Falsità e imbrogli del "Codice da Vinci"

Come Cristiano mi sento offeso. Dopo aver letto il libro “il Codice da Vinci” e visto il film, uno sdegno profondo mi ha avvolto. Non per le due opere fini a se stesse, ma per il messaggio o i messaggi che a mio parere intendono mandare. E come Cristiano mi ribello. Non accetto più di stare in silenzio o di accettare passivamente quanto si sta facendo al mio Credo, alla mia Fede, al mio Dio.

Ismaell

Questo romanzo di fanta-religione, nella parte storico-dottrinale, offende e ingiuria Gesù Cristo; manipola e stravolge la storia della Chiesa; distrugge e sbeffeggia la fede e la dottrina cattolica fondamentale; infanga, diffama, squalifica e delegittima la Chiesa e la religione cattolica. Definisce come falsi i nostri 4 Vangeli e i cattolici come una banda di assassini e di criminali che appartengono ad un’associazione a delinquere, disposta a tutto pur di nascondere i presunti segreti inventati da Dan Brown. Tutte queste menzogne accendono negli animi odio contro il cattolicesimo e i cattolici. Il Cardinale Tarcisio Bertone, Arcivescovo di Genova, ha affermato: “Se fosse stato scritto un libro pieno di menzogne su Buddha o su Maometto, o se fosse uscito un romanzo che avesse manipolato la storia dell’Olocausto o della Shoah, che cosa sarebbe accaduto? Questo libro è un castello di menzogne” (15 marzo 2005).”Il Codice da Vinci è un pout-pourri di fandonie ed un fantasmagorico cocktail d’invenzioni. È molto triste che si giochi al tiro a segno contro il cristianesimo e la Chiesa cattolica. Vorrei che Dan Brown facesse un “Codice da Vinci” su Maometto per vedere cosa riuscirebbe a fare e quali sarebbero le reazioni” (Avvenire, 9/5/2006, p. 19). Card. Ruini: “Il libro attacca in modo del tutto infondato, il cuore stesso della nostra fede” (15/5/2005). Se Il Codice da Vinci avesse diffamato Buddha o Maometto, le autorità di tutte le religioni avrebbero denunciato l’odiosa mistificazione anti-buddhista o antiislamica e l’incitamento allo scontro fra le religioni. In diversi paesi la pubblicazione sarebbe stata vietata,; le case cinematografiche avrebbero cacciato a pedate l’autore e si sarebbero sottoscritti appelli per la religione offesa, vilipesa e tradita. Sarebbe stata una reazione giusta e condivisibile.
Perché invece quando è la Chiesa Cattolica al centro della diffamazione le cose cambiano totalmente? Non sta a me difendere la Chiesa cattolica o giustificare i suoi errori. Ma come Cristiano insorgo e reagisco. Chiedo che ci sia un doveroso e civile rispetto per le religioni. Il Card. Francis Arinze, Prefetto della Congregazione per il culto divino, ha dichiarato:”Esistono mezzi legali per far rispettare i diritti fondamentali. Quelli che bestemmiano Cristo, devono rispettare il nostro credo religioso; devono rispettare il nostro fondatore, Gesù Cristo” (Avvenire, 7/5/2006, p. 26). “Il Cardinale Severino Poletto, Arcivescovo di Torino: “Leggendo il libro ho provato ribrezzo”. Il Cardinale cileno, Jorge Medica: “Un cristiano non dovrebbe andare a vedere questo film perché contiene una figura distorta e blasfema di Gesù. Anche l’Arcivescovo di Canterbury, Roman Williams, ha preso posizione contro le falsificazioni del libro, che rappresenta un attacco al cristianesimo nelle sua totalità” (La Repubblica, 5/5/2006, p. 63) e distrugge le fondamenta del cristianesimo (p. 280).
UNA GIGANTESCA IMPOSTURA
Il libro è un concentrato di vecchie leggende, di documenti falsi fabbricati ad arte da falsificatori che hanno già confessato apertamente e pubblicamente il loro imbroglio. “Il Codice da Vinci è un romanzo di pura invenzione” ha affermato la scrittrice ed editorialista Amy Welborn, nell’intervista pubblicata da Zenit il 4 maggio 2004. Ella è autrice del libro “Decodificando da Vinci”, nel quale smaschera gli errori di cui è zeppo il libro di Dan Brown. Esso non è pura invenzione solo nella sua legittima parte o veste letteraria-romanzesca: è pura invenzione anche nella sua parte storicodottrinale, nella quale Dan Brown pretende di fare una lezione di storia, di arte e di religione, stravolgendole tutte e tre. José Antonio Ullate, avvocato spagnolo, giornalista della rivista “Fey y Razon”, e autore dell’opera “La verità sul Codice da Vinci” afferma: “Dietro un’impalcatura cosi debole, si nasconde la volontà sistematica di portare un attacco al cuore del cristianesimo, di distruggere la dottrina cattolica e la storia della Chiesa”. Dan Brown dimostra una ciclopica ignoranza sulla storia e sulla dottrina della Chiesa.
Sono INDIGNATO E DISGUSTATO per queste gravissime offese fatte alla persona e alla figura di Cristo Gesù e alla sua Chiesa.
ROMANZO E DIFFAMAZIONE
Dan Brown all’inizio del libro fa scrivere che il suo testo è pura fantasia, ma a pag. 9 afferma invece che ciò che scrive è tutto vero: “Il Priorato di Sion – società segreta fondata nel 1099 – è una sétta realmente esistente. Nel 1975 presso la Bibliothèque Nazionale di Parigi, sono state scoperte alcune pergamene, note come “Les Dossiers Secrets”, in cui si forniva l’identità di numerosi membri del Priorato, compresi sir Isac Newton, Botticelli, Victor Hugo e Leonardo da Vinci. /…/ Tutte le descrizioni di opere d’arte e architettoniche, di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà”. I suoi adepti, messi alle strette sulle evidenti e indifendibili falsità e calunnie del libro, rispondono: “Ma si tratta solo di un romanzo!”. Coloro che affermano che il “Codice” è solo un romanzo o sono ingenui oppure sono in malafede. Per dimostrare questo faccio prima una premessa e poi alcune osservazioni.
A) PREMESSA. In questo libro bisogna distinguere due cose:
1) una parte letteraria, romanzesca che ha il suo valore e che può essere anche trovata accattivante;
2) una parte storico-dottrinale, inserita nel romanzo e nella quale Dan Brown intende chiaramente fare una lezione, una grottesca contro-catechesi, che diffama la religione cattolica e ne infanga la fede. È come se all’interno della fiaba di Cappuccetto rosso, lo scrittore si fosse messo a parlare della fissione nucleare, o dei buchi neri, o della seconda guerra mondiale, o della Shoah o della resistenza italiana, con l’intenzione di sovvertire e stravolgere sia le vere conoscenze storiche sia il contenuto dottrinale dei temi trattati. È evidente che a noi non interessa la parte letterariaromazesca, ma interessa dimostrare solo la falsità della parte storico-dottrinale.
B) ALCUNE OSSERVAZIONI.
1) Che il libro sia solo un romanzo e quindi solo pura fantasia lo dicono sempre e solo gli altri, ma non certamente Dan Brown il quale invece, nelle varie interviste fino ad ora rilasciate, ha sempre sostenuto con fermezza che lui crede in tutte le verità scritte nel suo libro.
2) Nel libro Dan Brown ripete spesso, a sostegno delle sue fantasie, frasi tipo: “gli storici affermano” o “gli studiosi sostengono” (cfr. p. 296).
