Glossario Teosofico: H

H – L’ottava lettera, aspirata, dell’alfabeto Inglese, ottava anche nell’alfabeto Ebraico. Come numerale Latino vale 200, con l’aggiunta di un trattino sopra vale 200.000; nell’alfabeto Ebraico, Cheth è equivalente ad h, corrisponde a 8, è simboleggiata da un recinto, ma anche da Venere essendo secondo Seyffarth in affinità e legame con la Hé, e perciò con l’apertura o vulva. È anzitutto una lettera Ionica (che concerne la Yoni).
HA (Sans.) – Una sillaba magica usata in formule sacre; rappresenta il potere di Akasa Sakti. La sua efficacia sta nell’accentuazione dell’espirazione e nel suono prodotto.
HABAL DE GARMIN (Ebr.) – Secondo la Cabala, è il Corpo di Resurrezione: un’immagine tzelem o demooth dell’uomo deceduto; un modello interiore essenzialmente spirituale che permane dopo la morte. È lo “Spirito delle Ossa” menzionato in Daniele, in Isaia e nei Salmi, e a cui si fa riferimento nella Visione di Ezechiele sul rivestire le ossa secche con la Vita: consultare C. de Leiningen sulla Cabala, opuscolo dela T. P. S. , Vol. II°, N. 18. (w.w.w.).
HACHOSER (Ebr.) – Letteralmente, “Luci riflesse”; nella Cabala, nome dei poteri minori o inferiori.
HADES (Gr.) – Vedi “Ade”.
HAGADAH (Ebr.) – Nome dato a quelle parti del Talmud che sono leggendarie (w.w.w.).
HAHNIR (Scand.) – O Hönir. Uno dei tre potenti dei (Odin, Hahnir e Lodur) i quali, vagando sulla terra, trovarono sulla riva del mare due tronchi a forma umana privi di movimento, di parola e di sensi. Odino dette loro l’anima; Hahnir il movimento ed i sensi; Lodur sangue e colore. Così furono creati gli uomini. ( N. d. T. dal Völuspá).
HAIMA (Ebr.) – Uguale al sanscrito hiranya (dorato), come “l’Uovo d’Oro” – Hiranyagarba.
HAJASCHAR (Ebr.) – Nella Cabala, le Forze della Luce; i “Poteri della Luce” che sono le forze creative inferiori.
HAKEM – Letteralmente, “il Saggio”; per i Drusi, o “Discepoli di Hamsa”, è il Messia che deve venire.
HAKIM (Arab.) – In tutti i paesi Orientali, dall’Asia Minore fino all’India, significa “un dottore”.
HALACHAH (Ebr.) – Nome dato a quelle parti del Talmud che sono sommari su punti essenziali sulle norme giuridiche della dottrina; la parola significa “regola”. o via, sentiero (w.w.w.).
HAMSA (Sans.) – O Hansa. Secondo gli Orientalisti, “cigno” o “oca”. In Occultismo, è un uccello mistico simile al Pellicano dei Rosacroce. È il mistico nome sacro che, quando è preceduto da KALA (tempo infinito), cioè Kalahansa, è un nome di Parabrahman e significa “l’Uccello fuori dal tempo e dallo spazio”. Perciò Brahma‚ (maschile) è chiamato Hansa Vahana, il “Veicolo di Hansa” (l’ UCCELLO). Troviamo la stessa idea nello Zohar, dove è detto che Ain Suph (l’eterno ed infinito), per scopi di manifestazione, scende nell’universo usando Adamo Kadmon (l’Umanità) come cocchio, o veicolo.
HAMSA (Arab.) – Il fondatore della setta mistica dei Drusi del Monte Libano. (Vedi “Drusi”).
HANGSA (Sans.) – Una sillaba mistica che sta per “evoluzione” e che, nel senso letterale, significa “Io sono lui”, o Ahamsa.
HANSA (Sans.) – Secondo la Bhagavata Purana, il nome dell “Unica Casta”, quando non c’era ancora diversità di caste, ma solo “un Veda, una Divinità, una Casta”.
