I fantasmi sono tra noi

di F. R.
Tra la fine di luglio e i primi di agosto è apparso su tutti i giornali di cronaca, e ne ha parlato anche la televisione, un fatto accaduto a New York. Un giudice ha riconosciuto ad una coppia di sposi il diritto di disdire una casa (in USA le leggi sono molto severe) perché era infestata da fantasmi. Praticamente con questa sentenza egli ha riconosciuto l’esistenza tangibile degli spiriti.
Fatti del genere ne accadono spesso in tutte le parti del mondo, ed io mi sono rifatto a questo più recente, perché assomiglia ad un altro capitato ad una coppia di coniugi l’estate scorsa.
La coppia, senza figli e non più giovanissima, si era trasferita a Roma per questioni di lavoro, e per parecchio tempo dovette stare in una casa acquistata nel cuore della vecchia Roma in attesa di una più adatta alle loro esigenze.
Pochi giorni dopo che ne avevano preso possesso, cominciarono a manifestarsi strani fatti sempre più impressionanti.
Tutto ebbe inizio un tardo pomeriggio: la donna si trovava sola in casa e dopo il rientro da alcune faticose commissioni, si era sdraiata un attimo sul letto con l’intento di riposare un po’ prima di accingersi a preparare la cena. Immersa così nella fresca penombra stava per assopirsi.
La destò all’improvviso un pesante rumore di passi e lo sbattere di una porta nel corridoio, tanto che credette che suo marito fosse rientrato prima. Si alzò in fretta per andargli incontro, ma quando si accorse che invece era solo, pensò che forse aveva sognato e non ci fece più caso.
Dopo qualche giorno le capitò un altro episodio.
Quella sera, dopo aver cenato, i due sposi erano seduti fuori sul piccolo terrazzo a prendere un po’ di fresco a bere un digestivo quando inavvertitamente lei, urtando il bicchiere posto sul tavolo, né rovesciò il contenuto sul vestito; un po’ irritata entrò in casa per cambiarsi. Giunta in camera da letto, illuminata solo dalla pallida luce che filtrava dalla strada attraverso la finestra aperta, si spogliò frettolosamente quando all’improvviso, di lato, scorse con la coda dell’occhio qualcosa di luminoso. Si girò di scatto incuriosita ma la sorpresa la bloccò.
Davanti ai suoi occhi vi era una fluorescente figura informe: sembrava essere seduta sulla poltrona posta all’angolo e prima che lei potesse riaversi, l’evanescente “cosa” si dileguò rapidamente fluttuando nell’aria.
Stupita, accese la luce, scrutò attentamente dove pochi secondi prima era apparsa la figura e un po’ impressionata si precipitò fuori dalla stanza e raccontò al marito l’accaduto; ma quest’ultimo, prendendola in giro, non le volle credere.
Da quella sera non accadde più nulla, ma intanto lei cominciava ad avere timore a rimanere solo in casa ed il più delle volte usciva ritirandosi solo poco prima che il marito rientrasse.
Un pomeriggio era andata a rispondere al telefono: era suo marito. Mentre parlava, avvertì dietro le spalle un rumore leggero: il sangue le si gelò nelle vene. Cercando di mantenersi calma seguitò la conversazione poi, istintivamente, si voltò ed un grido strozzato le sfuggì dalla bocca: una diafana piccola figura di bambino, vestito in foggia antica, era in mezzo alla stanza chino su una variopinta trottola che girava vorticosamente.
La donna cercò di parlare, ma era rapita da ciò che aveva davanti agli occhi mentre sentiva che dall’altro capo del telefono il marito con voce preoccupata la chiamava.
In tutto durò pochi attimi, poi ad un tratto il fanciullo alzò il visetto verso di lei sorridendole con dolcezza.
Subito la sensazione di paura che aveva avuto all’inizio l’abbandonò lasciandole uno strano benessere. Ripresasi ne parlò con calma al marito.
Naturalmente questi ancora una volta non le credette, anzi cominciò a preoccuparsi pensando che la moglie soffrisse di una forma di esaurimento, tanto che decise di farla visitare da un neurologo, cosa questa che in principio suscitò le sue ire, ma in seguito accettò proprio per dimostrargli che si sbagliava.
Naturalmente dopo accurate visite il risultato fu nullo: era tutto perfettamente a posto.
In seguito la donna rivide spesse volte il fanciullo, tanto che si era abituata alle sue apparizioni. A volte cercava di avere un colloquio con lui, ma tutto ciò che otteneva dalla trasparente figurina era un sorriso prima di dissolversi. Una volta cercò di avvicinarsi ma non fece in tempo perché sparì velocemente nell’aria.