3) A p. 202 cita il libro di uno scienziato italiano, Maurizio Seracini, un’opera vera e concreta; poi cita i vangeli apocrifi e quelli gnostici, che sono anch’esse opere concrete ed esistenti; poi fa riferimento alle opere concrete di Leonardo; poi si riferisce ai “Dossier segreti” e con dovizia di particolari (cfr. p. 243 e p. 382) che pur essendo falsi sono testi concreti ed esistenti; poi cita ancora la sequenza di Fibonacci (p. 101; p. 110, p. 121), un riferimento reale matematico; poi cita il libro “Il Santo Graal”, scritto da tre autori inglesi, Henry Lincoln, Richard Leigh e Michael Baigent (pp. 296-297) che sono quelli che lo hanno denunciato per plagio. Poi parla della “Temple Church” (cfr. pp. 398- 399; pp. 403-408; pp. 414-418), che esiste realmente a Londra; poi parla del Louvre con le sue piramidi e in particolare quella “inversa” sulla quale Dan Brown riferisce che Mitterrand l’ha fatta costruire con 666 lastre di vetro, che richiama il numero della Bestia, cioè dell’Anticristo escatologico (p. 33; cfr. pp. 520-523); poi si dilunga sulla Cappella Rosslyn, realmente esistente a una decina di chilometri da Edimburgo, in Scozia (pp. 500- 510) con una descrizione precisa e reale di questa cappella, fatta costruire dal massone William Saint Clair, e che da sempre, negli ambienti esoterici, si ritiene che custodisca il Graal, il calice dell’Ultima Cena. Vengono citati cioè luoghi precisi e reali, libri realmente esistenti, si fanno affermazioni e ricostruzioni storiche circostanziate. Quindi Dan Brown intende fare un’opera o una pubblicazione di tipo “scientifico”, documentata, certamente non un semplice romanzo!
4) Se ad una persona venisse in mente di scrivere un romanzo calunniando e ingiuriando mia madre, non potrebbe dire che “è solo un romanzo”. Io la inviterei a scrivere sempre un romanzo, ma usando come protagonista “sua madre” che, certamente, conosce meglio della mia. Non si possono spacciare eresie, calunnie e falsità e poi uscirsene dicendo: “è solo un romanzo”. Scrivete un romanzo che infanghi e calunni la resistenza italiana, la Shoah, la Repubblica italiana, ecc. e poi venite a dirci che, in fondo, è solo un romanzo! La gente vi prenderebbe, giustamente, a pedate. Io chiedo il rispetto per la fede cristiana e non permetto a nessuno di colpirla, distruggerla, infangarla, calunniarla! Inoltre chiediamo a Dan Brown di scrivere un romanzo calunniando e offendendo l’islam e Maometto, oppure Buddha, o Krishna, o Kalì o Jahwè, oppure la Shoah e dica che si tratta di un romanzo! Penso che finirebbe sgozzato o almeno in galera come Irving.
5) Infine il film è stato presentato con queste parole: “La verità potrà essere finalmente rivelata” intendendo riferirsi chiaramente ai contenuti diffamatori delle favole di Dan Brown.
6) Il libro, dunque, nella forma, è un romanzo, ma nella sostanza fa delle affermazioni storiche e dottrinali che, da una parte, costituiscono un’opera di diffamazione della religione cattolica e un violento e barbaro attacco alla fede cristiana; dall’altra parte si costituiscono, di fatto, come una massiccia propaganda pubblica che sostiene e porta all’APOSTASIA dalla fede cattolica (cfr. 2 Tess 2,3). Questo lavoro riguarderà, ovviamente, solo le affermazioni storiche e dottrinali che Dan Brown fa nel suo libro, mentre la parte letteraria-romanzesca, la forma del romanzo, non mi interessa. Il terreno ideologico dell’opera è la mentalità New Age (cfr. pp. 313-314; p. 466; per yin e yang, cfr. p. 5 e p. 87; per il nirvana, cfr. p. 363) e la cultura massonica (cfr. pp. 241- 242; p. 305; p. 372; p. 398; pp. 401-402; p. 504; per il numero della Bestia, il 666, cfr. p. 33).
IL FALSARIO DAN BROWN Questo libro, che è una vera “enciclopedia delle menzogne”, è foraggiato anche da un bel po’ di faziosi insegnanti laicisti, secolarizzati e anti-cattolici. Il libropolpettone, rischia di inculcare nei giovani idee distorte e gravemente fuorvianti sulla fede, sulla storia della Chiesa, sulle Sacre Scritture, inducendoli a collocarsi in una cultura anticristiana. Si tratta di un’operazione scorretta e disonesta.
Questo mio studio vuole essere:
1) un aiuto per smascherare le numerose e gravi falsità di questo mediocre “fumettone”;
2) un bagaglio di controinformazione per quanti fossero rimasti incautamente “abbagliati” dalle fantasie dell’autore;
3) “un’occasione” per ripensare e ricordare una seria catechesi o quanto rimasto degli insegnamenti ricevuti;
4) infine vuole indurre ad un ripensamento sul modo di fare catechesi e e sul modo di insegnare la nostra Religione.
BREVE STORIA DEL LIBRO.
Nel Codice, Gesù non è Dio, ma solo un profeta, quindi un semplice uomo (come per l’antica eresia ariana, per i Testimoni di Geova e per l’islam). Sarebbe stato sposato con Maria Maddalena ed avrebbe avuto da lei una discendenza, i Merovingi, futuri re di Francia. Cristo avrebbe affidato la Chiesa non a San Pietro, ma a Maria Maddalena e Costantino avrebbe occultato questa verità su Cristo. Da quel momento si sarebbe diffuso un cristianesimo falso, senza l’elemento femminile, senza il culto della “dea madre”.
Viene esaltato il ruolo delle sette esoteriche e/o segrete, presentando tutte queste organizzazioni segrete (sétte gnostiche, catari, Templari, Priorato di Sion, Massoneria, New Age, ecc.) come colonne della verità e “benefattrici” dell’umanità. Lo schema mentale è questo: “Le sétte sarebbero le colonne della verità, la Chiesa cattolica invece è l’imbrogliona e l’abusiva”! È riproposta la falsa idea di tutte quelle sétte che sostengono che nel 3° secolo il vero cristianesimo, in qualche modo, sarebbe scomparso e sostituito da un cristianesimo falso e abusivo; mentre solo ai nostri giorni, sarebbe stato ripristinato il presunto cristianesimo primitivo. I 4 Vangeli sarebbero “taroccati” e fabbricati su ordine dell’imperatore Costantino per ragioni di potere. Essi sarebbero Vangeli “innocui” scelti per far dimenticare i vangeli apocrifi che invece sarebbero quelli autentici. La verità sarebbe custodita e tramandata da un presunto “Priorato di Sion”, che avrebbe avuto come Gran Maestri una serie di “illuminati” che avrebbero lasciato indizi segreti nelle loro opere. Questo priorato di Sion oggi si appresterebbe a rivelare il segreto al mondo. Per impedire tutto questo, il suo ultimo maestro, Jacques Saunière (lo stesso cognome del parroco di Rennes-le-Chateau che inventò i dossier segreti) e i suoi principali collaboratori vengono assassinati.
Il lettore è indotto a credere che responsabile degli omicidi sia l’Opus Dei, sottoposta ad un vero linciaggio (p. 327) e accusata di enormi falsità (pp. 43-49). Non è risparmiato neanche Papa Giovanni Paolo II (p. 57; cfr. p. 178 e p. 481). La tomba della Maddalena è nascosta sotto la piramide del Louvre, voluta dall’esoterista e massone presidente francese François Mitterrand (1916-1996), ma il “sang réal” scorre nelle vene di Sophie Neveu, che è dunque l’ultima discendente di Gesù Cristo. I discendenti dei Merovingi si troverebbero oggi nelle famiglie Plantard e Saint-Clair (p. 304).
NECESSITÀ DI UNA CONFUTAZIONE
1) Se Gesù non è Dio, crolla tutto il cristianesimo, diventa abusivo e assurdo tutto quanto crediamo e facciamo noi cristiani: dalle preghiere rivolte a Gesù, alla S.Messa, ai Sacramenti, a tutto l’insegnamento di Gesù. Quindi un disastro completo.
2) Se Gesù era sposato, (cfr. p. 288) allora non ha senso il celibato dei preti.
3) Se Gesù avesse dato la guida della Chiesa alla Maddalena e non a San Pietro, allora Pietro e i suoi successori, cioè i Papi, sarebbero tutti abusivi e impostori: viene così cancellata e completamente eliminata la figura e il ruolo del Papa e, conseguentemente, anche tutto il Magistero dei Papi. Con un solo colpo vengono annullati quasi duemila anni di insegnamenti, scelte, decisioni, ecc.
4) Inoltre se si afferma che Gesù ha dato la guida della Chiesa alla Maddalena, evidentemente, si spinge per un cambiamento del significato del sacerdozio cattolico e anche per la sua attribuzione alle donne.
5) Come si vede, manipolando la storia della Chiesa, si manipola la fede della Chiesa Cattolica. Da qui l’importanza per la catechesi di conoscere bene la Storia della Chiesa, conoscenza prevista dal “Rinnovamento della catechesi” (VI, 122), ma da tanti largamente disattesa.
