Corpi sottili

Apparenti contraddizioni
“…l’Uomo è una unità composta da almeno quattro corpi coincidenti, fatti di differenti livelli di energia: corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e corpo mentale…”
In molti mi hanno scritto esprimendo dubbi su questa indicazione, chiedendo inoltre quali fossero le prove o gli indizi eventualmente disponibili a sostegno.
I dubbi di qualcun altro riguardavano invece non tanto l’esistenza degli stessi, ma l’eventuale contraddizione della loro funzione emozionale e intellettiva rispetto a ciò che la fisiologia afferma sull’insieme delle reazioni chimiche nei viventi. In breve:
“poichè i sentimenti sono influenzabili chimicamente, ciò significa che è la chimica cerebrale a produrli, ed essi hanno luogo nel cervello, e non nei corpi sottili.”
In realtà la contraddizione è solo apparente, e qui cercherò di dare qualche traccia affinchè un sano dubbio sulle convinzioni dominanti possa farsi strada in chi legge. Una domanda fondamentale è: in che modo i corpi sottili interagiscono col cervello?

La chimica cerebrale e i corpi sottili
Tutte le reazioni chimiche che nel cervello dell’Uomo sono responsabili dei sentimenti e del pensiero, avvengono sotto la forte influenza di quello che può essere chiamato il “campo biopsichico”, ipotizzato ormai da diversi fisiologi e biologi d’avanguardia proprio per spiegare alcuni insoluti misteri della Vita. Questi campi energetici fanno da impalcatura sulla quale avvengono ordinatamente le reazioni chimiche. L’informazione data dalla presenza del campo agisce favorendo le reazioni che avvengono entro le sue linee di forza (su scala atomica), cosicchè se si hanno alcune molecole tra loro reattive in uno spazio attraversato da una linea di forza, queste troveranno più facile interagire (per esempio, aggregandosi o combinandosi) lungo quella linea, piuttosto che altrove. Avviene un pò come con gli enzimi, che favoriscono una reazione con la loro sola presenza, pur non prendendovi direttamente parte.
Si può anche aggiungere che, su scala un pò maggiore, la struttura di un organo è data dalla forma impressa all’accrescimento cellulare dal campo proprio di quell’organo, a sua volta sottoinsieme di quello dell’intero corpo. Tanto è vero che è possibile coltivare in vitro le cellule, per esempio del fegato, ma se ne può ottenere solo un ammasso cellulare informe, non certo la struttura di un fegato con tutta la sua complessità. Questo avviene perchè nella coltura non c’è lo “stampo” del fegato, per così dire, ma solo la piccola quantità di energia eterica che accompagna le cellule vive e che si distribuisce uniformemente fra le stesse senza circolare. Nel corpo invece l’energia è strutturata anche a livello microscopico, e si muove secondo precisi percorsi.
A questo punto dovrebbe esser chiaro che il campo energetico informato di cui parlo è proprio il corpo astrale. Questo ha una sua propria dinamica interna e, lo riaffermo, è la vera sede dei “sentimenti” nel senso più ampio del termine. E non ha molto senso l’obiezione che la psiche può essere alterata chimicamente, quindi è un fatto puramente chimico-fisico. Le reazioni chimiche (peraltro innaturali) indotte nel fisico dai farmaci agiscono di riflesso sul corpo astrale e quindi è comprensibile che un farmaco o una droga possano, per esempio, mutare anche drasticamente l’umore del soggetto, o la funzionalità di altre strutture. Però dietro il corpo astrale, su un piano ancor più rarefatto, c’è il corpo mentale che a sua volta tende sempre a riorganizzare l’astrale, per cui i cambiamenti non fisiologici non sono quasi mai permanenti (salvo il caso di danni eventualmente prodottisi).
Anche in quest’ultimo caso il funzionamento base dell’astrale non muta: il fenomeno del dolore o sensazione di un arto mancante negli amputati, ossia il cosidetto arto fantasma, non è il “rumore elettrico” dei nervi tranciati, come afferma l’ufficialità, ma proprio la sensazione dettata dall’astrale, ovviamente intatto.
Infatti gli amputati soffrono quasi tutti di disturbi e maggiori dolori all’arto mancante quando il tempo cambia, o sta per farlo: perchè dovrebbe risentirne un nervo tronco, visto che è interno al moncone, al riparo del corpo? Ne risente invece la parte estroflessa dell’astrale, intatta, perchè cambia il gradiente elettrico dell’atmosfera nella quale è immerso.
Non è questo il contesto opportuno, ma potremmo anche citare gli esperimenti sotto ipnosi, nei quali il soggetto riesce ad “estroflettere” fuori dal corpo la sensibilità di un arto, e questo – cioè lo spazio apparentemente vuoto – diviene sensibile agli stimoli tattili dati dallo sperimentatore all’insaputa del sooggetto…
A conferma della relativa indipendenza e stabilità sostanziale dell’astrale, si può ricordare che moltissimi di coloro i quali hanno avuto una esperienza extracorporea traumatica da incidente, riferiscono che quando si è “fuori” dal corpo fisico (quindi fuori dalla diretta influenza di prodotti chimici intossicanti o di lesioni anche cerebrali) cessano le abituali preoccupazioni e disagi, e ovviamente gli eventuali dolori, per lasciar posto ad una grande calma e chiarezza mentale, spesso senza alcuna emozione.
Il tutto può svolgersi, entro certi limiti, nelle due direzioni: l’azione di un farmaco sul fisico, quando opportuna, ha senz’altro un riflesso anche sull’astrale, in quanto il campo fa da trasduttore fra i due livelli; se così non fosse saremmo purissime menti totalmente insensibili al mondo fisico, anche nelle percezioni.
Dovrebbe essere intuibile, a questo punto, la determinante influenza della psiche sull’origine e il decorso delle malattie, anche quelle apparentemente provenienti dall’esterno. La causa ultima di una polmonite è sì la proliferazione nel polmone di specifici batteri, ma proprio questi ci circondano normalmente nell’ambiente senza farci ammalare: l’attacco avviene quando per cause psichiche, anche profonde, il sistema immunitario perde la normale efficacia e non reagisce adeguatamente.
Dunque, abbiamo visto che tutto il corpo fisico si sviluppa seguendo uno schema preesistente, così come la limatura di ferro si dispone lungo le sottili linee di forza che circondano un magnete, invisibili ma reali. Allo stesso modo avviene che le reazioni chimiche cerebrali seguano la corsia preferenziale definita dalla stessa presenza del corpo sottile attiguo al fisico (l’eterico) e che questo riceva a sua volta l’informazione dall’astrale, e così via. All’inverso, le informazioni fisiche vengono trasmesse al corpo astrale, vera sede di pensieri e sensazioni, attraverso l’eterico, finchè il corpo fisico è vivo. La presenza dell’energia eterica garantisce la corretta prosecuzione delle reazioni chimiche vitali. Questo non contraddice affatto la fisiologia, ma la integra. Il corpo astrale si libera con la morte perchè si dissolve il corpo eterico (che non è un vero e proprio corpo) che fa da collegamento. NOI SIAMO IL CORPO ASTRALE, E IL CORPO ASTRALE NON SI DISSOLVE…

 Mark Gensèrikson

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