HANUMAN (Sans.) – Il dio scimmia del Ramayana, il generalissimo dell’esercito di Rama; figlio di Vayu, dio del vento, e di una virtuosa donna demone. Hanuman era il fedele alleato di Rama che con la sua incomparabile audacia e con ingegno aiuta l’Avatar di Vishnu a sconfiggere finalmente il re demone di Lanka, Ravana, che aveva rapito Sita, la bellissima moglie di Rama, un oltraggio che portò alla famosa guerra descritta nel poema epico indiano.
HARA (Sans.) – Un appellativo di Shiva.
HARI (Sans.) – Un appellativo di Vishnu, ma è usato anche per altri dei.
HARIKESA (Sans.) – Il nome di uno dei sette raggi del Sole.
HARIVANSA (Sans.) – Una parte del Mahabharata, un poema sulla genealogia di Vishnu, o Hari.
HARMACHUS (Gr.) – La Sfinge Egiziana, chiamata Ha-rem-chu o “Horus (il Sole) all’Orizzonte”; una forma di Ra, il dio-sole; esotericamente, il “dio risorto”. Una iscrizione su un papiro dice: “O beato Ra-Harmachus! Tu portato velocemente in trionfo da lui. O risplendi, Amoun-Ra-Harmachus autogenerato!”. Il tempio della Sfinge fu scoperto da Mariette Bey vicino alla Sfinge, nei pressi della grande Piramide di Gizeh. Tutti gli Egittologi sono concordi nel definire la Sfinge ed il suo tempio “il più antico monumento religioso del mondo” – o quanto meno, il più antico dell’Egitto. “La camera principale”, scrive Fergusson, “in forma di croce, è appoggiata su pilastri, semplici prismi di granito di Sienite senza base o capitello… non ci sono sculture o iscrizioni di nessun genere sulle pareti di questo tempio, nessun ornamento o simbolo di qualche immagine, nel santuario”. Questo prova l’enorme antichità sia della Sfinge che del tempio. “La grande Sfinge barbuta della Piramide di Gizeh è il simbolo di Harmachus, così come di ogni Faraone Egiziano il cui nome inciso sulle iscrizioni è quello di “forma vivente della Sfinge Solare sulla Terra”, scrive Brugsh Bey. Renan ricorda che “si sa per certo che un tempo gli Egiziani avevano templi senza immagini scolpite” (Bonwick). Non solo gli Egiziani, ma tutte le nazioni del mondo, all’inizio avevano templi privi di idoli e perfino di simboli. Solo quando si estinse il ricordo delle grandi verità astratte e della Saggezza primordiale insegnata alla umanità dalle dinastie di re divini, gli uomini fecero ricorso ai memento ed alla simbologia. Nella storia di Horus incisa su alcune lapidi di Edfou, Rougé trovò un’i-scrizione la quale dimostra che il dio aveva assunto una volta “la forma di un uomo con la testa di leone per prevalere sul suo nemico Tifone. Di certo Horus fu adorato in questa forma a Leontopoli. Egli è la vera Sfinge. Ciò vale anche per la figura di leone che qualche volta si vede ai due lati di Iside… Esso era suo figlio”. (Bonwick). Eppure la storia di Harmachus, o Har-em-chu, non è stata ancora raccontata al mondo, né è facile che sia divulgata a questa generazione (Vedi “Sfinge”).
HARPOCRATE (Gr.) – Il figlio di Horus o Ehoou rappresentato con un dito sulla bocca, il disco solare sulla testa ed i capelli d’oro. È il “dio del Silenzio” e del Mistero. (Vedi “Horus”). Harpocrate era adorato in Europa, sia dai Greci che dai Romani, quale figlio di Iside.
HARSHANA (Sans.) – Una divinità che presiede alle offerte fatte ai morti, o Sraddha.
HARVIRI (Egiz.) – Horus l’Anziano; l’antico nome di un dio solare: il sole che sorge rappresentato come un dio che poggia su un loto completamente sbocciato: il simbolo dell’Universo.