6) Infine intorno all’accoppiata libro-film oggi c’è un gran chiasso mediatico e una grande macchina propagandistica: essa si presenta come uno dei più efficaci e forti attacchi pubblici e diretti al cristianesimo dell’ultimo quarto di secolo. Non si può più quindi far finta di niente. Perciò ho deciso di contestare pubblicamente questo castello di menzogne.
1) GESÙ NON SAREBBE DIO, MA SOLO UN UOMO
Lo scrittore sostiene che all’inizio Cristo non era considerato Dio (cfr. p. 272). Negare la divinità di Cristo è l’affermazione più grave contro la fede cristiana. S. Giovanni afferma che chi nega che Gesù Cristo è Dio, uguale al Padre, Dio fatto uomo, è un anticristo (cfr. 1 Gv 2,22-23. 4, 2-3; 2 Gv 7).
Impugnare le verità rivelate è un peccato contro lo Spirito Santo. Bestemmiare contro il primo comandamento è il peccato più grave e induce, inevitabilmente, una caduta nell’idolatria. Per Dan Brown che Gesù è Dio sarebbe solo un imbroglio operato da Costantino al Concilio di Nicea nel 325 d.C.
Tutto questo è frutto solo della fantasia di Dan Brown. Costantino convocò solo il Concilio di Nicea, che non poteva essere convocato dal Papa, perché i cristiani erano ancora perseguitati e nelle catacombe. Le decisioni del Concilio di Nicea furono opera solo – come era logico – dei Vescovi e del Papa. Il Concilio di Nicea non si occupò per nulla della formazione del canone o di altro.
Fondamentalmente fu convocato per risolvere l’eresia ariana: il prete Ario sosteneva che Gesù non era Dio. Il Concilio condannò l’eresia ariana e proclamò la fede di sempre della Chiesa nella divinità di Gesù, affermata già largamente prima del 3° secolo.
Costantino prima esilia Ario, poi lo riabilita e si farà addirittura battezzare nella fede ariana in punto di morte. Quindi esattamente il contrario di quanto sostiene il falsario Dan Brown. Se fosse vero che la divinità di Gesù non era riconosciuta fino al Concilio di Nicea (come dice Teabing, cioé Dan Brown) come mai tutti i quattro Vangeli ne affermano la divinità già nel I secolo?
Come può Dan Brown definire i quattro Vangeli canonici “innocui” quando invece tutti e quattro attestano la divinità di Cristo? E poi i cristiani che per tre secoli avrebbero vissuto secondo le fantasie di Dan Brown, possibile che non si siano accorti del ciclopico e drastico cambiamento indotto da Costantino? Possibile che tanti sarebbero anche morti martiri o avrebbero attraversato grandi persecuzioni e poi non avrebbero detto niente di fronte al fatto che Costantino rubava loro la fede, stravolgendola (cfr. pp. 272-275)? Sembra veramente impossibile. Ci sono testi del primo secolo cristiano dove Gesù Cristo è chiaramente riconosciuto come Dio.
1) I tre Vangeli sinottici sono stati scritti entro il 70 d.C.; quello di Giovanni entro l’80 d.C. e tutti parlano di Gesù come Dio, uguale al Padre. Poi ci sono gli Atti degli Apostoli scritti da Luca, le Lettere di Paolo e le Lettere Cattoliche di Pietro, Giacomo, Giovanni e Giuda, dove è registrata la stessa unica fede. “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1,1). “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30). Tommaso di fronte a Gesù risuscitato esclama: “Mio Signore e mio Dio” (Gv 20,28).
2) Le lettere di San Paolo sono precedenti ai Vangeli e anche lì San Paolo parla della divinità di Cristo. “In Cristo abita tutta la pienezza della divinità” (Col 2,9). “Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana” (Fil 2,5-7).
3) Nella Didachè, scritto tra il 50-70 d.C, è detto: “Battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (cfr. Mt 28,19).
4) S. Ignazio di Antiochia, morto nel 110 d.C., nelle sue famose sette lettere, usa proprio il termine Gesù-Dio. “La Chiesa /…/ che è stata scelta nella passione per volontà del Padre e di Gesù Cristo, Dio nostro” (Lettera agli Efesini, Saluto). “Il nostro Dio, Gesù Cristo, è stato portato nel seno di Maria, secondo l’economia di Dio, del seme di David e dello Spirito Santo” (Lettera agli Efesini, XVIII,2). “Non gonfiatevi e non separatevi da Dio Gesù Cristo” (Lettera ai Tralliani, VII,1). “Augurio migliore e gioia pura in Gesù Cristo, Dio nostro” (Lettera ai Romani, Saluto). “Dio nostro Signore Gesù Cristo, essendo nel Padre, si riconosce maggiormente” (Lettera ai Romani, III,3). “Gloria a Gesù Cristo Dio che vi ha resi così saggi” (Lettera agli Smirnesi, I,1). “Bene avete fatto ad accogliere, come diaconi di Cristo Dio, Filone e Agatopodo” (Lettera agli Smirnesi, X,1).
5) S.Ireneo di Lione (130-200 d.C.), Padre della Chiesa, nel libro, “Contro le eresie”, confutazione di tutte le false idee gnostiche, riporta il Credo degli Apostoli: “Il dilettissimo Signore Gesù Cristo /../ verrà a ricapitolare ogni cosa e risuscitare ogni membro del genere umano affinché a Gesù Cristo Signore nostro, Dio, Salvatore e Re, secondo il beneplacito del Padre invisibile, si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto terra (Fil 2,10 ss). /…/ Questa dottrina e questa fede la Chiesa disseminata in tutto il mondo custodisce diligentemente” (Contro le eresie, Volume Primo, Parte prima, I,10, 1-2, Edizione Cantagalli, 2002, p. 54). C’è un mare di scritti quindi che già entro il 100 d.C. dimostrano che Gesù era creduto Dio da tutta la cristianità.
2) ATTACCO ALLE SACRE SCRITTURE CRISTIANE
“La Bibbia è un prodotto dell’uomo, non di Dio” (p. 271). Dan Brown, con le sue falsità, nega l’ispirazione divina della Sacra Scrittura. Costantino, inoltre, avrebbe fatto un “colpo di mano”: “La Bibbia, come noi la conosciamo oggi, è stata collezionata dall’imperatore romano pagano Costantino il grande” (p. 275). Costantino (280-337 d.C.) non ebbe nulla a che fare con l’istituzione del canone. Non fu lui a scegliere quali libri includere e quali scartare e non ordinò per niente la distruzione dei vangeli apocrifi e gnostici esclusi. Costantino non prese per niente parte alla determinazione del canone.
1) Ricordiamo che il Nuovo Testamento è completamente condiviso sia dai cattolici, sia dagli ortodossi, sia dai protestanti. Nessuno ha mai messo in discussione l’autenticità e la fondatezza dei quattro Vangeli canonici.
2) I Vangeli canonici sono contemporanei agli Apostoli e hanno come autori gli Apostoli o i loro collaboratori e sono quindi databili tutti al primo secolo dell’era cristiana. Luca, ad esempio, ha parlato e ha saputo direttamente dalla Madonna tutti quegli episodi ai quali solo Maria SS. era presente o che solo lei conosceva. I vangeli apocrifi sono falsamente attribuiti agli Apostoli e sono stati scritti tra il 100 e il 150 d.C., dopo che gli Apostoli erano già morti e sepolti da un pezzo. Non ci sono prove nei vangeli “apocrifi” o “gnostici” che Gesù Cristo avesse sposato la Maddalena e che la prima comunità cristiana non pensasse affatto che fosse Dio. Ci sono testi del primo secolo cristiano dove Gesù Cristo è chiaramente riconosciuto come Dio. All’epoca del CANONE MURATORIANO – che risale circa al 190 d.C. – il riconoscimento dei quattro Vangeli come canonici e l’esclusione dei testi gnostici era un processo che si era sostanzialmente completato, ben novant’anni prima che Costantino nascesse e potesse compiere le falsificazioni blaterate dal “Codice da Vinci”. Il canone Muratoriano nomina esplicitamente le opere di Valentino e di Marcione, giudicandole estranee alla Chiesa. Nel 300 dopo Cristo, Origene afferma che quattro sono i Vangeli della Chiesa, tutti gli altri sono eretici.
