Streghe famose

La negromante di Endor
La storia della negromante di Endor, un piccolo villaggio nella regione settentrionale di Israele, è legata alle ultime ore della vita del re Saul, il sovrano che con le sue leggi aveva vietato il ricorso alla negromanzia. Gli eserciti del popolo ebraico e di quello filisteo stanno per affrontarsi, schierati presso Endor. Saul è già stato abbandonato da Dio, al quale si è rivolto dopo avere visto l’accampamento filisteo ed aver provato paura. Samuele, il profeta che lo aveva unto proclamandolo re, è morto. Saul, contravvenendo alle leggi da lui stesso emanate, decide allora di consultare una negromante che evochi lo spirito del profeta. Si traveste e parte con due uomini, di notte. La negromante, dapprima spaventata perché l’evocazione degli spiriti è reato, acconsente alla richiesta del re. Samuele, che compare avvolto in un lungo manto, conferma a Saul che Dio lo ha abbandonato e gli predice la sconfitta, la morte e la schiavitù di Israele. Saul cade a terra sconvolto. La negromante allora gli offre del pane, che egli rifiuta. Ma poi, forzato dalla donna e dai servi, accetta il cibo che gli è stato offerto. Mangiò con essi e poi ripartirono nella notte. L’indomani, sul campo di battaglia, si consumerà la tragedia di Saul.

Caterina de Medici
La madre di Keplero

La madre di Keplero, Caterina, nata nel 1547, venne accusata di stregoneria nel 1615, quasi settantenne. Il processo durò sei anni, nel 1621, dopo più di un anno di carcere trascorso nella torre di Guglingen. I fatti avvennero nel periodo in cui la caccia alle streghe era al massimo della sua diffusione. La madre di Keplero , secondo quanto riportato dal figlio stesso, era una guaritrice che distribuiva rimedi erboristici laddove fosse necessario. L’accusatrice era Ursula Reinbold, moglie del vetraio di Leonberg, dove la madre di Keplero viveva. La donna sostenne di essersi sentita male dopo aver bevuto a casa di Caterina. A partire da questo episodio, altre accuse vennero mosse dagli abitanti del villaggio. Il sarto, addirittura, la accusò di avere ucciso i suoi due figlioli in culla. Pare che Caterina avesse consegnato alla madre dei bambini ammalati uno specchio con l’indicazione di pronunciare alcune frasi magiche nella notte di luna piena. I bimbi erano però deceduti. Questa ed altre dicerie furono l’argomento di una cena alla quale presenziava il magistrato Luther Einhorn che convocò Caterina e le ingiunse di formulare un contro-sortilegio per guarire la Reinbold. Keplero, avvisato dalla sorella, scrisse al cancelliere di Leonberg una protesta contro le calunnie e le superstizioni, chiedendo inoltre il resoconto scritto degli atti del processo al fine di preparare la difesa della madre. La vicenda si complicò, tanto che Keplero comprese che non sarebbe stata di rapida soluzione, nonostante i suoi molteplici interventi. Nel 1620 Caterina fu imprigionata e successivamente trasferita a Gunlingen, in una gelida e isolata torre. Keplero riuscì a farla trasferire in una stanza riscaldata, ma la vecchia venne incatenata per imperdirne la fuga e stilò un documento di difesa di 128 pagine. Il processo, sebbene alla vecchia vennero mostrati gli strumenti di tortura per indurla alla confessione, si risolse positivamente previo pagamento, da parte dei Keplero, di parte delle spese processuali. 

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