HARYASWA (Sans.) – I cinque ed i dieci mila figli di Daksha, che invece di popolare il mondo come desiderava loro padre, diventarono tutti degli yogi e, come loro consigliato dal misterioso saggio Narada, rimasero celibi. “Si dispersero per le regioni e non sono tornati”. Questo, secondo la scienza segreta, significa che si incarnarono tutti nei mortali. Questo nome viene dato anche ai mistici ed ai celibi che sono nati tali, i quali sono considerati incarnazione degli “Haryaswi”.
HATHA YOGA (Sans.) – La forma più bassa della pratica Yoga; che usa mezzi fisici per scopi di autosviluppo spirituale. È l’opposto di Raja Yoga.
HATHOR (Egiz.) – L’aspetto inferiore o infernale di Iside, corrispondente ad Ecate della mitologia Greca.
HAY-YAH (Ebr.) – Uno dei “Principi” metafisici umani. Gli Occultisti Orientali dividono gli uomini in sette di questi princìpi; a quanto pare, i Cabalisti Occidentali li dividono solo in tre, chiamati Nephesh, Ruach, Neshamah. Ma in realtà questa divisione è vaga e nient’altro che una forma abbreviata dei principi come il nostro “Corpo, Anima, Spirito”. Nella Qabbalah di Myer (Zohar, II°, 141, b., Cremona Ed., II°, fol. 63, b., col. 251), si afferma che Neshamah, o lo Spirito, ha tre divisioni, “di cui la più alta è Ye’ heedah (Atma), quella di mezzo Hay-yah (Buddhi), e l’ultima, e terza, è il Neshamah (Manas)”. Poi viene Mahshabah, il Pensiero (il Manas inferiore o la Personalità cosciente), nel quale le superiori divisioni si manifestano, che va a formare il quarto principio; questo è seguito da Tzelem, il Fantasma o l’Immagine (Kama-rupa, durante la vita esso è l’elemento Kamico); segue D’yooq-nah, l’Ombra della Immagine (Linga-Sharira, il Doppio); e infine Zurath, il Prototipo, che è la Vita – SETTE in tutto, anche senza il D’mooth, Apparenza o Sembianza, che viene chiamata una manifestazione inferiore ed è, in realtà, il Guf o il Corpo. I Teosofi della Sezione Esoterica, che conoscono la trasposizione che si è fatta di Atma e la parte assunta dal prototipo aurico, scopriranno facilmente quali sono i veri sette principi, e avranno la prova che fra la divisione dei principi degli Occultisti Orientali e quella dei veri Cabalisti Occidentali non c’è differenza. Non dimentichiamo che né gli uni né gli altri sono disposti a dare nei loro scritti pubblici la classificazione reale e finale dei Principi umani.
HAY-YOTH HA QADOSH (Ebr.) – Le sante creature viventi nella visione di Ezechiele della Merkabah, il veicolo o carro. Sono i quattro animali simbolici, il cherubino di Ezechiele e, nello Zodiaco, il Toro, il Leone, lo Scorpione (o l’Aquila) e l’Acquario, l’uomo.
HAYO BISCHAT (Ebr.) – Nello Zohar, la Bestia: il Diavolo ed il Tentatore. Esotericamente, le nostre passioni animali più basse.
HEA (Cald.) – Il Dio dell’Abisso e degli Inferi; alcuni vedono in lui Ea od Oannes, l’uomo-pesce, Dagon.
HEABANI (Cald.) – Famoso astrologo della Corte di Izdubar, spesso citato nei frammenti delle tavolette Assire che fanno riferimento ad un sogno di Izdubar, il grande Re Babilonese, o Nimrod, il “possente cacciatore davanti al Signore”. Dopo la sua morte, essendo la sua anima incapace di restare sottoterra, lo spettro di Heabani fu resuscitato da Merodach, il dio, il suo corpo fu irrorato di vita e poi trasferito vivo, come Elia, nelle regioni dei Beati.
HEBDOMADE (Gr.) – Il Settenario.