I 4 VANGELI CANONICI SAREBBERO FALSI
I Vangeli sono stati scritti subito dopo la morte di Gesù, quando ancora vivevano i testimoni oculari dei fatti, e non alla fine del 1° secolo come hanno affermato i negatori della storicità dei Vangeli, da Reimarus a Bultman e ora Dan Brown. Matteo prima del 65-66 d.C.. Marco prima dell’anno 50, forse tra il 42 e il 45. Giovanni prima del 70 d.C. Luca ha scritto il suo Vangelo sicuramente prima del 57-58 d.C. e ha concluso gli Atti degli Apostoli negli anni 60. Sono tutti tempi troppo vicini ai fatti accaduti, troppi testimoni oculari potevano facilmente smentire i loro racconti. Anche quando sono nate dure dispute dottrinali su un punto tutte le comunità cristiane erano concordi: i 4 Vangeli erano i soli vangeli autentici, realmente scritti dai quattro evangelisti, tutti vissuti entro il I secolo d.C. S. IRENEO DI LIONE, Padre della Chiesa del Il secolo, autore di “Contro le eresie”, confuta in modo particolare le eresie gnostiche (Costantino non c’era ancora, sarebbe venuto 100 anni dopo!). Nel Libro 3.11.7, recita: “Dunque, tali sono i principi del Vangelo. /…/ Tanto solida è la base su cui poggiano questi Vangeli che gli eretici stessi ne rendono testimonianza e, partendo da tali documenti, ognuno di loro cerca di istituire una propria dottrina peculiare.
Coloro che seguono Valentino e fanno largo uso del Vangelo di Giovanni per illustrare le proprie elucubrazioni cadono totalmente in errore, e lo si può provare proprio grazie a questo stesso Vangelo, come ho mostrato nel primo libro”. Dunque, Ireneo chiarisce diversi punti.
1) Primo, afferma che i quattro Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, nella loro integrità, contenevano l’unico Vangelo di Cristo e che i quattro evangelisti citati ne sono gli autori.
2) Afferma poi che gli eretici stessi riconoscevano che Matteo, Marco, Luca e Giovanni erano gli autentici autori dei Vangeli e che questi erano solo quattro.
3) S. Ireneo infine si oppone a dottrine diverse da quelle dei Vangeli, perché sono eretiche, e accusa queste ultime di sviluppare “dottrine peculiari” che, tra gli altri errori, separavano Gesù dal Cristo. Nell’anno 185 (Costantino non c’era ancora, sarebbe venuto solo 115 anni dopo!), ancora S. Ireneo scrive: “Esistono dunque solo quattro Vangeli né più né meno” (Adversus Haereses, III, 1, 1), quelli di Matteo, di Marco, di Luca e di Giovanni, tutti uomini vissuti nel primo secolo e che scrissero i Vangeli certamente in età apostolica. Lo stesso testimonia GIUSTINO nel Dialogo con Trifone (103, 19; 106,3). TAZIANO divenne seguace di Valentino e fu espulso dalla comunità di Roma. Intorno al 172 d.C., scrisse il Diatessaron, fusione dei 4 Vangeli in un unico testo. Quindi persino coloro che parteggiavano per gli gnostici (come Taziano) riconoscevano come autentici solo i 4 Vangeli canonici. ORIGENE (185- 254 d.C.) autore di un commentario su Matteo scrive che “I quattro Vangeli sono gli unici ammessi senza controversia nella Chiesa di Dio” (Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica, VI, 25). Dan Brown arriva ad affermare sciocchezze di questo genere: “I Vangeli furono trasmessi attraverso tradizioni orali della vita di Gesù. Quelli che abbiamo sono storie modificate nel tempo a furia di essere raccontate, anno dopo anno, finché alcuni autori cristiani non le misero per iscritto intorno alla fine del I secolo” (p. 115). Niente di più falso. Gli Apostoli vigilavano in modo ferreo perché venisse insegnata la sana dottrina e predicato l’autentico Vangelo. “Anche se noi stessi o un angelo del cielo, vi predicasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia maledetto!” (Gal 1,6-10). San Giovanni: “Poiché molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo! Fate attenzione a voi stessi /…/. Se qualcuno di essi viene a voi, non ricevetelo in casa e non salutatelo, poiché chi lo saluta partecipa delle sue opere perverse” (2 Gv 1,7-10). Questa lettera di Giovanni, considerata contemporanea del Vangelo del Giovanni, è datata prima del 70 d.C. Costantino non è ancora nato, bisognerà aspettare addiritura 230 anni! Emerge con chiarezza, allora, che il seduttore e lo spirito dell’anticristo vive proprio in Dan Brown, che sembra proprio una specie di precursore mediatico dell’anticristo!
I VANGELI GNOSTICI
I vangeli gnostici, furono scritti intorno al secondo secolo (tra il 120 e il 200) e furono ritrovati solo intorno al 1946 a Nag Hammadi in Egitto. Nei primi anni del cristianesimo pullulavano le eresie sostenute da varie sette, gruppi, scuole di apocalittici, ebioniti, gnostici, manichei, marcianiti.
Ognuna di queste sette creava un suo vangelo “ad hoc” che giustificasse le sue eresie. Nei vangeli arabi dell’infanzia troviamo miracoli penosi. Un ragazzo urta Gesù bambino e Gesù lo fa secco; i genitori del morto si lamentano e lui li acceca. In alcuni di questi apocrifi Maria Maddalena viene falsamente identificata addirittura con Maria SS, la madre di Gesù.
Nel vangelo apocrifo dello “Pseudo Matteo”, parlando della fuga in Egitto, si dice che la Sacra Famiglia era accompagnata da tre ragazzi e che una volta giunti presso una grotta, da essa escono molti draghi che spaventano i tre ragazzi. Allora Gesù scende dal grembo di sua madre, si fermò di fronte ai draghi e quelli lo adorarono e poi si allontanarono da Lui. Nel vangelo gnostico di Tommaso si dice che Gesù non è nato da donna. Questi vangeli apocrifi sono sostanzialmente inattendibili, inaffidabili, pieni di storie fantasiose o di storie spesso costruite per gli scopi della sètta. Non solo è fuori luogo, dunque, l’esaltazione che ne fa Dan Brown ma ce ne sono almeno due di questi vangeli apocrifi che, da soli, farebbero cadere tutto il castello di menzogne inventato da Dan Brown. Nei vangeli apocrifi dal titolo “Gesta Pilati” e “Pseudo vangelo di Nicodemo” è raccontato che il Graal sarebbe la coppa usata da Gesù nell’Ultima Cena nella quale Giuseppe di Arimatea avrebbe poi raccolto le gocce di sangue del Cristo sulla Croce.
Giuseppe avrebbe poi portato la coppa nelle Isole britanniche e lì fondato la prima chiesa cristiana. Si può contestare Dan Brown, quindi, con gli stessi vangeli apocrifi che lui tanto esalta .
FRAMMENTI DI VANGELO A QUMRAN
“Fortunatamente per gli storici – dice Teabing, cioè Dan Brown, a Sophie Neveu – alcuni dei vangeli che Costantino cercò di cancellare riuscirono a sopravvivere” (p. 275). I Rotoli del Mar Morto furono trovati verso il 1950 in una caverna presso Qumran, nel deserto di Giudea. E abbiamo anche i Rotoli copti scoperti nel 1945 a Nag Hammadi. Essi raccontano la vera storia del Graal e il Vaticano ha impedito la diffusione di questi testi” (cfr. p. 275).
1) Innanzitutto nel 1950, nelle 11 grotte di Qumran si sono trovati solo libri dell’Antico Testamento: sono tutti testi ebraici, copiati da ebrei e usati da ebrei dell’epoca di Gesù (tra il 150 a.C. e il 70 d.C.). Solo nel 1955 furono trovati 19 frammenti di papiro, scritti in greco. Il più importante per noi è quello catalogato con la sigla [7Q5]. Solo nel 1972, il celebre papirologo Padre Josè O’Callaghan scoprì che esso conteneva non un testo dell’A.T., ma del N.T., precisamente Mc 6,52-53, che dimostra che il Vangelo di Marco fu scritto certamente prima degli anni 66-68 d.C.; ma l’esame della scrittura ci dice che è anteriore agli anni 50. Esso però non è l’originale che, secondo Padre Carmignac fu scritto assai prima dell’anno 50, forse tra il 42 e il 45, ossia a soli 5-8 anni dalla morte di Gesù, quando ancora vivevano i testimoni oculari dei fatti.
