei punti cardinali precisi, praticamente nei giorni di luna nera, luna nuova. Poi ci si tagliava, si usava il nostro sangue”.
“…Ci disponevamo in posizioni, sulle punte c’era il Sapone, il Monterosso, il Leoni, lo Zampollo e il Maccione e poi io e gli altri stavamo all’interno sempre del cerchio nei lati e gli altri rimanente fuori dal cerchio. Quelli che si ponevano sulle punte erano quelli diciamo di vecchio stampo, i primi praticamente”.
“…Si facevano dei rituali usando il sangue. Si usavano oggetti della persona, capelli o oggetti personali, una fotografia e si facevano questi rituali qua. Ci si tagliava, si usava il sangue si metteva al centro del pentacolo sugli oggetti e poi si malediceva la persona cui si voleva fare del male. Questi riti avvenivano a Vignate, in una chiesetta sconsacrata, io sono stato lì la prima volta. Poi in una ditta abbandonata bruciata che la chiamavano Ristai e qualche volta ci ritrovavamo a casa mia quando abitavo da solo”.
LONGONI MUORE DOPO UN RITO
“… Abbiamo fatto questi rituali contro Cisco, la Demorza che ha fatto il Sapone, il Longoni e il Guerrieri”.
“…Cinque giorni prima che Longoni morisse sotto un camion avevamo fatto un rituale. Abbiamo usato una pallina del piercing che aveva lui, era un oggetto che usava, io me lo sono fatto dare facendomi il piercing ed è stato usato per questo rituale “.
“… Prendeva in giro il Bontadc, prendeva in giro uno di noi, ci si considerava fratelli, era come prendere… Per i riti usavamo anche candele nere. Venivano disposte sulle punte del pentacolo e praticamente ci si incideva anche sopra il nome a cui si voleva far del male e si faceva il rituale “.
“…Sapone e Leoni erano i leader e conducevano i rituali. Facevano violenze psichiche. Poi da quanto mi hanno raccontato…spegnevano le sigarette sui corpi delle persone… Tollis e il Mirco se non sbaglio e altre persone che comunque.. . e poi gli sputavano addosso, gli facevano fare di tutto. Alla Marino praticamente le cose che mi hanno raccontato che gli ha fatto sessualmente sono indicibili da raccontare. E loro le raccontavano con vanto”.
“.. .Un po’ tutti, un po’ tutti quelli del gruppo avevano morso il Tollis. Adesso dico dell’omicidio di Chiara”.
“.. .Anche Tollis sembrava d’accordo, almeno in principio. […] Praticamente si parlava di come fare per riavvicinarla, perché si era allontanata dal gruppo e su come ucciderla. Ci si ripartiva così: chi doveva fare una cosa – riavvicinarla – e chi un’altra – come fare per ucciderla”.
TENTATO OMICIDIO CON EROINA
“… All’inizio si è deciso il piano della buca, però dopo… si poteva farla morire con overdose di eroina. Si è sfruttata questa cosa qua.
Il compito che venne dato a me insieme a Sapone ovviamente che mi ha… siamo andati a Bergamo e da lì abbiamo acquistato all’incirca un grammo di eroina. Poi diedi il compito alla Mariangela di procurare il Valium con una ricetta medica. Da lì poi quando era tutto pronto che avevamo il Valium e l’eroina, si decise il giorno dovevamo uccidere questa Chiara.
Aspettavamo soltanto che il Leoni l’avesse riavvicinata […] Io dovevo preparare praticamente questa iniezione letale di eroina. Dietro c’era la macchina che io avevo prestato al Leoni, la Citroen. […] Praticamente il Valium è stato messo dentro una bottiglia di roba da fargli bere. Ci si spostava in macchina per trovare un posto adatto per farle questa iniezione e lasciarla lì morente, poi ci siamo fermati in un posto ma è passata una pattuglia di carabinieri e in quel momento lì il Guerrieri ha buttato via tutto… e da lì allora è saltato il piano”.
“… Il Sapone e Maccione perché erano seduti dietro e la Marino stava in mezzo a loro e tenevano il riscaldamento della macchina alzato perché si stordisse di più.
Praticamente loro le davano da bere il Valium”.