HEBRON – O Kirjath-Arba. La città dei Quattro Kabiri, perché Kirjat-Arba significa “la Città dei Quattro”. Secondo la leggenda, fu in quella città che un Isarim, ossia un Iniziato, trovò la famosa tavola Smeraldina sul corpo morto di Ermete.
HEL (Scand.) – O Hela. La Dea Regina del Paese dei Morti; l’inscrutabile ed orribile Essere che regna sulla profondità di Helheim e di Nifelheim. Nella mitologia più antica, Hel era la dea della terra, la buona e benefica madre, fornitrice di cibo agli esseri stanchi ed affamati. Ma negli Skald successivi essa divenne il Plutone femminile, l’oscura Regina del Regno delle Ombre che portò in questo mondo la morte e quindi il dolore.
HELHEIM (Scand.) – Nella mitologia dei Norvegesi è il Regno della Morte. Nell’Edda, Helheim circonda il Nordico Mondo delle Nebbie chiamato Nifelheim.
HEMADRI (Sans.) – La Montagna d’oro; il monte Meru.
HEMERA (Gr.) – “La luce delle regioni inferiori, o terrestri”, così come l’Etere è la luce delle superiori sfere terrestri. Entrambe sono nate da Erebos (oscurità) e da Nux (notte).
HEPTAKI (Gr.) – “Uno dai Sette Raggi” degli adoratori Caldei delle stelle; uguale a IAO (Vedi “Iao” e “Iaho”).
HERAKLE (Gr.) – Lo stesso che Ercole.
HERANASIKHA (Sing.) – Da Herana “novizio” e Sikha “regola” o Precetto. Un’opera scritta in Elu, o singalese antico, ad uso dei giovani sacerdoti.
HERMAS (Gr.) – Un antico scrittore Greco delle cui opere sono rimasti solo pochi frammenti.
HERMES fuoco di – I “fuochi di S. Elmo”. (Vedi Iside Svelata, vol. I°, pag. 172).
HERMES SARAMEYA (Greco-Sanscrito.) – Il Dio Ermete, o Mercurio; nella mitologia Greca, “il pastore che veglia sul gregge delle stelle”.
HETU (Sans.) – Una causa naturale, o fisica.
HEVA (Ebr.) – Eva. “La madre di tutto ciò che vive”.
HIARCHA (Gr.) – Nel viaggio di Apollonio di Tiana in India, è il Re degli “Uomini Saggi”.
HILLEL – Un grande Rabbino Babilonese del secolo precedente l’era Cristiana. Un uomo istruito e santo, fu il fondatore della setta dei Farisei.
HIMACHALA HIMADRI (Sans.) – Le Montagne dell’Himalaya.
HIMAVAT (Sans.) – Personificazione delle Montagne Himalayane; il padre del fiume Ganga, o Gange.
HINAYANA (Sans.) – Il “Piccolo Veicolo”. Nel Buddismo Settentrionale indica una Scrittura ed una Scuola opposta al Mahayana, il “Grande Veicolo”, nel Tibet. Entrambe le Scuole sono mistiche (Vedi “Mahayana”). Significa anche nella superstizione exoterica, la più bassa forma di trasmigrazione.
HIOUEN THSANG – Un grande scrittore e filosofo Cinese che nel sesto secolo viaggiò attraverso l’India per imparare di più sul Buddismo, al quale era devoto.
HIQUET (Egiz.) – La dea rana; uno dei simboli dell’immortalità e del principio dell’ “acqua”. I primi Cristiani, nelle loro chiese, avevano lampade a forma di rana, per significare che il battesimo nell’acqua conduceva all’immortalità.
HIRAM ABIFF – Un personaggio biblico; un abile costruttore e “Figlio della Vedova” che Re Salomone fece venire da Tiro per affidargli la supervisione dei lavori del Tempio; in seguito divenne un prototipo massonico, diventando l’eroe sul quale si accentra tutto il dramma, o piuttosto la rappresentazione, della Terza Iniziazione massonica. La Cabala dà una grande importanza ideale ad Hiram Abiff.