2) Né nei Rotoli del Mar Morto, né nei libri di Nag Hammadi si parla mai della “vera storia del Graal”: sfido Dan Brown a indicare dove e come. I frammenti di Qumran del Vangelo di Marco (6,52-53) risalgono ad anni in cui ancora molti dei testimoni dei fatti avvenuti erano viventi e avrebbero potuto ben contestare o modificare quanto in essi raccontato. E poi ci sono a Qumran anche i due frammenti della prima lettera di San Paolo a Timoteo (1 Tm 3,16 – 4,3). Tutto questo dimostra che già prima del 68 d.C. (quando Qumran fu distrutta dai Romani) questi documenti erano conosciuti.
COSTANTINO COMMISSIONÒ UNA NUOVA BIBBIA?
“Costantino commissionò e finanziò una nuova Bibbia che escludeva i Vangeli in cui si parlava dei tratti umani di Cristo e infiorava i vangeli che ne esaltavano gli aspetti divini. I vecchi Vangeli vennero messi al bando, sequestrati e bruciati” (p. 275).
Eusebio di Cesarea, nel libro “Sulla vita di Costantino”, afferma che nell’anno 331 d.C. Costantino gli chiese personalmente 50 copie della Bibbia cristiana per le chiese che stava facendo costruire a Costantinopoli. L’ordine di Costantino non riguardava per niente, dunque, la decisione su quali Vangeli prendere e quali scartare. Costantino chiese ad Eusebio 50 copie delle Bibbie che la chiesa già usava, come dimostrano due magnifici manoscritti biblici risalenti proprio a quel periodo: il codice Sinaitico e il codice Vaticano.
3) MARIA MADDALENA CAPO DELLA CHIESA CATTOLICA?
Costantino imperatore avrebbe fatto sopprimere l’elemento femminile e una presunta “religione della dea madre”, dal Concilio di Nicea. Successivamente, 300 anni dopo, Papa Gregorio Magno (papa dal 590 al 604) avrebbe proseguito l’opera costantiniana riscrivendo completamente parti sostanziali dei Vangeli, cambiando o espellendo in alcune parti completamente il ruolo di Maria di Magdala che non sarebbe stata una prostituta, esorcizzata da Cristo, ma sarebbe stata della famiglia reale della tribù di Beniamino e sarebbe stata sposa di Cristo (p. 286; pp. 291-292), addirittura “capo” della nuova religione e nemica di Pietro (p.290). La “vera conoscenza” sarebbe stata conservata dal Priorato di Sion a cui sono collegati i Templari (per questo perseguitati) e più tardi anche la sétta della Massoneria.
Maria Maddalena sarebbe poi fuggita in Occidente con la sua discendenza rifugiandosi in Provenza, dove i Catari medioevali avrebbero custodito i presunti insegnamenti originali di Gesù. L’oriente ha sempre detto invece che la Maddalena, “apostola degli Apostoli”, morì a Efeso. La Chiesa cattolica ne festeggia la memoria liturgica il 22 giugno. La leggenda del suo viaggio in Provenza non risale a prima del 9° secolo e quella secondo la quale là si troverebbero anche le sue reliquie risale al 13° secolo. Abbiamo molti esempi di Padri della Chiesa che sostenevano come Maria Maddalena fosse oggetto di una devozione particolare. Maria Maddalena è onorata come Santa nel Cattolicesimo e nell’Ortodossia. Come è possibile che sia stata demonizzata?
DOMANDE SENZA RISPOSTE
1) Se fosse vero che Papa Gregorio avrebbe completato il lavoro d’impostura di Costantino, perché nei “vangeli manipolati” avrebbe dato tanto spazio alla figura di San Pietro, il capo designato da Gesù stesso e primo Papa? Evidentemente l’epurazione non è stata fatta bene. Forse l’esecutore si è distratto!
2) Perché mai avrebbe lasciato un privilegio tanto importante come l’annuncio della resurrezione ad una donna, la Maddalena, se fosse vero che si voleva creare una religione che intendeva espellere le donne dal proprio governo?
3) Perché, poi, mostrare gli Apostoli in fuga durante la crocifissione e increduli della resurrezione, con addirittura un Tommaso che vuole la prova della mano nel costato? Se fosse vera l’impostura, perché non sono stati cancellati questi episodi?
4) Se avessero voluto mistificare qualcosa, se avessero voluto defraudare Maria Maddalena dal suo presunto ruolo perché, allora, lasciarle presenze e posizioni tanto importanti, addirittura cruciali, nei Vangeli canonici?
4) IL SANTO GRAAL
Il Santo Graal, nella tradizione cristiana medievale e popolare, è sempre stato la coppa o il calice che conteneva il sangue di Gesù durante l’Ultima Cena; calice nel quale poi, Giuseppe d’Arimatea, avrebbe raccolto il sangue sgorgato dal costato di Cristo, prima di deporlo definitivamente nel Santo Sepolcro. Questa storia fu iniziata da Chrétien de Troyes con l’opera “Parsifal” (o “Il Racconto del Graal”), passò attraverso un numero impressionante di altre opere, fino al testo di Robert de Boron, “Joseph d’Arimathie”, composto tra il 1170 e il 1212, col quale la ricerca del Santo Graal diventa l’allegoria della spiritualità cristiana opposta a quella mondana e corrotta. La parola “Graal” designa, nel francese antico, una coppa o un piatto. Il termine però deriva dal latino medievale “gradalis” che significava “vaso”, “tazza”, “calice”, “catino”, “una scutella lata ed alquantulum prufunda” (“una tazza larga e alquanto profonda”). Per Dan Brown, invece, “Il Graal” simboleggia la divinità femminile perduta, “il culto pagano per il sacro femminile” (pp. 238- 239). La Chiesa avrebbe nascosto al mondo la vera religione, quella della dea madre. Il Santo Graal non sarebbe altro che Maria Maddalena. Ella fu la “coppa” che tenne il sangue di Cristo nel suo grembo, cioé i figli che Egli le aveva dato. Nei secoli i custodi del Graal hanno sorvegliato, non una coppa materiale, ma la vera discendenza di Cristo e la reliquia della Maddalena. “La ricerca del Santo Graal è la ricerca della tomba di Maria Maddalena. La ricerca del luogo dove inginocchiarsi davanti alle ossa di Maria Maddalena” (p. 300).
Tutte queste menzogne su Gesù e la Maddalena sono una “paccottiglia” che circolava già da decenni in una pletora di libretti di occultismo, da quelli di De Sède su Rennes-Le-Chateau, al “Santo Graal” di Baigent, Leigh e Lincoln. Da “Holy Blood” e “Holy Grail”, Dan Brown ricava questo concetto storpiando arbitrariamente un termine francese medioevale Sangraal (Santo Graal) in “sang” (sangue) e “real” (reale) (cfr. p. 293). Il Graal prima viene identificato con la tomba di Maria Maddalena, che sarebbe stata sepolta sotto la piramide di vetro del Museo parigino del Louvre, e poi alla fine si dice che in realtà il Graal sarebbe né più né meno che l’utero stesso della Maddalena (p. 292). Si arriva così a divinizzare e ad adorare il sesso femminile e una presunta “dea madre”, invece di adorare il vero Dio: si tratta del ritorno al vecchio paganesimo, riproposto in salsa nuova. In nessun vangelo apocrifo si parla di figli di Gesù Cristo e della Maddalena. Sfido chiunque, testi alla mano, a dimostrare il contrario. Il solo vangelo apocrifo in cui si parla di un bacio di Gesù alla Maddalena è quello di Filippo, che risale alla seconda metà del III secolo dopo Cristo. Gli Apostoli erano gelosi che Gesù la “baciasse sulla bocca” e la preferisse a loro (vv. 63, 33-36) (cfr. p. 288 e p. 290). Questo presunto riferimento, in ogni caso, già non dimostra di per sé che Gesù fosse sposato con la Maddalena! Ma l’elemento decisivo per capire veramente il significato di quelle parole si trova nello stesso vangelo apocrifo di Filippo, qualche versetto prima, (vv. 58, 34; 59,4) quando si parla esplicitamente di un bacio sulla bocca come segno di fratellanza tra i credenti.