L’IDEA DI BRUCIARLI
“… Ma il Guerrieri avuto l’idea di bruciarli all’interno della macchina, per cui si è passati nuovamente a un altro piano, ed è stato messo di nuovo da parte il piano della buca. Per mettere in atto il piano che era venuto in mente al Guerrieri: farli bruciare o saltare (Fabio e Chiara insieme) dentro la macchina, sempre la sera di Capodanno, perché apparisse un incidente provocato dai fuochi d’artificio”.
“… Tutti erano d’accordo. Chi magari era tentennante perché come piano non era un gran che…però alla fine comunque tutti daccordo eravamo”.
“… Guerrieri ha procurato i petardi. Li ha comprati lui. Noi gli abbiamo dato i soldi […] Erano palle fatte di carta e piene di polvere da sparo, e tutto è stato messo all’interno della macchina”.
“… Doveva morire anche il Tollis, perché era stato deciso che doveva morire, perché sul primo piano si è visto il suo comportamento .[…] Alla fine è stato deciso che bisognava uccidere anche il Tollis, a sua insaputa”.
“…. Quindi arrivati ad Acquatica sono stati obbligati praticamente ad appartarsi in macchina. Alla Marino è stato detto… di appartarsi in macchina per fare del sesso con Fabio. Era circa mezzanotte, loro sono andati sulla macchina che è stata nascosta in una via buia”.
“… Nel frattempo che loro erano all’interno della macchina il Leoni e il Guerrieri si sono recati verso la macchina con l’intento di appiccare il fuoco, di lanciare questo petardo all’interno del serbatoio. Poi Sapone mi ha dato l’ordine di interrompere il piano […] non poteva funzionare [… ] ma era ormai troppo tardi, aveva già preso fuoco la macchina”.
“Il Guerrieri ha buttato il petardo all’interno del serbatoio e la macchina aveva già preso fuoco.
[… ] Noi ci siamo allontanati ma loro hanno fatto in tempo ad uscire dalla macchina”.
“… È partito il fuoco e si è fatto finta di niente. Noi siamo andati nuovamente incontro a Fabio e Chiara per chiedere che cosa era successo e loro hanno detto che era andata a fuoco la macchina. Però non posso dire che avessero visto il Guerrieri buttare il petardo nel serbatoio. Ne la Marino, ne il Tollis lo hanno mai detto. Dopo questo episodio si è ripreso nuovamente il piano della buca”.
SCAVARE UNA BUCA E…
“… Si è determinato il piano [… ] II compito mio e quello di Bontade, siccome eravamo entrambi di Somma, tutta una zona boschiva, era trovare il posto per fare la buca. Secondo Sapone il posto doveva essere lontano perché così nessuno sarebbe andato a cercarli tanto distante. […] Abbiamo trovato questo posto qua. […] Sono stati ritirati degli scritti e tutto quello che poteva riguardare la setta e risultare compromettente. [… ] C’era un codice cifrato, un alfabeto con simboli che corrispondevano a una lettera dell’alfabeto.
Noi adepti lo possedevamo questo codice. […] Tutto questo materiale è stato consegnato a Leoni che l’ha messo nel computer”.
“… La buca l’abbiamo scavata io, il Bontade, il Sapone e il Guerrieri. […] Sempre di notte. La prima notte… siamo arrivati sul posto con le pale e i picconi che aveva preso Bontade a casa sua e con dei secchi e abbiamo cominciato. […] All’inizio comunque si è rivelata difficoltosa per delle radici che c’erano sotto terra. Così abbiamo deciso di lasciare lì e riprendere la settimana dopo, con delle attrezzature più idonee”.
“… Io e Guerrieri siamo andati a casa di Sapone e ci siamo recati in fiera sempre con la mia macchina. Da lì si è spiegato agli altri che la buca era pronta. Per non dare nell’occhio ci si informava in maniera di staffetta, io lo dicevo a un altro , quest’altro andando via lo raccontava, così a catena, praticamente”.
“C’era anche il Tollis […] ma a Tollis non avevamo detto niente ovviamente che era stata decisa anche la sua uccisione, però che doveva essere uccisa la Marino quella sera lì sì, sapeva anche lui. […] Anche la Marino era lì. Praticamente ci siamo comportati come se niente fosse. Poi dopo verso sera…”. 

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