Il fato che la donna potesse vedere spesso il fanciullo e non solo lui, era divenuta una cosa di normale amministrazione ed incurante dei commenti ne parlava sia al marito che alle amiche che in verità la prendevano per una visionaria, fin quando, però, una di loro, ne fu spettatrice terrorizzata, e da allora non rimise più piede in quella casa!
Anche al marito, una notte, accadde un fatto che lo fece rimanere inebetito e senza fiato.
Era da poco passata l’una di notte, si svegliò di soprassalto in uno stato di malessere generale: il suo corpo era madido di sudore mentre un’arsura gli seccava la bocca.
Si alzò nel buio della stanza illuminata solo dai pallidi raggi di luna che entravano attraverso la finestra che piano piano, per non svegliare la moglie, si diresse in cucina per bere un bicchiere d’acqua.
Appena uscito dalla camera da letto e fatti pochi passi nel corridoio, improvvisamente dinanzi a lui si materializzò una grossa e lattiginosa nuvola fosforescente.
L’uomo si arrestò tutto teso ad osservare lo strano fenomeno: in una frazione di secondo la nuvola assunse le sembianze di una splendida e diafana donna: era impietrito, forse stava sognando?
La figura si mosse poi fluttuando verso di lui fino ad attraversare il suo corpo.
A quel contatto egli sentì scuotersi come da una scarica elettrica.
Senza poter capire che cosa fosse successo cercò di ragionare ma alla fine non ebbe più dubbi su quanto aveva visto.
In un baleno gli tornarono alla mente gli altri fatti accaduti alla moglie.
Anche se la sua mente rifiutava la realtà di quanto aveva visto, ormai doveva ammettere che nella casa vi erano i fantasmi.
Ne aveva sentito parlare ma non aveva mai creduto che fossero cose vere. Ora però che ne era stato diretto protagonista. Che cosa poteva dire?
Per il resto della notte stentò a riprendere sonno mentre tentava di scacciare dalla mente la visione che aveva avuto.
Nei giorni che seguirono vi furono varie altre manifestazioni; mentre la donna non aveva più paura perché abituata ad esse (specialmente all’apparizione del fanciullo), per l’uomo invece era diverso: era terrorizzato dai fatti. Così dietro sua insistenza la casa fu messa in vendita, anche se quel pensiero faceva affiorare in loro un senso di colpa per il futuro nuovo acquirente.
Decisero così di venderla esclusivamente come ufficio sperando che in questa maniera non sorgessero complicazioni, cosa questa che accadde in poco tempo.
E così, per sempre, uscirono da quella “affollatissima” casa.
Nel cuore della donna però rimaneva solo un grande rimpianto: quello di non poter vedere più il biondo fanciullo sorridente che giocava con la sua trottola che a lei era ormai famigliare!
Di queste abitazioni infestate da fantasmi a Roma ne esistono parecchie e la maggior parte sono rimaste invendute o abbandonate nel tempo.
Ad esempio, vicino a Campo Marzio, in una piazzetta dove esiste una sola trattoria, al primo piano del caseggiato che la circonda, c’è un appartamento che per luoghi anni è rimasto sfitto, e se vi entrano inquilini ne uscivano poco tempo dopo terrorizzati.
Solo ultimamente è stato nuovamente affittato, ma questi nuovi inquilini quanto vi rimarranno? Anche villa Stuart, famosa villa di famiglie nobili, che nel passato fu al centro di misteriosi e lugubri fatti tra cui l’ultimo accaduto nei primi del ‘900 nel quale fu coinvolto un commissario. Dopo aver svolto indagini su richiesta di persone che avevano denunciato strane storie che vi accadevano dentro, ne uscì completamente pazzo e non se n’è mai saputa la ragione.
Molti anni dopo fu trasformata in un moderno ospedale e negli anni ’70 venne ancora alla ribalta per un fatto di cronaca nera: nel suo stupendo giardino vi si uccise un noto attore. Il movente di tale gesto disperato ancora oggi è un mistero.
L’umanità tutta tesa ad una vita sempre più portata verso il consumismo e alla ricerca del proprio benessere (per verità molto precario) si è allontanata da tutti quei misteri che circondano l’universo, richiudendosi in un’esistenza buia, senza più quei supporti spirituali che possono dare un senso alla creazione, un ideale da coltivare, una poetica da assaporare.
Il sapone della vita sta proprio nella convinzione che domani non saremo un nulla, ma una continuazione spirituale, nella vita dell’aldilà. Altrimenti siamo morti prima di nascere, e la nostra esistenza non avrebbe alcun significato. Anche il più ricco della Terra sarebbe un’infelice creatura destinata al nulla. Una felicità fittizia non vale neanche un soldo, a paragone di una speranza di un mondo ove il denaro non conta nulla.
Gli spiriti sono fra noi per ricordare a tutti con le loro manifestazioni, che questa speranza non è utopica ma reale. 

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