Nelle sette gnostiche infatti il baciarsi aveva il significato simbolico di accogliere nell’intimo gli insegnamenti spirituali impartiti: simboleggiava cioè accogliere la “sapienza”, la “gnosi”. È falso, inoltre, che i vangeli gnostici prediligano il femmineo. Il famigerato versetto finale del vangelo di Tommaso, ben lungi dall’essere un testo proto-femminista, fonda la grandezza della Maddalena addirittura sul fatto che “[…] si fa maschio”. A Simon Pietro che obietta “Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della Vita”, Gesù risponde: “Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Perché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli” (cfr. Vangelo di Tomaso, 114, in LUIGI MORALDI (a cura di), I Vangeli gnostici. Vangeli di Tomaso, Maria, Verità, Filippo, trad. it., Adelphi, Milano 2001, pp. 3- 20 (p. 20).
MARIA MADDALENA E IL PRESUNTO MATRIMONIO
Per “provare” questo inesistente matrimonio, Leigh Teabing (cioè Dan Brown) cita un vangelo ritrovato a Nag Hammadi, noto come vangelo di Filippo, in cui si legge: “La compagna del Salvatore è Maria Maddalena”. Teabing poi dichiara: “Come ogni esperto di aramaico potrà spiegarle, la parola “compagna”, all’epoca, significava letteralmente “moglie”” (p. 288). Prima di tutto la parola non è aramaica: il vangelo di Filippo è scritto in copto. E quindi in greco. Come se non bastasse poi, quella parola originale greca (koinonós), in realtà non significa “sposa” o “amante”, bensì “compagna”, ed è comunemente usata per indicare rapporti di amicizia e fratellanza.
Teabing a un certo punto dice a Sophie Neveu: “Gesù come uomo sposato ha infinitamente più senso che come scapolo”. “Perché?” chiese Sophie. “Perché Gesù era ebreo” rispose Langdon … “Secondo i costumi ebraici, il celibato era condannato e ogni padre aveva l’obbligo di trovare per il figlio una moglie adatta. Il celibato era condizione innaturale” (p. 288).
VERGINITÀ PER IL REGNO DEI CIELI
Dan Brown ignora che Giuseppe Flavio, nel I secolo, descrive la comunità degli esseni, i quali nella stragrande maggioranza vivevano da celibi. Il filosofo del I secolo, Filone dichiara che “nessun esseno prende moglie”.
Persino un non ebreo come Plinio il Vecchio riferisce che gli esseni “vivevano senza alcuna donna”. Gesù stesso parla della verginità per il regno dei cieli (cfr. Mt 19, 10- 12) e della continenza volontaria. Non solo Gesù, ma anche il suo precursore, Giovanni Battista era celibe, non sposato; San Paolo era celibe, non sposato (cfr. 1 Cor 7,7) e afferma che è cosa buona per l’uomo non toccare donna (cfr. 1 Cor 7,1); che marito e moglie si possono astenere dai rapporti sessuali solo se d’accordo, per dedicarsi alla preghiera (cfr. 1 Cor 7,5). “Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non sanno vivere in continenza, si sposino” (1 Cor 7,8- 9). “In conclusione, colui che sposa la sua vergine fa bene e chi non la sposa fa meglio” (1 Cor 7,38). La profetessa Anna, pur potendo, rifiuta di sposarsi per aderire più strettamente al Signore (cfr. Lc 2, 36-38). Già Elia profeta era celibe, non sposato.
STREGHE BRUCIATE
“La Chiesa cattolica, nel frattempo, avrebbe completato la liquidazione del primato del principio femminile con la lotta alle streghe e il rogo, per cui cinque milioni di donne sono state eliminate” (p. 150). Innanzitutto che c’entra la liquidazione del principio femminile con la caccia alle streghe? Esse furono uccise non in quanto donne, come sostiene Dan Brown, ma perchè ritenute streghe, cioè come praticanti la magia e quindi ritenute in commercio col demonio. Pur trattandosi di un episodio negativo e da condannare, bisogna dire anche che la cifra di cinque milioni di streghe bruciate dalla Chiesa cattolica è del tutto assurda: essa è cinquanta volte maggiore di quella reale. Le stime più recenti riguardo le morti provocate dalla caccia alle streghe in Europa indicano fra le 30.000 e le 50.000 vittime. Non tutte furono giustiziate dalla Chiesa, non tutte furono donne e non tutte furono bruciate. Brown dimentica che nei paesi protestanti la caccia alle streghe è stata più lunga e virulenta che in quelli cattolici. Anche su questo punto comunque, Dan Brown ricicla opere già scritte prima di lui. È evidente che fotocopia le tesi dell’egittologa e antropologa Margaret Murray che nel suo libro “Il dio delle streghe” sosteneva che in origine l’umanità era dedita al culto della grande Dea Madre benefica, pacifica, prolifica, fecondatrice; poi fece irruzione il “dio” unico di sesso maschile , “dio” dei sacerdoti e dei guerrieri: divinità violenta e assetata di sangue. Secondo la Murray le streghe perseguitate duramente dalla Chiesa durante il medioevo e l’età moderna altro non sarebbero state che le pacifiche sacerdotesse dell’antica Dea Madre! Sappiamo che il culto della Dea Madre è proprio delle correnti magico-occultistiche e della New Age ed era presente anche nell’antica religiosità egizia.
5) I DOSSIER SEGRETI
A) I “DOSSIER SECRET” SONO DOCUMENTI AUTENTICI?
È assolutamente certo che sia “Les Dossiers secrets” sia le cosiddette “pergamene” sono documenti falsi compilati nello stesso anno 1967, e tutte le persone coinvolte nella falsificazione lo hanno ammesso, sia pure dopo qualche anno. “I documenti – afferma Andrea Tornielli – sono stati ritrovati dalle stesse persone che li avevano nascosti nella Biblioteca Nazionale di Parigi: Plantard e i suoi amici. Gérard de Sède ha denunciato questa impostura nel suo libro “Rennes-le-Château. Le dossier, les impostures, les phantasmes, les hypotheses”, Robert Laffont, Parigi 1988. Secondo Gérard de Sède le pergamene erano state fabbricate da Philippe de Chérisey (1925-1985). In effetti, de Chérisey non solo ha ripetutamente ammesso di avere confezionato queste pergamene, sia in lettere sia in testi pubblicati a stampa (Circuit, presso l’Autore, Liegi 1968; L’Or de Rennes pour un Napoléon, presso l’Autore, Parigi 1975; L’Énigme de Rennes, Parigi 1978), ma a partire già dall’8 ottobre 1967, come attesta una lettera del suo avvocato B. Boccon-Gibod (cfr. lettera dell’avvocato a Philippe de Chérisey, dell’8- 10-1967, in cui parla di documenti “de votre fabrication et déposés à mon étude”, all’indirizzo http://prioryofsion.com/, visitato il 20-5-2004), si è mosso per vie legali – sostanzialmente senza ottenere soddisfazione fino alla morte – perché gli venisse riconosciuto il compenso pattuito per il suo imbroglio e mai pagato da Pierre Plantard e dallo stesso de Sède. Infine, anche il terzo dei tre personaggi coinvolti nella mistificazione, Pierre Plantard, ha ammesso che i documenti sono falsi. Nell’aprile 1989 sul numero 1 della seconda serie della sua rivista “Vaincre”Plantard si fa intervistare e dichiara che “Les Dossier secrets” (che sono firmati da un certo “Philippe Toscan du Plantier”) sono documenti falsi fabbricati da Philippe de Chérisey e da Philippe Toscan du Plantier, un suo giovane discepolo che agiva però sotto l’influsso dell’LSD. Tutti e tre gli autori dei “Dossier secrets” e degli altri “documenti” depositati negli stessi anni alla Biblioteca Nazionale di Parigi hanno ammesso la loro natura di falsi, pubblicamente e per iscritto.
B) DI COSA PARLANO QUESTI DOSSIER SEGRETI?
Secondo “Les Dossiers secrets” di Henri Lobineau, il Priorato di Sion avrebbe avuto come Gran Maestri alchimisti ed esoteristi, tra cui il principale originatore della leggenda dei rosacroce, Johann Valentin Andreae (1586-1654), nonché scienziati come Leonardo da Vinci (1452-1519) e Isaac Newton (1642-1727). Gli ultimi Gran Maestri sarebbero stati scrittori, musicisti e poeti. Le famose pergamene sarebbero state nascoste nella chiesa parrocchiale di un paesino francese di meno di cento abitanti nel dipartimento dell’Aude, ai piedi dei Pirenei orientali, Rennes-le-Château; esse sarebbero state scoperte nel 1897 dal parroco del paese, Berenger Saunière (1852-1917). Questi documenti proverebbero le fantasie di Dan Brown. In realtà, non sono mai esistite queste pergamene e Saunière non è mai stato a Parigi in vita sua. Il parroco si sarebbe arricchito solo con un traffico disonesto di S. Messe.