HIRANYA (Sans.) – Radioso, dorato, termine usato per l’ “Uovo di Brahma‚”.
HIRANYA GARBHA (Sans.) – Il grembo radiante, o l’uovo d’oro. Esotericamente è la luminosa “nebbia di fuoco” o la materia eterea da cui fu formato l’universo.
HIRANYAKASIPU (Sans.) – Un Re dei Daitya o Giganti che Vishnu – Avatar sotto forma di uomo-leone – uccise.
HIRANYAKSHA (Sans.) – “Colui che è dotato dell’occhio d’oro”. Il re ed il governatore della quinta regione di Patala, il mondo sotterraneo; nel Pantheon Indiano, un dio serpente. Esso ha, però, vari altri significati.
HIRANYAPURA (Sans.) – La Città d’Oro.
HISI (Finl.) – Nel Kalevala , il poema epico finlandese, è il “Principio del Male”.
HITOPADESA (Sans.) – “Buon Consiglio”. Un’opera composta da una raccolta di precetti etici, allegorie ed altri racconti tratti da un’antica scrittura, il Panchatantra.
HIVIM (Ebr.) – O Chivim. Un popolo da cui discendono gli Hiviti i quali, secondo alcuni commentatori Cattolici Romani, discendono da Heth, figlio di Canaan, figlio di Ram, “il maledetto”. Brasseur de Bourbourg, il missionario che tradusse le Scritture del Guatemala, il Popol Vuh, indulge nella teoria che l’Hivim del Quetzo Cohuatl, la Divinità Serpente del Messico, o i “discendenti dei Serpenti” come essi si definiscono, sono identici ai discendenti di Ham (!!) “il cui antenato è Caino”. Comunque sia, questa è la conclusione che il demonologo De Mousseax trae dagli scritti di Bourborg. Questi suggerisce l’idea che i capi dal nome di Votan, i Quetzo Cohuatl, sono i discendenti di Ham e Canaan, “Io sono Hivim”, essi dicono. “Essendo un Hivim, sono della grande Razza dei Draghi. Io stesso sono un serpente, perché sono un Hivim” (Cortes, 51). Ma Caino è allegoricamente mostrato come l’antenato degli Hiviti, i Serpenti, in quanto Caino è ritenuto essere stato il primo iniziato nel mistero della procreazione. La “razza dei Draghi” o i Serpenti indica i Saggi Adepti. I nomi Hivi o Hiviti e Levi – significano un “Serpente”; e gli Hiviti, o le tribù-Serpenti della Palestina, come tutti i Leviti e gli Ofiti d’Israele, erano Ministri iniziati dei templi, cioè Occultisti, come lo sono i sacerdoti di Quetzo Cohuatl. I Giboniti che Joshua assegnò al servizio del Santuario, erano Hiviti. (Vedi Iside Svelata, Vol. II°, pag. 438).
HLER (Scand.) – Il dio del mare. Uno dei tre potenti figli del gigante di ghiaccio, Ymir. Questi figli erano Kari, dio dell’aria e delle tempeste; Hler, dio del mare; Logi, dio del fuoco. Essi sono la trinità cosmica dei Norvegesi.
HOA (Ebr.) – Termine da cui deriva Ab, il “Padre”; quindi, il Logos Celato.
HOANG TY (Cin.) – “Il Grande Spirito”. Si dice che i suoi figli abbiano acquisito nuova saggezza e che abbiano impartito ciò che conoscevano ai mortali, mediante la caduta – simile alla caduta degli angeli ribelli – nella “Valle del Dolore” che, allegoricamente, è la nostra Terra. In altre parole, sono identici agli “Angeli Caduti” delle religioni exoteriche ed, esotericamente, agli Ego che si reincarnano.
HOCHMAH (Ebr.) – Vedi “Chochmah”.
HOD (Ebr.) – Splendore, l’ottavo dei dieci Sefiroti, una potenza femminile passiva w.w.w.