C) I PASTORI D’ARCADIA
Si dice anche che il pittore Nicolas Poussin (1594-1655) abbia raffigurato nel suo famoso quadro “I pastori d’Arcadia” una tomba che si trova a Rennes-le-Château, dando così un segnale della sua appartenenza al Priorato di Sion e della conoscenza dei suoi segreti. La cosiddetta “tomba di Arques”, di cui si parla, è stata fatta costruire nel 1932 da Louis Bertram Lawrence (1884-1954). Nel 1988 è stata demolita dall’attuale proprietario, stufo di vederla profanata da vandali alla ricerca di segreti del Priorato di Sion.
Poussin dunque non poteva riprodurre nel XVII secolo una tomba costruita nel 1932: la tomba è posteriore di quasi trecento anni al quadro!
6) IL PRIORATO DI SION
Non è un’istituzione medievale. Non è esistito nessun priorato di Sion, nel senso voluto oggi da Dan Brown, prima del 1956. Si tratta di una semplice associazione privata, fondata il 7 maggio 1956 ad Annemasse da un mitomane, Pierre Plantard (1920-2000), che si costruì il proprio “mito” affermando di essere discendente dei Merovingi e quindi di Gesù e Maria Maddalena. Egli scontò 12 mesi di carcere (1956-1957) perché accusato di corruzione di minorenni. L’associazione privata da lui costituita ebbe statuti regolarmente depositati presso la Sotto-Prefettura di Saint-Julien-en-Genevois con il nome completo di Priorato di Sion – C.I.R.C.U.I.T. (Cavalleria di Istituzione e Regola Cattolica e di Unione Indipendente Tradizionalista). Con esso si intendeva realizzare “un PRIORATO che servirà da centro di studio, meditazione, riposo e preghiere” per uno dei tanti ordini esoterici che proliferavano in Francia all’epoca. Di fatto non ha mai superato la dozzina di membri. Il Priorato di Sion, nato nel 1956, ovviamente non è mai stato fondato da Goffredo di Buglione (1060-1100) (cfr. p.189 e p. 301). Dan Brawn, sul Priorato, fa sua la versione contenuta in “The Templar Revelation” secondo la quale si tratterebbe di un’organizzazione segreta di adoratori della divinità femminile, una sétta pagana che pratica il “culto della dea madre” e che avrebbe custodito l’antica sapienza gnostica e tutte le fantasie su Cristo e la Maddalena di Dan Brown.
7) PERSONAGGI FAMOSI E PRIORATO DI SION
Plantard ha ricavato il suo elenco di Gran Maestri del Priorato di Sion (cfr. pp. 382-383), dall’elenco di presunti Imperator, cioè capi supremi, dell’AMORC, l’Antico e Mistico Ordine Rosae Crucis, fondato nel 1915 negli Stati Uniti da Harvey Spencer Lewis (1883-1939) e con cui Plantard era in contatto fin dagli anni 1940. Tranne Cocteau e monsignor Ducaud-Bourget, tutti i nomi di Gran Maestri del Priorato di Sion si ritrovano, vedi caso, nella genealogia mitica costruita per l’AMORC. In verità tutte le organizzazioni esoteriche fondate dal XVIII secolo a oggi si dotano di genealogie mitiche che risalgono ai Templari, a Noè, a san Giovanni o a Salomone, ecc.: esse hanno solo un carattere meramente mitico e simbolico.
8) L’ULTIMA CENA DI LEONARDO
A) Il quadro di Leonardo da Vinci non ritrae per niente M.Maddalena, come dice il libro (p. 286). Il personaggio alla destra di Gesù non è una donna, ma è San Giovanni Evangelista, che in tutti i dipinti della stessa epoca di Leonardo da Vinci (cfr. Pietro Perugino, La consegna delle chiavi, 1481- 82; Cappella Sistina, Vaticano; cfr. Gentile Bellini, La Trasfigurazione, 1487) è raffigurato con i capelli lunghi così come con i capelli lunghi e senza barba hanno rappresentato S. Giovanni spessissimo anche altri pittori, come Andrea del Castagno e Domenico Ghirlandato. L’idea di Dan Brown è stata definita “assurda” da una delle maggiori specialiste contemporanee di Leonardo, la professoressa Judith Veronica Field, docente alla University of London e presidentessa della Leonardo Da Vinci Society (cfr. Gary Stern, “Expert Dismiss Theories in Popular Book”, The Journal News, 2 novembre 2003). Bisogna anche considerare due cose:
1) il dipinto a Leonardo fu commissionato dai religiosi domenicani, molto attenti all’ortodossia della fede;
2) se fosse vero che alla destra di Gesù non c’è Giovanni, ma la Maddalena, mancherebbe al conto un Apostolo (ricordiamo che Giuda nel dipinto è presente). Dove sarebbe finito? E perché un Apostolo in meno?
Massimo Introvigne, direttore del Cesnur, fa questa interessante osservazione: “Ammettendo – per assurdo – che la persona seduta alla destra di Gesù Cristo nell’Ultima Cena fosse una donna, in che modo questo dimostrerebbe: (a) che la Maddalena era la moglie di Gesù Cristo; (b) che i due hanno avuto figli, i quali avrebbero dovuto governare la Chiesa; (c) che per preservare questa presunta verità è nato il Priorato di Sion, del quale faceva parte Leonardo?
B) Brown inoltre adduce la mancanza di un calice al centro del tavolo come prova che il Graal non è un recipiente materiale. Ma il dipinto di Leonardo vuole rappresentare particolarmente il momento in cui Gesù avverte, “uno di voi mi tradirà” (Gv 13,21) (cfr. p. 276). Non c’è nessun racconto dell’istituzione dell’Eucarestia nel Vangelo di Giovanni e la persona che siede vicino a Gesù non è Maria Maddalena (come vuol far credere Brown) ma S. Giovanni, ritratto come il consueto giovane effemminato di Da Vinci, comparabile al suo S. Giovanni il Battista.
C) Il prof Aviad Kleinberg, docente dell’Università di Tel Aviv, di religione ebraica, aggiunge: “L’analisi che Brown fa dell’opera di Da Vinci è semplicemente ridicola. Presenta la Monna Lisa come un autoritratto androgino (cfr. pp. 144-146) quando è risaputo che ritrae una donna reale, Madonna Lisa, moglie di Francesco di Bartolomeo del Giocondo. Il nome certamente non è – come asserisce Brown – un beffardo anagramma di due divinità egizie della fertilità “Amon e l’Isa”.
9) OPUS DEI
Per Dan Brown l’Opus Dei sarebbe una “sétta” che uccide chiunque conosce la “favola” di Gesù sposo della Maddalena. Purtroppo per Dan Brown, l’Opus Dei è un’istituzione non solo canonicamente approvata e lodata dalla Chiesa cattolica (Prelatura personale), ma il suo fondatore, San Josemaría Escrivá (1902-1975), è stato canonizzato come santo dal Papa nel 2002.
Il Codice da Vinci è pieno di dichiarazioni false, calunniose ed infamanti dell’Opus Dei,com’è dimostrato dalla figura del “monaco” albino Silas, uno psicopatico e un killer spietato. Disgraziatamente per Dan Brown, l’Opus Dei non ha monaci, perché non è un istituto religioso monacale, né ha monasteri, né i suoi membri portano mai, o hanno mai portato, un abito particolare, tantomeno religioso. Le “informazioni” di Dan Brown provengono da un’associazione di ex-membri e di altre persone ostili all’Opus Dei, l’Opus Dei Awareness Network, esplicitamente menzionata nel romanzo (p. 44), che è collegata al più vasto “movimento antisette ” (le cui discutibili tesi sono ampiamente criticate sullo stesso sito di Massimo Introvigne) e le cui faziose opinioni non sono in alcun modo condivise dalla gerarchia cattolica.
10) NEGAZIONE DEL PECCATO ORIGINALE
“È stato l’uomo, non Dio, a creare il concetto di “peccato originale”, secondo cui Eva ha assaggiato la mela e procurato la caduta della razza umana. La donna, che un tempo era la sacra generatrice di vita, adesso era diventata il nemico /…/ Il Graal simboleggia la dea perduta” (p. 280). “Il peccato originale è solo il simbolo del crollo del femminino sacro” (p. 492). La realtà del peccato originale è riferita in testi espliciti della Sacra Scrittura (Gen 3; Rom 5,12-21; 7, 14-25) e sostenuta e richiamata tante volte dagli scritti dei Padri della Chiesa e degli scrittori ecclesiastici già 1-2 secoli prima che Costantino fosse imperatore! Degli “effetti” del peccato originale sono piene le pagine bibliche. Sulla realtà del peccato originale e sulla sua trasmissione a tutti gli uomini, c’è unanimità tra cattolici, ortodossi e protestanti: questi ultimi dissentono solo sulla sua natura. Se non c’è il peccato originale, non c’è bisogno del Sacramento del Battesimo, della penitenza, di tutto quanto serve per “abbassare le montagne e riempire i burroni” (Lc 3,4-5) e non ci sarebbe bisogno della lotta intensa contro il peccato. Se non esistesse il peccato originale sarebbe un altro imbroglio anche il dogma cattolico dell’Immacolata Concezione di Maria SS. Se non c’è il peccato originale, se non c’è una caduta, l’uomo non ha bisogno di un Salvatore; la morte e la risurrezione di Cristo sono inutili; la grazia di Cristo sarebbe inutile. Se non ci fosse il peccato originale, non sarebbe vero che l’uomo è incapace di redimersi da solo, ma potrebbe salvarsi con le sole sue forze, attraverso un’autoredenzione. Siamo proprio all’apostasia dalla fede cattolica.
11) SCIOCCHEZZE IN LIBERTÀ
1) Brown sostiene che “gli Ebrei nel Tempio di Salomone adoravano Jahvè e la sua controparte femminile, la Shekinah (sic!), attraverso i servizi delle prostitute sacre – forse una versione distorta della corruzione del Tempio dopo Salomone (1 Re 14,24 e 2 Re 23,4-15)”.
2) Inoltre “il tetragramma YHWH deriva da “Jehovah, (Geova in italiano) l’unione fra il maschile Jah e Havah, nome pre-ebraico per Eva” (p. 364). Peccato per lui che “Geova” sia un termine di lingua inglese (“Jehovah”), inesistente prima del XIII secolo. Ogni studente di Scrittura del primo anno sa che Geova è in realtà una traduzione risalente al 16° secolo del termine Jahvé realizzata usando le vocali del termine Adonai (Signore). La divinità femminile non dominava nel mondo pre-cristiano nè nelle religioni di Roma, nè nelle terre dei Barbari, nè in Egitto e neanche nei paesi semitici, dove i matrimoni sacri erano una pratica antica.
3) Esisterebbero i “Documenti puristi” (che confermerebbero le fantasie di Dan Brown), il Documento “Q”, addirittura scritto da Gesù e il diario della Maddalena (p. 300).
4) Persino le favole, Cenerentola, Biancaneve e addirittura i cartoni animati di Walt Disney, per Dan Brown, parlerebbero del Graal. Anche la famosa favola della “Bella addormentata nel bosco”, sarebbe un’allegoria del Graal: l’addormentata sarebbe M. Maddalena, e la strega cattiva sarebbe la Chiesa cattolica! (cfr. pp. 305- 306). Perfino i simboli delle carte da gioco, quelle francesi da poker, sarebbero simbolo del Graal (p. 454).
5) Il “Parsifal” di Wagner pure parlerebbe dei figli di Gesù e della Maddalena (p. 453). “Notre Dame di Parigi” di Victor Hugo e “Il flauto magico” di Mozart erano pieni di simboli massonici e di segreti del Graal” (p. 305).
6) Le profezie della Chiesa sarebbero superstizione (p. 313).
7) Nel libro c’è una falsa giustificazione del culto del Baphomet, simbolo del diavolo (p. 372), che si usa nei rituali massonici.
8) Si afferma che “si può giungere a Dio solo attraverso l’unione col femminino sacro” (p. 365). Ossessionato dalla sessualità, Dan Brown arriva a dire che le cattedrali gotiche hanno un’architettura che simboleggia il sesso femminile (p. 382).
9) Il culmine della religiosità per Dan Brown è costituito, neanche a dirlo, dallo “Hieros gamos” (p. 150;pp. 362-363; p. 370; p. 414), l’atto sacro dell’unione sessuale tra un uomo e una donna, per entrare in contatto con Dio, praticato regolarmente dai sacerdoti e dalle sacerdotesse dell’antico Egitto; atto che non avrebbe a che fare con l’erotismo e che porterebbe al “nirvana”, alla “gnosis”, alla conoscenza, quindi all’illuminazione, sullo schema del Tantra-Yoga. Sophie lo definisce “l’orgasmo come preghiera” (p. 363).
10) Stravolgendo la lettura del dipinto di Leonardo “la Vergine delle Rocce”, Dan Brown insegna addirittura che: “Gesù si sottometteva all’autorità di San Giovanni Battista” (p. 166) e quindi quest’ultimo sarebbe superiore a Cristo! L’autore, inoltre, insinua che un’altra conferma di questa fantasia Leonardo l’avrebbe inserita anche nel dipinto “Adorazione dei Magi” (p. 202).
11) Per ben 8 volte Dan Brown ripete questa sinistra invocazione al demonio: “Oh draconiano demonio! O santo menomato” (cfr. p. 59-60; p. 86; p. 110; p. 117-118; p. 220). Anche se scrive che si tratta solo dell’anagramma di “Leonardo da Vinci! The Mona Lisa (cfr. p. 118), (anagramma possibile solo ad uno di lingua inglese, non al francese Saunière in punto di morte) il riferimento è troppo esplicito. Il “Codice” non presenta mai il demonio come cattivo, lo presenta sempre come una figura buona, non compresa e infangata dalla Chiesa (cfr. p. 52; p. 372). Lo stesso Dan Brown ammette: “Saunière aveva effettivamente lasciato un riferimento al diavolo (p. 59). La frase “Oh draconiano demonio” ha un chiaro riferimento al dragone caduto descritto nell’Apocalisse (12,7-9). Spesso le sètte sataniche si definiscono “draconiane”, ossia seguaci o adoratrici del Dragone. La frase “Oh santo menomato” si riferisce alle dottrine gnostiche che considerano Satana un “dio” decaduto che alla fine di tempi recupererà il proprio potere. Probabilmente però il termine “decaduto”, nelle sette gnostiche, si riferisce al fatto che sarebbe “decaduto” solo nella considerazione e nella conoscenza degli uomini. Nella Introduzione alla “Bibbia Gnostica delle streghe” è scritto infatti che Lucifero (“portatore di luce”) non è l’incarnazione del Male, ma l’angelo della luce, che illumina gli uomini, fa loro scoprire la propria divinità e li fa sfuggire al mondo materiale, raggiungendo il “Pleroma”, il presunto “dio” impersonale dello gnosticismo.
IL VERO PROBLEMA È L’IGNORANZA DI CERTI CATTOLICI
Colpisce l’ingenuità dimostrata dagli innumerevoli lettori cristiani che si sono fatti sedurre dalle falsità di Dan Brown. Qualcuno, dopo aver letto il libro, addirittura si è allontanato dalla Chiesa. Si tratta di cristiani che non hanno ricevuto una buona formazione ed educazione religiosa, e che sono ignoranti anche in merito alle origini storiche del Cristianesimo. Mons. Angelo Amato, segretario della Congregazione per la dottrina della fede, infatti afferma: “Lo straordinario successo del Codice da Vinci si spiega anche con la povertà culturale di buona parte dei fedeli, incapaci di contrastare le calunnie, le offese e gli errori storici e teologici nei confronti di Gesù, dei Vangeli, della Chiesa” (Avvenire, 4/5/2006, Inserto “Vita è”, n. 90, p. 2). Anche Umberto Eco riconosce che “La credenza nel Codice è un sintomo di scristianizzazione” (L’Espresso, 30/7/ 2005). “Il fatto che la gente prenda così facilmente per oro colato le leggende del Codice da Vinci, dice una profonda debolezza su come si insegna e si vive il patrimonio della fede” (Padre Livio Fanzaga con Andrea Tornielli, Attacco alla Chiesa, Gribaudi, 2006, p. 47). 

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