HONIR (Scand.) – Un dio creativo che fornì al primo uomo l’intelletto e la capacità di comprendere, dopo averlo creato da un albero di frassino assieme ad Odino e Lodur.
HONOVER (Zend) – Il Logos Persiano, la Parola manifesta.
HORCHIA (Cald.) – Secondo Beroso, l’equivalente di Vesta, la dea del Focolare.
HORO AMMONE (Egiz.) – L’ “Auto-generato”, un termine della cosmogonia Egiziana che corrisponde all’Anupadaka sanscrito, cioè senza genitori. Horo-Ammone è una combinazione del dio dalla testa di ariete di Tebe e di Horus.
HORUS (Egiz.) – Ultimo nella linea dei Sovrani divini di Egitto che è considerato figlio di Osiride ed Iside. È il grande dio “amato dal Cielo”, il “prediletto del Sole, la progenie degli dei, il conquistatore del mondo”. Al momento del Solstizio Invernale (il nostro Natale), la sua immagine, sotto forma di piccolo neonato, era portata fuori dal santuario per essere adorata dalle masse in preghiera. Poiché egli è l’immagine della volta del cielo, si dice che provenga da Maem Misi, il luogo sacro del parto (la vulva del Mondo), ed è, quindi, il “mistico Bimbo dell’Arca”, o argha, quest’ultima simbolo della matrice od utero. Cosmicamente è il Sole Invernale. Un papiro lo descrive come della “sostanza di suo padre” Osiride, di cui è una incarnazione ed al quale è identico. Horus è una divinità casta: “Come Apollo, non ha amori. Nel mondo inferiore, il suo ruolo è connesso col Giudizio. Egli introduce le anime alla presenza di suo padre, il Giudice” (Bonwick). Un antico inno dice “Da lui viene giudicato il mondo per quello che contiene. Il cielo e la terra sono governati dalla sua immediata presenza. Ha potere su tutti gli esseri umani. Si muove secondo i propri propositi. Produce grande abbondanza e la dispensa su tutta la terra. Tutti adorano la sua bellezza. Dolce è il suo amore in noi”.
HOTRI (Sans.) – Un sacerdote che recita gli inni del Rig Veda e fa offerte al fuoco.
HOTRI (Gli) – Un nome simbolico per i sette sensi, chiamati nell’Anugita “i sette Sacerdoti”. “I sensi alimentano il fuoco della mente (cioè il desiderio) con le offerte dei piaceri esteriori. È un termine occulto che si usa metafisicamente.
HRIMTHURSI (Scand.) – I Giganti del Gelo; nell’Edda, i Ciclopi costruttori.
HUN-DESA (Sans.) – Il paese intorno al lago Mansaravar, in Tibet.
HVANUATHA (Mazd.) – Il nome della terra sulla quale viviamo. Una delle sette Karshvare (Terre) di cui si parla nell’Orma Ahr. (V. Introduzione al Vendidad di Darmsteter.)
HWERGELMIR (Scan.) – Un calderone ribollente in cui cadono le anime dei malvagi.
HWUN (Cin.) – Spirito. L’equivalente di Atman.
HYDRANOS (Gr.) – Letteralmente, il “Battista”. Il nome dell’antico Ierofante dei Misteri che faceva passare il candidato attraverso la “prova dell’acqua”, nella quale veniva immerso tre volte. Questo era il suo battesimo dello Spirito Santo che si muove sulle acque dello Spazio. Paolo si riferisce a San Giovanni come all’Hydranos, il Battista. La Chiesa Cristiana prese questo rito dal rituale degli Eleusini e da altri Misteri.
HYKSOS (Egiz.) – I misteriosi nomadi, i Pastori, che in un periodo sconosciuto e molto precedente ai tempi di Mosè, invasero l’Egitto. Vengono chiamati i “Re Pastori”.
HYLE (Gr.) – La sostanza primordiale o materia; esotericamente, il sedimento omogeneo del Caos o del Grande Abisso. Il primo principio da cui fu formato l’Universo oggettivo.

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